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Marco Mazzi – Appunti di viaggio per una semiosi nel paesaggio – sistema
L’artista ha impostato la sua ricerca sull’analisi dei rapporti tra estetica e politica per esaminare i segni talora appena percepibili o più evidenti di un sistema che implica una dialettica spesso contraddittoria tra natura ed artificio, di un ordine che deraglia nel disordine tra ibridazione e mescolanza quali caratteristiche tipiche dell’universo globale postmoderno
Comunicato stampa
Segnala l'evento
MARCO MAZZI
Appunti di viaggio per una semiosi nel paesaggio – sistema
Inaugurazione sabato 23 febbraio 2013
ore 18.00 – 24.00.
SINCRESIS Associazione culturale per le arti contemporanee in collaborazione con la Galleria Ugolini invita alla
presentazione della personale di Marco Mazzi, artista e scrittore che, dopo alcuni anni in cui ha soggiornato a Tokyo,
propone i suoi ultimi lavori nell’ambito della fotografia e del video.
L’artista ha impostato la sua ricerca sull’analisi dei rapporti tra estetica e politica per esaminare i segni talora appena
percepibili o più evidenti di un sistema che implica una dialettica spesso contraddittoria tra natura ed artificio, di
un ordine che deraglia nel disordine tra ibridazione e mescolanza quali caratteristiche tipiche dell’universo globale
postmoderno.
Lo sguardo di Marco Mazzi è un occhio attento a cogliere ogni minima traccia delle incongruenze che appaiono in
un tessuto urbano che risente di una perdita delle connotazioni storiche, di una crisi della memoria prossima alla
cancellazione o addirittura ormai annegata nella concentrazione di un tempo che oggi si riduce all’istantaneità,
proiettato nell’hic et nunc rischiando di dimenticare ed annullare l’identità storica e culturale.
Nello scatto fotografico che sembra linguaggio obbiettivo nel momento in cui si rivolge all’ambiente di vita traspare
lo scarto semplicemente nel porre attenzione ad effetti che nell’ambiente struttura permangono inosservati ma che
diventano, in realtà, tracce indelebili nella organizzazione di una comunità destando spaesamento, nell’impossibilità
di recuperare nessi ormai perduti per impostare una riflessione attenta ad individuare relazioni, così che risulta
difficile ricostituire una sintassi e giungere in un secondo momento ad attribuire ai segni un significato dal punto di
vista semiotico.
Come riuscire a re- significare o comunque a trovare il senso di un linguaggio che sembra disarticolato pur
nell’eccesso della costruzione? Quale valore possibile attribuire a segni effimeri di un sistema che genera
discrepanze nel nomadismo culturale del nostro tempo?
“Dobbiamo recuperare, come autori e come critici di una tradizione retorica sospesa in un continuo processo di (ri)
elaborazione”- scrive l’artista – il senso complessivo della relazione, materiale o virtuale che sia, fra il percorso di
una civiltà caotica e artificiale (in cui la perdita di storicità si configura come esperienza estetica, e quindi come cifra
istituzionale elementare), e la necessità di assicurare una continuità alla ricezione del pensiero attraverso una analisi
dinamica e una produzione delle Forme”, per cui l’arte si chiarifica come forma costantemente aperta” al di là di
ogni costrizione, o dominio come imposizione ideologica sul piano politico ed economico, che traspare anche dalla
tessitura urbanistica, dall’agglomerato urbano, dalla tipologia di unità abitative di un quartiere, per liberarsi e seguire
un pratica capace di proiettarsi al di là di una struttura costituita talora frenante per espandere, modificare, creare
linguaggi significanti.
Nella serie fotografica Odaiba Marco Mazzi analizza il regresso della memoria culturale e della contingenza storica
di un luogo, soffermandosi sulla crisi che, in epoca post – moderna, si trova ad affrontare la condivisione e la
comunicazione del sapere. Rispetto “alla vita semplice dei giapponesi a contatto con la natura” come immaginava
Van Gogh mitizzando il mondo orientale, oggi il Giappone vive le esperienze e gli effetti propri del toyotismo e del
familismo, che concorrono a competere con il modello occidentale post fordista.
Dal parcheggio al centro commerciale, dal concessionario Toyota alla spiaggia di Odaiba, elementi naturali e artificiali
si articolano in un meccanismo sociale che incoraggia l’esperienza estetica, che può essere in grado di fornire
strumenti di analisi specifici, atti a captare le modalità della partecipazione economica dell’individuo all’esistente. Le
gigantografie fotografiche disposte a parete sembrano finestre sul mondo, squarci di un paesaggio in cui all’elemento
naturale sottentra quello artificiale, come a riemergere ogni volta dall’acqua limpida del mare magnum ponendo
interrogativi sul piano etico.
