Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Marco Bagnoli – AttoRitratto. Opera scenica
Marco Bagnoli riunisce e presenta per la prima volta ben dieci sculture monumentali a forma di mongolfiera
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo No More Excuse, l’installazione di Maurizio Nannucci, Fabbrica Europa si appresta ad
accogliere un nuovo progetto site specific nella grande navata della Stazione Leopolda. Si tratta
di un percorso ideato e curato da Sergio Risaliti per Fabbrica Europa e dedicato a protagonisti
dell’arte internazionale che si cimentano con le dimensioni straordinarie dell’ambiente, con opere
che affrontano il tema dell’interdisciplinarietà dei linguaggi e delle tecniche, quello dell’architettura
e dello spazio pubblico, in sintonia con la linea culturale espressa dal Festival Fabbrica Europa fin
dall’inizio degli anni Novanta.
Dal giorno 8 maggio sarà presentata una nuova installazione appositamente concepita da Marco
Bagnoli per la Leopolda. Con AttoRitratto. Opera scenica, Marco Bagnoli riunisce e presenta
per la prima volta ben dieci sculture monumentali a forma di mongolfiera. Si tratta di opere
realizzate in tre decenni, esposte in Italia e all’estero. Strutture leggerissime in materiali diversi
che riproducono la forma ovoidale (una goccia, un seme primordiale) di una mongolfiera alzata in
volo in occasione di una mostra organizzata in Olanda nel 1984, e divenuta da allora simbolo del
viaggio compiuto dall’artista verso l’alto, sia con l’arte sia con la ricerca interiore del “buon luogo”.
La Mongolfiera diventa quindi una sorta di autoritratto, in senso spirituale, dove il corpo materico
si svuota a favore di quello eterico che non più ancorato a terra, che non più appesantito dalla
materia, può liberarsi del superfluo e affrontare un’esperienza di purificazione.
Le mongolfiere saranno da leggere visivamente assieme a proiezioni video e versi poetici musicati.
In occasione dell'evento saranno organizzati incontri sul significato dell'opera di Marco Bagnoli e
in particolare sul senso di Opera scenica. Parteciperanno tra gli altri il curatore del progetto Sergio
Risaliti e Alessandro Magini, compositore e docente di musicologia e drammaturgia all'Accademia
Nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico di Roma.
Marco Bagnoli si muove da sempre sul doppio binario di arte e scienza, dove però è la visione
dell’artista a colmare le lacune dello scienziato, bloccate ideologicamente di fronte alle rivelazioni
di tipo metafisico e trascendentali. Arte quindi come soglia da attraversare per un’esperienza
di Bellezza che possa accendere un desiderio di Verità ulteriore. Ogni esposizione di opere di
Marco Bagnoli è un luogo di ombre e di riverberi, di cecità e di illuminazione, di forze centripete
e centrifughe, in cui le figure si riproducono parabolicamente sulle pareti a testimoniare l’illusione
delle nostre percezioni, come se ci trovassimo nella caverna platonica. Guardare una figura - sia
essa dipinta, scolpita, o proiettata -significa azzerare l’immagine concentrando la vista interiore
sull’essenza non transeunte del visibile: spingersi al limite estremo della bellezza, dove intelligibile
e percepibile si superano a vicenda. Passo dopo passo avviene che le categorie di spazio e
tempo si svuotano di senso: allo stesso modo accade per finito e infinito, oppure per passato,
presente e futuro. Lo sguardo si libra in alto e nel vuoto grazie a un esercizio di ascesi che non
rinuncia alla contemplazione della bellezza, anzi ne avverte la necessaria ragione, il fatto che la
bella apparenza delle cose create sia strumento e vettore per la risalita verso la Verità. Bagnoli
cita sovente Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Nei testi filosofici della seconda metà del
Quattrocento, trova le parole per esprimere la sua visione artistica, il superamento della scienza
grazie all’intuizione trascendentale e all’ “amore di bellezza”, la necessità del sincretismo religioso
su cui basarsi per costruire un mondo senza più confitti e disperazione. Come sosteneva Eugenio
Garin: “La filosofia verace è sorprendere il fondo misterioso dell’essere, coglierne il segreto,
e attraverso una conoscenza che è al di là del sapere scientifico, giungere a comprendere il
significato ultimo della vita liberando l’uomo dall’orrore della sua condizione mortale”. Le sue
opere sono delle porte da superare per accedere a una dimensione non effimera della realtà, del
linguaggio e della tecnica. “Bagnoli – scrive Fulvio Salvadori – ha riconosciuto che l’altro dell’arte
è connaturato a essa, che essa contiene già in sé quello scarto della visione che la libera dal
senso comune. La prospettiva non è più interna all’opera, ma rimanda allo spettatore interiore
che solo può conferirle unità, sottraendola alla frammentazione degli sguardi, che pur da esso si
generano. Il rovesciamento che così si compie, porta in primo piano il punto di vista all’infinito che
può definirsi uno e irraggiungibile.
