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Marco Strappato – Etica, Tecnica e Pathos
The Gallery Apart è orgogliosa di annunciare Etica, Tecnica e Pathos, la nuova personale di Marco Strappato negli spazi della galleria.
Comunicato stampa
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The Gallery Apart è orgogliosa di annunciare Etica, Tecnica e Pathos, la nuova personale di Marco Strappato negli spazi della galleria. Fedele ad un’idea di arte che non può prescindere dall’ambiente, l’artista arricchisce la sua ricerca sul paesaggio di spunti che arrivano tanto dal mondo naturale quanto dall’interpretazione che l’uomo ne dà nei diversi campi della cultura, dall’arte all’architettura, dalla fotografia alla musica fino all’uso della tecnologia.
Strappato titola la mostra rendendo omaggio ad un album del gruppo “CCCP - Fedeli alla linea” dal titolo “Epica Etica Etnica Pathos”. Un omaggio non casuale, tenuto conto delle modalità di incisione e della scelta delle immagini poste a corredo dell’album. La registrazione avvenne in presa diretta in una casa colonica abbandonata nella campagna reggiana. Il gruppo sfruttò l'eco naturale degli ambienti domestici e si stabilì nella villa per tutto il tempo di registrazione. Ecco confermata la centralità del paesaggio, assunto che Strappato pone alla base della sua poetica, anche in versione domestica e al servizio di un’altra arte, la musica. Quanto alle immagini utilizzate per la cover dell’album e inserite in esemplari numerati al suo interno, si tratta di scatti di Luigi Ghirri, per Strappato un riferimento già in passato esplicitato in una serie di opere esposte in galleria in occasione della mostra Au-delà.
Nel fornire la sua personale reinterpretazione del titolo, Strappato accantona l’Epica e sostituisce la Tecnica a Etnica, così da adattare il messaggio alla sua specifica visione. Etica è per l’artista materia inestricabilmente legata al paesaggio, così costantemente sfregiato e così invece bisognoso di cura per mantenerne intatta la bellezza. Tecnica corrisponde all’approccio all’arte di Strappato, elemento così radicato nel suo agire artistico da assurgere ad autonomo filone di indagine, al servizio ma spesso in parallelo a quella sul paesaggio. Per Pathos basta la definizione da dizionario: capacità di suscitare un'intensa emozione e una totale partecipazione sul piano estetico o affettivo. Nulla potrebbe essere più aderente alle intenzioni dell’artista.
In Etica, Tecnica e Pathos Strappato declina i temi proposti utilizzando diversi media. Aderendo al suggerimento di Werner Herzog (We are surrounded by worn-out images, and we deserve new ones), Strappato presenta This place is really nowhere, una serie di fotoincisioni realizzate partendo da immagini convenzionali (fotografie di stock di paesaggi originariamente veicolate come sfondi di smartphones) rielaborate al punto da rendere irriconoscibile il soggetto. Le immagini finali, ambigue ma evocative, all’occhio dello spettatore si trasformano in luoghi mentali che, pur mantenendo echi dei paesaggi iniziali, danno vita a misteriosi frammenti di paesaggi lunari, a fantastiche cascate o ad astrazioni che alludono a pezzi di storia dell’arte o ai percorsi della psicologia umana. Il titolo riprende il claim per la campagna pubblicitaria dell’IBM del 1987 in cui per la prima volta gli sviluppatori crearono attraverso l’uso del computer l’immagine di una montagna in CGI in tutto simile ad una montagna reale.
Orizzonte e altre linee è una serie di dipinti in cui l’artista dà vita a immagini sintetiche nate a partire dalla linea dell’orizzonte, attraverso la quale si viene a costruire l’immagine finale. Il materiale di partenza è un archivio di cartoline e stampe collezionate dall’artista, immagini iconiche di paesaggi costieri italiani. Non si tratta di una ricognizione alla ricerca delle bellezze dei luoghi; ogni immagine risponde ad una visione complessiva che si alimenta per metonimie. Non a caso le opere sono bianche, attraversate solo dalla nettezza del nero della pennellata. Il bianco sospende ogni riferimento temporale, assecondando il ricorso dello spettatore al proprio immaginario personale, mentre la semplicità potente della linea dipinta mette a fuoco ogni possibile ricordo che le immagini riescono ad evocare. La serie di opere vuole essere un concentrato di emozioni attraverso un percorso di identificazione e di riconoscimento in un paesaggio che è familiare ma rarefatto, che è a volte riconoscibile ma reso archetipico dal potere obliterante della bicromia e che in ogni caso è inequivocabilmente italiano.
Appunti sulle marine è il titolo scelto per un’altra serie di disegni, questa volta realizzati su documenti inutilizzati di entrata di opere d’arte nelle gallerie. Al di là dell’evocazione del passaggio del tempo stante l’obsolescenza di documenti ormai soppiantati dagli archivi digitali, Strappato invita a riflettere sui meccanismi che presiedono alla veicolazione delle opere d’arte e sui rapporti tra arte e mercato, sottolineando la forza dell’opera che può restituire la poesia di un paesaggio anche se disegnato su un banale foglio di archiviazione.
Infine, a sottolineare l’aura che pervade la mostra grazie alla delicatezza con cui l’artista interpreta l’influenza del naturale sull’artificiale, dall’alto soffitto della galleria scende l’unico elemento tridimensionale in mostra, una coppia di gabbiani in legno e gesso a cui Strappato ha dato il titolo Seagulls. Le due sculture, seppur collocate nello spazio neutro della galleria e non nel loro ambiente naturale, ci ricordano che il paesaggio non è ad uso e consumo dell’uomo ma è abitato da creature che dei valori ambientalisti sono testimoni e devono restarne beneficiari.
