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Marco Catone / Linda Fontanelli – Taxonomicus
Mostra doppia personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Specola, il celebre Museo di Zoologia di Firenze, accoglie come
un’immenso Cabinet de Curiosités. Occhieggianti dalle teche vitree,
centinaia di creature sono i muti testimoni dello splendore naturale, del
caleidoscopio delle forme animali, ricondotti ad un semplice e leggibile fil
rouge dall’inestimabile valore semantico.
Nel 1927, a Zurigo, Hermann Rorschach creava il suo test psicologico, con le
sue mutevoli macchie di inchiostro che interrogano gli archetipi annidati
nelle pieghe più riposte della psiche umana. Ancora prima, nel fatidico 1915,
Franz Kafka pubblicava la sua terribile Metamorfosi.
Il mite Gregor Samsa si destava in un’alba livida, rinserrato in fredde
membra chitinose. Ruoli, identità, rovesciamenti radicali; tutto all’insegna
dell’Enigma. E’ tra questi due poli che si articola l’esposizione di opere
di Linda Fontanelli e Marco Catone.
Tutto si stempera, assume una parvenza larvale. Forme nette, volumi
articolati, divengono macchie sfocate, entità umbratili. Come se la materia
tornasse duttile, indifferenziata; siamo negli ignoti territori che sfuggono
ad ogni precisa identificazione.
In lunghi quadri bianchi, come in dei moderni emakimono, i tradizionali
rotoli dipinti giapponesi; appaiono ombre teratomorfe, dai contorni
indistinti che atterriscono, inquietano, prive come sono di bordi netti e di
confini precisi. E’ la dimensione della pura potenzialità.
Poco oltre, ecco apparire una sequenza di solide teste, maschere
apotropaiche, feticci, copricapi rituali; le suggestioni sono sottili e
vanno dal tema greco-romano dei bucrani scolpiti, sino agli studi
fisiognomici di lombrosiana memoria. Materiali tradizionali, antichi:
terrecotte policrome, gesso, cartapesta; danno corpo ai vari stadi di una
inquietante trasformazione che diventa paradigma dei nostri tempi, così
devoti al mutamento incessante. Vengono in mente i volti ghignanti dei fauni,
geneticamente modificati, di un Matthew Barney.
I rimandi e le associazioni sorgono, prendono consistenza, quasi
spontaneamente; in una dimensione straniata e straniante. Vi è una sottile
difficoltà nel mettere a fuoco, nel definire, nel classificare. Un impasse
che paradossalmente assume le evocative spoglie di una incessante
metamorfosi, di una inarrestabile ibridazione.
Al di là, oltre ogni tentativo di sistematizzare, di chiarire, di bloccare
una decomposizione, uno sfarinarsi delle cose; di interrompere l’invincibile
processo entropico.
Temi eminentemente contemporanei, ma dalle innumerevoli risonanze antiche.
Ovidio, Apuleio, Stevenson, Kafka; come in una danza macabra degna di uno
Hieronymus Bosch, le incarnazioni di questo archetipo si succedono, si
accavallano, sino alle fibrillazioni del morphing digitale, con le sue
incorporee declinazioni; con i suoi pallidi avatar.
Marco Catone
Linda Fontanelli
Fiorentina di nascita, (1978), dopo gli studi in pittura ed incisione
presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, tiene numerose esposizioni
in tutta Italia, ad iniziare dalla partecipazione, nel 2003, ad Innesti
Doc, collettiva di artisti nell’ambito di Tuscia Electa, nel Chianti
fiorentino. Di particolare rilevanza le mostre allestite a Torino, in
concomitanza con le Olimpiadi invernali 2006, e a Cortona, nel Chiostro
di S.Agostino, nel giugno dello stesso anno; culminanti nel gennaio 2006
in una mostra personale patrocinata dal Comune di San Casciano in Val di
Pesa e nella vittoria del Premio di pittura, bandito dal Comune di Massa
Marittima, seguita da un’esposizione nel locale Museo Archeologico. Nel
luglio 2006, in collaborazione con lo scenografo Marco Catone, ha
allestito una mostra personale di scultura, presso il Museo di Arte
Sacra di Greve in Chianti. Nel novembre successivo, ha realizzato
un’opera per la mostra: 1966-2006 S.Croce 40 anni dopo, allestita nella
cripta di S.Croce a Firenze. Nella primavera del 2007, i due artisti
hanno realizzato una mostra di scultura a Zurigo, dal titolo Ziege,
allestita presso la Eve Ballmann Homegallery. Nel novembre 2008 ha
partecipato alla collettiva Das Kleine Format, Villa Meier Severini,
Zollicon,sempre a Zurigo. Attualmente vive e lavora in Svizzera.
