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Marcolino Gandini – Realtà pittorica e particolari nella malinconia
Marcolino Gandini espone, per la prima volta, nella galleria napoletana, una serie di opere selezionate che rappresentano il suo lungo ed affascinante percorso artistico.
Comunicato stampa
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Vanta una intensa attività espositiva e molti critici si sono interessati alla sua ricerca artistica. Tra essi ricordiamo:
Filiberto Menna, giugno 1965: “ La pittura di Gandini è un raccontare di sè (…) ma è anche una testimonianza sulla realtà oggettiva che ci circonda. Un quadro di Gandini, con la superficie coperta di forme che si incrociano e si scontrano drammaticamente sbarrando la via la via allo spettatore verso ogni altra ulteriorità che non sia la pura interiorità dell’artista, è anche uno sguardo e un giudizio sul reale.”
Enrico Crispolti, Marzo 1963: “ (…) se l’impostazione del dipinto rimane la medesima, salvo una chiarezza maggiore d’impaginazione, ed una volontà di ricorrenza deliberatamente ostinata, poi la stesura è più sommata, più virgolata e rapida (…) con un certo effetto quasi di agitazione che si risolve anche in una accessione cromatica notevole, pur entro una gamma altrettanto deliberatamente ridotta, di azzurro-celesti e bianchi (..) visionario dunque, infine? L’ipotesi è accettabile (…) una sorta di visionarismo d’essenzialità (…) perché Gandini ha un proprio repertorio di visioni strumentato nell’apparizione di grandi tondi, come soli sfocati (…) annegati quasi in un limbo di azzurro-celeste o bianco.
Giulio Carlo Argan, Aprile 1966: Gandini fa un gioco duro, a carte scoperte. Inserisce ipotesi prospettiche in spazi curvi, in orizzonti reali. La linea diventa margine (l'Alberti diceva orlo), solco o fessura o, inversamente, cordolo; il piano diventa superficie e perfino volume; il colore diventa colmata di calcestruzzo. [...] La geometria, ipotesi spaziale, diventa spazio reale, costruito con travi di colore come fossero strutture di cemento. Il pittore fa forme come lo scultore; il pittore e lo scultore fanno spazi come l'architetto: come l'architetto si fanno perché ci si viva dentro, e senza la mediazione dell'illusione prospettica o psicologica"
Marcolino Gandini è nato a Torino il 6 marzo 1937. Ha iniziato il suo rapporto con la pittura molto presto, frequentando a Torino lo studio di Felice Casorati. Sul finire degli anni cinquanta frequenta l’ambiente torinese, partecipando alle mostre giovanili in compagnia di Ruggeri, Soffiantino, Carena, Mondino, Aimone, Francesco Casorati, Tabusso. Nel 1963 da Torino si sposta a Roma, dove ancora abita e lavora. Nel 1965 partecipa alla IX quadriennale di Roma. Nel 1068 inizia un’assidua frequentazione di Venezia avendo rapporti profiqui con Marchiori Toniato, De Martino, Busseto e Cacciari. Stabilisce così una triangolazione tra Torino, Roma e Venezia, delimitando un’area significativa per i suoi rapporti di lavoro e di ricerca. Nel 1962 a Roma aveva nel frattempo iniziato a partecipare a mostre con la situazione emergente locale. Partecipa a rassegne nelle quali figurano Pascali, Ceroli, Kounellis, Schifano, Patella, Tacchi, Uncini, Carrino. Nel 1965 gli viene assegnato il premio Michetti di Francavilla al Mare.
Segue un’intensa attività che lo trova presente in rassegne nazionali di ampio respiro: partecipa alla mostra Arte in Italia 1960-1977 alla Galleria Civica di Arte Moderna a Torino, nella sezione curata da Filiberto Menna (1977); a Esprit de Geometrie a Foggia. Ponente, Menna e Calvesi lo inseriscono nella mostra Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980 realizzata al palazzo delle esposizioni a Roma (1986). Gandini è presente nella collezione del Museo Sperimentale di Arte Contemporanea della Galleria Civica di Torino (esposta al Castello di Rivoli nel 1986). Nel 1991 si ricorda l’esaustiva antologica con testi di Argan, Ferri e Mascelloni tenutasi nel complesso monumentale di San Michele a Ripa di Roma. Nel 1993 la personale Interkolumnie presso il Museion di Bolzano che verrà portata alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino da Marco Rosci. Partecipa nel 1994 alla rassegna “Lavori in corso” presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna ex Birra Peroni a Roma. Nel 1996 a cura di Enrico Crispolti viene ordinata la mostra personale a Palazzo Lomellini di Carmagnola.
