Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Marco Lodola – Electric Lodoland
Questa volta la scelta del titolo, “Electric Lodoland”, è un omaggio all’album “Electric Ladyland” di Jimi Hendrix del 1968, che richiama la doppia presenza di elettricità e suggestioni musicali nel percorso creativo dell’artista pavese, ormai noto e amato in tutto il mondo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo il successo del “Balletto plastico-hangar” alla 53ª Biennale di Venezia, omaggio ai teatrini luminosi di Fortunato Depero per il centenario del Futurismo, il neofuturista Marco Lodola torna con le sue opere alla galleria Artesanterasmo di Milano.
Questa volta la scelta del titolo, “Electric Lodoland”, è un omaggio all’album “Electric Ladyland” di Jimi Hendrix del 1968, che richiama la doppia presenza di elettricità e suggestioni musicali nel percorso creativo dell’artista pavese, ormai noto e amato in tutto il mondo. Egli si definisce “elettricista che cattura la luce”, perché illumina dall’interno le proprie sculture, scatole luminose dai soggetti e colori variegati, colti in movimento: pin up, Vespe, ballerini e motociclisti. Come Matisse aveva il sogno di dipingere direttamente con il colore, Lodola insegue la luce, la cattura e crea direttamente con essa.
Forte anche il rapporto con la musica, dalle collaborazioni con musicisti (Max Pezzali, i Timoria, Omar Pedrini e Andy dei Bluvertigo) alle installazioni come il Rock’n’Music Planet, il primo museo del rock d’Europa a Milano nel 2009, voluto da Red Ronnie. Ma la contaminazione musicale è nell’ispirazione stessa delle sue opere plastiche, nei volteggi e nelle spaccate delle coppie di ballo e nelle scritte luminose che ricordano i musical newyorchesi.
In mostra a Milano una trentina di queste figure senza volto, dai 40 centimetri al metro e mezzo di altezza, in un gioco di specchi tra forme e colori luminescenti. Con la presenza, nuova per Milano, di alcuni esemplari del recente ciclo “Eclysse”. In questo caso, al contrario, sono scatole nere, come se la terra oscurasse il sole e di quelle ci restituisse solo il profilo scuro.
“Per un attimo spegniamo il mondo e lo guardiamo al buio. D’altronde troppa luce acceca, mentre per vedere serve anche l’ombra”, spiega Marco Lodola, che arricchisce la propria riflessione sulla luce (gioco di specchi e di rimandi interpretativi) con un lavoro sulla relazione tra forze opposte (luce-oscurità, inspirazione-espirazione, vita-morte).
Altra sorpresa, la presenza dei dipinti preparatori su tela a dimensione reale.
Biografia e immagini sul sito www.lodoland.com.
Per ulteriori informazioni contattare la galleria: 02 877069-02 876426.
Questa volta la scelta del titolo, “Electric Lodoland”, è un omaggio all’album “Electric Ladyland” di Jimi Hendrix del 1968, che richiama la doppia presenza di elettricità e suggestioni musicali nel percorso creativo dell’artista pavese, ormai noto e amato in tutto il mondo. Egli si definisce “elettricista che cattura la luce”, perché illumina dall’interno le proprie sculture, scatole luminose dai soggetti e colori variegati, colti in movimento: pin up, Vespe, ballerini e motociclisti. Come Matisse aveva il sogno di dipingere direttamente con il colore, Lodola insegue la luce, la cattura e crea direttamente con essa.
Forte anche il rapporto con la musica, dalle collaborazioni con musicisti (Max Pezzali, i Timoria, Omar Pedrini e Andy dei Bluvertigo) alle installazioni come il Rock’n’Music Planet, il primo museo del rock d’Europa a Milano nel 2009, voluto da Red Ronnie. Ma la contaminazione musicale è nell’ispirazione stessa delle sue opere plastiche, nei volteggi e nelle spaccate delle coppie di ballo e nelle scritte luminose che ricordano i musical newyorchesi.
In mostra a Milano una trentina di queste figure senza volto, dai 40 centimetri al metro e mezzo di altezza, in un gioco di specchi tra forme e colori luminescenti. Con la presenza, nuova per Milano, di alcuni esemplari del recente ciclo “Eclysse”. In questo caso, al contrario, sono scatole nere, come se la terra oscurasse il sole e di quelle ci restituisse solo il profilo scuro.
“Per un attimo spegniamo il mondo e lo guardiamo al buio. D’altronde troppa luce acceca, mentre per vedere serve anche l’ombra”, spiega Marco Lodola, che arricchisce la propria riflessione sulla luce (gioco di specchi e di rimandi interpretativi) con un lavoro sulla relazione tra forze opposte (luce-oscurità, inspirazione-espirazione, vita-morte).
Altra sorpresa, la presenza dei dipinti preparatori su tela a dimensione reale.
Biografia e immagini sul sito www.lodoland.com.
Per ulteriori informazioni contattare la galleria: 02 877069-02 876426.
23
settembre 2010
Marco Lodola – Electric Lodoland
Dal 23 settembre al 30 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTESANTERASMO
Milano, Via Sansovino, 5, (Milano)
Milano, Via Sansovino, 5, (Milano)
Orario di apertura
lun-sab 10-13 e 15-19
Vernissage
23 Settembre 2010, ore 18.30
Autore