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Marco Sacco – Seconda accoglienza
L’Associazione CACCIATORI D’OMBRA è lieta di presentare all’interno della rassegna fotografica TEMPOGRAFIA “Con la Fotografia il Tempo non invecchia” la mostra fotografica di Marco Sacco
Comunicato stampa
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L'Associazione CACCIATORI D'OMBRA è lieta di presentare il settimo appuntamento, presso il prestigioso Teatro Comunale di Ruvo, all'interno della rassegna fotografica TEMPOGRAFIA "Con la Fotografia il Tempo non invecchia", la mostra fotografica di MARCO SACCO “SECONDA ACCOGLIENZA”
MARCO SACCO “SECONDA ACCOGLIENZA”
I flussi migratori, intensificatisi soprattutto negli ultimi anni, sono il sintomo più evidente dell’instabilità politica di numerosi Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum e dell’Africa subsahariana.
La posizione strategica dell’Italia all'interno del bacino mediterraneo favorisce l’approdo di molti migranti che scelgono proprio le vie del mare per raggiungere il Bel Paese, che quasi mai però rappresenta la loro meta definitiva ma vuole essere semplicemente un corridoio verso altri Paesi dell’Unione Europea, nella speranza di un’esistenza migliore.
Ma quali sono le fasi che seguono l’esodo dal proprio Paese?
Dopo lo sbarco in veri e propri “porti umani”, quali ad esempio quelli di Lampedusa e Marsala, il sistema di accoglienza italiano si articola in due fasi: la prima ha luogo nei centri di prima accoglienza governativi, la seconda, quella che effettivamente dovrebbe far sì che vengano attivati servizi volti a fornire assistenza e protezione ai rifugiati, prosegue all'interno dello SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) o, come spesso avviene, sfocia in soluzioni di ambigua legalità e di dubbia garanzia di una vita dignitosa.
L'ex liceo classico Socrate di Bari, che negli anni passati ha rappresentato un centro di seconda accoglienza per migranti perlopiù eritrei, etiopi, sudanesi e ciadiani, è l’esempio principe di come questo nostro sistema faccia acqua. Abitato dal 2009, e nonostante l’autorizzazione da parte degli gli enti locali all'occupazione dell’edificio scolastico, gli stessi non si sono poi impegnati per la messa in opera di progetti in grado di fornire accoglienza integrata, diritto dei rifugiati.
Proprio le Autorità del posto dovrebbero supportare Organizzazioni del Terzo Settore, protagoniste nell'attuazione di iniziative d'integrazione che hanno come obiettivo non solo la realizzazione di interventi materiali di base, come vitto e alloggio, ma anche la fornitura di servizi volti a facilitare l'acquisizione di strumenti per l'autonomia dei beneficiari. Niente di tutto questo è stato però concesso agli immigrati, muniti per di più di regolare permesso di soggiorno o aventi diritto all'asilo politico.
E allora, aiutati da un Comitato di Supporto, gli occupanti dell’ex Socrate hanno intrapreso attività autorganizzate che hanno temporaneamente ovviato alle inadempienze degli organismi preposti, circa la seconda accoglienza. Ma, malgrado l’aiuto di volontari, la situazione è precipitata negli anni. Col passare del tempo infatti, le iniziative di autogestione hanno avuto sempre meno efficacia sia per il disagio sociale che affligge gli occupanti, sia per la totale indifferenza degli organi competenti ai loro problemi.
Attualmente gli occupanti avrebbero bisogno di assistenza sanitaria e sostegno sociale, di attività multiculturali, di un adeguato inserimento scolastico di minori, di mediazione linguistica e culturale, di apprendimento della lingua e talvolta anche di alfabetizzazione, di orientamento e informazione legale, di sistemazioni abitative, di collocazione lavorativa, di servizi di formazione e di tanto altro ancora.
Infatti molti extracomunitari non si sono integrati né culturalmente né linguisticamente, e ciò è sinonimo del fatto che da quando vivono qui - alcuni addirittura anche da cinque anni - non hanno mai lavorato ma hanno trascorso intere giornate in struttura, bivaccando, annoiandosi e passando il tempo a guardare la tv del proprio Paese. Le condizioni igienico-sanitarie poi sono manifestamente carenti: odori malsani, sporcizia, proliferazione di insetti infestano gli ambienti da loro abitati.
Le foto, a sostengo della denuncia dello stato nel quale versano edificio ed occupanti, fanno parte di un progetto in fase di crescita che ha come fine ultimo la documentazione della condizione e del dramma di queste individui che, partiti dal Sud del Mondo con la speranza di una vita migliore verso il più prospero Nord, si trovano invece bloccati in una Nazione che difficilmente potrà garantire loro un’alternativa migliore.
Proprio la mancanza di occupazione, e quindi l'assenza di reddito, bloccano questi immigrati in un limbo italiano ed europeo, fatto di leggi a volte insensate e poco rispettose, e in una labirintica e problematica burocrazia, senza avere neanche la possibilità di fare rientro in patria o raggiungere i loro cari in altre Nazioni d'Europa (rif. Accordo di Shenghen, rif. Regolamento Dublino II).
Il reportage rincorre quindi la speranza che, una volta pubblicate, queste foto possano risvegliare l'opinione pubblica su un tema così attuale e rilevante, e che possano soprattutto dar seguito ad una serie di interventi concreti in loro aiuto.