Strappato titola la mostra rendendo omaggio ad un album del gruppo “CCCP - Fedeli alla linea” dal titolo “Epica Etica Etnica Pathos”. Un omaggio non casuale, tenuto conto delle modalità di incisione e della scelta delle immagini poste a corredo dell’album. La registrazione avvenne in presa diretta in una casa colonica abbandonata nella campagna reggiana. Il gruppo sfruttò l'eco naturale degli ambienti domestici e si stabilì nella villa per tutto il tempo di registrazione. Ecco confermata la centralità del paesaggio, assunto che Strappato pone alla base della sua poetica, anche in versione domestica e al servizio di un’altra arte, la musica. Quanto alle immagini utilizzate per la cover dell’album e inserite in esemplari numerati al suo interno, si tratta di scatti di Luigi Ghirri, per Strappato un riferimento già in passato esplicitato in una serie di opere esposte in galleria in occasione della mostra Au-delà.
Nel fornire la sua personale reinterpretazione del titolo, Strappato accantona l’Epica e sostituisce la Tecnica a Etnica, così da adattare il messaggio alla sua specifica visione. Etica è per l’artista materia inestricabilmente legata al paesaggio, così costantemente sfregiato e così invece bisognoso di cura per mantenerne intatta la bellezza. Tecnica corrisponde all’approccio all’arte di Strappato, elemento così radicato nel suo agire artistico da assurgere ad autonomo filone di indagine, al servizio ma spesso in parallelo a quella sul paesaggio. Per Pathos basta la definizione da dizionario: capacità di suscitare un'intensa emozione e una totale partecipazione sul piano estetico o affettivo. Nulla potrebbe essere più aderente alle intenzioni dell’artista.
In Etica, Tecnica e Pathos Strappato declina i temi proposti utilizzando diversi media. Aderendo al suggerimento di Werner Herzog (We are surrounded by worn-out images, and we deserve new ones), Strappato presenta This place is really nowhere, una serie di fotoincisioni realizzate partendo da immagini convenzionali (fotografie di stock di paesaggi originariamente veicolate come sfondi di smartphones) rielaborate al punto da rendere irriconoscibile il soggetto. Le immagini finali, ambigue ma evocative, all’occhio dello spettatore si trasformano in luoghi mentali che, pur mantenendo echi dei paesaggi iniziali, danno vita a misteriosi frammenti di paesaggi lunari, a fantastiche cascate o ad astrazioni che alludono a pezzi di storia dell’arte o ai percorsi della psicologia umana. Il titolo riprende il claim per la campagna pubblicitaria dell’IBM del 1987 in cui per la prima volta gli sviluppatori crearono attraverso l’uso del computer l’immagine di una montagna in CGI in tutto simile ad una montagna reale.
Orizzonte e altre linee è una serie di dipinti in cui l’artista dà vita a immagini sintetiche nate a partire dalla linea dell’orizzonte, attraverso la quale si viene a costruire l’immagine finale. Il materiale di partenza è un archivio di cartoline e stampe collezionate dall’artista, immagini iconiche di paesaggi costieri italiani. Non si tratta di una ricognizione alla ricerca delle bellezze dei luoghi; ogni immagine risponde ad una visione complessiva che si alimenta per metonimie. Non a caso le opere sono bianche, attraversate solo dalla nettezza del nero della pennellata. Il bianco sospende ogni riferimento temporale, assecondando il ricorso dello spettatore al proprio immaginario personale, mentre la semplicità potente della linea dipinta mette a fuoco ogni possibile ricordo che le immagini riescono ad evocare. La serie di opere vuole essere un concentrato di emozioni attraverso un percorso di identificazione e di riconoscimento in un paesaggio che è familiare ma rarefatto, che è a volte riconoscibile ma reso archetipico dal potere obliterante della bicromia e che in ogni caso è inequivocabilmente italiano.
Appunti sulle marine è il titolo scelto per un’altra serie di disegni, questa volta realizzati su documenti inutilizzati di entrata di opere d’arte nelle gallerie. Al di là dell’evocazione del passaggio del tempo stante l’obsolescenza di documenti ormai soppiantati dagli archivi digitali, Strappato invita a riflettere sui meccanismi che presiedono alla veicolazione delle opere d’arte e sui rapporti tra arte e mercato, sottolineando la forza dell’opera che può restituire la poesia di un paesaggio anche se disegnato su un banale foglio di archiviazione.
Infine, a sottolineare l’aura che pervade la mostra grazie alla delicatezza con cui l’artista interpreta l’influenza del naturale sull’artificiale, dall’alto soffitto della galleria scende l’unico elemento tridimensionale in mostra, una coppia di gabbiani in legno e gesso a cui Strappato ha dato il titolo Seagulls. Le due sculture, seppur collocate nello spazio neutro della galleria e non nel loro ambiente naturale, ci ricordano che il paesaggio non è ad uso e consumo dell’uomo ma è abitato da creature che dei valori ambientalisti sono testimoni e devono restarne beneficiari.
30
novembre 2022
Marco Strappato – Etica, Tecnica e Pathos
Dal 30 novembre 2022 al 27 gennaio 2023
arte contemporanea
Location
THE GALLERY APART
Roma, Via Francesco Negri, 43, (Roma)
Roma, Via Francesco Negri, 43, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15-19
Vernissage
30 Novembre 2022, ore 17.00
Sito web
Autore