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Marco Scataglini – Verso Sud
Sono sempre stato affascinato dai termini di confine, sin da quando, parecchio tempo fa, ne ho visto uno sulla cresta dei monti Simbruini che separa oggi il Lazio dall’Abruzzo. La mia passione per queste colonnine di pietra è legata alla forma stessa dei termini, che rimanda a forme ancestrali, a certi menhir preistorici, o ai grandi “falli” propiziatori collocati nei luoghi magici dai
nostri antichi predecessori, o anche ai “terminus” che delimitavano le proprietà e le frontiere dell’Impero in epoca romana. In un unico pezzo di pietra, decine di migliaia di anni di storia!
Comunicato stampa
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VERSO SUD
Mostra fotografica di Marco Scataglini
L'Italia è un paese unito?
Salendo il fianco di una montagna, sull'Appennino, e in alcune zone delle Al-
pi, può capitare di incontrare delle colonnine di pietra alte circa un metro-un
metro e mezzo. In particolare, tra Lazio, Marche e Abruzzo ce ne sono circa
400 (ma un tempo erano ben 686), distribuite lungo una linea di circa 300
km che dal Tirreno (Terracina) arriva all'Adriatico (Foce del Tronto), risa-
lendo montagne e attraversando valli.
Rappresentano il simbolo stesso delle passate divisioni, e delle attuali diffi-
coltà di costruire una perfetta integrazione tra nord e sud del nostro paese.
Si chiamano "termini" (Terminus, com’è intitolata una sezione della mostra,
era il dio romano dei confini), e dal 1847 al 1860 hanno reso concreta e visibi-
le la demarcazione tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. Entram-
bi Stati sovrani, internazionalmente riconosciuti.
Era un'epoca in cui l'Italia era ancora suddivisa in tanti stati e staterelli, o-
gnuno con i suoi confini, le sue istituzioni, i suoi eserciti.
Ma lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli o delle Due Sicilie erano diversi: si
trattava di stati plurisecolari, radicati sul territorio, con contorte, ma definite,
storie alle spalle. E soprattutto, si trattava di stati che separavano nettamente
la penisola in due parti, un sud con risorse ancora sufficienti a tener fuori
dalla miseria larga parte della popolazione e un nord che si avviava verso l'in-
dustrializzazione, ma appesantito da serie problemi finanziari, soprattutto nel
settore occidentale (anche a causa di costose e fallimentari guerre). E da nord
verso sud, un movimento di intellettuali, artisti e puri e semplici viaggiatori
che dopo aver raggiunto Roma proseguivano verso Napoli, passando il confi-
ne. Era il cosiddetto Grand Tour, e in qualche modo la mostra lo racconta, in-
trecciandone i paesaggi e le suggestioni con quelle dell’Antico Confine.
Sono sempre stato affascinato dai termini di confine, sin da quando, parec-
chio tempo fa, ne ho visto uno sulla cresta dei monti Simbruini che separa og-
gi il Lazio dall’Abruzzo. La mia passione per queste colonnine di pietra è lega-
ta alla forma stessa dei termini, che rimanda a forme ancestrali, a certi men-
hir preistorici, o ai grandi "falli" propiziatori collocati nei luoghi magici dai
nostri antichi predecessori, o anche ai "terminus" che delimitavano le pro-
prietà e le frontiere dell'Impero in epoca romana. In un unico pezzo di pietra,
decine di migliaia di anni di storia!
Inoltre la loro forma verticale, ponte tra cielo e terra, il loro significato storico
e politico, il paesaggio circostante, tutto fornisce gli elementi utili a creare
immagini omnicomprensive, capaci di suggerire, affermare, porre interrogati-
vi, a volte trovare risposte.
Troppo affascinante per un fotografo!
La mostra "Verso Sud" sarà visitabile dall'8 al 23 ottobre 2011 presso la ex-
chiesa Santa Croce di Tuscania (Vt), vicino la Biblioteca Comunale, nella
Piazza del Comune (arioso belvedere sul fantastico borgo della cittadina etru-
sca) con i seguenti orari:
Sabato ore 10.00-12.30 16.00-19.00
Domenica ore 10.00 - 12.30
Info su www.antichiconfini.com
Mostra fotografica di Marco Scataglini
L'Italia è un paese unito?
