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Marco Abbamondi – Highlights
Il titolo della mostra cela un duplice significato: la luce che gioca un ruolo fondamentale nella lettura dell’immagine, e il concept stesso dell’allestimento: ossia raccontare i tratti salienti della produzione dell’artista dalle sue primissime creazioni a quelle più recenti.
Comunicato stampa
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La sede milanese di Andrea Ingenito contemporary art è lieta di accogliere dal 14 novembre al 4 gennaio la personale “Highlights” dedicata all’artista napoletano Marco Abbamondi.
Marco Abbamondi – classe 1974 – ha basato la sua personale ricerca stilistica sul rapporto con la natura nel senso più profondo. Non si limita infatti a celebrarla in modo convenzionale e accademico, bensì sottolineandone la fragilità e al tempo stesso il potenziale espressivo e formale che le sue materie prime possono offrire. Le sue composizioni – a metà tra quadri e sculture – sono il frutto di un connubio volutamente antitetico: una base in cemento, elemento grezzo ma di grande utilità per l’uomo, e una selezione di pregiatissimi pigmenti provenienti da più parti del mondo estratti dalla terra. Il risultato è un lavoro unico in quanto irripetibile e mai seriale: infatti, sebbene i colori utilizzati siano spesso ripetuti, la loro intensità varia in base a fattori esterni non prevedibili i quali contribuiscono attivamente, così come l’azione dell’artista, alla realizzazione dell’opera. La contrapposizione continua quando, una volta fusi tutti gli elementi, la pasta cementizia viene lacerata e rimodellata così da creare delle ferite, ridimensionandone il ruolo difensivo e strutturale a cui generalmente il cemento è associato, ed enfatizzandone al contempo la fragilità. La condizione di continuo movimento propria dell’essenza naturale, viene in ultima fase bloccata nel suo moto in una cornice quadrata per rivelarsi all’uomo in tutta la sua realtà fenomenica.
Per la mostra sono stati selezionati circa venti lavori per lo più appartenenti al ciclo dei “Lands“, che hanno già ricevuto un larghissimo consenso da parte della critica grazie a esposizioni in sedi istituzionali di grande prestigio, come LA Artcore di Los Angeles (2010), il Metropolitan Art Museum di Tokyo (2016) e la Reggia di Caserta (2017), oltre a essere diventati il tratto distintivo dell’artista.
Il titolo della mostra cela un duplice significato: la luce che gioca un ruolo fondamentale nella lettura dell’immagine, e il concept stesso dell’allestimento: ossia raccontare i tratti salienti della produzione dell’artista dalle sue primissime creazioni – dai toni più terrosi e cupi - a quelle più recenti – in cui i pigmenti adoperati producono effetti sempre più vibranti e intensi. Le tecniche di miscelazione e fusione – perfezionate negli anni – hanno portato ai “Lands Pure Pigment”, in cui i rossi metallici sono estratti dalle radici di piante e i blu cangianti provengono direttamente dal Marocco. Oltre ad alcuni pezzi ripresi dalle mostre di Tokyo e Caserta saranno presentati per la prima volta al pubblico otto inediti.
Per l’occasione verrà pubblicato un catalogo
Marco Abbamondi – classe 1974 – ha basato la sua personale ricerca stilistica sul rapporto con la natura nel senso più profondo. Non si limita infatti a celebrarla in modo convenzionale e accademico, bensì sottolineandone la fragilità e al tempo stesso il potenziale espressivo e formale che le sue materie prime possono offrire. Le sue composizioni – a metà tra quadri e sculture – sono il frutto di un connubio volutamente antitetico: una base in cemento, elemento grezzo ma di grande utilità per l’uomo, e una selezione di pregiatissimi pigmenti provenienti da più parti del mondo estratti dalla terra. Il risultato è un lavoro unico in quanto irripetibile e mai seriale: infatti, sebbene i colori utilizzati siano spesso ripetuti, la loro intensità varia in base a fattori esterni non prevedibili i quali contribuiscono attivamente, così come l’azione dell’artista, alla realizzazione dell’opera. La contrapposizione continua quando, una volta fusi tutti gli elementi, la pasta cementizia viene lacerata e rimodellata così da creare delle ferite, ridimensionandone il ruolo difensivo e strutturale a cui generalmente il cemento è associato, ed enfatizzandone al contempo la fragilità. La condizione di continuo movimento propria dell’essenza naturale, viene in ultima fase bloccata nel suo moto in una cornice quadrata per rivelarsi all’uomo in tutta la sua realtà fenomenica.
Per la mostra sono stati selezionati circa venti lavori per lo più appartenenti al ciclo dei “Lands“, che hanno già ricevuto un larghissimo consenso da parte della critica grazie a esposizioni in sedi istituzionali di grande prestigio, come LA Artcore di Los Angeles (2010), il Metropolitan Art Museum di Tokyo (2016) e la Reggia di Caserta (2017), oltre a essere diventati il tratto distintivo dell’artista.
Il titolo della mostra cela un duplice significato: la luce che gioca un ruolo fondamentale nella lettura dell’immagine, e il concept stesso dell’allestimento: ossia raccontare i tratti salienti della produzione dell’artista dalle sue primissime creazioni – dai toni più terrosi e cupi - a quelle più recenti – in cui i pigmenti adoperati producono effetti sempre più vibranti e intensi. Le tecniche di miscelazione e fusione – perfezionate negli anni – hanno portato ai “Lands Pure Pigment”, in cui i rossi metallici sono estratti dalle radici di piante e i blu cangianti provengono direttamente dal Marocco. Oltre ad alcuni pezzi ripresi dalle mostre di Tokyo e Caserta saranno presentati per la prima volta al pubblico otto inediti.
Per l’occasione verrà pubblicato un catalogo
14
novembre 2019
Marco Abbamondi – Highlights
Dal 14 novembre 2019 al 04 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
AICA – ANDREA INGENITO CONTEMPORARY ART MILANO
Milano, Via privata Massimiano, 25, (Milano)
Milano, Via privata Massimiano, 25, (Milano)
Orario di apertura
martedì - sabato ore 15 - 19
Vernissage
14 Novembre 2019, h 18.30
Sito web
Ufficio stampa
Andrea Ingenito Contemporary Art
Autore
Curatore