Marco Bagnoli è presente da anni nelle grandi mostre internazionali, come la Biennale di Venezia (1982,
1993, 1997) e Documenta a Kassel del 1982 e ‘92. Dalla metà degli anni Settanta a oggi, Bagnoli ha
partecipato a mostre collettive in Italia e all’estero (X Biennale de Paris, Arte e Critica, Identité Italienne,
The European Iceberg, Promenades, Ouverture, Soonsbeek, East meets West, Europa oggi, Periodi di
Marmo, Minimalia, Belvedere dell’Arte). Grandi istituzioni museali come il Castello di Rivoli, il Magasin
di Grenoble, il De Appel di Amsterdam, il Centro d’Arte Contemporanea di Ginevra, il Museo d’Arte
Contemporanea di Lyon, l’IVAM di Valencia, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Quarter-Centro
d'Arte Contemporanea a Firenze, hanno organizzato sue personali. L’artista ha seguito un percorso del tutto
personale, in anticipo sui tempi, realizzando installazioni site specific in luoghi di eccezionale valore artistico
e architettonico, religioso e spirituale, come la Cappella dei Pazzi a Firenze, la Villa Medicea dei Cento
Camini ad Artimino, la Sala Ottagonale della Fortezza da Basso e la Limonaia grande del Giardino di Boboli
di Firenze, la Chiesa di San Miniato al Monte, le sale del Palazzo Pubblico di Siena. Le sue opere si trovano
in importanti collezioni internazionali e installazioni permanenti gli sono state commissionate da istituzioni
pubbliche e mecenati privati.
Nell’ambito della XXI edizione di
FABBRICA EUROPA
8 maggio > 28 giugno 2014
accogliere un nuovo progetto site specific nella grande navata della Stazione Leopolda. Si tratta
di un percorso ideato e curato da Sergio Risaliti per Fabbrica Europa e dedicato a protagonisti
dell’arte internazionale che si cimentano con le dimensioni straordinarie dell’ambiente, con opere
che affrontano il tema dell’interdisciplinarietà dei linguaggi e delle tecniche, quello dell’architettura
e dello spazio pubblico, in sintonia con la linea culturale espressa dal Festival Fabbrica Europa fin
dall’inizio degli anni Novanta.
Dal giorno 8 maggio sarà presentata una nuova installazione appositamente concepita da Marco
Bagnoli per la Leopolda. Con AttoRitratto. Opera scenica, Marco Bagnoli riunisce e presenta
per la prima volta ben dieci sculture monumentali a forma di mongolfiera. Si tratta di opere
realizzate in tre decenni, esposte in Italia e all’estero. Strutture leggerissime in materiali diversi
che riproducono la forma ovoidale (una goccia, un seme primordiale) di una mongolfiera alzata in
volo in occasione di una mostra organizzata in Olanda nel 1984, e divenuta da allora simbolo del
viaggio compiuto dall’artista verso l’alto, sia con l’arte sia con la ricerca interiore del “buon luogo”.
La Mongolfiera diventa quindi una sorta di autoritratto, in senso spirituale, dove il corpo materico
si svuota a favore di quello eterico che non più ancorato a terra, che non più appesantito dalla
materia, può liberarsi del superfluo e affrontare un’esperienza di purificazione.
Le mongolfiere saranno da leggere visivamente assieme a proiezioni video e versi poetici musicati.
In occasione dell'evento saranno organizzati incontri sul significato dell'opera di Marco Bagnoli e
in particolare sul senso di Opera scenica. Parteciperanno tra gli altri il curatore del progetto Sergio
Risaliti e Alessandro Magini, compositore e docente di musicologia e drammaturgia all'Accademia
Nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico di Roma.
