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Marco Martelli
una decina di tele polimateriche di grandi dimensioni. Nelle opere di questo giovane talento fiorentino i materiali si combinano tra loro: smalti, olii, pigmenti, solventi, bitume, vernici e colori si sovrappongono quasi a voler sconfiggere lo spazio e a proiettarsi fuori della tela
Comunicato stampa
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Per entrare nell’esperienza dei quadri di Marco Martelli dobbiamo percorrere e attraversare insieme all’artista le tappe del suo procedimento creativo, dobbiamo immaginare le potenzialità della tela, superficie piatta e liscia su cui andranno a imprimersi gli strati della psiche, i movimenti volontari e involontari della mente, le libere pulsioni e le linee della razionalità che si manifestano tramite il gesto.
I materiali vengono combinati e fatti reagire tra di loro, gli smalti con la loro innaturale brillantezza di plastica cominciano ad essere contaminati con oli, pigmenti, solventi, bitume, le vernici e i colori iniziano a sovrapporsi a prendere forma a voler sconfiggere lo spazio e a proiettarsi fuori dai limiti della tela, i colori diventano scultura, il quadro diventa tridimensionale, e la luce radente predisposta insieme ad essi rende l’effetto di un bassorilievo.
L’esperienza del quadro diventa un’esperienza non più solo visiva ma anche tattile, sensibile, percettibile.
La realtà che viene distrutta, disarticolata dalla scelta, dal concetto dell’astratto si ricompone, si manifesta nuovamente nella forte presenza materica dei colori che si cristallizzano, diventano granito, pietra, diventano fatto, terra scabrosa, polvere stellare, stratificazione di tempo, quel tempo di cui necessita il quadro per divenire, tempo in cui i materiali reagiscono e cominciano a muoversi nella direzione che vogliono, una direzione imprevedibile anche per l’artista che sperimenta come un chimico le sue sostanze, controlla, agisce e reagisce con loro, prevede dei risultati, degli effetti, indirizza la materia secondo le trame del suo immaginario osservando tuttavia che sulla tela quello che avviene non ha più regole, la materia detiene la sua autonomia, il quadro si apre come un universo in espansione, i risultati sono imprevedibili e imprevisti, caos e armonia lottano tra loro e ciò che emerge è il potere dei colori, ebbrezze di rosso e azzurro, il passaggio verso terre esplose, magma, stalattiti, ipnosi di forme libere uscite da segreti recessi.
Colori e materia ci portano via in territori altri, in un mondo e in un modo nuovo di reinterpretare fuoco e ghiaccio, terra e acqua, i nostri occhi non hanno più la certezza di posarsi su quadri ma è come se viaggiassero sopra continenti diversi su cui sono impressi i segni delle ere.
Silvia Cosi
Storica dell’arte
I materiali vengono combinati e fatti reagire tra di loro, gli smalti con la loro innaturale brillantezza di plastica cominciano ad essere contaminati con oli, pigmenti, solventi, bitume, le vernici e i colori iniziano a sovrapporsi a prendere forma a voler sconfiggere lo spazio e a proiettarsi fuori dai limiti della tela, i colori diventano scultura, il quadro diventa tridimensionale, e la luce radente predisposta insieme ad essi rende l’effetto di un bassorilievo.
L’esperienza del quadro diventa un’esperienza non più solo visiva ma anche tattile, sensibile, percettibile.
La realtà che viene distrutta, disarticolata dalla scelta, dal concetto dell’astratto si ricompone, si manifesta nuovamente nella forte presenza materica dei colori che si cristallizzano, diventano granito, pietra, diventano fatto, terra scabrosa, polvere stellare, stratificazione di tempo, quel tempo di cui necessita il quadro per divenire, tempo in cui i materiali reagiscono e cominciano a muoversi nella direzione che vogliono, una direzione imprevedibile anche per l’artista che sperimenta come un chimico le sue sostanze, controlla, agisce e reagisce con loro, prevede dei risultati, degli effetti, indirizza la materia secondo le trame del suo immaginario osservando tuttavia che sulla tela quello che avviene non ha più regole, la materia detiene la sua autonomia, il quadro si apre come un universo in espansione, i risultati sono imprevedibili e imprevisti, caos e armonia lottano tra loro e ciò che emerge è il potere dei colori, ebbrezze di rosso e azzurro, il passaggio verso terre esplose, magma, stalattiti, ipnosi di forme libere uscite da segreti recessi.
Colori e materia ci portano via in territori altri, in un mondo e in un modo nuovo di reinterpretare fuoco e ghiaccio, terra e acqua, i nostri occhi non hanno più la certezza di posarsi su quadri ma è come se viaggiassero sopra continenti diversi su cui sono impressi i segni delle ere.
Silvia Cosi
Storica dell’arte
03
febbraio 2004
Marco Martelli
Dal 03 al 15 febbraio 2004
arte contemporanea
Location
BZF
Firenze, Via Panicale, 61R, (Firenze)
Firenze, Via Panicale, 61R, (Firenze)
Orario di apertura
12-24 chiuso il lunedì