Marco Catone
Nato a Vicenza nel 1969, si forma nel corso di Emilio Vedova presso
l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1982 e 1983 vince il Premio
Giovani al Concorso Nazionale Autori di Fumetti di Prato. Nel 1989
prende parte alla collettiva di design: Mobile E/Motivo, allestita nella
Scuola Grande di S.Giovanni Evangelista a Venezia, a cura di Ennio
Chiggio. Nel 1991, partecipa alla mostra collettiva Videoarte,
organizzata dal Museo Fortuny di Venezia. Nel 2003 è lo scenografo per
il film documentario di Mario Zanot, (il regista dell’ultima intervista
a Tiziano Terzani), sulla storia dell’Arsenale di Venezia, trasmesso da
RaiTre nell’ambito del programma “Ulisse”, di Piero ed Alberto Angela e
su RaiUno, in “SuperQuark”. Scenografo per il film documentario.Venezia
e la Galea perduta di Marco Visalberghi, (uno dei creatori dello storico
programma Quark), una coproduzione Francia-Italia; presentato in prima
mondiale al Teatro La Fenice di Venezia il 25 aprile 2006. In
collaborazione con Linda Fontanelli ha realizzato le mostre: La Fortezza
della Solitudine, Museo di Arte Sacra di San Francesco, Greve in Chianti,
luglio 2006; Ziege, Eve Ballmann Homegallery, Zurigo, Svizzera, aprile –
maggio 2007.
un’immenso Cabinet de Curiosités. Occhieggianti dalle teche vitree,
centinaia di creature sono i muti testimoni dello splendore naturale, del
caleidoscopio delle forme animali, ricondotti ad un semplice e leggibile fil
rouge dall’inestimabile valore semantico.
Nel 1927, a Zurigo, Hermann Rorschach creava il suo test psicologico, con le
sue mutevoli macchie di inchiostro che interrogano gli archetipi annidati
nelle pieghe più riposte della psiche umana. Ancora prima, nel fatidico 1915,
Franz Kafka pubblicava la sua terribile Metamorfosi.
Il mite Gregor Samsa si destava in un’alba livida, rinserrato in fredde
membra chitinose. Ruoli, identità, rovesciamenti radicali; tutto all’insegna
dell’Enigma. E’ tra questi due poli che si articola l’esposizione di opere
di Linda Fontanelli e Marco Catone.
Tutto si stempera, assume una parvenza larvale. Forme nette, volumi
articolati, divengono macchie sfocate, entità umbratili. Come se la materia
tornasse duttile, indifferenziata; siamo negli ignoti territori che sfuggono
ad ogni precisa identificazione.
In lunghi quadri bianchi, come in dei moderni emakimono, i tradizionali
rotoli dipinti giapponesi; appaiono ombre teratomorfe, dai contorni
indistinti che atterriscono, inquietano, prive come sono di bordi netti e di
confini precisi. E’ la dimensione della pura potenzialità.
Poco oltre, ecco apparire una sequenza di solide teste, maschere
apotropaiche, feticci, copricapi rituali; le suggestioni sono sottili e
vanno dal tema greco-romano dei bucrani scolpiti, sino agli studi
fisiognomici di lombrosiana memoria. Materiali tradizionali, antichi:
terrecotte policrome, gesso, cartapesta; danno corpo ai vari stadi di una
inquietante trasformazione che diventa paradigma dei nostri tempi, così
devoti al mutamento incessante. Vengono in mente i volti ghignanti dei fauni,
geneticamente modificati, di un Matthew Barney.
