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Marc Didou – L’immateriale della materia
I lavori esposti testimoniano il risultato della complessa indagine condotta da Marc Didou sul processo di decostruzione e rimodellazione delle componenti strutturali del corpo umano
Comunicato stampa
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In occasione del Festival della Scienza, dal 27 ottobre al 1° dicembre 2005, al Museo di Sant'Agostino e alla Galleria Martini & Ronchetti sarà allestita la mostra personale dedicata a Marc Didou.
I lavori esposti testimoniano il risultato della complessa indagine condotta da Marc Didou sul processo di decostruzione e rimodellazione delle componenti strutturali del corpo umano, possibile attraverso le analisi stratigrafiche della tomografia a risonanza magnetica. Dagli anni Novanta, infatti, l’artista rivolge il suo interesse prevalentemente alle immagini fornite dagli strumenti scientifici: «…Le immagini per la diagnostica medica erano qualche cosa di assolutamente nuovo e sconosciuto al linguaggio artistico poiché realizzate esclusivamente da scienziati. Da questo momento ho cercato di fare uso delle apparecchiature utilizzate per la diagnostica in medicina, lavorando a contatto col personale medico, in grado di leggere e interpretare in modo molto preciso le immagini, fornendo una lettura differente da quella che poteva essere la mia interpretazione d’artista» (Marc Didou).
Al museo di Sant’Agostino tra le opere esposte figurano due sculture monumentali delle serie “Eco”: una in acciaio e l’altra in bronzo. Quest’ultima, analoga a quella recentemente realizzata per la Città di Torino, è composta da due teste speculari dove una è pensata come il riflesso in uno specchio d’acqua dell’altra. La fisionomia della scultura, come per le altre opere, è stata decostruita in sezioni stratigrafiche dal processo esplorativo della tomografia a risonanza magnetica. L’artista utilizza le nuove tecnologie in quanto rappresentano un aspetto fondamentale della nostra epoca, dove l’obiettivo è di trasformare in scultura materiale ciò che solitamente oggi rimane immagine virtuale.
Alla Galleria Martini & Ronchetti sarà esposto un gruppo di opere in marmo, e i relativi disegni preparatori, facenti parte di un unico progetto. L’artista utilizza lo stratagemma dell’anamorfosi, complesso fenomeno ottico legato a una deformazione dell’immagine mediante specchi concavi o convessi, offrendo allo spettatore la sensazione di potersi interrogare sull’essere e l’apparire e rendersi conto che le cose che noi crediamo essere in realtà non sono. Marc Didou, solitamente impegnato nella realizzazione di opere in metallo, si cimenta per la prima volta con il marmo dopo il suo arrivo in Italia, rifiutando i tradizionali processi di lavorazione: "...non sono mai entrato in un laboratorio dove si scolpisce il marmo, al contrario utilizzo delle macchine industriali capaci di tagliarlo con un getto d’acqua ad alta pressione e ritengo che l’utilizzo dell’acqua sia più in simbiosi con la natura minerale del marmo".
Il percorso artistico al Museo di Sant’Agostino sarà affiancato da un percorso scientifico, realizzato dalle Facoltà di Medicina e Chirurgia, di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Genova e del Dipartimento di Matematica Pura e Applicata dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dalla Divisione di Risonanza Magnetica del Gruppo Esaote (Genova), in cui si esplicheranno i principi di Risonanza Magnetica e le sue applicazioni, utilizzati da Marc Didou come punto di partenza per l’elaborazione dei suoi lavori.
I visitatori, attraverso tre postazioni PC, avranno modo di approfondire i concetti di ottica e anamorfosi e di diagnostica per immagini e ricostruzione 3D, inoltre, verrà proiettato un video, realizzato per l’occasione, sul metodo di lavoro dell’artista.
Note biografiche
Marc Didou nasce a Brest il 22 maggio 1963. Nel 1987 si diploma alla Scuola Superiore di Belle Arti di Brest. All’inizio la sua carriera è orientata verso la pittura, mentre a partire dal 1989 il suo interesse principale è la scultura e, in particolare, quella realizzata saldando il metallo.
