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Marco Tancredi – Carte famigliari
Mostra personale
Comunicato stampa
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La Galleria “Arianna Sartori - Arte & object design” di Mantova, nella sede di via Cap-pello 17, dal 17 aprile al 6 maggio 2010, presenta la mostra personale dell’artista bre-sciano Marco Tancredi intitolata “Carte famigliari”. L’inaugurazione è fissata per Sa-bato 17 aprile alle ore 18.00 alla presenza dell’artista.
Carte, ritagli, frammenti,
colore:
grafemi di linguaggi smarriti,
fonemi di comunicazioni interrotte,
ricordi sommessi,
parole di un inconsueto linguaggio che
l’artista usa per parlare silenziosamente col mondo.
Marco Tancredi lavora da sempre con strumenti artigianali e materiali poveri: forbici, carte, colla, colori, in un fare solo apparentemente semplice, ma che nell’opera ci svela una profonda e intensa riflessione sulle tematiche della comunicazione e del trascorrere del tempo.
Certo possiamo dire che tecnicamente le sue opere sono eredi dei papiers collés di Picasso e Braque, tanto che Tancredi prosegue la volontà antimimetica già propria dei due grandi artisti: egli infatti non riproduce forme, ma ricerca, trova, prepara e incolla carte ritagliate e frammenti di immagini in una sorta di accurato patchwork. La sua azione artistica è però ormai lontana dall’intento rivoluzionario, di rottura con il passato proprio del movi-mento d’avanguardia, anzi, oggi, nell’avveniristico panorama dell’arte contemporanea, il suo lavoro meticoloso e paziente di ricomposizione recupera, nel silenzio del gesto e del pensiero, la manualità smarrita propria della tradizione artistica.
Il gesto creatore di Tancredi è estraneo alla frenesia della società contemporanea, il suo è un fare lento, che recu-pera il bisogno della meditazione, del raccoglimento con se stessi. Le sue opere nascono infatti da una stratifica-zione necessaria di momenti che si susseguono in un tempo dilatato: egli cerca e raccoglie carte artigianali, sele-ziona pazientemente testimonianze appartenenti ad un tempo trascorso (cartoline, lettere, documenti,…), colora i supporti, incolla le carte e compone l’opera, la sua poesia visiva.
Usa carte, ritagli, frammenti, senza però mai abbandonare il medium del pittore, il colore, il quale percorre leg-gero la superficie con piccole iterate macchie e soffusi aloni. Spesso il pennello attinge, più che alla tavolozza del pittore, alla gamma cromatica del tipografo, quasi l’Artista volesse poeticamente
ricreare caratteri tipografici, grafemi, privi di un preciso alfabeto, ma capaci di ricomporre un dialogo. Egli sente la necessità di riallacciare, portare a galla, comunicazioni sospese, pur sapendo che sopita è la loro voce e che una futura onda le farà nuovamente svanire nel silenzio.
La sua opera si pone quindi come filo di congiuntura tra presente e passato, in un tempo che fluisce inarrestabile; è una sorta di mare universale e personale, in cui fluttuano immagini di ricordi. Fagocita infatti, in un linguaggio fuori sincrono -parafrasando il titolo di una mostra dell’Artista-, brandelli di storia recuperati dalla memoria ico-nica. Tancredi abolisce quindi la cornice, il limite tra presente e passato, ma anche la separazione tra mondo in-terno ed esterno, tra arte e realtà.
Le sue opere sono pertanto suggestioni, dentro le quali possiamo trovare messaggi velati: non semplici comuni-cazioni bidirezionali e mono-significanti tra mittente e referente, quanto piuttosto codici che acquistano ogni vol-ta senso nuovo. Il lettore che cerca di decifrarli entra in un mondo poetico che distoglie dalle mere preoccupa-zioni contingenti, perché qui tutto acquista un altro senso, il senso -o il non senso- che si ritrova in una dimen-sione altra, sopra il tempo, nella quotidianità oltre l’oggi, nel sé e oltre il sé. Perché l’uomo vive nel ciclo dell’Esistenza, nell’individualità e nell’universalità.