“Etiche, estetiche e politiche- commenta Marco Mazzi - sono solo funzioni di un significato che prende forma al
centro stesso del contenuto che l’artista sceglie per segnare il suo destino”.
Nel video Records of Experience (2011) girato in collaborazione con Diego Cossentino il viaggio reale immaginario
o virtuale diventa un tema che alimenta la vocazione dell’uomo a narrare la propria esperienza esistenziale. In una
intervista Jiro Endo, giovane architetto giapponese residente a Bangkok, parla della sua esperienza di vita in Africa,
Asia, Europa, proponendosi come individuo – viaggiatore in una dimensione astorica (ma non per questo apolitica)
senza dislocarsi e trovare un luogo per se stesso e per la propria cultura, diversamente dai tempi del grand tour,
così che il viaggio assume una funzione mediana fra esperienza ideologica e vicissitudine storica, nello sforzo di dare
forma all’informe.
A corredo della esposizione durante il vernissage verrà presentato da Lorenzo Carlucci il libro Relational syntax.
Aesthetic awareness and ideological experience in post – industrial society, pubblicato da Maschietto Editore con
la collaborazione del Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci che ospita la relativa mostra nel mese di maggio
prossimo, di Sincresis, della Fondazione Nomas e della Galleria Scaramouche di New York, che si interroga sulla
esistenza di un’estetica appropriata per un’arte che possa definirsi politica e riunisce una serie di saggi ed opere di
artisti, filosofi, scrittori e teorici dell’arte per suscitare una riflessione sugli impulsi e le ragioni storiche e sociali al
fondo della teoria e della pratica artistica. Suggerisce l’impossibilità di concepire il lavoro dell’arte – l’atto creativo e il
pensiero – come indipendente da una totalità politica, richiedendo la conoscenza della teoria e del pensiero estetico
per narrare canonicamente la propria esperienza.
INIZIATIVE NEL CORSO DELLA MOSTRA
Il cibo: relazione, scambio, contatto, contagio
a cura di Lorenzo Poggi
Giovedì 7 marzo 2013 ore 20.00
Un convivio a cui è invitato il pubblico che nasce da una discussione teorica e da una esperienza performativa sui
valori, le caratteristiche, la funzione del cibo come elemento basilare delle relazioni e della condivisione tipiche della
odierna network society.
Records of experience
I suoni del video in mostra
colonna sonora originale di The Benko Brothers
a cura di Diego Cossentino
aprile 2013 ore 21.00
Orari:
Sabato 23 febbraio: dalle 18.00 alle 24.00. Domenica 24 febbraio dalle 16.00 alle 20.00. Apertura: tutti i giorni
escluso la domenica fino al 7 aprile. Per informazioni e appuntamenti: tel. 0571/73619; a.scappini@virgilio.it
www.sincresisarte.com
Come arrivare:
Superstrada da Firenze o da Pisa (FI PI LI) Uscita EMPOLI (la seconda dopo Empoli Est o Empoli Ovest), a 700 metri
verso il Centro di fronte alla INCOOP di Via della Repubblica o Ferrovie dello Stato da Firenze, da Pisa, da Siena
fermata Stazione Empoli e proseguire a piedi per un chilometro in direzione Pisa.
www.sincresisarte.com
Marco Mazzi
Hypothesis for an Ideological Journey
L’arte proviene da un vissuto individuale che, per esprimersi, deve necessariamente
modellare la sua comunicazione tramite il medium condiviso del linguaggio. Ne
consegue che sono le possibilità sociali a costituire i limiti dell’espressione, e che
quest’ultima non può essere semplicemente riferibile a una volizione artistica
individuale o personale.
Marco Gatto, Marxismo Culturale.
Marco Mazzi (Firenze, 1980)
Mostre personali
(2006) Portraits and Intimacy, a cura di Sergio Risaliti, Limonaia di Villa Rondinelli, Fiesole, (2007) Alessandro
Piangiamore, Marco Mazzi, a cura di Gaia Pasi,
Galleria Daniele Ugolini Contemporary, Firenze, (2008) Voyager, a cura di Koichi Watari, The Watari Museum
of Contemporary Art, Tokyo, (2009) The Naturalization of Vision, a cura di Lorenzo Calucci, Museo Laboratorio
Arte Contemporanea (MLAC), Roma, (2011) Kiju Yoshida and a vision of Fear a cura di Hideyuki Doi, Shizuoka
University of Art and Culture, Shizuoka.