I rimandi e le associazioni sorgono, prendono consistenza, quasi
spontaneamente; in una dimensione straniata e straniante. Vi è una sottile
difficoltà nel mettere a fuoco, nel definire, nel classificare. Un impasse
che paradossalmente assume le evocative spoglie di una incessante
metamorfosi, di una inarrestabile ibridazione.
Al di là, oltre ogni tentativo di sistematizzare, di chiarire, di bloccare
una decomposizione, uno sfarinarsi delle cose; di interrompere l’invincibile
processo entropico.
Temi eminentemente contemporanei, ma dalle innumerevoli risonanze antiche.
Ovidio, Apuleio, Stevenson, Kafka; come in una danza macabra degna di uno
Hieronymus Bosch, le incarnazioni di questo archetipo si succedono, si
accavallano, sino alle fibrillazioni del morphing digitale, con le sue
incorporee declinazioni; con i suoi pallidi avatar.
Marco Catone
Linda Fontanelli
Fiorentina di nascita, (1978), dopo gli studi in pittura ed incisione
presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, tiene numerose esposizioni
in tutta Italia, ad iniziare dalla partecipazione, nel 2003, ad Innesti
Doc, collettiva di artisti nell’ambito di Tuscia Electa, nel Chianti
fiorentino. Di particolare rilevanza le mostre allestite a Torino, in
concomitanza con le Olimpiadi invernali 2006, e a Cortona, nel Chiostro
di S.Agostino, nel giugno dello stesso anno; culminanti nel gennaio 2006
in una mostra personale patrocinata dal Comune di San Casciano in Val di
Pesa e nella vittoria del Premio di pittura, bandito dal Comune di Massa
Marittima, seguita da un’esposizione nel locale Museo Archeologico. Nel
luglio 2006, in collaborazione con lo scenografo Marco Catone, ha
allestito una mostra personale di scultura, presso il Museo di Arte
Sacra di Greve in Chianti. Nel novembre successivo, ha realizzato
un’opera per la mostra: 1966-2006 S.Croce 40 anni dopo, allestita nella
cripta di S.Croce a Firenze. Nella primavera del 2007, i due artisti
hanno realizzato una mostra di scultura a Zurigo, dal titolo Ziege,
allestita presso la Eve Ballmann Homegallery. Nel novembre 2008 ha
partecipato alla collettiva Das Kleine Format, Villa Meier Severini,
Zollicon,sempre a Zurigo. Attualmente vive e lavora in Svizzera.
Marco Catone
Nato a Vicenza nel 1969, si forma nel corso di Emilio Vedova presso
l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1982 e 1983 vince il Premio
Giovani al Concorso Nazionale Autori di Fumetti di Prato. Nel 1989
prende parte alla collettiva di design: Mobile E/Motivo, allestita nella
Scuola Grande di S.Giovanni Evangelista a Venezia, a cura di Ennio
Chiggio. Nel 1991, partecipa alla mostra collettiva Videoarte,
organizzata dal Museo Fortuny di Venezia. Nel 2003 è lo scenografo per
il film documentario di Mario Zanot, (il regista dell’ultima intervista
a Tiziano Terzani), sulla storia dell’Arsenale di Venezia, trasmesso da
RaiTre nell’ambito del programma “Ulisse”, di Piero ed Alberto Angela e
su RaiUno, in “SuperQuark”. Scenografo per il film documentario.Venezia
e la Galea perduta di Marco Visalberghi, (uno dei creatori dello storico
programma Quark), una coproduzione Francia-Italia; presentato in prima
mondiale al Teatro La Fenice di Venezia il 25 aprile 2006. In
collaborazione con Linda Fontanelli ha realizzato le mostre: La Fortezza
della Solitudine, Museo di Arte Sacra di San Francesco, Greve in Chianti,
luglio 2006; Ziege, Eve Ballmann Homegallery, Zurigo, Svizzera, aprile –
maggio 2007.
15
gennaio 2010
Marco Catone / Linda Fontanelli – Taxonomicus
Dal 15 gennaio al 16 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
MUSEO DI STORIA NATURALE – SEZIONE ZOOLOGICA LA SPECOLA
Firenze, Via Romana, 17, (Firenze)
Firenze, Via Romana, 17, (Firenze)
Orario di apertura
tutti i giorni: 9.30- 16.30 Chiusura: lunedì
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