Anna Lisa Ghirardi
(Dal catalogo della mostra Windows of the art)
Marco Tancredi è nato a Brescia nel 1952. Dopo aver frequentato il liceo artistico, inizia l’attività espositiva e parallelamente il lavoro di art director e graphic designer. Nel 1976 vince il primo premio di grafica a Torino. In quegli anni conosce diversi artisti tra cui Bruno Munari, Horacio Garcia Rossi, Francois Morellet; instaura un’amicizia e una collaborazione artistica che lo vedrà insieme a loro in diverse mostre italiane ed europee.
Da alcuni anni si occupa esclusivamente della sua ricerca artistica.
Hanno scritto di lui:
Eugenia Volpi, Giorgio Segato, Luciano Spiazzi, Lino Lazzari, Silvana Weiler Romanin Jacur, Carmen Lòpez- Niclòs, Bruno Munari, Francesco Vincitorio, Fausto Lorenzi, Mauro Corradini, Alberto Chiappani, Roberto Bianchi, Martina Corgnati, Anna Maria Di Paolo, Luisa Ariotti, Myriam Zerbi, Anna Lisa Ghirardi.
Principali esposizioni:
1975 Brescia, Galleria San Michele, mostra personale 1976 Torino, Primo Premio di Grafica; Brescia, Galleria Sincron, mostra personale 1980 Belluno, Galleria Carrera 11, mostra personale; Brescia, Galleria Sincron, mo-stra personale; Roma, Galleria AM16, mostra personale 1981 Firenze, Studio d’arte Il Moro, mostra personale; Parigi (Francia), Grand Palais, Salon d’Automne; Savona, Galleria Il Brandale, mostra personale 1982 Padova, Galleria La Chiocciola; Tirano, Sondrio, Museo Tiranense, mostra personale; Bilbao (Spagna), Arteder ‘82; Bergamo, Galleria Fumagalli, mostra personale; Bari, Expo Arte; Parigi (Francia), Grand Palais, Grands et Jeu-nes d’Aujourd’hui; Vienna (Austria), Karlsplatz. 1984 Bari, Expo Arte; Spello, Perugia, Contemporaneamente 1985 Brescia, Galleria Labus, Mutamenti minimi, mostra personale 1992 Brescia, Atelier degli artisti, Tracce, mostra personale 1994 Brescia, Galleria AAB, Tendenze non figurative 1996 Concesio, Brescia, Di là dal fiume e tra gli alberi, C/Arte, mostra personale 1999 Concesio, Brescia, Di là dal fiume e tra gli alberi, Samizdat, mo-stra personale 2000 Concesio, Brescia, Di là dal fiume e tra gli alberi, Parole ritrovate in spazi dimenticati, mo-stra personale; Milano – New York (USA), Lattuada Pardo Gallery, mostra personale 2003 Ferrara, Galleria Se-kanina, Ozio, lentezza, parole perdute, mostra personale; Brescia, Spazio Megàl, Opere, mostra personale 2004 Ome, Brescia, Terme di Franciacorta, Aria, acqua, terra, fuoco, mostra personale; Brescia, B.Art - Trenta paro-le, mostra personale. 2006 Brescia, Atelier degli artisti, Biografismi, mostra personale 2007 Brescia, Spazio O-verseas, Orizzonti fuori sincrono, mostra personale; Ferrara, St. Art 47, Vetrophanie, mostra personale; Milano, Spazioalbello, Tandem, mostra personale; Iseo, Brescia, Centro Culturale l’Arsenale, Carte allagate 2008 Wie-lenbach (Germania), H.E.W wielenbach galerie, Windows of the art. 2009 Milano SBLU Fame di bello; Brescia, Venticirca; Maderno ,Palazzo Gonzaga, Mostra personale, Dolèac e Burkhardt.