Come detto nel 1965, ma anche nel 1973 e nel 1986 partecipa alla Quadriennale di Roma. Il rapporto con la Biennale di Venezia si è concretizzato a distanza, per così dire, invito alla mostra di Arte Italiana in Spagna nel 1963 a cura della Biennale, partecipando a quello che è stato in assoluto, la prima edizione di Aperto 1966 parallelamente alla Biennale di allora. Giorgio di Genova lo coinvolge nel museo Bargellini di Cento e nella relativa mostra “Generazione degli artisti degli anni ’30”.
Nel 2003 riceve il primo Primo Premio Sulmona, che gli dedica una personale ed è dello stesso anno a cura di Marco Rosci l’antologica presso la Sala Bolaffi di Torino. Nel 2004 si inaugura a Castiglione Olona il Museo di Arte Plastica, nella cui collezione sono presenti diverse opere e che gli dedicherà nel 2007 nel Castello di Monteruzzo un’antologica. Nel 2007 si apre a Torino, a cura di Gianni Contessi, presso la Galleria Narciso una personale con gli ultimi lavori su tela. Nel gennaio 2009 si inaugura presso la Neue Galerie di Graz la collettiva “Viaggio in Italia” dove è presente assieme a Dorazio, Fontana, Morandini, Pistoletto, Gastone Novelli, Mario Ceroli. Mentre è del settembre dello stesso anno la collettiva a Verbania “le edizioni di Arte Struktura” a cura di Fabrizio Parachini. Nel marzo 2010 la Galleria Nazionale di Arte Moderna e MAXXI inaugurano la mostra Attraverso le collezioni II, “quadro scultura – scultura quadro” dove è presente insieme a Franco Cannilla, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Achille Perilli. Mentre è dello stesso mese la sua presenza a Venezia, Ca’ Pesaro, “Le forme del Moderno” da Medardo Rosso a Viani, da Rodin ad Arturo Martini.
Filiberto Menna, giugno 1965: “ La pittura di Gandini è un raccontare di sè (…) ma è anche una testimonianza sulla realtà oggettiva che ci circonda. Un quadro di Gandini, con la superficie coperta di forme che si incrociano e si scontrano drammaticamente sbarrando la via la via allo spettatore verso ogni altra ulteriorità che non sia la pura interiorità dell’artista, è anche uno sguardo e un giudizio sul reale.”
Enrico Crispolti, Marzo 1963: “ (…) se l’impostazione del dipinto rimane la medesima, salvo una chiarezza maggiore d’impaginazione, ed una volontà di ricorrenza deliberatamente ostinata, poi la stesura è più sommata, più virgolata e rapida (…) con un certo effetto quasi di agitazione che si risolve anche in una accessione cromatica notevole, pur entro una gamma altrettanto deliberatamente ridotta, di azzurro-celesti e bianchi (..) visionario dunque, infine? L’ipotesi è accettabile (…) una sorta di visionarismo d’essenzialità (…) perché Gandini ha un proprio repertorio di visioni strumentato nell’apparizione di grandi tondi, come soli sfocati (…) annegati quasi in un limbo di azzurro-celeste o bianco.
Giulio Carlo Argan, Aprile 1966: Gandini fa un gioco duro, a carte scoperte. Inserisce ipotesi prospettiche in spazi curvi, in orizzonti reali. La linea diventa margine (l'Alberti diceva orlo), solco o fessura o, inversamente, cordolo; il piano diventa superficie e perfino volume; il colore diventa colmata di calcestruzzo. [...] La geometria, ipotesi spaziale, diventa spazio reale, costruito con travi di colore come fossero strutture di cemento. Il pittore fa forme come lo scultore; il pittore e lo scultore fanno spazi come l'architetto: come l'architetto si fanno perché ci si viva dentro, e senza la mediazione dell'illusione prospettica o psicologica"
Marcolino Gandini è nato a Torino il 6 marzo 1937. Ha iniziato il suo rapporto con la pittura molto presto, frequentando a Torino lo studio di Felice Casorati. Sul finire degli anni cinquanta frequenta l’ambiente torinese, partecipando alle mostre giovanili in compagnia di Ruggeri, Soffiantino, Carena, Mondino, Aimone, Francesco Casorati, Tabusso. Nel 1963 da Torino si sposta a Roma, dove ancora abita e lavora. Nel 1965 partecipa alla IX quadriennale di Roma. Nel 1068 inizia un’assidua frequentazione di Venezia avendo rapporti profiqui con Marchiori Toniato, De Martino, Busseto e Cacciari. Stabilisce così una triangolazione tra Torino, Roma e Venezia, delimitando un’area significativa per i suoi rapporti di lavoro e di ricerca. Nel 1962 a Roma aveva nel frattempo iniziato a partecipare a mostre con la situazione emergente locale. Partecipa a rassegne nelle quali figurano Pascali, Ceroli, Kounellis, Schifano, Patella, Tacchi, Uncini, Carrino. Nel 1965 gli viene assegnato il premio Michetti di Francavilla al Mare.
