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Marco Fulvi – Rifacimenti
Nei pastelli di Marco Fulvi torna la terra madre, la costa marchigiana fatta di sabbia, conchiglie spezzate e mare scuro. Nelle sue opere, tappi di bottiglie, frammenti di polistirolo e resti di conchiglie emergono in primo piano su slarghi immensi.
Comunicato stampa
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Nei pastelli di Marco Fulvi torna la terra madre, la costa marchigiana fatta di sabbia, conchiglie spezzate e mare scuro. Nelle sue opere, tappi di bottiglie, frammenti di polistirolo e resti di conchiglie emergono in primo piano su slarghi immensi. Attingendo a piene mani da esperienze artistiche passate, dense di contaminazioni derivate dallo studio di nomi del calibro di De Chirico e Morandi, l'artista porta su tela oggetti e sfondi ben riconoscibili ma che poco hanno in comune. Un rebus, una composizione astratta fatta di dolci policromie e chiaroscuri. La superficie del quadro chiusa in sé stessa, composta di pochi elementi ma capace di innumerevoli variazioni, spiega il rapporto fra tecnica e figure basato sul trattamento di una sola faccia vista da una pluralità di sguardi.
"Le case-facciate, le case-facce sono espressioni di un’arte funeraria, perché ormai case perdute, spente e vuote nelle orbite. Si tratta qui di un’arte funeraria “magica e rivolta all’avvenire”, povera di retrospettiva -e tanto meno di prospettiva- carica di rappresentazione. L’artista-viaggiatore espone dei ritratti dal vivo, di cose reali esistenti o esistite, in alti orizzonti oggetti sintetici e accoglienti che, in assenza di dimensioni, non sono altro che un calco e quindi una singolarità tutta espressa nello strato sottile ed epidermico, composto di infinite sovrapposizioni di colore, stese sul foglio con la pazienza determinata del folle o dell’artista. La superficie del quadro chiusa in sé stessa, composta di pochi elementi ma capace di innumerevoli variazioni spiega il rapporto fra tecnica e figure, basato sul trattamento di una sola faccia, vista da una pluralità di sguardi. Siamo infine, nel pieno incubo di Homer Simpson, dopo l’ennesimo disastro nucleare che ha mutato ingigantendoli piccoli oggetti quotidiani rovistati e annusati come frenesia dal Piccolo Aiutante di Babbo Natale. Miracolo del “bicchierino”, coroncina del re, perfette scanalature, forse si tratta invece di un’Alice fuori misura che sul palmo della mano osserva, timida e arrogante, le artificiali meraviglie del suo paese".
Tiziana Alberti
"Le case-facciate, le case-facce sono espressioni di un’arte funeraria, perché ormai case perdute, spente e vuote nelle orbite. Si tratta qui di un’arte funeraria “magica e rivolta all’avvenire”, povera di retrospettiva -e tanto meno di prospettiva- carica di rappresentazione. L’artista-viaggiatore espone dei ritratti dal vivo, di cose reali esistenti o esistite, in alti orizzonti oggetti sintetici e accoglienti che, in assenza di dimensioni, non sono altro che un calco e quindi una singolarità tutta espressa nello strato sottile ed epidermico, composto di infinite sovrapposizioni di colore, stese sul foglio con la pazienza determinata del folle o dell’artista. La superficie del quadro chiusa in sé stessa, composta di pochi elementi ma capace di innumerevoli variazioni spiega il rapporto fra tecnica e figure, basato sul trattamento di una sola faccia, vista da una pluralità di sguardi. Siamo infine, nel pieno incubo di Homer Simpson, dopo l’ennesimo disastro nucleare che ha mutato ingigantendoli piccoli oggetti quotidiani rovistati e annusati come frenesia dal Piccolo Aiutante di Babbo Natale. Miracolo del “bicchierino”, coroncina del re, perfette scanalature, forse si tratta invece di un’Alice fuori misura che sul palmo della mano osserva, timida e arrogante, le artificiali meraviglie del suo paese".
Tiziana Alberti
03
dicembre 2011
Marco Fulvi – Rifacimenti
Dal 03 al 10 dicembre 2011
arte contemporanea
Location
EX ROMA CLUB MONTI
Roma, Via Baccina, 66, (Roma)
Roma, Via Baccina, 66, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 15 alle 21
Vernissage
3 Dicembre 2011, h 19
Autore
Curatore