A partire dalla sua prima mostra personale nel 1991 al Musée des Beaux Arts di Brest, Marc Didou esegue numerose opere in ferro e bronzo. Riceve diverse committenze pubbliche e realizza sculture di dimensioni monumentali, destinate a grandi spazi esterni.
Tra le mostre sono da ricordare la personale organizzata dal FRAC Bretagne alla Galerie du T.N.B. di Rennes (1993), le personali all’Ecole de Beaux Arts di Brest (1994), al Musée de la Cohue di Vannes (1995) e al Chateau de Kerjan di Saint Vougay (1997). Nel 1994 soggiorna a New York su invito di Mark di Suvero e riceve il Premio alla Creazione Artistica assegnato dal Consiglio Regionale della Bretagna.
Nel 2001, come artista rappresentante della Francia, partecipa alla rassegna promossa e organizzata dalla Provincia di Genova per il G8, in questa occasione realizza una scultura per il Comune di Rossiglione partner della manifestazione.
Del 2002 è la personale “Risonanze” a Genova con il patrocinio dell’Uffico Culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia. Nel 2003 partecipa alla mostra “Il viaggio dell’uomo immobile” al Museo di Villa Croce di Genova e nel 2004 alla mostra “Arte del video” alla Fondazione Ragghianti di Lucca. Sempre nello stesso anno partecipa alla mostra “Scultura internazionale” nel castello di Agliè.
Nel 2005 realizza, per la città di Torino, nell’ambito del programma di riqualificazione ambientale denominato “100 piazze per Torino”, la monumentale scultura “Eco” collocata nell’area della Mole Antonelliana davanti a Palazzo Nuovo. Nel 2005 vince la 56° edizione del Premio Michetti con l’opera Signe de l’autre I.
È stato titolare della cattedra di Arti Plastiche all’Ecole des Beaux Arts di Brest fino al 2004. Vive e lavora in Francia e in Italia.
Per questa occasione è stato edito un catalogo, a cura di Giovanni Battista Martini, contenente la riproduzione di parte delle opere esposte e corredato da un testo critico di Luciano Caramel, un contributo su scienza e creatività di Fabio Benfenati e una conversazione con Marc Didou.
I lavori esposti testimoniano il risultato della complessa indagine condotta da Marc Didou sul processo di decostruzione e rimodellazione delle componenti strutturali del corpo umano, possibile attraverso le analisi stratigrafiche della tomografia a risonanza magnetica. Dagli anni Novanta, infatti, l’artista rivolge il suo interesse prevalentemente alle immagini fornite dagli strumenti scientifici: «…Le immagini per la diagnostica medica erano qualche cosa di assolutamente nuovo e sconosciuto al linguaggio artistico poiché realizzate esclusivamente da scienziati. Da questo momento ho cercato di fare uso delle apparecchiature utilizzate per la diagnostica in medicina, lavorando a contatto col personale medico, in grado di leggere e interpretare in modo molto preciso le immagini, fornendo una lettura differente da quella che poteva essere la mia interpretazione d’artista» (Marc Didou).
Al museo di Sant’Agostino tra le opere esposte figurano due sculture monumentali delle serie “Eco”: una in acciaio e l’altra in bronzo. Quest’ultima, analoga a quella recentemente realizzata per la Città di Torino, è composta da due teste speculari dove una è pensata come il riflesso in uno specchio d’acqua dell’altra. La fisionomia della scultura, come per le altre opere, è stata decostruita in sezioni stratigrafiche dal processo esplorativo della tomografia a risonanza magnetica. L’artista utilizza le nuove tecnologie in quanto rappresentano un aspetto fondamentale della nostra epoca, dove l’obiettivo è di trasformare in scultura materiale ciò che solitamente oggi rimane immagine virtuale.
