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Marco Villani
Neohesperia ospita الديمقراطية di Marco Villani, un manifesto nero con la parola democrazia trascritta in arabo. Cos’è democrazia? Concetto esportabile o pratica comunitaria? Appartiene alla tradizione politica araba o rientra solo nella tradizione occidentale? Il progetto nasce da tali domande.
Comunicato stampa
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Dal 31 marzo lo spazio di Neohesperia ospiterà il progetto الديمقراطية di Marco Villani, un manifesto nero con la parola ‘democrazia’ trascritta in arabo.
Ma che cos’è la democrazia? È un ‘concetto scientifico’ esportabile o una pratica comunitaria? È un concetto appartenente anche alla tradizione politica araba, o rientra solo all’interno del pensiero politico di tradizione occidentale? Il progetto di Villani è nato a partire da queste domande e dalla riflessione per cui la democrazia non possa ridursi ad una forma applicabile in tutti i tempi e i luoghi in quanto forma di superiorità della civiltà occidentale.
La parola democrazia trascritta sul manifesto in arabo genera un cortocircuito tra la lingua araba in cui viene espressa e il suo significato che di fatto non rientra originalmente all’interno della tradizione politico culturale islamica; il sistema democratico si è infatti sviluppato inizialmente in Europa, ha subito notevoli ridefinizioni nel tempo, ed in seguito è stato esportato attraverso le colonizzazioni nell’area mediorientale. L’uso che gli stati occidentali hanno fatto della pratica democratica nei confronti dei paesi arabi, esportandola attraverso sistemi d’imposizione e strumentalizzandola per giustificare fini politici impropri, non solo ha sminuito il modello democratico a concetto piuttosto che a pratica condivisa e partecipata ma imposto un sistema non ancora emerso o assimilato.
La scelta del manifesto quale spazio di incontro/scontro tra le due culture rappresenta la volontà di voler sintetizzare attraverso questo fraintendimento linguistico concettuale la relazione, la vicinanza ma anche la diversità di pensiero socio-politico tra il mondo occidentale e quello arabo.
Nella forma di affissione pubblica questo progetto da una parte sembra voler evocare la voce delle popolazioni del Nord dell’Africa che in questo momento stanno vivendo la guerra civile per liberarsi dalle storiche dittature, e dall’altra sembra voler stimolare la riflessione sull’attuale condizione in cui si trova il sistema democratico occidentale, modello che secondo il politologo britannico Collin Crouch sta attraversando una difficile crisi e producendo un certo compiacimento rispetto l’affermarsi di quello che lui chiama “postdemocrazia”, un sistema nel quale lo Stato cede gran parte del suo potere all’élite privilegiate e alle lobby aziendali e smette di essere garante del servizio pubblico.
Intersecando un concetto di tradizione occidentale con l’ermetica scrittura araba, riportata bianco su nero, Villani crea una certa aura intorno alla parola democrazia, l’interessato che vorrà capirne il significato, compresone il senso, non potrà per un attimo non riportare la sua attenzione alla fase di criticità in cui si trova la democrazia occidentale e alla situazione ancor più drammatica dei nostri vicini di casa arabi.
Eugenia Delfini
Eugenia Delfini per questa occasione cura per Neohesperia un progetto di Marco Villani,
già autore dell’affissione Caduti per la libertà!, comparsa proprio di fronte alla Questura di Genova. Il caso vuole che questo suo nuovo intervento a Treviso appaia di fronte ad una sede della banca Unicredit che sembra avere una parte non irrilevante in quanto sta accadendo al di là del mare.
Neohesperia
Marco Villani vive a Genova, lavora sul concetto di identità, sulla città e sulla memoria con i linguaggi dell'azione urbana, del video e dell'indagine scientifica.
Eugenia Delfini vive e lavora tra Venezia e Roma; è membro del collettivo Sottobosco, si occupa principalmente di Associazionismo non profit per l’arte contemporanea.
Ma che cos’è la democrazia? È un ‘concetto scientifico’ esportabile o una pratica comunitaria? È un concetto appartenente anche alla tradizione politica araba, o rientra solo all’interno del pensiero politico di tradizione occidentale? Il progetto di Villani è nato a partire da queste domande e dalla riflessione per cui la democrazia non possa ridursi ad una forma applicabile in tutti i tempi e i luoghi in quanto forma di superiorità della civiltà occidentale.
La parola democrazia trascritta sul manifesto in arabo genera un cortocircuito tra la lingua araba in cui viene espressa e il suo significato che di fatto non rientra originalmente all’interno della tradizione politico culturale islamica; il sistema democratico si è infatti sviluppato inizialmente in Europa, ha subito notevoli ridefinizioni nel tempo, ed in seguito è stato esportato attraverso le colonizzazioni nell’area mediorientale. L’uso che gli stati occidentali hanno fatto della pratica democratica nei confronti dei paesi arabi, esportandola attraverso sistemi d’imposizione e strumentalizzandola per giustificare fini politici impropri, non solo ha sminuito il modello democratico a concetto piuttosto che a pratica condivisa e partecipata ma imposto un sistema non ancora emerso o assimilato.
La scelta del manifesto quale spazio di incontro/scontro tra le due culture rappresenta la volontà di voler sintetizzare attraverso questo fraintendimento linguistico concettuale la relazione, la vicinanza ma anche la diversità di pensiero socio-politico tra il mondo occidentale e quello arabo.
Nella forma di affissione pubblica questo progetto da una parte sembra voler evocare la voce delle popolazioni del Nord dell’Africa che in questo momento stanno vivendo la guerra civile per liberarsi dalle storiche dittature, e dall’altra sembra voler stimolare la riflessione sull’attuale condizione in cui si trova il sistema democratico occidentale, modello che secondo il politologo britannico Collin Crouch sta attraversando una difficile crisi e producendo un certo compiacimento rispetto l’affermarsi di quello che lui chiama “postdemocrazia”, un sistema nel quale lo Stato cede gran parte del suo potere all’élite privilegiate e alle lobby aziendali e smette di essere garante del servizio pubblico.
Intersecando un concetto di tradizione occidentale con l’ermetica scrittura araba, riportata bianco su nero, Villani crea una certa aura intorno alla parola democrazia, l’interessato che vorrà capirne il significato, compresone il senso, non potrà per un attimo non riportare la sua attenzione alla fase di criticità in cui si trova la democrazia occidentale e alla situazione ancor più drammatica dei nostri vicini di casa arabi.
Eugenia Delfini
Eugenia Delfini per questa occasione cura per Neohesperia un progetto di Marco Villani,
già autore dell’affissione Caduti per la libertà!, comparsa proprio di fronte alla Questura di Genova. Il caso vuole che questo suo nuovo intervento a Treviso appaia di fronte ad una sede della banca Unicredit che sembra avere una parte non irrilevante in quanto sta accadendo al di là del mare.
Neohesperia
Marco Villani vive a Genova, lavora sul concetto di identità, sulla città e sulla memoria con i linguaggi dell'azione urbana, del video e dell'indagine scientifica.
Eugenia Delfini vive e lavora tra Venezia e Roma; è membro del collettivo Sottobosco, si occupa principalmente di Associazionismo non profit per l’arte contemporanea.
31
marzo 2011
Marco Villani
Dal 31 marzo al 14 aprile 2011
arte contemporanea
Location
NEOHESPERIA
Treviso, Porta Carlo Alberto, (Treviso)
Treviso, Porta Carlo Alberto, (Treviso)
Orario di apertura
orario libero, intervento urbano
Vernissage
31 Marzo 2011, ore 19:00
Autore
Curatore