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Mara van Wees – Un gioco razionalista
In Italia Mara van Wees si dedica alla ceramica, con un significato correlato ai luoghi e al paesaggio.
L’argilla refrattaria gradualmente diventa una delicata scultura che ha diverse prospettive esterne e interne, una casa aperta che si può guardare come si vuole, immaginandosi dentro o fuori
Comunicato stampa
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E’ da un intreccio di vissuto che prendono forma le opere di Mara van Wees, le radici ben salde nelle sue origini e l’incontro con l’Italia. Nata nelle terre di De Stijl, vicine al razionalismo architettonico, considera suo maestro Victor Vasarely, ma in seguito conosce il Rinascimento, le colline del paesaggio toscano, così come il mediterraneo. Da un lato un certo rigore e dall’altro linee morbide, è questo un gioco di un razionalista.
Per un certo tempo van Wees dipinge, attratta dal colore delle composizioni geometriche con cui Vasarely conquista lo spazio. Come aveva fatto il suo maestro, porta l’arte fuori dai luoghi deputati, collaborando con il Teatro della Lanterna, un collettivo sperimentale di teatro in strada. Queste esperienze sono fondamentali per quanto riguarda il passaggio alla dimensione spaziale e quella del paesaggio, trovato in Italia. Qui van Wees si dedica alla ceramica, intesa non come utensile artistico ma piuttosto di opere uniche, nella maggiore parte dei casi con un significato correlato ai luoghi e al paesaggio. E infatti già dopo i primi vasi di argilla refrattaria lo stesso materiale gradualmente diventa scultura, torre, superficie all’aperto, a volte amalgamata ad altro materiale; così è Tris (2024), una torre che rimanda al gioco di composizione con argilla, metallo e legno, volutamente grezza nel suo essere opera primitiva e arcaica, che fa da contrappunto a Open House (2021) - titolo da una canzone di Lou Reed e John Cale - una delicata scultura di argilla che ha diverse prospettive esterne e interne, una casa aperta che si può guardare come si vuole, immaginandosi dentro o fuori. Nell’allestimento in galleria, On the Road (2024), la maquette a dimensioni naturali in cartone trattato, elemento centrale è il cerchio, che viene riprodotto più volte partendo dalla tridimensionalità di un dima degli oblò, sempre pensando allo spazio e all’abitabilità, in un processo ideale di elementi proliferanti, come nella frase ripresa da Jack Kerouac: “You can go always further, further … you never finish.”
Diletta Borromeo
Mara van Wees, spirito olandese nelle origini e nella formazione, studia all’Accademia Belli Arti di Rotterdam dove inizia il suo percorso artistico: alcune mostre e un collaborazione come scenografa nel Street Theater del Teatro de Lantaarn. Successivamente lavora come stilista / imprenditrice nel campo della moda e del design, prima a Firenze, poi a Roma. Negli anni novanta ritorna alla pittura (olio e acrilico), e alla scultura.
Ritrova nell’argilla il suo mezzo preferito, ma negli ultimi anni ha realizzato diverse opere e istallazioni in materiali come legno, carta, pietra e corten. Ultimamente predilige le installazioni site-specific in dialettica con siti archeologici, architettonici, paesaggistici e sviluppa progetti di land art di grandi dimensioni, come L’acqua che non c’è, in piazza Albina a Roma. Partecipa a mostre istituzionali in varie musei, espone per diversi anni nel Parco Archeologico di Vulci e ultimamente nei giardini dell’Aventino a Roma, all’interno del progetto OpenBox.
Vince nel 2015 un bando Europeo del Mibact / Puglia per una residenza d’artista e nel 2018 realizza una scultura pubblica sul lungomare di Montalto di Castro.
Le sue installazioni permanenti si trovano al Furlo Land-Art, nel parco sculture Grancaro (Bolsena), nella tenuta di Monteti per Capalbio Arte, nel parco Terraarte (Blera) oltre che in varie musei e in collezioni e gallerie private.
Vive e lavora tra Roma e la Maremma.
Recenti esposizioni:
AB INITIO (2024) e CLAUSTROMANIA (2019) - Istituto Nazionale Studi Romani.
FROM THE OUTSIDE IN (2021) galleria Arte e Pensieri, Roma..
Nel 2019: LA CORTE APERTA –galleria 3/5 ArteContemporanea,
L’ARTE DI MISURARE LA TERRA- Galleria Canova 22, Rona.
ARIALUCE – Museonuovaera, Bari.
Nel 2018 ARTEPORTO – Porti di Traiano e Claudio, Fiumicino.
DOMESTICA - Case Romane del Celio, Roma.