Carte, ritagli, frammenti,
colore:
grafemi di linguaggi smarriti,
fonemi di comunicazioni interrotte,
ricordi sommessi,
parole di un inconsueto linguaggio che
l’artista usa per parlare silenziosamente col mondo.
Marco Tancredi lavora da sempre con strumenti artigianali e materiali poveri: forbici, carte, colla, colori, in un fare solo apparentemente semplice, ma che nell’opera ci svela una profonda e intensa riflessione sulle tematiche della comunicazione e del trascorrere del tempo.
Certo possiamo dire che tecnicamente le sue opere sono eredi dei papiers collés di Picasso e Braque, tanto che Tancredi prosegue la volontà antimimetica già propria dei due grandi artisti: egli infatti non riproduce forme, ma ricerca, trova, prepara e incolla carte ritagliate e frammenti di immagini in una sorta di accurato patchwork. La sua azione artistica è però ormai lontana dall’intento rivoluzionario, di rottura con il passato proprio del movi-mento d’avanguardia, anzi, oggi, nell’avveniristico panorama dell’arte contemporanea, il suo lavoro meticoloso e paziente di ricomposizione recupera, nel silenzio del gesto e del pensiero, la manualità smarrita propria della tradizione artistica.
Il gesto creatore di Tancredi è estraneo alla frenesia della società contemporanea, il suo è un fare lento, che recu-pera il bisogno della meditazione, del raccoglimento con se stessi. Le sue opere nascono infatti da una stratifica-zione necessaria di momenti che si susseguono in un tempo dilatato: egli cerca e raccoglie carte artigianali, sele-ziona pazientemente testimonianze appartenenti ad un tempo trascorso (cartoline, lettere, documenti,…), colora i supporti, incolla le carte e compone l’opera, la sua poesia visiva.
Usa carte, ritagli, frammenti, senza però mai abbandonare il medium del pittore, il colore, il quale percorre leg-gero la superficie con piccole iterate macchie e soffusi aloni. Spesso il pennello attinge, più che alla tavolozza del pittore, alla gamma cromatica del tipografo, quasi l’Artista volesse poeticamente
ricreare caratteri tipografici, grafemi, privi di un preciso alfabeto, ma capaci di ricomporre un dialogo. Egli sente la necessità di riallacciare, portare a galla, comunicazioni sospese, pur sapendo che sopita è la loro voce e che una futura onda le farà nuovamente svanire nel silenzio.
La sua opera si pone quindi come filo di congiuntura tra presente e passato, in un tempo che fluisce inarrestabile; è una sorta di mare universale e personale, in cui fluttuano immagini di ricordi. Fagocita infatti, in un linguaggio fuori sincrono -parafrasando il titolo di una mostra dell’Artista-, brandelli di storia recuperati dalla memoria ico-nica. Tancredi abolisce quindi la cornice, il limite tra presente e passato, ma anche la separazione tra mondo in-terno ed esterno, tra arte e realtà.
Le sue opere sono pertanto suggestioni, dentro le quali possiamo trovare messaggi velati: non semplici comuni-cazioni bidirezionali e mono-significanti tra mittente e referente, quanto piuttosto codici che acquistano ogni vol-ta senso nuovo. Il lettore che cerca di decifrarli entra in un mondo poetico che distoglie dalle mere preoccupa-zioni contingenti, perché qui tutto acquista un altro senso, il senso -o il non senso- che si ritrova in una dimen-sione altra, sopra il tempo, nella quotidianità oltre l’oggi, nel sé e oltre il sé. Perché l’uomo vive nel ciclo dell’Esistenza, nell’individualità e nell’universalità.
