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Marco Lodola – Lodolismo
Personale di Marco Lodola che si caratterizza per una serie di ultimi lavori, all’incirca 30 opere , composte in perspex luminosi, mascherine colorate, smalti su tela e una serie di tecniche miste su carta sagomata
Comunicato stampa
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Il lodolismo come essenza dell’arte lodoliana…un po’ come il magnete e il magnetismo, il pacifico ed il pacifismo…Con queste parole, tratte dalla presentazione in catalogo, di Renzo Arbore che la Galleria Memoli arte contemporanea presenta Sabato 24 Novembre alle ore 18 LODOLISMO, mostra personale di Marco Lodola che si caratterizza per una serie di ultimi lavori, all’incirca 30 opere , composte in perspex luminosi, mascherine colorate, smalti su tela e una serie di tecniche miste su carta sagomata.
L’obiettivo della mostra LODOLISMO è quello di raccontare l’arte di LODALA che come sostiene Gillo Dorfles “è un’arte che rifiuta i vecchi mezzi espressivi – gli antichi media della tela e del pennello, della creta e della pietra plasmata o scolpita – facendo invece ricorso a quelli che si possono definire i “ new media “… caratterizzati da una luce, da un colore e da un movimento di scintillio tipico del night – scape metropolitano “.
Caratteristici sono per il loro impatto fluorescente e colorato le scatole in perspex (macchinina, ballerini, pin-up) che cercano di coinvolgere l’osservatore guidandolo verso un mondo fantastico fortemente evocativo degli anni sessanta e settanta;
molto romantiche appaiono le sagome su carta e gli smalti su tela ( Intimity affascinante smalto su tela dall’intenso colore nero lucido, Dancing, The Chic Tango) che cercano di raccontare l’arte del lodolismo intesa come un’arte neo lounge da un lato ( ovvero un’arte contraddistinta dai temi e dalle sagome di una spy story anni settanta …alla James Bond o un cocktail party ) e neo futurista e pop dall’altra ( con i richiami alla matrice di Boccioni e del pop americano – si veda in particolare ( Pin-Up in Blue – una tecnica mista su carta ondulata, oppure ancora Pin-Up in slitta affascinante smalto su tela).
Osservando i trenta lavori, presenti in mostra, emerge in modo chiaro la forte influenza che ha avuto l’arte di Lodola; un’arte nata dalle esperienze della pop-art americana affinatasi poi, con il passare degli anni, con le sperimentazioni “ alchemiche “ date dall’impiego di materiali di uso quotidiano ( plastica, vetro, carta, neon, fili etc) secondo una visione fortemente contemporanea e supportate anche dall’uso delle nuove tecnologie.
Ecco che trovandosi di fronte a delle figure lodoliane senza volto ( ballerini, sportivi, musicisti, etc ) l’osservatore evince che la straordinarietà dell’artista Pavese consiste nel mettere a fuoco un linguaggio che nasce dall’interrelazione di aspetti significazionali e di simulacri oscillanti tra finzione e realtà dell’immaginario.
Ecco che come un “ maestro semiologo” l’artista Marco Lodola riesce a creare con i suoi lavori una coreografica simbologia cromatica figurativa data da un insieme di magiche figure chiuse all’interno di scatole luminose, di tele bianche o di semplici carte ondulate.
Prestando attenzione ad alcune delle opere esposte in mostra ( in modo particolare Vanity) si evince che il significato del lodolismo non è altro che un significato di derivazione cinematografica, televisiva, musicale e della pubblicità in genere: infatti osservando il lavoro dell’artista – “ artigiano “ si evince che il lodolismo non è altro che una provocazione ricercata nella sapiente ricerca del linguaggio del contemporaneo, dato da impulsi elettrici e luminosi, che creano stimoli cercando di adeguare tempo e ritmo, senso e significato ai modi scenici dell’arte e della vita “ post “ contemporanea.
Nell’arco della sua trentennale carriera Marco Lodola ha inoltre partecipato a svariati progetti: in ambito musicale ha collaborato con gli 883 di Max Pezzali, con i Bluvertigo e con Jovanotti; in ambito letterario ha collaborato con Aldo Busi, Tiziano Scarpa e Marco Lodoli. Mentre per quel che concerne la sua attività di artista contemporaneo neo futurista egli ha lavorato a progetti artistici ( sculture, loghi pubblicitari, installazioni , etc ) per importanti industrie quali: CocaCola, IllY Caffè, Swatch, Riva, Carlsberg, Valentino, Seat, Coveri, Ducati, Fabbri, Lauretana, Harley Davidson, Shenker, Società Calcio Juventus, etc.
