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Margherita Arrighi – Lo specchio dell’anima
In mostra le opere dell’artista delle pupe dagli occhi grandi.
Margherita Arrighi espone alcuni dei suoi ritratti, rappresentazioni di un profondo contatto che instaura con chi ha di fronte. I suoi ritratti superano il piano estetico per diventare pura empatia.
Comunicato stampa
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“Le mie bambine dagli occhi grandi portano Speranza.”
Margherita Arrighi vive e lavora a Grosseto ed è “L’artista delle pupe dagli occhi grandi.”
In tutta la storia della ritrattistica la ricerca relativa all’interiorità dei soggetti ha visto nella realizzazione dello sguardo e, dunque degli occhi, una chiave di accesso all’intimità della persona rappresentata.
Tutto ciò anche con una forte valenza trascendentale, se pensiamo che fin dall’Alto Medioevo la rappresentazione di grandi occhi, soprattutto nei soggetti religiosi, era sinonimo di misticismo e spiritualità.
Sicuramente con una forte dose di ironia e leggerezza questo discorso è alla base della produzione di Margherita Arrighi.
La caratteristica principale delle sue bambine è proprio quella di avere grandi occhi, ispirati da quelli dei suoi cani carlini Rugo e Tita.
Una veste formale leggera e divertente è dunque quella che distingue le sue “pupette” che, sul piano stilistico, devono molto al mondo dell’illustrazione, in un riuscito connubio con una straordinaria abilità tecnica.
Il modulo esecutivo creato da Margherita Arrighi è originale e sicuro nella sua visione dolcemente caricaturale, dal sapore un po’ onirico e un po’ fiabesco. Il tratto nero, spesso e sinuoso, dà vita a delle graziose creature dalle dolci fisionomie, vestite di abiti dai colori sgargianti o dalle materie preziose, le cui epidermidi hanno tonalità pastello.
Ci troviamo, quindi, in un complessivo discorso di soavità e di leggerezza che però non si discosta dalla premessa fatta inizialmente, anzi, la conferma in una modalità gioiosa che è il risultato della ricerca di questa artista.
Perché per Margherita Arrighi le “pupette”, con i loro grandi occhi, sono la chiave d’accesso per entrare nell’interiorità dei suoi soggetti: essa stessa definisce le sue opere “ritratti dell’anima”.
E il dipinto non è altro che lo stadio finale del lavoro di Margherita Arrighi, che presuppone una vera e propria ricerca sul soggetto. Il ritratto è la rappresentazione plastica di un contatto profondo che l’artista instaura con chi ha di fronte (la pittrice realizza le proprie opere non solo basandosi sulle foto della persona da ritrarre, ma anche sulla sua storia, su informazioni sulla sua vita).
Il ritratto di Margherita Arrighi, dunque, supera il piano estetico per diventare pura empatia, declinata nella maniera divertente e gioiosa che la contraddistingue.
Margherita Arrighi vive e lavora a Grosseto ed è “L’artista delle pupe dagli occhi grandi.”
In tutta la storia della ritrattistica la ricerca relativa all’interiorità dei soggetti ha visto nella realizzazione dello sguardo e, dunque degli occhi, una chiave di accesso all’intimità della persona rappresentata.
Tutto ciò anche con una forte valenza trascendentale, se pensiamo che fin dall’Alto Medioevo la rappresentazione di grandi occhi, soprattutto nei soggetti religiosi, era sinonimo di misticismo e spiritualità.
Sicuramente con una forte dose di ironia e leggerezza questo discorso è alla base della produzione di Margherita Arrighi.
La caratteristica principale delle sue bambine è proprio quella di avere grandi occhi, ispirati da quelli dei suoi cani carlini Rugo e Tita.
Una veste formale leggera e divertente è dunque quella che distingue le sue “pupette” che, sul piano stilistico, devono molto al mondo dell’illustrazione, in un riuscito connubio con una straordinaria abilità tecnica.
Il modulo esecutivo creato da Margherita Arrighi è originale e sicuro nella sua visione dolcemente caricaturale, dal sapore un po’ onirico e un po’ fiabesco. Il tratto nero, spesso e sinuoso, dà vita a delle graziose creature dalle dolci fisionomie, vestite di abiti dai colori sgargianti o dalle materie preziose, le cui epidermidi hanno tonalità pastello.
Ci troviamo, quindi, in un complessivo discorso di soavità e di leggerezza che però non si discosta dalla premessa fatta inizialmente, anzi, la conferma in una modalità gioiosa che è il risultato della ricerca di questa artista.
Perché per Margherita Arrighi le “pupette”, con i loro grandi occhi, sono la chiave d’accesso per entrare nell’interiorità dei suoi soggetti: essa stessa definisce le sue opere “ritratti dell’anima”.
E il dipinto non è altro che lo stadio finale del lavoro di Margherita Arrighi, che presuppone una vera e propria ricerca sul soggetto. Il ritratto è la rappresentazione plastica di un contatto profondo che l’artista instaura con chi ha di fronte (la pittrice realizza le proprie opere non solo basandosi sulle foto della persona da ritrarre, ma anche sulla sua storia, su informazioni sulla sua vita).
Il ritratto di Margherita Arrighi, dunque, supera il piano estetico per diventare pura empatia, declinata nella maniera divertente e gioiosa che la contraddistingue.
04
aprile 2019
Margherita Arrighi – Lo specchio dell’anima
Dal 04 all'undici aprile 2019
arte contemporanea
Location
AZZOLINO ART GALLERY
Roma, via di Monte Brianzo, 49, (Roma)
Roma, via di Monte Brianzo, 49, (Roma)
Orario di apertura
Dal martedì al venerdì 11 -13, 16 -19
Vernissage
4 Aprile 2019, ore 18.30
Autore
Curatore