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Marcello Tedesco – Tutte tranne una
La mostra è la costruzione di un modello di realtà solenne e austero, aderente all’apparire di alcune fotografie appartenenti ad una serie che l’artista porta avanti da oltre dieci anni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 19 maggio 2012, alle ore 19.00, sarà presentata a Studio Vetusta la personale di Marcello Tedesco
Tutte tranne una. La mostra è la costruzione di un modello di realtà solenne e austero, aderente all’apparire
di alcune fotografie appartenenti ad una serie che l’artista porta avanti da oltre dieci anni. La serie dà alla
mostra il nome e ne è l’elemento originario.
Nelle fotografie una camera da letto, quella dell’artista, legifera gli scatti. Si tratta di uno spazio chiuso
che dura in un tempo reiterato con pazienza. E’ un tempo di seria ricreazione, di una seconda esistenza
che si astrae dalla prima tutelandosi dall’artificio della distrazione. Le presenze di cui si ha testimonianza
sono donne: le figlie non ancora riconosciute di questa realtà altra e alterata; una realtà in cui, condotte dal
Tedesco, naturalmente si riconoscono.
L’artista è qui attore di un percorso di rinunce estetiche, votato a un linguaggio che non accetta altro
rumore se non quello bianco del fischio di un amplificatore il cui suono rientra nel microfono: le foto
sono testimonianze di un cerimoniale, non indici di una realtà che oggettivamente non esiste al di fuori
dell’esperienza dei credenti. Le immagini sono essenziali, ai minimi termini. L’autorità del linguaggio non è
della macchina, non è dell’artista, non è dei ritratti. L’autorità è il riverbero di sedute di dialoghi muti, dialoghi
dell’assentarsi, alla ricerca dell’avvento della grande assente.
La mostra non è documentazione di un rito ma ne è il cerimoniale. Saranno mostrate le foto come immagini-
reliquia, sarà ascoltato il verbo dell’opera ed esperiti gli oggetti della sua liturgia.
Chi è dentro lo saprà, chi è fuori continuerà a restarci.
Marcello Tedesco è nato a Bologna 1979.
Si è laureato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2005, dove ha incontrato Francesco Ballo,
Gilberto Zorio e Corrado Levi. Nato come pittore, la sua ricerca ha fatto uso di diversi linguaggi: da quello
del video a quello del cinema, dalla fotografia alla scultura. I lavori recenti si occupano del linguaggio
dell’autorità in relazione con la ferita. Ha iniziato ad esporre nel 2001. Si ricorda qui la personale Fare
l’anima l’anoressia di Marta, Museo Vittoria Colonna, Pescara, a cura di A.C.M.A; le collettive Video.it arte
giovane a san Pietro in Vincoli, a cura di Francesco Poli; Out Side, an Italian trip on visual art, Fasslagerhall-
Gewerbehof, Berlino, a cura della Miran Film; Sound Surrounding, Cripta di S. Restituta, Cagliari, a cura
di Mauro Cossu; La natura della crisi, Casa Ferrari, Stenico (TN), a cura della Monks Economy; Quattro
episodi sparsi, Artra gallery, Milano, a cura di Corrado Levi. E tra i suoi lavori da regista: Vita di Diogene (80’,
pellicola b/n, 2003), Memoriale (90’, video colore. 2008)
Tutte tranne una. La mostra è la costruzione di un modello di realtà solenne e austero, aderente all’apparire
di alcune fotografie appartenenti ad una serie che l’artista porta avanti da oltre dieci anni. La serie dà alla
mostra il nome e ne è l’elemento originario.
Nelle fotografie una camera da letto, quella dell’artista, legifera gli scatti. Si tratta di uno spazio chiuso
che dura in un tempo reiterato con pazienza. E’ un tempo di seria ricreazione, di una seconda esistenza
che si astrae dalla prima tutelandosi dall’artificio della distrazione. Le presenze di cui si ha testimonianza
sono donne: le figlie non ancora riconosciute di questa realtà altra e alterata; una realtà in cui, condotte dal
Tedesco, naturalmente si riconoscono.
L’artista è qui attore di un percorso di rinunce estetiche, votato a un linguaggio che non accetta altro
rumore se non quello bianco del fischio di un amplificatore il cui suono rientra nel microfono: le foto
sono testimonianze di un cerimoniale, non indici di una realtà che oggettivamente non esiste al di fuori
dell’esperienza dei credenti. Le immagini sono essenziali, ai minimi termini. L’autorità del linguaggio non è
della macchina, non è dell’artista, non è dei ritratti. L’autorità è il riverbero di sedute di dialoghi muti, dialoghi
dell’assentarsi, alla ricerca dell’avvento della grande assente.
La mostra non è documentazione di un rito ma ne è il cerimoniale. Saranno mostrate le foto come immagini-
reliquia, sarà ascoltato il verbo dell’opera ed esperiti gli oggetti della sua liturgia.
Chi è dentro lo saprà, chi è fuori continuerà a restarci.
Marcello Tedesco è nato a Bologna 1979.
Si è laureato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2005, dove ha incontrato Francesco Ballo,
Gilberto Zorio e Corrado Levi. Nato come pittore, la sua ricerca ha fatto uso di diversi linguaggi: da quello
del video a quello del cinema, dalla fotografia alla scultura. I lavori recenti si occupano del linguaggio
dell’autorità in relazione con la ferita. Ha iniziato ad esporre nel 2001. Si ricorda qui la personale Fare
l’anima l’anoressia di Marta, Museo Vittoria Colonna, Pescara, a cura di A.C.M.A; le collettive Video.it arte
giovane a san Pietro in Vincoli, a cura di Francesco Poli; Out Side, an Italian trip on visual art, Fasslagerhall-
Gewerbehof, Berlino, a cura della Miran Film; Sound Surrounding, Cripta di S. Restituta, Cagliari, a cura
di Mauro Cossu; La natura della crisi, Casa Ferrari, Stenico (TN), a cura della Monks Economy; Quattro
episodi sparsi, Artra gallery, Milano, a cura di Corrado Levi. E tra i suoi lavori da regista: Vita di Diogene (80’,
pellicola b/n, 2003), Memoriale (90’, video colore. 2008)
19
maggio 2012
Marcello Tedesco – Tutte tranne una
Dal 19 maggio all'undici giugno 2012
arte contemporanea
Location
VETUSTA
Modena, Via Carteria, 60, (Modena)
Modena, Via Carteria, 60, (Modena)
Orario di apertura
mercoledì – sabato - domenica dalle 17.00 alle 20.00, gli altri giorni su appuntamento
Vernissage
19 Maggio 2012, ore 19
Autore
Curatore