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Marco Pace – Ogni pensiero vola
Il paesaggio tra incubo e narrazione idilliaca nei dipinti di Marco Pace.
Comunicato stampa
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Il Centro di Produzione della Danza Virgilio Sieni è felice di presentare la mostra personale di Marco Pace, dal titolo Ogni pensiero vola, a cura di Serena Trinchero. L’esposizione coincide con l’inizio della programmazione 2022 di PIA | Palazzina Indiano Arte, Nel Bosco, che con le sue molteplici iniziative intende mettere in dialogo diverse arti sotto il comune denominatore della fiaba, intesa come narrazione fantastica, costruttrice di nuovi mondi.
È a questa idea di libertà creativa poliedrica e irriverente a cui allude il titolo della mostra, Ogni pensiero vola: un’esortazione ad abbandonare le riflessioni che appartengono alla quotidianità per spaziare con l’inventiva, ma, allo stesso tempo, un invito ad affrontare paure e fragilità. La frase è un richiamo a quanto è inciso su uno dei “mostri“ (l’orco) del Sacro Bosco di Bomarzo, regno della bizzarria e dell’inatteso, così come le visioni di Marco Pace che accostano in modo inaspettato architetture, vegetazione e figura umana.
Attraverso un linguaggio figurativo dai tratti iperrealistici, l’artista si pone continuamente su un sottile crinale tra incubo e narrazione idilliaca, evidenziando la sua posizione politica e al contempo poetica sulla questione ambientale anche grazie al confronto con l’arte del passato. I suoi riferimenti spaziano dal Surrealismo delle origini di Yves Tanguy e Max Ernst, all’architettura Radicale degli anni Settanta, dalle rappresentazioni lenticolari degli autori fiamminghi del Cinquecento, alle nature morte seicentesche, in particolare quelle di Otto Marcellis, fino ad atmosfere Posthuman.
Le stanze al piano superiore della Palazzina raccolgono esempi della poetica più recente dell’artista, alcuni dei quali realizzati con l’occasione della mostra e sulla scia degli stimoli offerti dal Parco Monumentale delle Cascine: le sue opere, infatti, con un occhio non privo di ironia, indagano le contraddizioni della relazione tra uomo e natura, ribaltando e stravolgendo i piani di lettura ed evidenziando soggetti ed elementi che normalmente sono posti ai margini, nascosti oppure parte di un quotidiano escluso dalla memoria.
Conferma questa propensione per ciò che è interstiziale, ma è capace di rivelare un’alterità, la serie di carboncini dedicati alle alberature che oggi puntellano viale Lungo L’Affrico, che prende il nome dal torrente che è stato interrato per permettere lo scorrere del traffico fiorentino. Quello che una volta era un ruscello degno delle parole di D’Annunzio, pare oggi poter riemergere solo grazie a questi alberi e funghi che l’artista rende come fantasmi di giorni lontani, ma anche entità viventi capaci di generare spazi, architetture vegetali pronte ad accogliere e proteggere.
Al carattere monumentale di queste installazioni arboree fanno eco i paesaggi sgombri dalla presenza umana e apparentemente inermi, se non per curiose costruzioni bollose e trasparenti; ampolle protettive e generative della natura al contempo fragile e minacciata, ma capace di sopravvivere nel tempo. A questi brani di eternità fanno da contraltare le sparute apparizioni di uomini e donne, spesso in un’unione panica con l’ambiente circostante: creature boschive e streghe impegnate in un sabba propiziatorio che ci ricorda il moto circolare della vita.
Marco Pace nasce a Lanciano (CH) nel 1977 e si trasferisce alla fine degli anni 90 a Firenze per frequentare il corso di pittura informale. La sua formazione si completa con studi nel campo del disegno, dei fumetti e dell’animazione. Dopo la laurea (2003), conosce e inizia a collaborare con Gianni Pettena per il quale si occupa dell’archivio fotografico, oltre a supervisionare le realizzazioni delle installazioni. Ha preso parte a numerose mostre a livello nazionale, tra le più recenti personali: Non finirò Stanziale, 2017, a cura di Marco Scotini, galleria Bonelli Milano; Bocs Art, 2018, a cura di Giacinto di Pietrontonio, Cosenza; My Little sweet home, 2020, Il Crepaccio, a cura di Caroline Corbetta. Attualmente Pace è artista in residenza del progetto STUDIO, sostenuto da La Portineria, spazio progettuale per l’arte contemporanea a Firenze, ideato e diretto da Matteo Innocenti con il sostegno di Palazzo Poli.