Il reportage è stato pubblicato su PhotoVogue Stories e su Witness Journal.
MARCO SACCO “SECONDA ACCOGLIENZA”
I flussi migratori, intensificatisi soprattutto negli ultimi anni, sono il sintomo più evidente dell’instabilità politica di numerosi Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum e dell’Africa subsahariana.
La posizione strategica dell’Italia all'interno del bacino mediterraneo favorisce l’approdo di molti migranti che scelgono proprio le vie del mare per raggiungere il Bel Paese, che quasi mai però rappresenta la loro meta definitiva ma vuole essere semplicemente un corridoio verso altri Paesi dell’Unione Europea, nella speranza di un’esistenza migliore.
Ma quali sono le fasi che seguono l’esodo dal proprio Paese?
Dopo lo sbarco in veri e propri “porti umani”, quali ad esempio quelli di Lampedusa e Marsala, il sistema di accoglienza italiano si articola in due fasi: la prima ha luogo nei centri di prima accoglienza governativi, la seconda, quella che effettivamente dovrebbe far sì che vengano attivati servizi volti a fornire assistenza e protezione ai rifugiati, prosegue all'interno dello SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) o, come spesso avviene, sfocia in soluzioni di ambigua legalità e di dubbia garanzia di una vita dignitosa.
L'ex liceo classico Socrate di Bari, che negli anni passati ha rappresentato un centro di seconda accoglienza per migranti perlopiù eritrei, etiopi, sudanesi e ciadiani, è l’esempio principe di come questo nostro sistema faccia acqua. Abitato dal 2009, e nonostante l’autorizzazione da parte degli gli enti locali all'occupazione dell’edificio scolastico, gli stessi non si sono poi impegnati per la messa in opera di progetti in grado di fornire accoglienza integrata, diritto dei rifugiati.
Proprio le Autorità del posto dovrebbero supportare Organizzazioni del Terzo Settore, protagoniste nell'attuazione di iniziative d'integrazione che hanno come obiettivo non solo la realizzazione di interventi materiali di base, come vitto e alloggio, ma anche la fornitura di servizi volti a facilitare l'acquisizione di strumenti per l'autonomia dei beneficiari. Niente di tutto questo è stato però concesso agli immigrati, muniti per di più di regolare permesso di soggiorno o aventi diritto all'asilo politico.
E allora, aiutati da un Comitato di Supporto, gli occupanti dell’ex Socrate hanno intrapreso attività autorganizzate che hanno temporaneamente ovviato alle inadempienze degli organismi preposti, circa la seconda accoglienza. Ma, malgrado l’aiuto di volontari, la situazione è precipitata negli anni. Col passare del tempo infatti, le iniziative di autogestione hanno avuto sempre meno efficacia sia per il disagio sociale che affligge gli occupanti, sia per la totale indifferenza degli organi competenti ai loro problemi.
Attualmente gli occupanti avrebbero bisogno di assistenza sanitaria e sostegno sociale, di attività multiculturali, di un adeguato inserimento scolastico di minori, di mediazione linguistica e culturale, di apprendimento della lingua e talvolta anche di alfabetizzazione, di orientamento e informazione legale, di sistemazioni abitative, di collocazione lavorativa, di servizi di formazione e di tanto altro ancora.
Infatti molti extracomunitari non si sono integrati né culturalmente né linguisticamente, e ciò è sinonimo del fatto che da quando vivono qui - alcuni addirittura anche da cinque anni - non hanno mai lavorato ma hanno trascorso intere giornate in struttura, bivaccando, annoiandosi e passando il tempo a guardare la tv del proprio Paese. Le condizioni igienico-sanitarie poi sono manifestamente carenti: odori malsani, sporcizia, proliferazione di insetti infestano gli ambienti da loro abitati.
Le foto, a sostengo della denuncia dello stato nel quale versano edificio ed occupanti, fanno parte di un progetto in fase di crescita che ha come fine ultimo la documentazione della condizione e del dramma di queste individui che, partiti dal Sud del Mondo con la speranza di una vita migliore verso il più prospero Nord, si trovano invece bloccati in una Nazione che difficilmente potrà garantire loro un’alternativa migliore.
Proprio la mancanza di occupazione, e quindi l'assenza di reddito, bloccano questi immigrati in un limbo italiano ed europeo, fatto di leggi a volte insensate e poco rispettose, e in una labirintica e problematica burocrazia, senza avere neanche la possibilità di fare rientro in patria o raggiungere i loro cari in altre Nazioni d'Europa (rif. Accordo di Shenghen, rif. Regolamento Dublino II).
Il reportage rincorre quindi la speranza che, una volta pubblicate, queste foto possano risvegliare l'opinione pubblica su un tema così attuale e rilevante, e che possano soprattutto dar seguito ad una serie di interventi concreti in loro aiuto.
Il reportage è stato pubblicato su PhotoVogue Stories e su Witness Journal.
06
gennaio 2015
Marco Sacco – Seconda accoglienza
Dal 06 al 21 gennaio 2015
fotografia
Location
TEATRO GARIBALDI
Bisceglie, Piazza Margherita Di Savoia, (Bari)
Bisceglie, Piazza Margherita Di Savoia, (Bari)
Orario di apertura
dal 08/01/2015 al 21/01/2015, visitabile dalle 18:00 alle 20:00 (domenica e lunedì esclusi).
Vernissage
6 Gennaio 2015, ore 19:30
Autore
Curatore