Anna Lisa Ghirardi
(Dal catalogo della mostra Windows of the art)
Marco Tancredi è nato a Brescia nel 1952. Dopo aver frequentato il liceo artistico, inizia l’attività espositiva e parallelamente il lavoro di art director e graphic designer. Nel 1976 vince il primo premio di grafica a Torino. In quegli anni conosce diversi artisti tra cui Bruno Munari, Horacio Garcia Rossi, Francois Morellet; instaura un’amicizia e una collaborazione artistica che lo vedrà insieme a loro in diverse mostre italiane ed europee.
Da alcuni anni si occupa esclusivamente della sua ricerca artistica.
Hanno scritto di lui:
Eugenia Volpi, Giorgio Segato, Luciano Spiazzi, Lino Lazzari, Silvana Weiler Romanin Jacur, Carmen Lòpez- Niclòs, Bruno Munari, Francesco Vincitorio, Fausto Lorenzi, Mauro Corradini, Alberto Chiappani, Roberto Bianchi, Martina Corgnati, Anna Maria Di Paolo, Luisa Ariotti, Myriam Zerbi, Anna Lisa Ghirardi.
Principali esposizioni:
1975 Brescia, Galleria San Michele, mostra personale 1976 Torino, Primo Premio di Grafica; Brescia, Galleria Sincron, mostra personale 1980 Belluno, Galleria Carrera 11, mostra personale; Brescia, Galleria Sincron, mo-stra personale; Roma, Galleria AM16, mostra personale 1981 Firenze, Studio d’arte Il Moro, mostra personale; Parigi (Francia), Grand Palais, Salon d’Automne; Savona, Galleria Il Brandale, mostra personale 1982 Padova, Galleria La Chiocciola; Tirano, Sondrio, Museo Tiranense, mostra personale; Bilbao (Spagna), Arteder ‘82; Bergamo, Galleria Fumagalli, mostra personale; Bari, Expo Arte; Parigi (Francia), Grand Palais, Grands et Jeu-nes d’Aujourd’hui; Vienna (Austria), Karlsplatz. 1984 Bari, Expo Arte; Spello, Perugia, Contemporaneamente 1985 Brescia, Galleria Labus, Mutamenti minimi, mostra personale 1992 Brescia, Atelier degli artisti, Tracce, mostra personale 1994 Brescia, Galleria AAB, Tendenze non figurative 1996 Concesio, Brescia, Di là dal fiume e tra gli alberi, C/Arte, mostra personale 1999 Concesio, Brescia, Di là dal fiume e tra gli alberi, Samizdat, mo-stra personale 2000 Concesio, Brescia, Di là dal fiume e tra gli alberi, Parole ritrovate in spazi dimenticati, mo-stra personale; Milano – New York (USA), Lattuada Pardo Gallery, mostra personale 2003 Ferrara, Galleria Se-kanina, Ozio, lentezza, parole perdute, mostra personale; Brescia, Spazio Megàl, Opere, mostra personale 2004 Ome, Brescia, Terme di Franciacorta, Aria, acqua, terra, fuoco, mostra personale; Brescia, B.Art - Trenta paro-le, mostra personale. 2006 Brescia, Atelier degli artisti, Biografismi, mostra personale 2007 Brescia, Spazio O-verseas, Orizzonti fuori sincrono, mostra personale; Ferrara, St. Art 47, Vetrophanie, mostra personale; Milano, Spazioalbello, Tandem, mostra personale; Iseo, Brescia, Centro Culturale l’Arsenale, Carte allagate 2008 Wie-lenbach (Germania), H.E.W wielenbach galerie, Windows of the art. 2009 Milano SBLU Fame di bello; Brescia, Venticirca; Maderno ,Palazzo Gonzaga, Mostra personale, Dolèac e Burkhardt.
17
aprile 2010
Marco Tancredi – Carte famigliari
Dal 17 aprile al 06 maggio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
ore 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi
Vernissage
17 Aprile 2010, ore 18.00
Autore
Curatore