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Marco Piantoni / Meri Tancredi – Aporie
Il Centro Luigi Di Sarro ospita la doppia personale di Marco Piantoni e Meri Tancredi, a cura di Francesco Santaniello.
Comunicato stampa
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Il Centro Luigi Di Sarro ospita la doppia personale di Marco Piantoni e Meri Tancredi.
“All’interno di una logica in cui tutto è previsto e garantito, sotto la protezione di un metodo che segna precisamente le tappe del percorso da seguire, è ancora possibile pensare? O non si tratta semplicemente di applicare delle regole, di eseguire un calcolo? Il pensiero “secondo l’aporia” – ci dice Derrida – è un pensiero “paziente” che se non sa dove andare, sa però dove sostare […] (G. Berto, Pensare “secondo l’aporia”, in J. Derrida, Aporie. Morire – Attendersi al “limite della verità”, Milano 2004, p. XI.)
Il titolo della mostra fa riferimento a un testo di Derrida (una raccolta di due saggi), nel quale il filosofo francese propone una “logica dell’aporia”, intesa non come impasse, ma come “possibilità dell’impossibile”. Per valutare le antitetiche ma allo stesso tempo valide soluzioni di un qualunque problema, in apparenza irrisolvibile, o no, è necessario di certo “prendere il proprio tempo” e calibrare i più consoni codici comunicativi e le strategie da mettere in atto. Ciò comporta un nuovo modo di pensare l’identità e l’alterità. Su simili temi (la percezione del tempo, l’identità, la plurivocità dei codici linguistici) si sono confrontati Marco Piantoni e Meri Tancredi, che considerano l’arte non uno strumento di mera rappresentazione ma indagine conoscitiva del Sé e delle realtà inerenti l’uomo e il mondo.
Le ricerche di Marco Piantoni e di Meri Tancredi si sviluppano attraverso continue sperimentazioni formali e materiche con contaminazioni e intrecci fra codici visivi e differenti mezzi espressivi. Segno questo di un’erranza tanto materiale, quanto spirituale, atta a significare il nomadismo culturale e la complessità che contraddistingue la società attuale.
“Sia che io lavori con le carte, il plexiglass, l’acciaio o la stoffa – dichiara Meri Tancredi – il linguaggio rappresenta e racconta il sedimento di parole, la costellazione di dialoghi, l’universo di stimoli che definiscono la storia e la verità di un individuo, il suo cammino dal segno al suono alla parola, in ogni direzione e con ogni implicazione possibile”.
La prospettiva del quotidiano vissuto da Marco Piantoni è delineata dallo slang della finanza e dell’economia. Poiché le parole danno senso alla realtà, in quanto la definiscono, Piantoni impone alla nostra attenzione i termini che riempiono le sue giornate. Termini che oramai regolano le nostre esistenze e con i quali ciascuno di noi deve fare i conti, nel crescente e generale fenomeno di metamorfosi aziendale che ha investito ogni aspetto dell’agire umano, compresa l’attività artistica.
“All’interno di una logica in cui tutto è previsto e garantito, sotto la protezione di un metodo che segna precisamente le tappe del percorso da seguire, è ancora possibile pensare? O non si tratta semplicemente di applicare delle regole, di eseguire un calcolo? Il pensiero “secondo l’aporia” – ci dice Derrida – è un pensiero “paziente” che se non sa dove andare, sa però dove sostare […] (G. Berto, Pensare “secondo l’aporia”, in J. Derrida, Aporie. Morire – Attendersi al “limite della verità”, Milano 2004, p. XI.)
Il titolo della mostra fa riferimento a un testo di Derrida (una raccolta di due saggi), nel quale il filosofo francese propone una “logica dell’aporia”, intesa non come impasse, ma come “possibilità dell’impossibile”. Per valutare le antitetiche ma allo stesso tempo valide soluzioni di un qualunque problema, in apparenza irrisolvibile, o no, è necessario di certo “prendere il proprio tempo” e calibrare i più consoni codici comunicativi e le strategie da mettere in atto. Ciò comporta un nuovo modo di pensare l’identità e l’alterità. Su simili temi (la percezione del tempo, l’identità, la plurivocità dei codici linguistici) si sono confrontati Marco Piantoni e Meri Tancredi, che considerano l’arte non uno strumento di mera rappresentazione ma indagine conoscitiva del Sé e delle realtà inerenti l’uomo e il mondo.
Le ricerche di Marco Piantoni e di Meri Tancredi si sviluppano attraverso continue sperimentazioni formali e materiche con contaminazioni e intrecci fra codici visivi e differenti mezzi espressivi. Segno questo di un’erranza tanto materiale, quanto spirituale, atta a significare il nomadismo culturale e la complessità che contraddistingue la società attuale.
“Sia che io lavori con le carte, il plexiglass, l’acciaio o la stoffa – dichiara Meri Tancredi – il linguaggio rappresenta e racconta il sedimento di parole, la costellazione di dialoghi, l’universo di stimoli che definiscono la storia e la verità di un individuo, il suo cammino dal segno al suono alla parola, in ogni direzione e con ogni implicazione possibile”.
La prospettiva del quotidiano vissuto da Marco Piantoni è delineata dallo slang della finanza e dell’economia. Poiché le parole danno senso alla realtà, in quanto la definiscono, Piantoni impone alla nostra attenzione i termini che riempiono le sue giornate. Termini che oramai regolano le nostre esistenze e con i quali ciascuno di noi deve fare i conti, nel crescente e generale fenomeno di metamorfosi aziendale che ha investito ogni aspetto dell’agire umano, compresa l’attività artistica.
07
marzo 2018
Marco Piantoni / Meri Tancredi – Aporie
Dal 07 al 30 marzo 2018
arte contemporanea
Location
CENTRO LUIGI DI SARRO
Roma, Via Paolo Emilio, 28, (Roma)
Roma, Via Paolo Emilio, 28, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-19
Vernissage
7 Marzo 2018, ore 18
Autore
Curatore