Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Marco Acri – Messages
La mostra presenta due esempi della ricerca pittorica intrapresa da Acri. Vi si rintracciano elementi architettonici, le cui forme si dispiegano secondo una marcata e rigorosa verticalità, che convive con impulsi che tendono, e devono molto, alla poesia visiva.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Siamo lieti di presentare in galleria la mostra personale Messages di Marco Acri, accompagnata da un testo critico di Valeria Bevilacqua.
“La personale Messages presenta due esempi, diversi e complementari, della ricerca pittorica finora intrapresa da Acri: sei tele di medio formato della serie “Hidden Message” e due quadri di piccolo formato della serie “Don’t call it post-it”.
Nella pittura di Acri, gli studi e la professione come architetto e designer incidono sulla composizione pittorica, trasferendole un’estetica iper-precisa e astratta. Vi si rintracciano elementi architettonici, le cui forme si dispiegano secondo una marcata, rigorosa e pulita verticalità, che – in Acri – convive con impulsi che tendono, e devono molto, alla poesia visiva.
Nella serie “Hidden Message” (2018 – in corso), sottili linee disposte l’una di seguito all’altra in file ordinate celano un alfabeto, le cui lettere sono decifrabili solo grazie al colore. Se nella censura, le linee, solitamente nere, vengono utilizzate per elidere parti di testo, qui le linee colorate rivelano un messaggio nascosto, richiamando la funzione delle “cancellature” di Emilio Isgrò, che offrono un processo costruttivo e aprono significati attraverso apparenti sottrazioni.
In occasione della mostra, Acri stratifica le chiavi interpretative della sua ricerca espressiva attraverso i nuovi media, esortando a spingersi al di là delle abitudini e adottando uno spirito ludico nel relazionarsi con i suoi lavori. Incoraggia, così, all’utilizzo di Instagram nell’interazione attraverso i filtri creati ad hoc per decifrare il messaggio.
Con “Don’t call it Post-it” (2005 - in corso), invece, frammenta invece concetti e immagini in una griglia, semplificando il soggetto come un singolo pixel. I dipinti, realizzati su cartoncini quadrati meticolosamente tagliati a mano dall’artista, trasmettono idee attraverso colori e forme, giocando sull’illusione che siano effettivamente Post-it. Il soggetto, pur nella sua
estrema astrazione, è anche simbolico; una lieve interferenza nella quiete apparente della superficie, sia essa una nuvola nel cielo o una boa che macchia l’azzurro del mare. Forse, però, sono proprio le stesse a offrire un aiuto: un’ombra alla quale ripararsi, un appiglio per mettersi in salvo.
I dipinti di Acri non sono solo raffinati e piacevoli da guardare; c’è di più per chi si avventura oltre la superficie; per andare oltre, forse c’è davvero bisogno di un’interferenza, di un glitch che faccia aprire gli occhi. Se da un lato esortano ad un libero e ironico “disengagement”, offrono al contempo dei brevi quanto onesti “reminder”, a seguire i propri sogni, ad amare sé stessi, a serbare il ricordo speciale delle “prime volte”, a far tesoro di quelle piccole cose e sensazioni che rendono l’ordinario straordinario. In fondo, “It’s all about how you look at it”.” (dal Testo critico di Valeria Bevilacqua)
Marco Acri (Napoli, 1986) vive e lavora tra Napoli e Milano.
Dopo gli studi in Design dell’arredo al Politecnico di Milano e in Architettura all’Università Federico II di Napoli e alla Technische Universität Wien, collabora con BEHF Architects a Vienna nel 2015. Nel 2016, insieme ad Antonio Di Foggia e Fabrizio Fasolino, fonda FADD Architects, uno studio di progettazione architettonica con sede a Napoli, per cui è Design Concept Leader. Dal 2021 intraprende la sua ricerca artistica; ha esposto ad Aquapetra Resort & Spa (2022), a The Other Art of Fair di SAATCHI Art a Londra (2022) ed è attualmente artista in residenza nel progetto Art Summit – Vesuvio Contemporary Residency al Borgo Casamale di Somma Vesuviana organizzato dall’associazione Tramandars in collaborazione con Ansaldo Trasporti S.p.A e con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – museo Madre.
