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Marco Angelini – Lo spazio del sacro
Marco Angelini in questo progetto indaga l’utilizzo “altro” dei manufatti di uso comune nelle diverse religioni, utilizzo che snatura l’essenza primigenia dell’oggetto stesso. L’artista associa tali simboli al cuore umano a significare il profondo legame tra spirito e corpo.
Comunicato stampa
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Il progetto espositivo curato da Raffaella Salato e organizzato in collaborazione con la Galleria Emmeotto comprende una cospicua serie di opere in stretto dialogo fra loro e l’una con l’altra, sia per i materiali – e gli oggetti – utilizzati, sia per il soggetto che le anima. Il fil rouge di tale progetto è da rinvenirsi nella dimensione del “sacro” che pervade la vita quotidiana delle persone, indipendentemente dalla religione di loro appartenenza: dimensione che frequentemente, senza che neppure ce ne accorgiamo, trasfigura ed altera la nostra percezione del mondo circostante.
Marco Angelini, il quale da sempre fa dell’oggetto quotidiano e della materia i cardini della propria ricerca espressiva, in questo progetto indaga l’utilizzo “altro” dei manufatti di uso comune (la campana, il libro, il tappeto…) nelle diverse religioni, utilizzo che snatura l’essenza primigenia dell’oggetto stesso. Parallelamente, l’artista associa tali simboli al cuore umano (nella sua forma anatomica), a voler significare il profondo legame – viscerale, appunto – esistente tra la dimensione dello spirito e quella del corpo inteso come immanenza di vita per l’individuo.
Le opere esposte in mostra sono installazioni, sculture in resina e gesso, tecniche miste di pittura su tela realizzate principalmente nello studio dell’artista a Roma fra il 2013 e il 2017.
Marco Angelini, nato a Roma nel 1971, vive e lavora tra Roma e Varsavia. Studia il fenomeno metropolitano e il porsi di fronte a processi di trasformazione costante. L’interpretazione sociologica costituisce il suo retroterra culturale e formativo di riferimento.
Le città sono lo scenario in cui le pulsioni inconsce sopravvivono interagendo con le nuove possibilità offerte dalla tecnologia, per questo esse diventano il nucleo e l’habitat ideale di tutti i paradossi e le contraddizioni umane.
Marco Angelini – lontano da critiche o posizioni ideologicizzate – crede con forza che l’arte abbia da svolgere un decisivo ruolo sociale: quello di ridonare visibilità alle cose, generare attenzione e creare così nuove possibilità di condivisione, comunicazione e interrogazione. Fra le sue varie fasi di ricerca ricordiamo quella sul doppio, quella sul tema della memoria e dell’oblio, quella orientata a scandagliare il rapporto che sussiste tra la materia da un lato e gli elementi che la perturbano dall’altro: tempo, spazio, contesti urbani, Uomo.
Le opere di Marco Angelini sono state acquisite da diversi collezionisti ed una di esse fa parte della prestigiosa collezione privata della Fondazione Roma (Palazzo Sciarra). Ha realizzato, dal 2006 ad oggi, varie mostre personali in Europa (Roma, Milano, Varsavia, Londra, Bratislava) e partecipato a collettive presso spazi pubblici e gallerie private a New York, Washington DC, Tel Aviv, Varsavia, Zamosc, Stettino, Monaco di Baviera, Essen, Londra, Bruxelles, Roma.
Tra le sue mostre più importanti segnaliamo la partecipazione nel 2011 alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Italia nel mondo) grazie al supporto dell’Istituto Italiano di cultura di Varsavia e la mostra personale a Roma nel 2015 presso il Museo Carlo Bilotti.
Da un anno circa è rappresentato ad Abu Dhabi da Novus Art Gallery.
Marco Angelini, il quale da sempre fa dell’oggetto quotidiano e della materia i cardini della propria ricerca espressiva, in questo progetto indaga l’utilizzo “altro” dei manufatti di uso comune (la campana, il libro, il tappeto…) nelle diverse religioni, utilizzo che snatura l’essenza primigenia dell’oggetto stesso. Parallelamente, l’artista associa tali simboli al cuore umano (nella sua forma anatomica), a voler significare il profondo legame – viscerale, appunto – esistente tra la dimensione dello spirito e quella del corpo inteso come immanenza di vita per l’individuo.
Le opere esposte in mostra sono installazioni, sculture in resina e gesso, tecniche miste di pittura su tela realizzate principalmente nello studio dell’artista a Roma fra il 2013 e il 2017.
Marco Angelini, nato a Roma nel 1971, vive e lavora tra Roma e Varsavia. Studia il fenomeno metropolitano e il porsi di fronte a processi di trasformazione costante. L’interpretazione sociologica costituisce il suo retroterra culturale e formativo di riferimento.
Le città sono lo scenario in cui le pulsioni inconsce sopravvivono interagendo con le nuove possibilità offerte dalla tecnologia, per questo esse diventano il nucleo e l’habitat ideale di tutti i paradossi e le contraddizioni umane.
Marco Angelini – lontano da critiche o posizioni ideologicizzate – crede con forza che l’arte abbia da svolgere un decisivo ruolo sociale: quello di ridonare visibilità alle cose, generare attenzione e creare così nuove possibilità di condivisione, comunicazione e interrogazione. Fra le sue varie fasi di ricerca ricordiamo quella sul doppio, quella sul tema della memoria e dell’oblio, quella orientata a scandagliare il rapporto che sussiste tra la materia da un lato e gli elementi che la perturbano dall’altro: tempo, spazio, contesti urbani, Uomo.
Le opere di Marco Angelini sono state acquisite da diversi collezionisti ed una di esse fa parte della prestigiosa collezione privata della Fondazione Roma (Palazzo Sciarra). Ha realizzato, dal 2006 ad oggi, varie mostre personali in Europa (Roma, Milano, Varsavia, Londra, Bratislava) e partecipato a collettive presso spazi pubblici e gallerie private a New York, Washington DC, Tel Aviv, Varsavia, Zamosc, Stettino, Monaco di Baviera, Essen, Londra, Bruxelles, Roma.
Tra le sue mostre più importanti segnaliamo la partecipazione nel 2011 alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Italia nel mondo) grazie al supporto dell’Istituto Italiano di cultura di Varsavia e la mostra personale a Roma nel 2015 presso il Museo Carlo Bilotti.
Da un anno circa è rappresentato ad Abu Dhabi da Novus Art Gallery.
14
marzo 2018
Marco Angelini – Lo spazio del sacro
Dal 14 marzo al 07 aprile 2018
arte contemporanea
Location
MLAC – MUSEO LABORATORIO DI ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Piazzale Aldo Moro, 5, (Roma)
Roma, Piazzale Aldo Moro, 5, (Roma)
Orario di apertura
Da Lunedì a sabato ore 15-19
Vernissage
14 Marzo 2018, ore 18:00
Autore
Curatore