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Marco Gastini – 1 2 3
un gruppo di tre vetri di Murano
Comunicato stampa
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Il giorno 20 settembre lo Studio di Nicola Maria Bramante inaugurerà la sua 21° mostra con un gruppo di tre vetri di Murano—il materiale che Bramante ha eletto a DNA del suo lavoro—prodotti in esclusiva per questo evento da Marco Gastini. L’artista che ama molto lavorare con una quantità di materiali diversi, accostandoli con mano leggera e un sicuro gusto per il loro volto più misterioso e inafferrabile, non è
nuovo al vetro, ma in questo caso lo ha eletto a protagonista di questi piccoli, ma fascinosissimi lavori. Il vetro , di notevole spessore, e sospeso a un perno di metallo ( quindi potenzialmente mobile), è usato al fine di sfruttare la sua intensa luminosità, le rifrazioni della luce, di un blu profondo e abissale, che esso determina, rapportate all’opacità delle forme irregolari dei pezzi di ardesia scura-- posti sopra la superficie o ad essa sottostanti -- alle loro diverse declinazioni cromatiche (non indenni da tentazioni pittoriche), crea un dialogo formale ed estetico di straordinaria seduzione emotiva e poetica. Mentre il vetro di per sé è un materiale che sembra nascere dal mare e vivere nella luce—in molti casi le frontiere tra luce-simbolo e luce-metafora rimangono sfrangiate, e sono forse un primo aspetto di un mondo informale-- la pietra delle nostre montagne ha bisogno dell’intervento dell’artista per raggiungere quella forma priva di fisicità, che in questo lavoro nasce dall’accostamento, o meglio dall’ibridazione, con la materia trasparente. Ilcolore del vetro, blu intenso come un cielo tropicale o le profondità del mare più
limpido, cancella l’orizzonte e sfuma nell’infinito, perché in effetti con-fonde entrambi per raggiungere la sensazione della dimensione meditativa. Il nostro sguardo si perde in un’idea di immenso liquido e fusionale, una contraddizione composta di eccitazione e di pace.
L’ardesia, talora segnata da piccoli fori tondi come bolle poste a formare una costellazione, crea il punto di contatto tra luce ombra. Abbiamo la sensazione di assistere al momento topico del giorno quando scendono rapide le ombre della sera e l’attività diurna entra in sospensione, i rumori si smorzano, l’azzurro del cielo si fa più intenso e una luce serena avvolge tutto ciò che ci circonda,
Questa straordinaria capacità di Gastini nel far interagire, con un calmo controllo, i materiali che adopera, ci fa venire in mente anche una sua riflessione, scritta recentemente, in cui spiega che occorre “rendere determinante quel momento che non c’è e sentirlo determinante attraverso la cosa non dipinta ma che esiste”. Il progetto e il rigore convivono allora, nella scultura di Gastini, con il gesto sensitivo, le
“fratture” e le destrutturazioni che mette in atto, e che gli
consentono di giungere ad una sorta di “nuova spiritualità” che è insita nella materia e, nello stesso tempo , è provocata dalle minime metamorfosi che con un piccolo gesto genera sulla sua pelle.
MV
nuovo al vetro, ma in questo caso lo ha eletto a protagonista di questi piccoli, ma fascinosissimi lavori. Il vetro , di notevole spessore, e sospeso a un perno di metallo ( quindi potenzialmente mobile), è usato al fine di sfruttare la sua intensa luminosità, le rifrazioni della luce, di un blu profondo e abissale, che esso determina, rapportate all’opacità delle forme irregolari dei pezzi di ardesia scura-- posti sopra la superficie o ad essa sottostanti -- alle loro diverse declinazioni cromatiche (non indenni da tentazioni pittoriche), crea un dialogo formale ed estetico di straordinaria seduzione emotiva e poetica. Mentre il vetro di per sé è un materiale che sembra nascere dal mare e vivere nella luce—in molti casi le frontiere tra luce-simbolo e luce-metafora rimangono sfrangiate, e sono forse un primo aspetto di un mondo informale-- la pietra delle nostre montagne ha bisogno dell’intervento dell’artista per raggiungere quella forma priva di fisicità, che in questo lavoro nasce dall’accostamento, o meglio dall’ibridazione, con la materia trasparente. Ilcolore del vetro, blu intenso come un cielo tropicale o le profondità del mare più
limpido, cancella l’orizzonte e sfuma nell’infinito, perché in effetti con-fonde entrambi per raggiungere la sensazione della dimensione meditativa. Il nostro sguardo si perde in un’idea di immenso liquido e fusionale, una contraddizione composta di eccitazione e di pace.
L’ardesia, talora segnata da piccoli fori tondi come bolle poste a formare una costellazione, crea il punto di contatto tra luce ombra. Abbiamo la sensazione di assistere al momento topico del giorno quando scendono rapide le ombre della sera e l’attività diurna entra in sospensione, i rumori si smorzano, l’azzurro del cielo si fa più intenso e una luce serena avvolge tutto ciò che ci circonda,
Questa straordinaria capacità di Gastini nel far interagire, con un calmo controllo, i materiali che adopera, ci fa venire in mente anche una sua riflessione, scritta recentemente, in cui spiega che occorre “rendere determinante quel momento che non c’è e sentirlo determinante attraverso la cosa non dipinta ma che esiste”. Il progetto e il rigore convivono allora, nella scultura di Gastini, con il gesto sensitivo, le
“fratture” e le destrutturazioni che mette in atto, e che gli
consentono di giungere ad una sorta di “nuova spiritualità” che è insita nella materia e, nello stesso tempo , è provocata dalle minime metamorfosi che con un piccolo gesto genera sulla sua pelle.
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20
settembre 2007
Marco Gastini – 1 2 3
Dal 20 settembre al 20 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
NMB STUDIO
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 50E, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 50E, (Torino)
Vernissage
20 Settembre 2007, ore 18-23
Autore