Segue un’intensa attività che lo trova presente in rassegne nazionali di ampio respiro: partecipa alla mostra Arte in Italia 1960-1977 alla Galleria Civica di Arte Moderna a Torino, nella sezione curata da Filiberto Menna (1977); a Esprit de Geometrie a Foggia. Ponente, Menna e Calvesi lo inseriscono nella mostra Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980 realizzata al palazzo delle esposizioni a Roma (1986). Gandini è presente nella collezione del Museo Sperimentale di Arte Contemporanea della Galleria Civica di Torino (esposta al Castello di Rivoli nel 1986). Nel 1991 si ricorda l’esaustiva antologica con testi di Argan, Ferri e Mascelloni tenutasi nel complesso monumentale di San Michele a Ripa di Roma. Nel 1993 la personale Interkolumnie presso il Museion di Bolzano che verrà portata alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino da Marco Rosci. Partecipa nel 1994 alla rassegna “Lavori in corso” presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna ex Birra Peroni a Roma. Nel 1996 a cura di Enrico Crispolti viene ordinata la mostra personale a Palazzo Lomellini di Carmagnola.
Come detto nel 1965, ma anche nel 1973 e nel 1986 partecipa alla Quadriennale di Roma. Il rapporto con la Biennale di Venezia si è concretizzato a distanza, per così dire, invito alla mostra di Arte Italiana in Spagna nel 1963 a cura della Biennale, partecipando a quello che è stato in assoluto, la prima edizione di Aperto 1966 parallelamente alla Biennale di allora. Giorgio di Genova lo coinvolge nel museo Bargellini di Cento e nella relativa mostra “Generazione degli artisti degli anni ’30”.
Nel 2003 riceve il primo Primo Premio Sulmona, che gli dedica una personale ed è dello stesso anno a cura di Marco Rosci l’antologica presso la Sala Bolaffi di Torino. Nel 2004 si inaugura a Castiglione Olona il Museo di Arte Plastica, nella cui collezione sono presenti diverse opere e che gli dedicherà nel 2007 nel Castello di Monteruzzo un’antologica. Nel 2007 si apre a Torino, a cura di Gianni Contessi, presso la Galleria Narciso una personale con gli ultimi lavori su tela. Nel gennaio 2009 si inaugura presso la Neue Galerie di Graz la collettiva “Viaggio in Italia” dove è presente assieme a Dorazio, Fontana, Morandini, Pistoletto, Gastone Novelli, Mario Ceroli. Mentre è del settembre dello stesso anno la collettiva a Verbania “le edizioni di Arte Struktura” a cura di Fabrizio Parachini. Nel marzo 2010 la Galleria Nazionale di Arte Moderna e MAXXI inaugurano la mostra Attraverso le collezioni II, “quadro scultura – scultura quadro” dove è presente insieme a Franco Cannilla, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Achille Perilli. Mentre è dello stesso mese la sua presenza a Venezia, Ca’ Pesaro, “Le forme del Moderno” da Medardo Rosso a Viani, da Rodin ad Arturo Martini.
09
aprile 2011
Marcolino Gandini – Realtà pittorica e particolari nella malinconia
Dal 09 aprile al 14 maggio 2011
arte contemporanea
Location
AREA 24 ART GALLERY
Napoli, Via Ferrara, 4, (Napoli)
Napoli, Via Ferrara, 4, (Napoli)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 17.30 - 20.00 e per appuntamento. Festivi chiuso
Vernissage
9 Aprile 2011, ore 19,00
Autore