“La personale Messages presenta due esempi, diversi e complementari, della ricerca pittorica finora intrapresa da Acri: sei tele di medio formato della serie “Hidden Message” e due quadri di piccolo formato della serie “Don’t call it post-it”.
Nella pittura di Acri, gli studi e la professione come architetto e designer incidono sulla composizione pittorica, trasferendole un’estetica iper-precisa e astratta. Vi si rintracciano elementi architettonici, le cui forme si dispiegano secondo una marcata, rigorosa e pulita verticalità, che – in Acri – convive con impulsi che tendono, e devono molto, alla poesia visiva.
Nella serie “Hidden Message” (2018 – in corso), sottili linee disposte l’una di seguito all’altra in file ordinate celano un alfabeto, le cui lettere sono decifrabili solo grazie al colore. Se nella censura, le linee, solitamente nere, vengono utilizzate per elidere parti di testo, qui le linee colorate rivelano un messaggio nascosto, richiamando la funzione delle “cancellature” di Emilio Isgrò, che offrono un processo costruttivo e aprono significati attraverso apparenti sottrazioni.
In occasione della mostra, Acri stratifica le chiavi interpretative della sua ricerca espressiva attraverso i nuovi media, esortando a spingersi al di là delle abitudini e adottando uno spirito ludico nel relazionarsi con i suoi lavori. Incoraggia, così, all’utilizzo di Instagram nell’interazione attraverso i filtri creati ad hoc per decifrare il messaggio.
Con “Don’t call it Post-it” (2005 - in corso), invece, frammenta invece concetti e immagini in una griglia, semplificando il soggetto come un singolo pixel. I dipinti, realizzati su cartoncini quadrati meticolosamente tagliati a mano dall’artista, trasmettono idee attraverso colori e forme, giocando sull’illusione che siano effettivamente Post-it. Il soggetto, pur nella sua
estrema astrazione, è anche simbolico; una lieve interferenza nella quiete apparente della superficie, sia essa una nuvola nel cielo o una boa che macchia l’azzurro del mare. Forse, però, sono proprio le stesse a offrire un aiuto: un’ombra alla quale ripararsi, un appiglio per mettersi in salvo.
I dipinti di Acri non sono solo raffinati e piacevoli da guardare; c’è di più per chi si avventura oltre la superficie; per andare oltre, forse c’è davvero bisogno di un’interferenza, di un glitch che faccia aprire gli occhi. Se da un lato esortano ad un libero e ironico “disengagement”, offrono al contempo dei brevi quanto onesti “reminder”, a seguire i propri sogni, ad amare sé stessi, a serbare il ricordo speciale delle “prime volte”, a far tesoro di quelle piccole cose e sensazioni che rendono l’ordinario straordinario. In fondo, “It’s all about how you look at it”.” (dal Testo critico di Valeria Bevilacqua)
Marco Acri (Napoli, 1986) vive e lavora tra Napoli e Milano.
Dopo gli studi in Design dell’arredo al Politecnico di Milano e in Architettura all’Università Federico II di Napoli e alla Technische Universität Wien, collabora con BEHF Architects a Vienna nel 2015. Nel 2016, insieme ad Antonio Di Foggia e Fabrizio Fasolino, fonda FADD Architects, uno studio di progettazione architettonica con sede a Napoli, per cui è Design Concept Leader. Dal 2021 intraprende la sua ricerca artistica; ha esposto ad Aquapetra Resort & Spa (2022), a The Other Art of Fair di SAATCHI Art a Londra (2022) ed è attualmente artista in residenza nel progetto Art Summit – Vesuvio Contemporary Residency al Borgo Casamale di Somma Vesuviana organizzato dall’associazione Tramandars in collaborazione con Ansaldo Trasporti S.p.A e con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – museo Madre.
05
dicembre 2023
Marco Acri – Messages
Dal 05 dicembre 2023 al 02 febbraio 2024
arte contemporanea
Location
Gallerie Riunite
Napoli, Via Cavallerizza a Chiaia, 57, (NA)
Napoli, Via Cavallerizza a Chiaia, 57, (NA)
Orario di apertura
martedì a venerdì ore 16-19.30
sabato ore 11-13-30
Vernissage
5 Dicembre 2023, ore 19-21
Autore
Autore testo critico