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Marcello Andreozzi
E’ il “Cristo” di tutti, cosmopolita come ebbi a definirlo una volta, quello di Marcello Andreozzi che oggi “invade” con le sue opere, in un’antologica
Comunicato stampa
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LA PITTURA DEI SIMBOLI
E’ il "Cristo" di tutti, cosmopolita come ebbi a definirlo una volta, quello di Marcello Andreozzi che oggi "invade" con le sue opere, in un’antologica, le Antiche Stanze di Santa Caterina. E’ il personaggio-chiave della rassegna, dolente e rassegnato, disseminato in varie posture in mezzo agli altri lavori che parlano di fabbriche, di aerei e di farfalle, di ritratti, di immagini di una Prato scomparsa e di struggevoli "incontri". C’è il primo "Cristo" del ’48 eseguito sul modello di un disegno tracciato quando era ragazzo in Seminario, fino agli ultimi, rapidi ed essenziali, , quasi informali, tutti, comunque, impastati di toccante drammaticità. Dalla compassione all’ironia, in un rapido salto di sensazioni che albergano in egual misura in questo eterno "ragazzo" che fa arte per vocazione e per necessità interiore (gettò presto alle ortiche il suo mestiere di chimico per dedicarsi alla pittura). "Morte ai padroni!" è la scritta che troneggia in alcuni suoi quadri, insieme alla relativa risposta del padrone "Ma se io muoio, dove lo trovate un altro bischero come me!": e sopra la fabbrica, la ciminiera, i simboli della realtà pratese, luogo di lavoro martellante e di aspre lotte sindacali. Ad Andreozzi non viene mai meno la dissacrazione e l’ironia, e tuttavia molte delle sue opere, prima allineate al figurativo e poi dilatate in un piacevole astratto, contengono gli aneliti della meditazione, quasi della nostalgia, allorché riesce a cogliere le atmosfere di uno scorcio delle Apuane tracciato con la rapidità del gesto, con il taglio della sintesi secondo un nuovo, ultimo sistema di realizzare il dipinto, volto più verso l’essenza che non la descrizione. Nel corso della sua lunga attività, pur non seguendo le mode ma soltanto la sua creatività, si è tuttavia tuffato in molti generi di espressione tenendo però sempre fede ai suoi impulsi del momento. Rimanendo cioè sempre se stesso nel volgere del tempo e dei suoi cambiamenti. Ed è proprio il tempo che "passa" attraverso questa antologica dove si ritrovano vecchi pezzi di archeologia industriale spazzati via dal progresso e da lui codificati anche perché ne rimanga traccia concreta. Senza rimpianti perché per lui il tempo sembra essersi fermato ed ogni giorni è davanti alla tela per scaricarvi le sue emozioni.
Franco Riccomini
E’ il "Cristo" di tutti, cosmopolita come ebbi a definirlo una volta, quello di Marcello Andreozzi che oggi "invade" con le sue opere, in un’antologica, le Antiche Stanze di Santa Caterina. E’ il personaggio-chiave della rassegna, dolente e rassegnato, disseminato in varie posture in mezzo agli altri lavori che parlano di fabbriche, di aerei e di farfalle, di ritratti, di immagini di una Prato scomparsa e di struggevoli "incontri". C’è il primo "Cristo" del ’48 eseguito sul modello di un disegno tracciato quando era ragazzo in Seminario, fino agli ultimi, rapidi ed essenziali, , quasi informali, tutti, comunque, impastati di toccante drammaticità. Dalla compassione all’ironia, in un rapido salto di sensazioni che albergano in egual misura in questo eterno "ragazzo" che fa arte per vocazione e per necessità interiore (gettò presto alle ortiche il suo mestiere di chimico per dedicarsi alla pittura). "Morte ai padroni!" è la scritta che troneggia in alcuni suoi quadri, insieme alla relativa risposta del padrone "Ma se io muoio, dove lo trovate un altro bischero come me!": e sopra la fabbrica, la ciminiera, i simboli della realtà pratese, luogo di lavoro martellante e di aspre lotte sindacali. Ad Andreozzi non viene mai meno la dissacrazione e l’ironia, e tuttavia molte delle sue opere, prima allineate al figurativo e poi dilatate in un piacevole astratto, contengono gli aneliti della meditazione, quasi della nostalgia, allorché riesce a cogliere le atmosfere di uno scorcio delle Apuane tracciato con la rapidità del gesto, con il taglio della sintesi secondo un nuovo, ultimo sistema di realizzare il dipinto, volto più verso l’essenza che non la descrizione. Nel corso della sua lunga attività, pur non seguendo le mode ma soltanto la sua creatività, si è tuttavia tuffato in molti generi di espressione tenendo però sempre fede ai suoi impulsi del momento. Rimanendo cioè sempre se stesso nel volgere del tempo e dei suoi cambiamenti. Ed è proprio il tempo che "passa" attraverso questa antologica dove si ritrovano vecchi pezzi di archeologia industriale spazzati via dal progresso e da lui codificati anche perché ne rimanga traccia concreta. Senza rimpianti perché per lui il tempo sembra essersi fermato ed ogni giorni è davanti alla tela per scaricarvi le sue emozioni.
Franco Riccomini
07
ottobre 2006
Marcello Andreozzi
Dal 07 al 28 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
ANTICHE STANZE DI SANTA CATERINA
Prato, Via Dolce De' Mazzamuti, 1, (Prato)
Prato, Via Dolce De' Mazzamuti, 1, (Prato)
Orario di apertura
10.00-13.00 /15.00-18.00
chiuso martedì e festivi
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