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Marcello Tedesco – Il giardino delle idee cristallizzate- similitudine del”opera pubblica e delle forze a lei avverse
Museo Spazio Pubblico presenta
Il giardino delle idee cristallizzate.
Similitudine dell’opera pubblica e delle forze a lei avverse.
Un progetto di Marcello Tedesco a cura di Luisa Bravo
OPENING: 14 giugno 2024, ore 18,30
MEET THE ARTIST: 25 giugno, ore 18,30
Via Curiel 13/d, Bologna
www.museospazi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Museo Spazio Pubblico presenta
Il giardino delle idee cristallizzate.
Similitudine dell’opera pubblica e delle forze a lei avverse.
Un progetto di Marcello Tedesco a cura di Luisa Bravo
OPENING: 14 giugno 2024, ore 18,30
MEET THE ARTIST: 25 giugno, ore 18,30
Via Curiel 13/d, Bologna
www.museospaziopubblico.it
Museo Spazio Pubblico è lieto di presentare un nuovo progetto di Marcello Tedesco (Bologna, 1979) che indaga in modo innovativo e radicale il significato dell’opera pubblica. Il progetto è ospitato sia nello spazio interno del Museo, visitabile solo su appuntamento, che nel giardino adiacente, sempre fruibile dalla comunità e dai visitatori.
Dopo un articolato percorso di sperimentazione l’artista è pervenuto all’idea secondo cui la progettazione dello spazio collettivo non può oggi limitarsi esclusivamente alla consueta prassi di collocare nello spazio comune un’opera in una scala adeguata al contesto. Difatti questa, a prescindere dalla sua qualità, ha per sua natura un elemento divisivo intrinseco, che contraddice l’idea stessa di spazio pubblico. L’elemento divisivo consiste nel fatto che l’opera, così concepita, rischia di essere espressione di un particolare e ristretto ambito culturale e sociale che difficilmente potrà relazionarsi con la totalità della società.
La sfida inerente all’elaborazione dello spazio pubblico è davvero grande, in quanto richiederebbe la capacità di pensare oltre le convenzioni tradizionali, in questo caso oltre l’archetipo del monumento o i suoi derivati rivisitati in una chiave contemporanea. Dobbiamo veramente scandalizzarci se qualcuno non sentendosi rappresentato da questa forma, e dal retaggio che questa presuppone, ne contesta in qualche modo la legittimità?
La domanda che si è posto l’artista è se oggi esiste ancora una dimensione accomunante tutti gli esseri umani a prescindere dalle numerose differenze sociali, economiche e culturali. La risposta a questo quesito ha richiesto diversi anni di ricerca nei quali l’artista ha realizzato, a partire dal 2013 a oggi, diverse opere “pubbliche” in luoghi difficilmente raggiungibili come deserti, boschi, montagne. La motivazione per una tale attività, apparentemente incongruente, consiste proprio nella volontà di comprendere sul campo criticità e potenzialità dell’opera pubblica e le sue possibili formulazioni oltre i suoi aspetti convenzionali.
Se l’opera d’arte tradizionalmente intesa nel contesto pubblico reca intrinseci elementi di divisività, difficilmente eludibili in un’ottica autenticamente democratica, la possibilità di focalizzare l’attenzione creativa sui processi di trasformazione interiore e sulle resistenze a questi è un terreno che l’artista ha ritenuto essere l’elemento essenziale che accomuna l’esperienza umana.
Ogni essere umano indistintamente è chiamato per vivere ad affrontare complessi processi di trasformazione e rarefazione di stati emotivi che lungi dall’essere una questione privata diventano piuttosto qualcosa di socialmente rilevante, in quanto strettamente connessi alla dimensione del pensiero e del comportamento.
