Questa mostra nasce dal desiderio di Marco Gastini di esprimere nel suo lavoro di artista l’ispirazione suscitata dall’esperienza del Salento e la fascinazione per il suo carattere arcaico e insieme contemporaneo. È una mostra speciale, diversa dalla proposizione di nuovi lavori in spazi professionalmente rilevanti nella geografia internazionale dell’arte contemporanea. L’Artista ha voluto intervenire nel luogo stesso da cui ha tratto le tensioni emotive che lo hanno portato verso la sperimentazione di nuovi materiali, nuove invenzioni e un modo del tutto specifico di rimeditare la sua intera attività artistica. Per questo gli spazi del Palazzo Baronale di Specchia (LE), che saranno accessibili in occasione della mostra, sono parte integrante delle opere. In essi Gastini ha trovato concentrati le volumetrie, le materie, i colori, il fascino prodotto dall’impossibilità di distinguere la natura dal lavoro umano, che sono i caratteri propri da lui scoperti nella Puglia salentina.
Perciò la stessa rimeditazione dei propri esordi di fine anni Sessanta e Settanta, che Gastini persegue da alcuni anni, superando il convenzionale antagonismo tra avanguardia e pittura, con cui inizialmente la critica li aveva accolti, assume qui caratteri specifici. Così sarà nella presentazione di un’inedita versione della installazione ambientale Macchie, che dalla sua prima presentazione del 1969, quale episodio di rottura dei parametri tradizionali dell’arte, ha rivelato negli ultimi anni una ricorrenza nel lavoro di Gastini che ne svela l’originalità in divenire. Altri lavori inediti riveleranno come forme di luci e di edificazione, tipici dell’area geografica come dello specifico spazio espositivo, così come materiali dell’artigianato locale, quale la terracotta, coinvolgono in una nuova estetica anche lavori eseguiti negli anni precedenti, dove tuttavia ogni nuova ambientazione fornisce significati e effetti imprevisti.