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Marco Rossetti – Slander
Il tentativo di dispiegamento della parola Slander (in inglese: calunnia, diffamazione) coniugata ad un’immagine, quale, di primo acchito, sembrerebbe un verricello, un argano per issare su qualcosa, conduce la mente, per similitudine, ad un meccanismo duchampiano: una macchina verbo-visiva, per dis-orientare la visione-parola
Comunicato stampa
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Giovedì 19 ottobre 2017 - dalle ore 16:00 alle 18:30 - si inaugura la mostra Slander di Marco Rossetti. L’esposizione, allestita nella ‘sala delle mura greche’ della BRAU, è visitabile fino al 17 novembre 2017.
Il tentativo di dispiegamento della parola Slander (in inglese: calunnia, diffamazione) coniugata ad un’immagine, quale, di primo acchito, sembrerebbe un verricello, un argano per issare su qualcosa, conduce la mente, per similitudine, ad un meccanismo duchampiano: una macchina verbo-visiva, per dis-orientare la visione-parola. Sembrerebbe un dispositivo che produce, trasferisce una cosa dalla cultura all’immaginazione, un elemento costitutivo dell’immagine: svelare, tenendolo nascosto, il segno, il cui fenomeno è sempre significanza di altro. Ma l’immagine per essere tale, per assolvere la sua alchimia, richiede un’imponderabilità fenomenica dichiarativa della sua esistenza reale. La realtà dell’immagine è ciò con cui ci scontriamo lungo il nostro cammino verso la morte; dunque a cui siamo interessati. La realtà dell’immagine è nella sua latitanza.
Scrive Antonello Scotti, propositore del progetto per Spazio NEA: “Il movimento della macchina visuale intenta un cammino in-visibile in cui è contemporaneamente accezione di dentro e negazione dell’atto stesso del vedere. Il senso si nega e si concede. Il movimento del dispositivo che Marco congegna è una combinazione incessante di cancellazione, transitoria, e rivelazione, instabile, di un segno che il nostro sistema naturale, di rilevamento delle immagini, cerca di individuare, di rilevare la configurazione. Ma quando vediamo una figura, non ne comprendiamo mai il suo significato, il suo senso pieno, perché l’immagine, se acquistasse una sua certezza e misurabilità nel tempo e nello spazio degli uomini, rischierebbe di essere defraudata, annichilita della sua struttura polisemica, di essere oggetto contro.
Il tentativo di dispiegamento della parola Slander (in inglese: calunnia, diffamazione) coniugata ad un’immagine, quale, di primo acchito, sembrerebbe un verricello, un argano per issare su qualcosa, conduce la mente, per similitudine, ad un meccanismo duchampiano: una macchina verbo-visiva, per dis-orientare la visione-parola. Sembrerebbe un dispositivo che produce, trasferisce una cosa dalla cultura all’immaginazione, un elemento costitutivo dell’immagine: svelare, tenendolo nascosto, il segno, il cui fenomeno è sempre significanza di altro. Ma l’immagine per essere tale, per assolvere la sua alchimia, richiede un’imponderabilità fenomenica dichiarativa della sua esistenza reale. La realtà dell’immagine è ciò con cui ci scontriamo lungo il nostro cammino verso la morte; dunque a cui siamo interessati. La realtà dell’immagine è nella sua latitanza.
Scrive Antonello Scotti, propositore del progetto per Spazio NEA: “Il movimento della macchina visuale intenta un cammino in-visibile in cui è contemporaneamente accezione di dentro e negazione dell’atto stesso del vedere. Il senso si nega e si concede. Il movimento del dispositivo che Marco congegna è una combinazione incessante di cancellazione, transitoria, e rivelazione, instabile, di un segno che il nostro sistema naturale, di rilevamento delle immagini, cerca di individuare, di rilevare la configurazione. Ma quando vediamo una figura, non ne comprendiamo mai il suo significato, il suo senso pieno, perché l’immagine, se acquistasse una sua certezza e misurabilità nel tempo e nello spazio degli uomini, rischierebbe di essere defraudata, annichilita della sua struttura polisemica, di essere oggetto contro.
19
ottobre 2017
Marco Rossetti – Slander
Dal 19 ottobre al 17 novembre 2017
arte contemporanea
Location
BRAU – COMPLESSO DI SANT’ANTONIO DELLE MONACHE A PORT’ALBA
Napoli, Piazza Vincenzo Bellini, 59-60, (Napoli)
Napoli, Piazza Vincenzo Bellini, 59-60, (Napoli)
Vernissage
19 Ottobre 2017, dalle ore 16:00 alle 18:30
Autore
Curatore