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Marco Rea
L’8 ottobre, presso il Linux Club, si inaugura la prima mostra personale dedicata a Marco Rea, giovane artista romano. La rassegna comprende 10 opere, di cui cinque a tempera e cinque ad olio che ben rappresentano il linguaggio artistico del pittore.
Comunicato stampa
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L’espressività di Van Gogh, la dolcezza delle tahitiane di Gauguin, l’inquietudine dell’espressionismo austriaco, l’armonia dell’ Art Nouveau e la passione di Schiele e Bacon. Questi sono gli ingredienti a cui tende l’arte di Marco Rea, un’ arte che esprime una personalità emozionata, in continua fibrillazione, sempre tesa alla ricerca della sua perfezione.
“…mi interessa cogliere l’eterno nell’attimo… la figura vivrà su quella tela, in quella posa in eterno, come se fosse imprigionata.”
Marco Rea
L’8 ottobre si inaugura la prima mostra personale dedicata a Marco Rea, giovane artista romano. La rassegna comprende 10 opere, di cui cinque a tempera e cinque ad olio che ben rappresentano il linguaggio artistico del pittore.
Nato a Roma il 01/11/1975, seguendo il forte impulso che lo spinge verso l’arte, intraprende sin da subito numerosi studi nelle discipline artistiche, ottenendo il diploma sia presso il Liceo Artistico Statale Mafai sia come Maestro d’Arte presso la Scuola Statale ISA3. Concluso anche il Biennio alla Scuola Romana di Fumetti si iscrive alla Facoltà di Storia dell’Arte presso la 2° Università di Roma per approfondire lo studio dei maestri che hanno segnato il suo percorso.
Nel 1999 e nel 2000 partecipa alla mostra collettiva alla fiera “Expocartoon”, mentre nel 2003 prende parte alla mostra collettiva a cui è intervenuto il Maestro G. Ottaviani.
L’espressività di Van Gogh, la dolcezza delle tahitiane di Gauguin, l’inquietudine dell’espressionismo austriaco, l’armonia dell’ Art Nouveau e la passione di Schiele e Bacon. Questi sono gli ingredienti a cui tende l’arte di Marco Rea, un’ arte che esprime una personalità emozionata, in continua fibrillazione, sempre tesa alla ricerca della sua perfezione, quella che ha nella mente quando sente l’ispirazione, quella che è affidata al caso quando poggia il pennello sulla tela. Non c’è niente di freddo e ragionato nei suoi dipinti, tutto nasce da una forza e una sensibilità interiore focalizzata specialmente nella rappresentazione dei volti femminili. Volti che perdono i contorni della realtà, che si materializzano nel vuoto e, come sotto un effetto ipnotico, attirano totalmente l’attenzione trasmettendo un vago sentore di sublime inquietudine. Poi Rea soffoca le sue donne. Sulla tela pone una busta trasparente, quella usata per conservare i cibi. Pone un filtro, rende i suoi soggetti inaccessibili, inafferrabili, moltiplica la distanza tra noi e loro, tra noi e lui. “Stifling”, soffocamento, una tecnica che potenzia l’effetto plastico e dinamico della tela, una tecnica che tanto ricorda le plastiche di Burri.
“…mi interessa cogliere l’eterno nell’attimo… la figura vivrà su quella tela, in quella posa in eterno, come se fosse imprigionata.”
Marco Rea
L’8 ottobre si inaugura la prima mostra personale dedicata a Marco Rea, giovane artista romano. La rassegna comprende 10 opere, di cui cinque a tempera e cinque ad olio che ben rappresentano il linguaggio artistico del pittore.
Nato a Roma il 01/11/1975, seguendo il forte impulso che lo spinge verso l’arte, intraprende sin da subito numerosi studi nelle discipline artistiche, ottenendo il diploma sia presso il Liceo Artistico Statale Mafai sia come Maestro d’Arte presso la Scuola Statale ISA3. Concluso anche il Biennio alla Scuola Romana di Fumetti si iscrive alla Facoltà di Storia dell’Arte presso la 2° Università di Roma per approfondire lo studio dei maestri che hanno segnato il suo percorso.
Nel 1999 e nel 2000 partecipa alla mostra collettiva alla fiera “Expocartoon”, mentre nel 2003 prende parte alla mostra collettiva a cui è intervenuto il Maestro G. Ottaviani.
L’espressività di Van Gogh, la dolcezza delle tahitiane di Gauguin, l’inquietudine dell’espressionismo austriaco, l’armonia dell’ Art Nouveau e la passione di Schiele e Bacon. Questi sono gli ingredienti a cui tende l’arte di Marco Rea, un’ arte che esprime una personalità emozionata, in continua fibrillazione, sempre tesa alla ricerca della sua perfezione, quella che ha nella mente quando sente l’ispirazione, quella che è affidata al caso quando poggia il pennello sulla tela. Non c’è niente di freddo e ragionato nei suoi dipinti, tutto nasce da una forza e una sensibilità interiore focalizzata specialmente nella rappresentazione dei volti femminili. Volti che perdono i contorni della realtà, che si materializzano nel vuoto e, come sotto un effetto ipnotico, attirano totalmente l’attenzione trasmettendo un vago sentore di sublime inquietudine. Poi Rea soffoca le sue donne. Sulla tela pone una busta trasparente, quella usata per conservare i cibi. Pone un filtro, rende i suoi soggetti inaccessibili, inafferrabili, moltiplica la distanza tra noi e loro, tra noi e lui. “Stifling”, soffocamento, una tecnica che potenzia l’effetto plastico e dinamico della tela, una tecnica che tanto ricorda le plastiche di Burri.
08
ottobre 2004
Marco Rea
Dall'otto al 14 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
LINUX CLUB
Roma, Via Giuseppe Libetta, 15, (Roma)
Roma, Via Giuseppe Libetta, 15, (Roma)
Orario di apertura
a partire dalle ore 19:00
Vernissage
8 Ottobre 2004, ORE 19:00