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Marco Palmezzano e il suo tempo 1459/1463-1539
La prima retrospettiva che l’Italia dedichi al grande maestro del Rinascimento
Comunicato stampa
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Attesa e annunciata da molto tempo, preparata da anni di ricerche e restauri, la mostra dedicata a Marco Palmezzano aprirà finalmente le porte tra poco meno di un anno. La prima retrospettiva che l’Italia dedichi al grande maestro del Rinascimento sarà allestita dal 4 dicembre 2005 al 30 aprile 2006, a Forlì nei locali riportati alla vita dello storico Complesso Monumentale di San Domenico.
La mostra sarà occasione per scoprire le “Terre del Palmezzano”, ovvero il territorio che va da Forlì all’Appennino tosco-romagnolo, territorio punteggiato da antichi borghi, da memorie di personaggi illustri, oltre che di monasteri e chiese che conservano alcuni dei capolavori del Palmezzano.
In questi anni, i colori limpidi, dalla famosa “purezza d’alabastro”, delle opere di Palmezzano sparse nel territorio forlivese ma anche in molti musei italiani e stranieri, sono emersi meravigliosamente sconvolgenti da una campagna di restauri che ha pochi precedenti per ampiezza ed organicità.
Più di 20 milioni di euro sono stati investiti per trasformare l’ex complesso conventuale di San Domenico, slabbrato dalle bombe, in una sede museale ed espositiva nuova per concezione e tecnologia, sede che proprio la sua mostra è destinata ad inaugurare. L’intero territorio forlivese, dall’Alpe di San Benedetto al mare, ovvero le cosiddette “Terre del Palmezzano”, è profondamente coinvolto in questa esposizione.
A promuovere questo grande evento è la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, con i Musei Vaticani, la Diocesi di Forlì e le Soprintendenze di Bologna, di Brera in Milano e il Polo Museale di Firenze. La commissione scientifica che “firma” la mostra è composta da Antonio Paolucci, Francesco Buranelli, Jadranka Bentini, Pier Giorgio Brigliadori, Gianfranco Brunelli, Matteo Ceriana, Anna Colombi Ferretti, Andrea Emiliani, Vincenzo Gheroldi, Luciana Prati, Gabriella Poma, Stefano Tumidei, Mons.Timothy Verdon, Giordano Viroli, Mons.Francesco Zaghini ed Ettore Torriani. L’allestimento, che si snoderà nelle grandi sale di quella che fu la Biblioteca del Convento dei Domenicani, reca le firme degli Studi Wilmotte e Associates (Parigi) e Lucchi & Biserni (Forlì).
La mostra (catalogo Silvana Editoriale) si snoderà attraverso una sessantina di opere, spesso di grandi dimensioni, dislocate fra gli anni novanta del Quattrocento e i Venti del Cinquecento. L’obiettivo è quello di documentare la lunga prolifica attività del pittore attraverso i suoi svolgimenti stilistici, attraverso le opere più significative dei suoi maestri, dei suoi affini, dei suoi compagni di strada (e quindi Melozzo da Forlì, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Antoniazzo Romano, Marco Zoppo, Baldassarre Carrari e il cosiddetto Maestro dei Baldraccani ecc…).
“Lo stile di Marco Palmezzano – afferma Antonio Paolucci - è come una rosa dei venti i cui punti cardinali orientano verso i centri più significativi del Rinascimento padano e centro italiano. Alla base c’è Melozzo da Forlì con la sua interpretazione magniloquente e nobilmente retorica della poesia prospettica di Piero della Francesca e di Luca Pacioli, ma c’è anche il Giovanni Bellini della Pala di Pesaro e c’è, più in generale, la familiarità con la pittura veneziana contemporanea. Ci sono asprezze ferraresi e morbidi ritmi di matrice umbra. Ci sono tangenze e rispecchiamenti con gli artisti romagnoli contemporanei, da Niccolò Rondinelli a Baldassarre Carrari”.
Grazie a prestiti molto importanti (dai musei di Baltimora, di Vienna, di Dublino, Berlino Musei Vaticani, dagli Uffizi, da Brera, ecc.) la mostra stabilisce i punti di riferimento (Piero della Francesca e Luca Pacioli, Melozzo e Giovanni Bellini); ricostruisce il percorso di Marco Palmezzano, radunando dalla città e dal territorio di Forlì e dai musei italiani e stranieri il meglio della sua produzione; ridisegna la storia artistica delle Romagne fra XV e XVI secolo.