Salendo il fianco di una montagna, sull'Appennino, e in alcune zone delle Al-
pi, può capitare di incontrare delle colonnine di pietra alte circa un metro-un
metro e mezzo. In particolare, tra Lazio, Marche e Abruzzo ce ne sono circa
400 (ma un tempo erano ben 686), distribuite lungo una linea di circa 300
km che dal Tirreno (Terracina) arriva all'Adriatico (Foce del Tronto), risa-
lendo montagne e attraversando valli.
Rappresentano il simbolo stesso delle passate divisioni, e delle attuali diffi-
coltà di costruire una perfetta integrazione tra nord e sud del nostro paese.
Si chiamano "termini" (Terminus, com’è intitolata una sezione della mostra,
era il dio romano dei confini), e dal 1847 al 1860 hanno reso concreta e visibi-
le la demarcazione tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. Entram-
bi Stati sovrani, internazionalmente riconosciuti.
Era un'epoca in cui l'Italia era ancora suddivisa in tanti stati e staterelli, o-
gnuno con i suoi confini, le sue istituzioni, i suoi eserciti.
Ma lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli o delle Due Sicilie erano diversi: si
trattava di stati plurisecolari, radicati sul territorio, con contorte, ma definite,
storie alle spalle. E soprattutto, si trattava di stati che separavano nettamente
la penisola in due parti, un sud con risorse ancora sufficienti a tener fuori
dalla miseria larga parte della popolazione e un nord che si avviava verso l'in-
dustrializzazione, ma appesantito da serie problemi finanziari, soprattutto nel
settore occidentale (anche a causa di costose e fallimentari guerre). E da nord
verso sud, un movimento di intellettuali, artisti e puri e semplici viaggiatori
che dopo aver raggiunto Roma proseguivano verso Napoli, passando il confi-
ne. Era il cosiddetto Grand Tour, e in qualche modo la mostra lo racconta, in-
trecciandone i paesaggi e le suggestioni con quelle dell’Antico Confine.
Sono sempre stato affascinato dai termini di confine, sin da quando, parec-
chio tempo fa, ne ho visto uno sulla cresta dei monti Simbruini che separa og-
gi il Lazio dall’Abruzzo. La mia passione per queste colonnine di pietra è lega-
ta alla forma stessa dei termini, che rimanda a forme ancestrali, a certi men-
hir preistorici, o ai grandi "falli" propiziatori collocati nei luoghi magici dai
nostri antichi predecessori, o anche ai "terminus" che delimitavano le pro-
prietà e le frontiere dell'Impero in epoca romana. In un unico pezzo di pietra,
decine di migliaia di anni di storia!
Inoltre la loro forma verticale, ponte tra cielo e terra, il loro significato storico
e politico, il paesaggio circostante, tutto fornisce gli elementi utili a creare
immagini omnicomprensive, capaci di suggerire, affermare, porre interrogati-
vi, a volte trovare risposte.
Troppo affascinante per un fotografo!
La mostra "Verso Sud" sarà visitabile dall'8 al 23 ottobre 2011 presso la ex-
chiesa Santa Croce di Tuscania (Vt), vicino la Biblioteca Comunale, nella
Piazza del Comune (arioso belvedere sul fantastico borgo della cittadina etru-
sca) con i seguenti orari:
Sabato ore 10.00-12.30 16.00-19.00
Domenica ore 10.00 - 12.30
Info su www.antichiconfini.com
08
ottobre 2011
Marco Scataglini – Verso Sud
Dall'otto al 23 ottobre 2011
fotografia
Location
EX CHIESA SANTA CROCE
Tuscania, Via Del Comune, (Viterbo)
Tuscania, Via Del Comune, (Viterbo)
Orario di apertura
Sabato ore 10.00-12.30 16.00-19.00
Domenica ore 10.00 - 12.30
Sito web
www.antichiconfini.com
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