La mostra sarà corredata da un catalogo edito dalla Galleria Memoli arte contemporanea , che illustra il percorso espositivo della mostra personale di Marco Lodola “ Lodolismo” , con testi critici di Renzo Arbore, Gillo Dorfles, Remo Torti e Marisa Vescovo.
L’obiettivo della mostra LODOLISMO è quello di raccontare l’arte di LODALA che come sostiene Gillo Dorfles “è un’arte che rifiuta i vecchi mezzi espressivi – gli antichi media della tela e del pennello, della creta e della pietra plasmata o scolpita – facendo invece ricorso a quelli che si possono definire i “ new media “… caratterizzati da una luce, da un colore e da un movimento di scintillio tipico del night – scape metropolitano “.
Caratteristici sono per il loro impatto fluorescente e colorato le scatole in perspex (macchinina, ballerini, pin-up) che cercano di coinvolgere l’osservatore guidandolo verso un mondo fantastico fortemente evocativo degli anni sessanta e settanta;
molto romantiche appaiono le sagome su carta e gli smalti su tela ( Intimity affascinante smalto su tela dall’intenso colore nero lucido, Dancing, The Chic Tango) che cercano di raccontare l’arte del lodolismo intesa come un’arte neo lounge da un lato ( ovvero un’arte contraddistinta dai temi e dalle sagome di una spy story anni settanta …alla James Bond o un cocktail party ) e neo futurista e pop dall’altra ( con i richiami alla matrice di Boccioni e del pop americano – si veda in particolare ( Pin-Up in Blue – una tecnica mista su carta ondulata, oppure ancora Pin-Up in slitta affascinante smalto su tela).
Osservando i trenta lavori, presenti in mostra, emerge in modo chiaro la forte influenza che ha avuto l’arte di Lodola; un’arte nata dalle esperienze della pop-art americana affinatasi poi, con il passare degli anni, con le sperimentazioni “ alchemiche “ date dall’impiego di materiali di uso quotidiano ( plastica, vetro, carta, neon, fili etc) secondo una visione fortemente contemporanea e supportate anche dall’uso delle nuove tecnologie.
Ecco che trovandosi di fronte a delle figure lodoliane senza volto ( ballerini, sportivi, musicisti, etc ) l’osservatore evince che la straordinarietà dell’artista Pavese consiste nel mettere a fuoco un linguaggio che nasce dall’interrelazione di aspetti significazionali e di simulacri oscillanti tra finzione e realtà dell’immaginario.
Ecco che come un “ maestro semiologo” l’artista Marco Lodola riesce a creare con i suoi lavori una coreografica simbologia cromatica figurativa data da un insieme di magiche figure chiuse all’interno di scatole luminose, di tele bianche o di semplici carte ondulate.
Prestando attenzione ad alcune delle opere esposte in mostra ( in modo particolare Vanity) si evince che il significato del lodolismo non è altro che un significato di derivazione cinematografica, televisiva, musicale e della pubblicità in genere: infatti osservando il lavoro dell’artista – “ artigiano “ si evince che il lodolismo non è altro che una provocazione ricercata nella sapiente ricerca del linguaggio del contemporaneo, dato da impulsi elettrici e luminosi, che creano stimoli cercando di adeguare tempo e ritmo, senso e significato ai modi scenici dell’arte e della vita “ post “ contemporanea.
Nell’arco della sua trentennale carriera Marco Lodola ha inoltre partecipato a svariati progetti: in ambito musicale ha collaborato con gli 883 di Max Pezzali, con i Bluvertigo e con Jovanotti; in ambito letterario ha collaborato con Aldo Busi, Tiziano Scarpa e Marco Lodoli. Mentre per quel che concerne la sua attività di artista contemporaneo neo futurista egli ha lavorato a progetti artistici ( sculture, loghi pubblicitari, installazioni , etc ) per importanti industrie quali: CocaCola, IllY Caffè, Swatch, Riva, Carlsberg, Valentino, Seat, Coveri, Ducati, Fabbri, Lauretana, Harley Davidson, Shenker, Società Calcio Juventus, etc.
La mostra sarà corredata da un catalogo edito dalla Galleria Memoli arte contemporanea , che illustra il percorso espositivo della mostra personale di Marco Lodola “ Lodolismo” , con testi critici di Renzo Arbore, Gillo Dorfles, Remo Torti e Marisa Vescovo.
24
novembre 2007
Marco Lodola – Lodolismo
Dal 24 novembre 2007 al 19 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
MEMOLI ARTE CONTEMPORANEA
Busto Arsizio, Via Carlo Cattaneo, 2, (Varese)
Busto Arsizio, Via Carlo Cattaneo, 2, (Varese)
Orario di apertura
dal Martedì al Sabato, ore 10.00 – 13.00 / 16.00 – 20.00; Domenica e Lunedì su appuntamento
Vernissage
24 Novembre 2007, ore 18.00
Autore