La mostra sarà occasione per scoprire le “Terre del Palmezzano”, ovvero il territorio che va da Forlì all’Appennino tosco-romagnolo, territorio punteggiato da antichi borghi, da memorie di personaggi illustri, oltre che di monasteri e chiese che conservano alcuni dei capolavori del Palmezzano.
In questi anni, i colori limpidi, dalla famosa “purezza d’alabastro”, delle opere di Palmezzano sparse nel territorio forlivese ma anche in molti musei italiani e stranieri, sono emersi meravigliosamente sconvolgenti da una campagna di restauri che ha pochi precedenti per ampiezza ed organicità.
Più di 20 milioni di euro sono stati investiti per trasformare l’ex complesso conventuale di San Domenico, slabbrato dalle bombe, in una sede museale ed espositiva nuova per concezione e tecnologia, sede che proprio la sua mostra è destinata ad inaugurare. L’intero territorio forlivese, dall’Alpe di San Benedetto al mare, ovvero le cosiddette “Terre del Palmezzano”, è profondamente coinvolto in questa esposizione.
A promuovere questo grande evento è la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, con i Musei Vaticani, la Diocesi di Forlì e le Soprintendenze di Bologna, di Brera in Milano e il Polo Museale di Firenze. La commissione scientifica che “firma” la mostra è composta da Antonio Paolucci, Francesco Buranelli, Jadranka Bentini, Pier Giorgio Brigliadori, Gianfranco Brunelli, Matteo Ceriana, Anna Colombi Ferretti, Andrea Emiliani, Vincenzo Gheroldi, Luciana Prati, Gabriella Poma, Stefano Tumidei, Mons.Timothy Verdon, Giordano Viroli, Mons.Francesco Zaghini ed Ettore Torriani. L’allestimento, che si snoderà nelle grandi sale di quella che fu la Biblioteca del Convento dei Domenicani, reca le firme degli Studi Wilmotte e Associates (Parigi) e Lucchi & Biserni (Forlì).
La mostra (catalogo Silvana Editoriale) si snoderà attraverso una sessantina di opere, spesso di grandi dimensioni, dislocate fra gli anni novanta del Quattrocento e i Venti del Cinquecento. L’obiettivo è quello di documentare la lunga prolifica attività del pittore attraverso i suoi svolgimenti stilistici, attraverso le opere più significative dei suoi maestri, dei suoi affini, dei suoi compagni di strada (e quindi Melozzo da Forlì, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Antoniazzo Romano, Marco Zoppo, Baldassarre Carrari e il cosiddetto Maestro dei Baldraccani ecc…).
“Lo stile di Marco Palmezzano – afferma Antonio Paolucci - è come una rosa dei venti i cui punti cardinali orientano verso i centri più significativi del Rinascimento padano e centro italiano. Alla base c’è Melozzo da Forlì con la sua interpretazione magniloquente e nobilmente retorica della poesia prospettica di Piero della Francesca e di Luca Pacioli, ma c’è anche il Giovanni Bellini della Pala di Pesaro e c’è, più in generale, la familiarità con la pittura veneziana contemporanea. Ci sono asprezze ferraresi e morbidi ritmi di matrice umbra. Ci sono tangenze e rispecchiamenti con gli artisti romagnoli contemporanei, da Niccolò Rondinelli a Baldassarre Carrari”.
Grazie a prestiti molto importanti (dai musei di Baltimora, di Vienna, di Dublino, Berlino Musei Vaticani, dagli Uffizi, da Brera, ecc.) la mostra stabilisce i punti di riferimento (Piero della Francesca e Luca Pacioli, Melozzo e Giovanni Bellini); ricostruisce il percorso di Marco Palmezzano, radunando dalla città e dal territorio di Forlì e dai musei italiani e stranieri il meglio della sua produzione; ridisegna la storia artistica delle Romagne fra XV e XVI secolo.
02
dicembre 2005
Marco Palmezzano e il suo tempo 1459/1463-1539
Dal 02 dicembre 2005 al 14 maggio 2006
arte antica
Location
COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN DOMENICO
Forlì, Piazza Guido Da Montefeltro, 2, (Forlì-cesena)
Forlì, Piazza Guido Da Montefeltro, 2, (Forlì-cesena)
Vernissage
2 Dicembre 2005, ore 17 presso il Teatro Diego Fabbri
Sito web
www.marcopalmezzano.it
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Ufficio stampa
CIVITA
Autore