L’installazione pensata nello spazio pubblico esterno ha come titolo Il giardino delle idee cristallizzate. Numerosi blocchi di salgemma rosa e grigia sono collocati su esili strutture di acciaio. Questi effimeri elementi, perfettamente assimilati e quasi mimetizzati nel paesaggio, sono intesi da Marcello Tedesco come sedimenti di idee cristallizzate, immobili e inerti manifestazioni di un passato che in qualche modo inibisce la formulazione di idee nuove, le quali a loro volta diventeranno comportamenti inediti. Il processo di trasformazione predisposto dall’artista consiste nell’esporre questi sedimenti minerali alle forze della vita: ossigeno, umidità, calore, luce, buio, tempo. L’azione concertata e simultanea di questi innesca un processo irreversibile di rarefazione progressiva della materia, che nel corso del tempo dissolve silenziosamente ma inesorabilmente i blocchi di salgemma.
Il processo materiale al quale assistiamo è similitudine di una trasformazione inerente ai pensieri che ogni singolo individuo può attivare per superare l’azione inibitoria che blocca l’affiorare di nuove prospettive. Attraverso il linguaggio di una scultura, intesa come capacità di rivelare le forze latenti della realtà, l’artista offre la possibilità di comprendere e interiorizzare uno stato di cose che riguarda ogni singolo essere umano e trarre dall’osservazione di questo processo ispirazione per la de-mineralizzazione dei propri pensieri.
Il processo appena descritto e le relazioni che innesca tra individuo e gruppo, tra paesaggio naturale e contesto urbano e il mutuo reintegrarsi di essi, sono come Tedesco intende l’opera pubblica in questo frangente. Dunque, in questo caso alla comunità è offerta una sorta di misterioso dispositivo per favorire quanto appare necessario attuare per la rigenerazione sociale, attraverso non astratte ideologie, bensì mediante un’esperienza reale.
L’installazione presentata all’interno di Museo Spazio Pubblico affronta, come l’opera nel giardino, il tema della dissoluzione dei sedimenti minerali. Tuttavia, qui la sostanza utilizzata è il cloruro di calcio, materiale mai utilizzato in campo artistico, il quale ricorda in modo impressionante l’aspetto delle ossa; come a dire che siamo davanti ad un processo di trasformazione molto profondo e radicale. Qui si affronta la dissoluzione di pensieri provenienti dal passato che si sono “nascosti” e intersecati nella parte più remota dell’essere umano e da lì agiscono come forze bloccanti.
All’interno di alcune teche di cristallo il processo di rarefazione è colto in varie fasi, la cruenza di tale azione è testimoniata dall’aspetto estremamente traumatizzato sia delle teche che del cloruro di calcio in fase di disgregazione. L’impressione che si ha è quella di assistere a un processo di trasformazione interiore, l’impianto formale e i materiali utilizzati tendono a sottolineare questo sguardo fissato verso l’interno, dove la trasparenza è sinonimo di capacità penetrativa e osmosi tra un dentro e un fuori. Questo aspetto evidenzia la stretta relazione tra vita interiore e sociale.
La capacità scultorea di Marcello Tedesco di rendere visibile le forze architettoniche del reale, certamente oltre gli assunti esclusivamente materialistici, in quest’opera appare in tutta la sua sconcertante evidenza. Anche se formalmente l’opera è lontana dal sembrare qualcosa di inerente alla rappresentazione dell’essere umano è dall’altro lato evidente come invece l’artista riesca a cogliere attraverso le sue “azioni scultoree” la realtà umana in modo profondo e universale, sapendo equilibrare, in un linguaggio incisivo, il processo e la sua (temporanea) formalizzazione.
Riteniamo che questo peculiare approccio all’opera pubblica possa dare qualche ulteriore impulso alla sua elaborazione, nella speranza che un crescente numero di individui senta la necessità di de-mineralizzare il proprio pensiero, liberandolo da sedimenti ormai svuotati di vita.
MUSEO SPAZIO PUBBLICO¬¬¬¬¬ + IL GIARDINO
Il giardino delle idee cristallizzate.
Similitudine dell’opera pubblica e delle forze a lei avverse.
Un progetto di Marcello Tedesco a cura di Luisa Bravo
www.museospaziopubblico.it
14 giugno - 19 luglio 2024
Visitabile nello spazio di Museo Spazio Pubblico solo su appuntamento.
(WhatsApp) +39 331 417 3672 / +39 338 5661021
info@museospaziopubblico.it
Il giardino delle idee cristallizzate.