Marco Bagnoli si muove da sempre sul doppio binario di arte e scienza, dove però è la visione
dell’artista a colmare le lacune dello scienziato, bloccate ideologicamente di fronte alle rivelazioni
di tipo metafisico e trascendentali. Arte quindi come soglia da attraversare per un’esperienza
di Bellezza che possa accendere un desiderio di Verità ulteriore. Ogni esposizione di opere di
Marco Bagnoli è un luogo di ombre e di riverberi, di cecità e di illuminazione, di forze centripete
e centrifughe, in cui le figure si riproducono parabolicamente sulle pareti a testimoniare l’illusione
delle nostre percezioni, come se ci trovassimo nella caverna platonica. Guardare una figura - sia
essa dipinta, scolpita, o proiettata -significa azzerare l’immagine concentrando la vista interiore
sull’essenza non transeunte del visibile: spingersi al limite estremo della bellezza, dove intelligibile
e percepibile si superano a vicenda. Passo dopo passo avviene che le categorie di spazio e
tempo si svuotano di senso: allo stesso modo accade per finito e infinito, oppure per passato,
presente e futuro. Lo sguardo si libra in alto e nel vuoto grazie a un esercizio di ascesi che non
rinuncia alla contemplazione della bellezza, anzi ne avverte la necessaria ragione, il fatto che la
bella apparenza delle cose create sia strumento e vettore per la risalita verso la Verità. Bagnoli
cita sovente Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Nei testi filosofici della seconda metà del
Quattrocento, trova le parole per esprimere la sua visione artistica, il superamento della scienza
grazie all’intuizione trascendentale e all’ “amore di bellezza”, la necessità del sincretismo religioso
su cui basarsi per costruire un mondo senza più confitti e disperazione. Come sosteneva Eugenio
Garin: “La filosofia verace è sorprendere il fondo misterioso dell’essere, coglierne il segreto,
e attraverso una conoscenza che è al di là del sapere scientifico, giungere a comprendere il
significato ultimo della vita liberando l’uomo dall’orrore della sua condizione mortale”. Le sue
opere sono delle porte da superare per accedere a una dimensione non effimera della realtà, del
linguaggio e della tecnica. “Bagnoli – scrive Fulvio Salvadori – ha riconosciuto che l’altro dell’arte
è connaturato a essa, che essa contiene già in sé quello scarto della visione che la libera dal
senso comune. La prospettiva non è più interna all’opera, ma rimanda allo spettatore interiore
che solo può conferirle unità, sottraendola alla frammentazione degli sguardi, che pur da esso si
generano. Il rovesciamento che così si compie, porta in primo piano il punto di vista all’infinito che
può definirsi uno e irraggiungibile.
Marco Bagnoli è presente da anni nelle grandi mostre internazionali, come la Biennale di Venezia (1982,
1993, 1997) e Documenta a Kassel del 1982 e ‘92. Dalla metà degli anni Settanta a oggi, Bagnoli ha
partecipato a mostre collettive in Italia e all’estero (X Biennale de Paris, Arte e Critica, Identité Italienne,
The European Iceberg, Promenades, Ouverture, Soonsbeek, East meets West, Europa oggi, Periodi di
Marmo, Minimalia, Belvedere dell’Arte). Grandi istituzioni museali come il Castello di Rivoli, il Magasin
di Grenoble, il De Appel di Amsterdam, il Centro d’Arte Contemporanea di Ginevra, il Museo d’Arte
Contemporanea di Lyon, l’IVAM di Valencia, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Quarter-Centro
d'Arte Contemporanea a Firenze, hanno organizzato sue personali. L’artista ha seguito un percorso del tutto
personale, in anticipo sui tempi, realizzando installazioni site specific in luoghi di eccezionale valore artistico
e architettonico, religioso e spirituale, come la Cappella dei Pazzi a Firenze, la Villa Medicea dei Cento
Camini ad Artimino, la Sala Ottagonale della Fortezza da Basso e la Limonaia grande del Giardino di Boboli
di Firenze, la Chiesa di San Miniato al Monte, le sale del Palazzo Pubblico di Siena. Le sue opere si trovano
in importanti collezioni internazionali e installazioni permanenti gli sono state commissionate da istituzioni
pubbliche e mecenati privati.
Nell’ambito della XXI edizione di
FABBRICA EUROPA
8 maggio > 28 giugno 2014
08
maggio 2014
Marco Bagnoli – AttoRitratto. Opera scenica
Dall'otto al 19 maggio 2014
arte contemporanea
Location
STAZIONE LEOPOLDA
Firenze, Viale Fratelli Rosselli, 5, (Firenze)
Firenze, Viale Fratelli Rosselli, 5, (Firenze)
Vernissage
8 Maggio 2014, ore 19
Autore
Curatore