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Marc Bauer – E la neve e il trionfo
Chi si dedica alle opere di Marc Bauer entra in un mondo oscuro. Il pesce morto, il pantalone aperto, la sequenza della tortura, i volti sfigurati, la casa del pensatore: i disegni ruotano in sempre nuove variazioni intorno agli abissi dell’esistenza.
Comunicato stampa
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MARC BAUER
“E LA NEVE E IL TRIONFO”
TESTO: CHRISTINE ABBT
SFUMATURE IN NERO
Chi si dedica alle opere di Marc Bauer entra in un mondo oscuro. Il pesce morto, il pantalone aperto, la sequenza della tortura, i volti sfigurati, la casa del pensatore: i disegni ruotano in sempre nuove variazioni intorno agli abissi dell’esistenza. La tonalità predominante è il nero. Un nero sgargiante si alterna ad un chiaro opaco, uno scuro lucido e un bianco sporco ed esprime, con infinite e marcate sfumature, una bellezza particolare propria di tutte le opere di Marc Bauer. Il regno del nero è di rado intervallato da colori, e quando succede il colorato rafforza l’effetto delle tonalità grigie. Come testimoni incorruttibili i disegni di Marc Bauer insistono nelle sfumature illimitate di un mondo abissale.
Lo sguardo dell’osservatore prova in queste testimonianze un’esperienza irritante. I disegni lo mettono di fronte all’indecente, l’infame, il brutale, l’ottuso e lo spaventoso ed esigono inaspettatamente la possibilità che ci sia qualcosa di diverso. Il corpo freddo, le mani del boia, le labbra spente, il muscolo teso, l’erezione ricorrente rispecchiano le banalità dell’uomo e fanno rabbrividire. Anche la rappresentazione più estrema di Marc Bauer rimanda però a quella differenza che fa sì che le sfumature del nero possano diventare un’esperienza. Le dimensioni di luce senza le quali il nero non risalta, non vengono utilizzate in contrasto con lo scuro da Marc Bauer. I disegni intensificano l’indissolubile rapporto di chiaro e scuro, di luminoso e tetro, e svelano inesorabilmente il loro condizionamento reciproco. La pluralità dello scuro si fa garante dell’altro.
Marc Bauer ci mostra nei più piccoli particolari il pietoso, il fugace, il finto, ma nel percorso verso la totalità “il tutto” non si realizza nei suoi disegni. L’estetica delle sfumature non compromette mai la possibilità di un’alternativa. I diversi livelli di negazione inframmezzano finemente l’esigenza di totalità emanata in silenzio da corpi e cose.
Il mutismo che circonda esseri umani e cose e che caratterizza i disegni di Bauer viene intensificato dagli scritti raffigurati. I tratti dell’immagine e dello scritto producono una struttura particolare nella quale forma ed espressione si completano e si disturbano in modo raffinato. Le opere di Bauer sono costruzioni di immagini e scrittura figurata. Il passaggio da segno a disegno, nonché l’ingranaggio di forma, gesto e significato, sono messi in scena in modo efficace. Da un lato l’ingenuità delle parole e frasi rafforza il mutismo degli oggetti. Dall’altro il linguaggio apparentemente espressivo perde la sua fermezza in quanto parte della struttura del nero. La pretesa degli scritti di esprimere qualcosa, di creare un mondo comune, è nelle opere di Marc Bauer sotterrata dal fatto che sono parole di corpi muti. In questo modo la violenza muta torna improvvisamente a far parte del significato. Nell’arte di Marc Bauer si creano così degli spazi nei quali il mutismo si esprime con parole.