DIMENSIONE FRAGILE – Biblioteca Vallicelliana , Roma.
Nel 2014 BACC (2014) – Biennale Arte Contemporanea Ceramica - Scuderie Aldobrandini, Frascati.
Per un certo tempo van Wees dipinge, attratta dal colore delle composizioni geometriche con cui Vasarely conquista lo spazio. Come aveva fatto il suo maestro, porta l’arte fuori dai luoghi deputati, collaborando con il Teatro della Lanterna, un collettivo sperimentale di teatro in strada. Queste esperienze sono fondamentali per quanto riguarda il passaggio alla dimensione spaziale e quella del paesaggio, trovato in Italia. Qui van Wees si dedica alla ceramica, intesa non come utensile artistico ma piuttosto di opere uniche, nella maggiore parte dei casi con un significato correlato ai luoghi e al paesaggio. E infatti già dopo i primi vasi di argilla refrattaria lo stesso materiale gradualmente diventa scultura, torre, superficie all’aperto, a volte amalgamata ad altro materiale; così è Tris (2024), una torre che rimanda al gioco di composizione con argilla, metallo e legno, volutamente grezza nel suo essere opera primitiva e arcaica, che fa da contrappunto a Open House (2021) - titolo da una canzone di Lou Reed e John Cale - una delicata scultura di argilla che ha diverse prospettive esterne e interne, una casa aperta che si può guardare come si vuole, immaginandosi dentro o fuori. Nell’allestimento in galleria, On the Road (2024), la maquette a dimensioni naturali in cartone trattato, elemento centrale è il cerchio, che viene riprodotto più volte partendo dalla tridimensionalità di un dima degli oblò, sempre pensando allo spazio e all’abitabilità, in un processo ideale di elementi proliferanti, come nella frase ripresa da Jack Kerouac: “You can go always further, further … you never finish.”
Diletta Borromeo
Mara van Wees, spirito olandese nelle origini e nella formazione, studia all’Accademia Belli Arti di Rotterdam dove inizia il suo percorso artistico: alcune mostre e un collaborazione come scenografa nel Street Theater del Teatro de Lantaarn. Successivamente lavora come stilista / imprenditrice nel campo della moda e del design, prima a Firenze, poi a Roma. Negli anni novanta ritorna alla pittura (olio e acrilico), e alla scultura.
Ritrova nell’argilla il suo mezzo preferito, ma negli ultimi anni ha realizzato diverse opere e istallazioni in materiali come legno, carta, pietra e corten. Ultimamente predilige le installazioni site-specific in dialettica con siti archeologici, architettonici, paesaggistici e sviluppa progetti di land art di grandi dimensioni, come L’acqua che non c’è, in piazza Albina a Roma. Partecipa a mostre istituzionali in varie musei, espone per diversi anni nel Parco Archeologico di Vulci e ultimamente nei giardini dell’Aventino a Roma, all’interno del progetto OpenBox.
Vince nel 2015 un bando Europeo del Mibact / Puglia per una residenza d’artista e nel 2018 realizza una scultura pubblica sul lungomare di Montalto di Castro.
Le sue installazioni permanenti si trovano al Furlo Land-Art, nel parco sculture Grancaro (Bolsena), nella tenuta di Monteti per Capalbio Arte, nel parco Terraarte (Blera) oltre che in varie musei e in collezioni e gallerie private.
Vive e lavora tra Roma e la Maremma.
Recenti esposizioni:
AB INITIO (2024) e CLAUSTROMANIA (2019) - Istituto Nazionale Studi Romani.
FROM THE OUTSIDE IN (2021) galleria Arte e Pensieri, Roma..
Nel 2019: LA CORTE APERTA –galleria 3/5 ArteContemporanea,
L’ARTE DI MISURARE LA TERRA- Galleria Canova 22, Rona.
ARIALUCE – Museonuovaera, Bari.
Nel 2018 ARTEPORTO – Porti di Traiano e Claudio, Fiumicino.
DOMESTICA - Case Romane del Celio, Roma.
DIMENSIONE FRAGILE – Biblioteca Vallicelliana , Roma.
Nel 2014 BACC (2014) – Biennale Arte Contemporanea Ceramica - Scuderie Aldobrandini, Frascati.
29
aprile 2024
Mara van Wees – Un gioco razionalista
Dal 29 aprile al 17 maggio 2024
altro
Location
AOCF58 – GALLERIA BRUNO LISI
Roma, Via Flaminia, 58, (Roma)
Roma, Via Flaminia, 58, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle ore 17.00 alle 19.30
Vernissage
29 Aprile 2024, 18,00 – 20,00
Autore
Curatore
Progetto grafico