Mostre collettive selezionate
(2005) Rotte Metropolitane, a cura di Lorenzo Bruni, Facoltà di Architettura, Firenze, (2006) Goodmorningbabilonia a
cura di Sergio Risaliti, Galleria Marella - 798 Art District, Beijing,
(2007) Nonplusultra, a cura di Gaia Pasi, Daniele Ugolini Contemporary, Firenze, Fabbrica Europa, a cura di Pietro
Gaglianò e Gaia Pasi, Stazione Leopolda, Firenze, (2010) Il medium disperso: Keren Cytter,Gianluca e Massimiliano
De Serio, Marco Mazzi, Clemens von Wedemeyer, a cura di Eleonora Farina e Michela Gulia, Museo Laboratorio Arte
Contemporanea (MLAC), Roma.
Opere in mostra:
Records of Experience, 2011, un video realizzato in collaborazione con Diego Cossentino, girato a Firenze e a
Bangkok.
Odaiba, serie fotografica, dimensioni cm 150 x 200.
Presentazione del volume
Relational Syntax
The question of relations between aesthetics and politics certainly isn't anything new, given that this issue has been
the former focus of twentieth-century aesthetic and philosophical reflection in the past. What has changed instead
is the way in which the affiliation of political commitment is set out in contemporary artistic thought. This book
attempts to throw light on this situation along a course, which, beginning with the poet Franco Fortini (read by
Marco Gatto), spans art in the last twenty years. It talks about narration in video art (Francesca Banchelli), about the
naturalization of art and transcendental art (Lorenzo Carlucci), about Benjamin (Adam Staley Groves), about language
and desire (Vincent W. J. van Gerven Oei), about cinema, narrative identity and socio-cultural space (Manuel Billi),
about Augmented Writing (Chiara Ruberti), a writing method that matches together conceptual art, cut-up and digital
typography, proposed and conceived by the poet Alessandro De Francesco, about the aesthetics, collective memory
and political function of archives.
Appunti di viaggio per una semiosi nel paesaggio – sistema
Inaugurazione sabato 23 febbraio 2013
ore 18.00 – 24.00.
SINCRESIS Associazione culturale per le arti contemporanee in collaborazione con la Galleria Ugolini invita alla
presentazione della personale di Marco Mazzi, artista e scrittore che, dopo alcuni anni in cui ha soggiornato a Tokyo,
propone i suoi ultimi lavori nell’ambito della fotografia e del video.
L’artista ha impostato la sua ricerca sull’analisi dei rapporti tra estetica e politica per esaminare i segni talora appena
percepibili o più evidenti di un sistema che implica una dialettica spesso contraddittoria tra natura ed artificio, di
un ordine che deraglia nel disordine tra ibridazione e mescolanza quali caratteristiche tipiche dell’universo globale
postmoderno.
Lo sguardo di Marco Mazzi è un occhio attento a cogliere ogni minima traccia delle incongruenze che appaiono in
un tessuto urbano che risente di una perdita delle connotazioni storiche, di una crisi della memoria prossima alla
cancellazione o addirittura ormai annegata nella concentrazione di un tempo che oggi si riduce all’istantaneità,
proiettato nell’hic et nunc rischiando di dimenticare ed annullare l’identità storica e culturale.
Nello scatto fotografico che sembra linguaggio obbiettivo nel momento in cui si rivolge all’ambiente di vita traspare
lo scarto semplicemente nel porre attenzione ad effetti che nell’ambiente struttura permangono inosservati ma che
diventano, in realtà, tracce indelebili nella organizzazione di una comunità destando spaesamento, nell’impossibilità
di recuperare nessi ormai perduti per impostare una riflessione attenta ad individuare relazioni, così che risulta
difficile ricostituire una sintassi e giungere in un secondo momento ad attribuire ai segni un significato dal punto di
vista semiotico.
Come riuscire a re- significare o comunque a trovare il senso di un linguaggio che sembra disarticolato pur
nell’eccesso della costruzione? Quale valore possibile attribuire a segni effimeri di un sistema che genera
discrepanze nel nomadismo culturale del nostro tempo?