Similitudine dell’opera pubblica e delle forze a lei avverse.
Un progetto di Marcello Tedesco a cura di Luisa Bravo
OPENING: 14 giugno 2024, ore 18,30
MEET THE ARTIST: 25 giugno, ore 18,30
Via Curiel 13/d, Bologna
www.museospaziopubblico.it
Museo Spazio Pubblico è lieto di presentare un nuovo progetto di Marcello Tedesco (Bologna, 1979) che indaga in modo innovativo e radicale il significato dell’opera pubblica. Il progetto è ospitato sia nello spazio interno del Museo, visitabile solo su appuntamento, che nel giardino adiacente, sempre fruibile dalla comunità e dai visitatori.
Dopo un articolato percorso di sperimentazione l’artista è pervenuto all’idea secondo cui la progettazione dello spazio collettivo non può oggi limitarsi esclusivamente alla consueta prassi di collocare nello spazio comune un’opera in una scala adeguata al contesto. Difatti questa, a prescindere dalla sua qualità, ha per sua natura un elemento divisivo intrinseco, che contraddice l’idea stessa di spazio pubblico. L’elemento divisivo consiste nel fatto che l’opera, così concepita, rischia di essere espressione di un particolare e ristretto ambito culturale e sociale che difficilmente potrà relazionarsi con la totalità della società.
La sfida inerente all’elaborazione dello spazio pubblico è davvero grande, in quanto richiederebbe la capacità di pensare oltre le convenzioni tradizionali, in questo caso oltre l’archetipo del monumento o i suoi derivati rivisitati in una chiave contemporanea. Dobbiamo veramente scandalizzarci se qualcuno non sentendosi rappresentato da questa forma, e dal retaggio che questa presuppone, ne contesta in qualche modo la legittimità?
La domanda che si è posto l’artista è se oggi esiste ancora una dimensione accomunante tutti gli esseri umani a prescindere dalle numerose differenze sociali, economiche e culturali. La risposta a questo quesito ha richiesto diversi anni di ricerca nei quali l’artista ha realizzato, a partire dal 2013 a oggi, diverse opere “pubbliche” in luoghi difficilmente raggiungibili come deserti, boschi, montagne. La motivazione per una tale attività, apparentemente incongruente, consiste proprio nella volontà di comprendere sul campo criticità e potenzialità dell’opera pubblica e le sue possibili formulazioni oltre i suoi aspetti convenzionali.
Se l’opera d’arte tradizionalmente intesa nel contesto pubblico reca intrinseci elementi di divisività, difficilmente eludibili in un’ottica autenticamente democratica, la possibilità di focalizzare l’attenzione creativa sui processi di trasformazione interiore e sulle resistenze a questi è un terreno che l’artista ha ritenuto essere l’elemento essenziale che accomuna l’esperienza umana.
Ogni essere umano indistintamente è chiamato per vivere ad affrontare complessi processi di trasformazione e rarefazione di stati emotivi che lungi dall’essere una questione privata diventano piuttosto qualcosa di socialmente rilevante, in quanto strettamente connessi alla dimensione del pensiero e del comportamento.
L’installazione pensata nello spazio pubblico esterno ha come titolo Il giardino delle idee cristallizzate. Numerosi blocchi di salgemma rosa e grigia sono collocati su esili strutture di acciaio. Questi effimeri elementi, perfettamente assimilati e quasi mimetizzati nel paesaggio, sono intesi da Marcello Tedesco come sedimenti di idee cristallizzate, immobili e inerti manifestazioni di un passato che in qualche modo inibisce la formulazione di idee nuove, le quali a loro volta diventeranno comportamenti inediti. Il processo di trasformazione predisposto dall’artista consiste nell’esporre questi sedimenti minerali alle forze della vita: ossigeno, umidità, calore, luce, buio, tempo. L’azione concertata e simultanea di questi innesca un processo irreversibile di rarefazione progressiva della materia, che nel corso del tempo dissolve silenziosamente ma inesorabilmente i blocchi di salgemma.
