Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Marco Baravalle – L’arte della sovversione / Urban Code – Headlines
Presentazione dei libri: L’arte della sovversione. Multiversity: pratiche artistiche contemporanee e attivismo politico. A cura di Marco Baravalle Headlines. Writing in evidenza dal basso. A cura del collettivo Urban Code
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’arte della sovversione. Multiversity: pratiche artistiche contemporanee e attivismo politico.
a cura di Marco Baravalle
Alcune domande avevano convinto, nel maggio 2008, UniNomade e S.a.L.E. della necessità di organizzare Multiversity, il seminario internazionale su arte e attivismo da cui, proponendo un’articolazione dei discorsi prodotti in quell’occasione, nasce questo libro.
Che rapporto intercorre tra componente cognitiva del lavoro e arte contemporanea? Esiste un potere sovversivo della creatività? Chi detiene la potenza di creare? Quali sono i dispositivi capitalistici della cattura della produzione culturale? Quali modalità mettere in atto per ribaltare questa cattura? Quali movimenti hanno saputo individuare e mettere in crisi i meccanismi istituzionali della sussunzione? Come si coniugano, nel mercato artistico, libertà espressiva e cristallizzazione all’interno di logiche finanziarie? Come funziona la messa a valore della metropoli nei processi dell’economia culturale? Cosa significa parlare di arte contemporanea come governance? Che rapporto si costituisce tra politica e creatività? Come si fa inchiesta nella fabbrica della cultura?
Questi interrogativi, in varia misura e con approcci differenti, hanno ispirato gli interventi di Antonio Negri, Antonella Corsani, Maurizio Lazzarato, Judith Revel, Brian Holmes, Matteo Pasquinelli, Andrea Fumagalli, Tommaso Cacciari, Giuseppe Caccia, Alberto de Nicola, Gigi Roggero, Angela Vettese, Chiara Bersi Serlini, Anna Daneri.
Parallelamente, un altro filone di discorso è apparso in filigrana sia nei giorni del seminario che nelle pagine del libro. Ricorriamo, come sopra, ad una serie di domande per tentare di esemplificarlo. Che rapporto intercorre tra opera d’arte e produzione di soggettività? Cosa si intende per arte femminista e cosa significa articolare un discorso di genere in questo ambito? Come si risponde alla crisi di singolarità che trasforma l’artista stesso in ready-made? Come si intreccia e si trasforma l’arte a contatto con le lotte dei Sans-Papier per i diritti di cittadinanza? Che significato hanno le parole laboratorio, piattaforma e rete rispetto ad influenti pratiche curatoriali degli ultimi anni e alla loro contestualizzazione dentro all’attuale modello della produzione? Cosa emerge quando l’arte si fa macchina, concatenandosi alle nuove tecnologie e divenendo strumento di produzione di soggettività? Cosa significa mettere in mostra il dissenso?
A queste domande tentano di dare risposta gli interventi di Claire Fonatine, Marko Stamenkovic e Vincent Meessen, Giovanna Zapperi, José Pérez de Lama, Hans Ulrich Obrist, Marco Scotini e ancora, i già citati Holmes, Lazzarato, Vettese, Bersi Serlini.
Headlines. Writing in evidenza dal basso.
a cura di Urban Code
...Urban Code ci dice che per rinnovare il gesto sovversivo dei primi writers (senza proporne una mera parodia), per tornare a mordere i muri e le coscienze, è necessario articolare la propria pratica dentro ad un discorso generale di costruzione del comune, dentro ad una dinamica di conflitto aperto che si ponga il problema di rovesciare i dispositivi di cattura contemporanea.
Non si tratta qui, di indicare formule pratiche premature, si tratta, con realismo, di organizzare una guerra contro il senso comune sul writing, per imporne invece (metropoli per metropoli, spazio sociale per spazio sociale, metro per metro) un senso del comune.
Si tratta, come in altri ambiti, di riprenderci ciò che è nostro, di tornare a esercitare in libertà la trasformazione dell’immaginario della metropoli, di costruire istituzioni del comune in grado di autogestire e di organizzare momenti di densificazione di tale immaginario, di bypassare il circuito di connivenza tra luoghi espositivi e mercato, di farci noi stessi mercato per finanziare i nostri spazi e le nostre iniziative.
E qui torniamo al punto di partenza, alla necessità di lavorare ad un livello profondo di produzione di senso, inserendo questo lavoro dentro ad un rapporto di forza tra noi (il comune) e il capitale.