“Dobbiamo recuperare, come autori e come critici di una tradizione retorica sospesa in un continuo processo di (ri)
elaborazione”- scrive l’artista – il senso complessivo della relazione, materiale o virtuale che sia, fra il percorso di
una civiltà caotica e artificiale (in cui la perdita di storicità si configura come esperienza estetica, e quindi come cifra
istituzionale elementare), e la necessità di assicurare una continuità alla ricezione del pensiero attraverso una analisi
dinamica e una produzione delle Forme”, per cui l’arte si chiarifica come forma costantemente aperta” al di là di
ogni costrizione, o dominio come imposizione ideologica sul piano politico ed economico, che traspare anche dalla
tessitura urbanistica, dall’agglomerato urbano, dalla tipologia di unità abitative di un quartiere, per liberarsi e seguire
un pratica capace di proiettarsi al di là di una struttura costituita talora frenante per espandere, modificare, creare
linguaggi significanti.
Nella serie fotografica Odaiba Marco Mazzi analizza il regresso della memoria culturale e della contingenza storica
di un luogo, soffermandosi sulla crisi che, in epoca post – moderna, si trova ad affrontare la condivisione e la
comunicazione del sapere. Rispetto “alla vita semplice dei giapponesi a contatto con la natura” come immaginava
Van Gogh mitizzando il mondo orientale, oggi il Giappone vive le esperienze e gli effetti propri del toyotismo e del
familismo, che concorrono a competere con il modello occidentale post fordista.
Dal parcheggio al centro commerciale, dal concessionario Toyota alla spiaggia di Odaiba, elementi naturali e artificiali
si articolano in un meccanismo sociale che incoraggia l’esperienza estetica, che può essere in grado di fornire
strumenti di analisi specifici, atti a captare le modalità della partecipazione economica dell’individuo all’esistente. Le
gigantografie fotografiche disposte a parete sembrano finestre sul mondo, squarci di un paesaggio in cui all’elemento
naturale sottentra quello artificiale, come a riemergere ogni volta dall’acqua limpida del mare magnum ponendo
interrogativi sul piano etico.
“Etiche, estetiche e politiche- commenta Marco Mazzi - sono solo funzioni di un significato che prende forma al
centro stesso del contenuto che l’artista sceglie per segnare il suo destino”.
Nel video Records of Experience (2011) girato in collaborazione con Diego Cossentino il viaggio reale immaginario
o virtuale diventa un tema che alimenta la vocazione dell’uomo a narrare la propria esperienza esistenziale. In una
intervista Jiro Endo, giovane architetto giapponese residente a Bangkok, parla della sua esperienza di vita in Africa,
Asia, Europa, proponendosi come individuo – viaggiatore in una dimensione astorica (ma non per questo apolitica)
senza dislocarsi e trovare un luogo per se stesso e per la propria cultura, diversamente dai tempi del grand tour,
così che il viaggio assume una funzione mediana fra esperienza ideologica e vicissitudine storica, nello sforzo di dare
forma all’informe.
A corredo della esposizione durante il vernissage verrà presentato da Lorenzo Carlucci il libro Relational syntax.
Aesthetic awareness and ideological experience in post – industrial society, pubblicato da Maschietto Editore con
la collaborazione del Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci che ospita la relativa mostra nel mese di maggio
prossimo, di Sincresis, della Fondazione Nomas e della Galleria Scaramouche di New York, che si interroga sulla
esistenza di un’estetica appropriata per un’arte che possa definirsi politica e riunisce una serie di saggi ed opere di
artisti, filosofi, scrittori e teorici dell’arte per suscitare una riflessione sugli impulsi e le ragioni storiche e sociali al
fondo della teoria e della pratica artistica. Suggerisce l’impossibilità di concepire il lavoro dell’arte – l’atto creativo e il
pensiero – come indipendente da una totalità politica, richiedendo la conoscenza della teoria e del pensiero estetico
per narrare canonicamente la propria esperienza.
INIZIATIVE NEL CORSO DELLA MOSTRA
Il cibo: relazione, scambio, contatto, contagio
a cura di Lorenzo Poggi
Giovedì 7 marzo 2013 ore 20.00
Un convivio a cui è invitato il pubblico che nasce da una discussione teorica e da una esperienza performativa sui
valori, le caratteristiche, la funzione del cibo come elemento basilare delle relazioni e della condivisione tipiche della
odierna network society.