Il processo materiale al quale assistiamo è similitudine di una trasformazione inerente ai pensieri che ogni singolo individuo può attivare per superare l’azione inibitoria che blocca l’affiorare di nuove prospettive. Attraverso il linguaggio di una scultura, intesa come capacità di rivelare le forze latenti della realtà, l’artista offre la possibilità di comprendere e interiorizzare uno stato di cose che riguarda ogni singolo essere umano e trarre dall’osservazione di questo processo ispirazione per la de-mineralizzazione dei propri pensieri.
Il processo appena descritto e le relazioni che innesca tra individuo e gruppo, tra paesaggio naturale e contesto urbano e il mutuo reintegrarsi di essi, sono come Tedesco intende l’opera pubblica in questo frangente. Dunque, in questo caso alla comunità è offerta una sorta di misterioso dispositivo per favorire quanto appare necessario attuare per la rigenerazione sociale, attraverso non astratte ideologie, bensì mediante un’esperienza reale.
L’installazione presentata all’interno di Museo Spazio Pubblico affronta, come l’opera nel giardino, il tema della dissoluzione dei sedimenti minerali. Tuttavia, qui la sostanza utilizzata è il cloruro di calcio, materiale mai utilizzato in campo artistico, il quale ricorda in modo impressionante l’aspetto delle ossa; come a dire che siamo davanti ad un processo di trasformazione molto profondo e radicale. Qui si affronta la dissoluzione di pensieri provenienti dal passato che si sono “nascosti” e intersecati nella parte più remota dell’essere umano e da lì agiscono come forze bloccanti.
All’interno di alcune teche di cristallo il processo di rarefazione è colto in varie fasi, la cruenza di tale azione è testimoniata dall’aspetto estremamente traumatizzato sia delle teche che del cloruro di calcio in fase di disgregazione. L’impressione che si ha è quella di assistere a un processo di trasformazione interiore, l’impianto formale e i materiali utilizzati tendono a sottolineare questo sguardo fissato verso l’interno, dove la trasparenza è sinonimo di capacità penetrativa e osmosi tra un dentro e un fuori. Questo aspetto evidenzia la stretta relazione tra vita interiore e sociale.
La capacità scultorea di Marcello Tedesco di rendere visibile le forze architettoniche del reale, certamente oltre gli assunti esclusivamente materialistici, in quest’opera appare in tutta la sua sconcertante evidenza. Anche se formalmente l’opera è lontana dal sembrare qualcosa di inerente alla rappresentazione dell’essere umano è dall’altro lato evidente come invece l’artista riesca a cogliere attraverso le sue “azioni scultoree” la realtà umana in modo profondo e universale, sapendo equilibrare, in un linguaggio incisivo, il processo e la sua (temporanea) formalizzazione.
Riteniamo che questo peculiare approccio all’opera pubblica possa dare qualche ulteriore impulso alla sua elaborazione, nella speranza che un crescente numero di individui senta la necessità di de-mineralizzare il proprio pensiero, liberandolo da sedimenti ormai svuotati di vita.
MUSEO SPAZIO PUBBLICO¬¬¬¬¬ + IL GIARDINO
Il giardino delle idee cristallizzate.
Similitudine dell’opera pubblica e delle forze a lei avverse.
Un progetto di Marcello Tedesco a cura di Luisa Bravo
www.museospaziopubblico.it
14 giugno - 19 luglio 2024
Visitabile nello spazio di Museo Spazio Pubblico solo su appuntamento.
(WhatsApp) +39 331 417 3672 / +39 338 5661021
info@museospaziopubblico.it
14
giugno 2024
Marcello Tedesco – Il giardino delle idee cristallizzate- similitudine del”opera pubblica e delle forze a lei avverse
Dal 14 giugno al 19 luglio 2024
arte contemporanea
Location
Museo Spazio Pubblico
Bologna, Via Eugenio Curiel, 13, (BO)
Bologna, Via Eugenio Curiel, 13, (BO)
Orario di apertura
Venerdi 14 dalle 18:30
ALTRI GIORNI SOLO SU APPUNTAMENTO
Vernissage
14 Giugno 2024, 18:30
Ufficio stampa
museo temporaneo navile
Autore
Curatore
Progetto grafico