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Marco Danese
Presenta i noti “mordenti su cartoni” opere appositamente studiate e realizzate per essere installate alle pareti dello spazio nisseno
Comunicato stampa
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La Galleria QAL’AT di Corso Umberto I, 221, Domenica 20 Marzo alle ore 18,30 inaugura la mostra personale dell’artista Marco Danese che presenta i noti “mordenti su cartoni” opere appositamente studiate e realizzate per essere installate alle pareti dello spazio nisseno. La mostra è accompagnata da un testo in catalogo di Franco Spena che dice; non è facile nel tempo che ci comprende e trascina, nel tempo che ci smarrisce, nel tempo che ci esalta, ci scopre a volte e ci disperde, ricomporre vie di meditazione, di riflessione; momenti, comunque, che diano il senso della sosta per un lento procedere alla ricerca di se stesso, per soffermarsi a riconoscersi, a riconsiderare i parametri attraverso i quali o all'interno dei quali si realizza, si concretizza il nostro essere tra le cose, il nostro situarci nel mondo dei fatti. Sono vie che ricercano all'interno dell'espressione quei caratteri che stanno all'origine di ogni enunciato possibile, alla ricerca di un discorso che è sogno, desiderio, miraggio e che l'espressione stessa nel suo farsi di parole, di gesti e di segni non riesce mai a comporre o a dire. Poiché l'espressione è il risultato di una perdita.
Tra il pensato e il detto rimane uno spazio inespresso, proprio quello che costituisce il paesaggio multiforme all'interno del quale addentra i suoi passi l'avventura della letteratura e dell'arte. Paesaggio labirintico che si situa al di là delle parole, del colore, della forma e che continua a contenere il mistero che sta dentro di noi e ad alimentare il desiderio di cercarsi, di trovarsi, per operare un viaggio di introspezione che rigenera a volte e disperde.
E' proprio in questo spazio, misterioso e segreto che si muove la raffinata ricerca di Marco Danese. Uno spazio che si rivela subito un laboratorio di indagine, ricco di suggestioni, nel quale la fragile atmosfera si fa quasi tormento ed estasi, sofferenza ed abbandono, intima peregrinatio che procede per tappe notturne e parole pronunciate a bassa voce. Uno spazio da comporre e anche scomporre, da distruggere, scorticare e amare, all'interno del quale sistemare le coordinate del suo situarsi poetico, all'interno del quale rifugiarsi per una segreta lettura,interiore; ma anche scavare strade, vie di perdizione, e sentieri nascosti per ritrovarsi, ma anche spazio da graffiare, da colorare di toni misteriosi e sognanti e nel quale scavare possibili vie di fuga, di avventura e anche, dunque, fuggire. Le grandi campiture delle composizioni di Danese, divengono così ampie geografie, luoghi poetici di dannazione e di estasi, nei quali la monocromia apparente nasconde, anzi rivela, a poco a poco, coinvolgenti brani di lettura agibili per le vie del segno, del gesto, della materia e del colore le cui componenti sembrano muoversi quasi per tracciati sotterranei che danno vita ad una ricchezza di toni che agiscono all'interno delle calde ed ossessive, a volte, tinte bruciate.
Tra il pensato e il detto rimane uno spazio inespresso, proprio quello che costituisce il paesaggio multiforme all'interno del quale addentra i suoi passi l'avventura della letteratura e dell'arte. Paesaggio labirintico che si situa al di là delle parole, del colore, della forma e che continua a contenere il mistero che sta dentro di noi e ad alimentare il desiderio di cercarsi, di trovarsi, per operare un viaggio di introspezione che rigenera a volte e disperde.
E' proprio in questo spazio, misterioso e segreto che si muove la raffinata ricerca di Marco Danese. Uno spazio che si rivela subito un laboratorio di indagine, ricco di suggestioni, nel quale la fragile atmosfera si fa quasi tormento ed estasi, sofferenza ed abbandono, intima peregrinatio che procede per tappe notturne e parole pronunciate a bassa voce. Uno spazio da comporre e anche scomporre, da distruggere, scorticare e amare, all'interno del quale sistemare le coordinate del suo situarsi poetico, all'interno del quale rifugiarsi per una segreta lettura,interiore; ma anche scavare strade, vie di perdizione, e sentieri nascosti per ritrovarsi, ma anche spazio da graffiare, da colorare di toni misteriosi e sognanti e nel quale scavare possibili vie di fuga, di avventura e anche, dunque, fuggire. Le grandi campiture delle composizioni di Danese, divengono così ampie geografie, luoghi poetici di dannazione e di estasi, nei quali la monocromia apparente nasconde, anzi rivela, a poco a poco, coinvolgenti brani di lettura agibili per le vie del segno, del gesto, della materia e del colore le cui componenti sembrano muoversi quasi per tracciati sotterranei che danno vita ad una ricchezza di toni che agiscono all'interno delle calde ed ossessive, a volte, tinte bruciate.
20
marzo 2005
Marco Danese
Dal 20 marzo al 20 aprile 2005
arte contemporanea
Location
QAL’AT
Caltanissetta, Corso Umberto, 221, (Caltanissetta)
Caltanissetta, Corso Umberto, 221, (Caltanissetta)
Orario di apertura
18-20, chiuso Domenica e Lunedì
Vernissage
20 Marzo 2005, ore 18,30
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