Records of experience
I suoni del video in mostra
colonna sonora originale di The Benko Brothers
a cura di Diego Cossentino
aprile 2013 ore 21.00
Orari:
Sabato 23 febbraio: dalle 18.00 alle 24.00. Domenica 24 febbraio dalle 16.00 alle 20.00. Apertura: tutti i giorni
escluso la domenica fino al 7 aprile. Per informazioni e appuntamenti: tel. 0571/73619; a.scappini@virgilio.it
www.sincresisarte.com
Come arrivare:
Superstrada da Firenze o da Pisa (FI PI LI) Uscita EMPOLI (la seconda dopo Empoli Est o Empoli Ovest), a 700 metri
verso il Centro di fronte alla INCOOP di Via della Repubblica o Ferrovie dello Stato da Firenze, da Pisa, da Siena
fermata Stazione Empoli e proseguire a piedi per un chilometro in direzione Pisa.
www.sincresisarte.com
Marco Mazzi
Hypothesis for an Ideological Journey
L’arte proviene da un vissuto individuale che, per esprimersi, deve necessariamente
modellare la sua comunicazione tramite il medium condiviso del linguaggio. Ne
consegue che sono le possibilità sociali a costituire i limiti dell’espressione, e che
quest’ultima non può essere semplicemente riferibile a una volizione artistica
individuale o personale.
Marco Gatto, Marxismo Culturale.
Marco Mazzi (Firenze, 1980)
Mostre personali
(2006) Portraits and Intimacy, a cura di Sergio Risaliti, Limonaia di Villa Rondinelli, Fiesole, (2007) Alessandro
Piangiamore, Marco Mazzi, a cura di Gaia Pasi,
Galleria Daniele Ugolini Contemporary, Firenze, (2008) Voyager, a cura di Koichi Watari, The Watari Museum
of Contemporary Art, Tokyo, (2009) The Naturalization of Vision, a cura di Lorenzo Calucci, Museo Laboratorio
Arte Contemporanea (MLAC), Roma, (2011) Kiju Yoshida and a vision of Fear a cura di Hideyuki Doi, Shizuoka
University of Art and Culture, Shizuoka.
Mostre collettive selezionate
(2005) Rotte Metropolitane, a cura di Lorenzo Bruni, Facoltà di Architettura, Firenze, (2006) Goodmorningbabilonia a
cura di Sergio Risaliti, Galleria Marella - 798 Art District, Beijing,
(2007) Nonplusultra, a cura di Gaia Pasi, Daniele Ugolini Contemporary, Firenze, Fabbrica Europa, a cura di Pietro
Gaglianò e Gaia Pasi, Stazione Leopolda, Firenze, (2010) Il medium disperso: Keren Cytter,Gianluca e Massimiliano
De Serio, Marco Mazzi, Clemens von Wedemeyer, a cura di Eleonora Farina e Michela Gulia, Museo Laboratorio Arte
Contemporanea (MLAC), Roma.
Opere in mostra:
Records of Experience, 2011, un video realizzato in collaborazione con Diego Cossentino, girato a Firenze e a
Bangkok.
Odaiba, serie fotografica, dimensioni cm 150 x 200.
Presentazione del volume
Relational Syntax
The question of relations between aesthetics and politics certainly isn't anything new, given that this issue has been
the former focus of twentieth-century aesthetic and philosophical reflection in the past. What has changed instead
is the way in which the affiliation of political commitment is set out in contemporary artistic thought. This book
attempts to throw light on this situation along a course, which, beginning with the poet Franco Fortini (read by
Marco Gatto), spans art in the last twenty years. It talks about narration in video art (Francesca Banchelli), about the
naturalization of art and transcendental art (Lorenzo Carlucci), about Benjamin (Adam Staley Groves), about language
and desire (Vincent W. J. van Gerven Oei), about cinema, narrative identity and socio-cultural space (Manuel Billi),
about Augmented Writing (Chiara Ruberti), a writing method that matches together conceptual art, cut-up and digital
typography, proposed and conceived by the poet Alessandro De Francesco, about the aesthetics, collective memory
and political function of archives.
23
febbraio 2013
Marco Mazzi – Appunti di viaggio per una semiosi nel paesaggio – sistema
Dal 23 febbraio al 07 aprile 2013
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
SINCRESIS
Empoli, Via Della Repubblica, 52/54, (Firenze)
Empoli, Via Della Repubblica, 52/54, (Firenze)
Orario di apertura
Domenica 24 febbraio dalle 16 alle 20. Aperto tutti i giorni escluso la domenica
Vernissage
23 Febbraio 2013, ore 18
Autore