È a questa idea di libertà creativa poliedrica e irriverente a cui allude il titolo della mostra, Ogni pensiero vola: un’esortazione ad abbandonare le riflessioni che appartengono alla quotidianità per spaziare con l’inventiva, ma, allo stesso tempo, un invito ad affrontare paure e fragilità. La frase è un richiamo a quanto è inciso su uno dei “mostri“ (l’orco) del Sacro Bosco di Bomarzo, regno della bizzarria e dell’inatteso, così come le visioni di Marco Pace che accostano in modo inaspettato architetture, vegetazione e figura umana.
Attraverso un linguaggio figurativo dai tratti iperrealistici, l’artista si pone continuamente su un sottile crinale tra incubo e narrazione idilliaca, evidenziando la sua posizione politica e al contempo poetica sulla questione ambientale anche grazie al confronto con l’arte del passato. I suoi riferimenti spaziano dal Surrealismo delle origini di Yves Tanguy e Max Ernst, all’architettura Radicale degli anni Settanta, dalle rappresentazioni lenticolari degli autori fiamminghi del Cinquecento, alle nature morte seicentesche, in particolare quelle di Otto Marcellis, fino ad atmosfere Posthuman.
Le stanze al piano superiore della Palazzina raccolgono esempi della poetica più recente dell’artista, alcuni dei quali realizzati con l’occasione della mostra e sulla scia degli stimoli offerti dal Parco Monumentale delle Cascine: le sue opere, infatti, con un occhio non privo di ironia, indagano le contraddizioni della relazione tra uomo e natura, ribaltando e stravolgendo i piani di lettura ed evidenziando soggetti ed elementi che normalmente sono posti ai margini, nascosti oppure parte di un quotidiano escluso dalla memoria.
Conferma questa propensione per ciò che è interstiziale, ma è capace di rivelare un’alterità, la serie di carboncini dedicati alle alberature che oggi puntellano viale Lungo L’Affrico, che prende il nome dal torrente che è stato interrato per permettere lo scorrere del traffico fiorentino. Quello che una volta era un ruscello degno delle parole di D’Annunzio, pare oggi poter riemergere solo grazie a questi alberi e funghi che l’artista rende come fantasmi di giorni lontani, ma anche entità viventi capaci di generare spazi, architetture vegetali pronte ad accogliere e proteggere.
Al carattere monumentale di queste installazioni arboree fanno eco i paesaggi sgombri dalla presenza umana e apparentemente inermi, se non per curiose costruzioni bollose e trasparenti; ampolle protettive e generative della natura al contempo fragile e minacciata, ma capace di sopravvivere nel tempo. A questi brani di eternità fanno da contraltare le sparute apparizioni di uomini e donne, spesso in un’unione panica con l’ambiente circostante: creature boschive e streghe impegnate in un sabba propiziatorio che ci ricorda il moto circolare della vita.
Marco Pace nasce a Lanciano (CH) nel 1977 e si trasferisce alla fine degli anni 90 a Firenze per frequentare il corso di pittura informale. La sua formazione si completa con studi nel campo del disegno, dei fumetti e dell’animazione. Dopo la laurea (2003), conosce e inizia a collaborare con Gianni Pettena per il quale si occupa dell’archivio fotografico, oltre a supervisionare le realizzazioni delle installazioni. Ha preso parte a numerose mostre a livello nazionale, tra le più recenti personali: Non finirò Stanziale, 2017, a cura di Marco Scotini, galleria Bonelli Milano; Bocs Art, 2018, a cura di Giacinto di Pietrontonio, Cosenza; My Little sweet home, 2020, Il Crepaccio, a cura di Caroline Corbetta. Attualmente Pace è artista in residenza del progetto STUDIO, sostenuto da La Portineria, spazio progettuale per l’arte contemporanea a Firenze, ideato e diretto da Matteo Innocenti con il sostegno di Palazzo Poli.
02
aprile 2022
Marco Pace – Ogni pensiero vola
Dal 02 al 25 aprile 2022
arte contemporanea
Location
PIA | PALAZZINA INDIANO ARTE
Firenze, Piazzale dell'Indiano, (FI)
Firenze, Piazzale dell'Indiano, (FI)
Orario di apertura
lunedì – venerdì: 10.00 – 18:00
sabato: 15.00 – 19.00
domenica: 10.00 – 13.30 | 15.00 – 19.00
Vernissage
2 Aprile 2022, 15.30 > 19.30
Autore
Curatore