Entrare negli spazi dell’oscurità di Marc Bauer è inquietante. Sale cinematografiche vuote, strade distrutte, rovine ammucchiate, facciate gigantesche ricordano l’architettura imperiale dei dittatori. L’essere umano è assente. La scenografia qui progettata non si orienta alla misura del singolo soggetto. La struttura degli edifici non è o non è più al servizio della sua funzione prevista. Si presentano come materializzazioni di un sistema completamente impregnato di potere, intimidazione, sorveglianza. La piattaforma per tuffi diventa un precipizio che insorge sopra la vasca senz’acqua. La sua autorità minacciosa esige il salto verso il senza fondo. La caduta e l’urto sono calcolati. La cultura impietrita ha represso la natura e adesso sviluppa liberamente la propria violenza. In questi disegni è raro che qualcosa ricordi la vita. Un esempio sono le lenzuola che giacciono cosicché le pieghe prendano, come per caso, una forma e per così dire nascondano un uomo in cerca di rifugio, accovacciato o semplicemente sdraiato dormendo.
Il mondo dei disegni di Bauer rifiuta categoricamente gli stati d’animo come la tristezza, il sogno, la malinconia o la nostalgia. Soltanto nei paesaggi, e anche lì raramente, appaiono tracce di una tale emozionalità. Come fantasmi, come creature di un altro mondo, come fenomeni che rimangono in movimento ma che sono incatturabili, si introducono nelle forme, nello strato più alto della neve per esempio o nei corpi celesti che cadono come fiocchi in modo leggero ma anche inquietante davanti ad un orizzonte nero e fanno il loro gioco indeterminabile.
Il diktat che emana da questa arte è: sopportare. La chiarezza che avvince istintivamente l’osservatore e mette a fuoco le cose semplici scopre l’estremo nella rettitudine, accentua il terrore nell’evidenza, ostenta il pietoso del potere. Bauer mette la normalità al centro in modo che la sua mostruosità diventi evidente. I disegni sono delle variazioni ostinate che riformulano quella dialettica negativa che Theodor W. Adorno sviluppò cinquanta anni fa e che fece del progetto della modernità un compito irrisolvibile ma necessario. L’estetica di Marc Bauer crea una pluralità dello scuro impressionante che si mette al servizio della delucidazione, della libertà e della differenza che questa arte dapprima sembrò invalidare. Nella riproduzione radicale del nero si manifesta la sua negazione basilare.
Christine Abbt, Zurigo 2009
“E LA NEVE E IL TRIONFO”
TESTO: CHRISTINE ABBT
SFUMATURE IN NERO
Chi si dedica alle opere di Marc Bauer entra in un mondo oscuro. Il pesce morto, il pantalone aperto, la sequenza della tortura, i volti sfigurati, la casa del pensatore: i disegni ruotano in sempre nuove variazioni intorno agli abissi dell’esistenza. La tonalità predominante è il nero. Un nero sgargiante si alterna ad un chiaro opaco, uno scuro lucido e un bianco sporco ed esprime, con infinite e marcate sfumature, una bellezza particolare propria di tutte le opere di Marc Bauer. Il regno del nero è di rado intervallato da colori, e quando succede il colorato rafforza l’effetto delle tonalità grigie. Come testimoni incorruttibili i disegni di Marc Bauer insistono nelle sfumature illimitate di un mondo abissale.
Lo sguardo dell’osservatore prova in queste testimonianze un’esperienza irritante. I disegni lo mettono di fronte all’indecente, l’infame, il brutale, l’ottuso e lo spaventoso ed esigono inaspettatamente la possibilità che ci sia qualcosa di diverso. Il corpo freddo, le mani del boia, le labbra spente, il muscolo teso, l’erezione ricorrente rispecchiano le banalità dell’uomo e fanno rabbrividire. Anche la rappresentazione più estrema di Marc Bauer rimanda però a quella differenza che fa sì che le sfumature del nero possano diventare un’esperienza. Le dimensioni di luce senza le quali il nero non risalta, non vengono utilizzate in contrasto con lo scuro da Marc Bauer. I disegni intensificano l’indissolubile rapporto di chiaro e scuro, di luminoso e tetro, e svelano inesorabilmente il loro condizionamento reciproco. La pluralità dello scuro si fa garante dell’altro.
Marc Bauer ci mostra nei più piccoli particolari il pietoso, il fugace, il finto, ma nel percorso verso la totalità “il tutto” non si realizza nei suoi disegni. L’estetica delle sfumature non compromette mai la possibilità di un’alternativa. I diversi livelli di negazione inframmezzano finemente l’esigenza di totalità emanata in silenzio da corpi e cose.
