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Marco Galofaro – Face to face
Marco Galofaro è un disegnatore, un raffinato disegnatore, che in questa occasione ha preferito mettere da parte gli eleganti arabeschi, la linea sinuosa, per giungere dritto alla sintesi. Non più, o meglio non solo, la bella forma, prima di tutto la comunicazione. Un segno duro, scarnificato, all’osso, che mantiene comunque l’eco di un’indole decorativa e colorata. Secco e primitivo quanto delicato ed accattivante. Ma soprattutto musicale, sincopato, il corrispondente visivo di una lirica ipnotica ed ossessiva.
Comunicato stampa
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Uomini e palazzi. Queste sembrano essere le ossessioni di Marco Galofaro. L’esistenza, la vita, i volti di milioni di persone: io, te, tutti noi. Senza tristezza, o dolore: sguardi assenti, fissi, vuoti e allucinati, tanto quanto intensi e comunicativi. Senza sesso né razza, definiti dal colore del supporto, uomini e donne indistintamente. Visi sempre uguali, ripetuti mille volte, come una scrittura automatica, che si sovrappongono, si incastrano, sempre persi nel vuoto, spesso alternati a strane costruzioni. Ritmo, ripetizione, ritmo, rumore… o assenza di rumore.
E la città è onnipresente. Roma o una qualsiasi metropoli, una periferia, caos, palazzi che crescono gli uni sugli altri: soffocare, smarrirsi, perdere la rotta, perdere la testa.
Una città in tubi di cartone, fatta di facce, non di finestre. Potente e massiccia nonostante il materiale effimero, leggero, povero. Sei quadri di grandi dimensioni: collage, composizioni realizzate dall’assemblaggio di disegni precedenti. Strisce accostate le une alle altre, ancora frammentazione. Altri lavori di dimensioni minori, che documentano il suo passato artistico più recente. Materializzazione di un’evoluzione, di un percorso che si sviluppa sempre a partire dalle stesse premesse.
Marco Galofaro è un disegnatore, un raffinato disegnatore, che in questa occasione ha preferito mettere da parte gli eleganti arabeschi, la linea sinuosa, per giungere dritto alla sintesi. Non più, o meglio non solo, la bella forma, prima di tutto la comunicazione. Un segno duro, scarnificato, all’osso, che mantiene comunque l’eco di un’indole decorativa e colorata. Secco e primitivo quanto delicato ed accattivante. Ma soprattutto musicale, sincopato, il corrispondente visivo di una lirica ipnotica ed ossessiva.
E la città è onnipresente. Roma o una qualsiasi metropoli, una periferia, caos, palazzi che crescono gli uni sugli altri: soffocare, smarrirsi, perdere la rotta, perdere la testa.
Una città in tubi di cartone, fatta di facce, non di finestre. Potente e massiccia nonostante il materiale effimero, leggero, povero. Sei quadri di grandi dimensioni: collage, composizioni realizzate dall’assemblaggio di disegni precedenti. Strisce accostate le une alle altre, ancora frammentazione. Altri lavori di dimensioni minori, che documentano il suo passato artistico più recente. Materializzazione di un’evoluzione, di un percorso che si sviluppa sempre a partire dalle stesse premesse.
Marco Galofaro è un disegnatore, un raffinato disegnatore, che in questa occasione ha preferito mettere da parte gli eleganti arabeschi, la linea sinuosa, per giungere dritto alla sintesi. Non più, o meglio non solo, la bella forma, prima di tutto la comunicazione. Un segno duro, scarnificato, all’osso, che mantiene comunque l’eco di un’indole decorativa e colorata. Secco e primitivo quanto delicato ed accattivante. Ma soprattutto musicale, sincopato, il corrispondente visivo di una lirica ipnotica ed ossessiva.
27
febbraio 2009
Marco Galofaro – Face to face
Dal 27 febbraio al 05 marzo 2009
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
REBACCO WINE BAR
Roma, Via Pomezia, 12 , (Roma)
Roma, Via Pomezia, 12 , (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 19.00 alle 02.00
Vernissage
27 Febbraio 2009, ore 21
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