Ancora una volta, in definitiva, si tratta di accettare una sfida.
a cura di Marco Baravalle
Alcune domande avevano convinto, nel maggio 2008, UniNomade e S.a.L.E. della necessità di organizzare Multiversity, il seminario internazionale su arte e attivismo da cui, proponendo un’articolazione dei discorsi prodotti in quell’occasione, nasce questo libro.
Che rapporto intercorre tra componente cognitiva del lavoro e arte contemporanea? Esiste un potere sovversivo della creatività? Chi detiene la potenza di creare? Quali sono i dispositivi capitalistici della cattura della produzione culturale? Quali modalità mettere in atto per ribaltare questa cattura? Quali movimenti hanno saputo individuare e mettere in crisi i meccanismi istituzionali della sussunzione? Come si coniugano, nel mercato artistico, libertà espressiva e cristallizzazione all’interno di logiche finanziarie? Come funziona la messa a valore della metropoli nei processi dell’economia culturale? Cosa significa parlare di arte contemporanea come governance? Che rapporto si costituisce tra politica e creatività? Come si fa inchiesta nella fabbrica della cultura?
Questi interrogativi, in varia misura e con approcci differenti, hanno ispirato gli interventi di Antonio Negri, Antonella Corsani, Maurizio Lazzarato, Judith Revel, Brian Holmes, Matteo Pasquinelli, Andrea Fumagalli, Tommaso Cacciari, Giuseppe Caccia, Alberto de Nicola, Gigi Roggero, Angela Vettese, Chiara Bersi Serlini, Anna Daneri.
Parallelamente, un altro filone di discorso è apparso in filigrana sia nei giorni del seminario che nelle pagine del libro. Ricorriamo, come sopra, ad una serie di domande per tentare di esemplificarlo. Che rapporto intercorre tra opera d’arte e produzione di soggettività? Cosa si intende per arte femminista e cosa significa articolare un discorso di genere in questo ambito? Come si risponde alla crisi di singolarità che trasforma l’artista stesso in ready-made? Come si intreccia e si trasforma l’arte a contatto con le lotte dei Sans-Papier per i diritti di cittadinanza? Che significato hanno le parole laboratorio, piattaforma e rete rispetto ad influenti pratiche curatoriali degli ultimi anni e alla loro contestualizzazione dentro all’attuale modello della produzione? Cosa emerge quando l’arte si fa macchina, concatenandosi alle nuove tecnologie e divenendo strumento di produzione di soggettività? Cosa significa mettere in mostra il dissenso?
A queste domande tentano di dare risposta gli interventi di Claire Fonatine, Marko Stamenkovic e Vincent Meessen, Giovanna Zapperi, José Pérez de Lama, Hans Ulrich Obrist, Marco Scotini e ancora, i già citati Holmes, Lazzarato, Vettese, Bersi Serlini.
Headlines. Writing in evidenza dal basso.
a cura di Urban Code
...Urban Code ci dice che per rinnovare il gesto sovversivo dei primi writers (senza proporne una mera parodia), per tornare a mordere i muri e le coscienze, è necessario articolare la propria pratica dentro ad un discorso generale di costruzione del comune, dentro ad una dinamica di conflitto aperto che si ponga il problema di rovesciare i dispositivi di cattura contemporanea.
Non si tratta qui, di indicare formule pratiche premature, si tratta, con realismo, di organizzare una guerra contro il senso comune sul writing, per imporne invece (metropoli per metropoli, spazio sociale per spazio sociale, metro per metro) un senso del comune.
Si tratta, come in altri ambiti, di riprenderci ciò che è nostro, di tornare a esercitare in libertà la trasformazione dell’immaginario della metropoli, di costruire istituzioni del comune in grado di autogestire e di organizzare momenti di densificazione di tale immaginario, di bypassare il circuito di connivenza tra luoghi espositivi e mercato, di farci noi stessi mercato per finanziare i nostri spazi e le nostre iniziative.
E qui torniamo al punto di partenza, alla necessità di lavorare ad un livello profondo di produzione di senso, inserendo questo lavoro dentro ad un rapporto di forza tra noi (il comune) e il capitale.
Ancora una volta, in definitiva, si tratta di accettare una sfida.
28
giugno 2009
Marco Baravalle – L’arte della sovversione / Urban Code – Headlines
28 giugno 2009
presentazione
Location
2.ZERO
Padova, Viale Nereo Rocco, (Padova)
Padova, Viale Nereo Rocco, (Padova)
Vernissage
28 Giugno 2009, ore 19.30
Curatore