Il mutismo che circonda esseri umani e cose e che caratterizza i disegni di Bauer viene intensificato dagli scritti raffigurati. I tratti dell’immagine e dello scritto producono una struttura particolare nella quale forma ed espressione si completano e si disturbano in modo raffinato. Le opere di Bauer sono costruzioni di immagini e scrittura figurata. Il passaggio da segno a disegno, nonché l’ingranaggio di forma, gesto e significato, sono messi in scena in modo efficace. Da un lato l’ingenuità delle parole e frasi rafforza il mutismo degli oggetti. Dall’altro il linguaggio apparentemente espressivo perde la sua fermezza in quanto parte della struttura del nero. La pretesa degli scritti di esprimere qualcosa, di creare un mondo comune, è nelle opere di Marc Bauer sotterrata dal fatto che sono parole di corpi muti. In questo modo la violenza muta torna improvvisamente a far parte del significato. Nell’arte di Marc Bauer si creano così degli spazi nei quali il mutismo si esprime con parole.
Entrare negli spazi dell’oscurità di Marc Bauer è inquietante. Sale cinematografiche vuote, strade distrutte, rovine ammucchiate, facciate gigantesche ricordano l’architettura imperiale dei dittatori. L’essere umano è assente. La scenografia qui progettata non si orienta alla misura del singolo soggetto. La struttura degli edifici non è o non è più al servizio della sua funzione prevista. Si presentano come materializzazioni di un sistema completamente impregnato di potere, intimidazione, sorveglianza. La piattaforma per tuffi diventa un precipizio che insorge sopra la vasca senz’acqua. La sua autorità minacciosa esige il salto verso il senza fondo. La caduta e l’urto sono calcolati. La cultura impietrita ha represso la natura e adesso sviluppa liberamente la propria violenza. In questi disegni è raro che qualcosa ricordi la vita. Un esempio sono le lenzuola che giacciono cosicché le pieghe prendano, come per caso, una forma e per così dire nascondano un uomo in cerca di rifugio, accovacciato o semplicemente sdraiato dormendo.
Il mondo dei disegni di Bauer rifiuta categoricamente gli stati d’animo come la tristezza, il sogno, la malinconia o la nostalgia. Soltanto nei paesaggi, e anche lì raramente, appaiono tracce di una tale emozionalità. Come fantasmi, come creature di un altro mondo, come fenomeni che rimangono in movimento ma che sono incatturabili, si introducono nelle forme, nello strato più alto della neve per esempio o nei corpi celesti che cadono come fiocchi in modo leggero ma anche inquietante davanti ad un orizzonte nero e fanno il loro gioco indeterminabile.
Il diktat che emana da questa arte è: sopportare. La chiarezza che avvince istintivamente l’osservatore e mette a fuoco le cose semplici scopre l’estremo nella rettitudine, accentua il terrore nell’evidenza, ostenta il pietoso del potere. Bauer mette la normalità al centro in modo che la sua mostruosità diventi evidente. I disegni sono delle variazioni ostinate che riformulano quella dialettica negativa che Theodor W. Adorno sviluppò cinquanta anni fa e che fece del progetto della modernità un compito irrisolvibile ma necessario. L’estetica di Marc Bauer crea una pluralità dello scuro impressionante che si mette al servizio della delucidazione, della libertà e della differenza che questa arte dapprima sembrò invalidare. Nella riproduzione radicale del nero si manifesta la sua negazione basilare.
Christine Abbt, Zurigo 2009
28
novembre 2009
Marc Bauer – E la neve e il trionfo
Dal 28 novembre 2009 al 20 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
CAR PROJECTS
Bologna, Viale Pietro Pietramellara, 4/4, (Bologna)
Bologna, Viale Pietro Pietramellara, 4/4, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 14,30 - 20
sabato 11-19 Apertura straordinaria sabato 30 gennaio 2010 ore 11 - 20.30
Special opening Saturday 30th January 2010 11 am - 8.30 pm
Vernissage
28 Novembre 2009, ore 18,30
Autore