Alla Galleria Martini & Ronchetti sarà esposto un gruppo di opere in marmo, e i relativi disegni preparatori, facenti parte di un unico progetto. L’artista utilizza lo stratagemma dell’anamorfosi, complesso fenomeno ottico legato a una deformazione dell’immagine mediante specchi concavi o convessi, offrendo allo spettatore la sensazione di potersi interrogare sull’essere e l’apparire e rendersi conto che le cose che noi crediamo essere in realtà non sono. Marc Didou, solitamente impegnato nella realizzazione di opere in metallo, si cimenta per la prima volta con il marmo dopo il suo arrivo in Italia, rifiutando i tradizionali processi di lavorazione: "...non sono mai entrato in un laboratorio dove si scolpisce il marmo, al contrario utilizzo delle macchine industriali capaci di tagliarlo con un getto d’acqua ad alta pressione e ritengo che l’utilizzo dell’acqua sia più in simbiosi con la natura minerale del marmo".
Il percorso artistico al Museo di Sant’Agostino sarà affiancato da un percorso scientifico, realizzato dalle Facoltà di Medicina e Chirurgia, di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Genova e del Dipartimento di Matematica Pura e Applicata dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dalla Divisione di Risonanza Magnetica del Gruppo Esaote (Genova), in cui si esplicheranno i principi di Risonanza Magnetica e le sue applicazioni, utilizzati da Marc Didou come punto di partenza per l’elaborazione dei suoi lavori.
I visitatori, attraverso tre postazioni PC, avranno modo di approfondire i concetti di ottica e anamorfosi e di diagnostica per immagini e ricostruzione 3D, inoltre, verrà proiettato un video, realizzato per l’occasione, sul metodo di lavoro dell’artista.
Note biografiche
Marc Didou nasce a Brest il 22 maggio 1963. Nel 1987 si diploma alla Scuola Superiore di Belle Arti di Brest. All’inizio la sua carriera è orientata verso la pittura, mentre a partire dal 1989 il suo interesse principale è la scultura e, in particolare, quella realizzata saldando il metallo.
A partire dalla sua prima mostra personale nel 1991 al Musée des Beaux Arts di Brest, Marc Didou esegue numerose opere in ferro e bronzo. Riceve diverse committenze pubbliche e realizza sculture di dimensioni monumentali, destinate a grandi spazi esterni.
Tra le mostre sono da ricordare la personale organizzata dal FRAC Bretagne alla Galerie du T.N.B. di Rennes (1993), le personali all’Ecole de Beaux Arts di Brest (1994), al Musée de la Cohue di Vannes (1995) e al Chateau de Kerjan di Saint Vougay (1997). Nel 1994 soggiorna a New York su invito di Mark di Suvero e riceve il Premio alla Creazione Artistica assegnato dal Consiglio Regionale della Bretagna.
Nel 2001, come artista rappresentante della Francia, partecipa alla rassegna promossa e organizzata dalla Provincia di Genova per il G8, in questa occasione realizza una scultura per il Comune di Rossiglione partner della manifestazione.
Del 2002 è la personale “Risonanze” a Genova con il patrocinio dell’Uffico Culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia. Nel 2003 partecipa alla mostra “Il viaggio dell’uomo immobile” al Museo di Villa Croce di Genova e nel 2004 alla mostra “Arte del video” alla Fondazione Ragghianti di Lucca. Sempre nello stesso anno partecipa alla mostra “Scultura internazionale” nel castello di Agliè.
Nel 2005 realizza, per la città di Torino, nell’ambito del programma di riqualificazione ambientale denominato “100 piazze per Torino”, la monumentale scultura “Eco” collocata nell’area della Mole Antonelliana davanti a Palazzo Nuovo. Nel 2005 vince la 56° edizione del Premio Michetti con l’opera Signe de l’autre I.
È stato titolare della cattedra di Arti Plastiche all’Ecole des Beaux Arts di Brest fino al 2004. Vive e lavora in Francia e in Italia.
Per questa occasione è stato edito un catalogo, a cura di Giovanni Battista Martini, contenente la riproduzione di parte delle opere esposte e corredato da un testo critico di Luciano Caramel, un contributo su scienza e creatività di Fabio Benfenati e una conversazione con Marc Didou.
27
ottobre 2005
Marc Didou – L’immateriale della materia
Dal 27 ottobre 2005 all'otto gennaio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA MARTINI & RONCHETTI
Genova, Via Roma, 9, (Genova)
Genova, Via Roma, 9, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10-12.30 e 16-19.30
Sito web
www.festivaldellascienza.it
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