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Maria Adelaide Scavino – La maschera dell’umanità
Si è formata artisticamente al Corso Libero del Nudo dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, allieva di Franco Fanelli ed Ermanno Barovero.Inizialmente interessata alla fotogafia ha collaborato con Roberto Blasich al libro «I luoghi pavesiani» (1981)edito da F. Fabiano S.Stefano Belbo.
Comunicato stampa
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MARIA ADELAIDE SCAVINO Nata a S. Stefano Belbo, dopo aver frequentato le scuole superiori si è formata artisticamente al Corso Libero del Nudo dell'Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, allieva di Franco Fanelli ed Ermanno Barovero. Inizialmente interessata alla fotogafia, ha collaborato con Roberto Blasich al libro «I luoghi pavesiani» (1981), edito da F. Fabiano, S. Stefano Belbo. In tale ambito ha partecipato ad esposizioni fotografiche, dal 1980 al 1990, con immagini sul tema «La donna di Langa», «I comignoli», «Gli spaventapasseri», «Gli oggetti della memoria». Accanto alla fotografia ha sviluppato nel tempo un particolare interesse per la pittura, grafica, incisioni, scultura-oggetto, vetrofusioni elaborati cromaticamente. Si annoverano mostre nel Palazzo Comunale di Millesimo (CN), Palazzo Comunale di S. Stefano Belbo (CN) a Castellamonte (TO) per la rassegna della ceramica del 1982, Confraternita via Maestra ad Alba, spazio espositivo Marvin (Torino).
Nel 1988 mostra nella Chiesa di S.Vittore e nell'ex Monastero di Rivalta, dove nel 2008 ha esposto all'Atelier del Castello degli Orsini opere pittoriche e fotografiche realizzate dal 1980 al 2007.
“ … La natura, le pietre millenarie, le stilizzate figure, raccontano il cammino dell'umanità e, soprattutto, sono i momenti di un'esperienza che ha coinvolto Maria Adelaide Scavino in una sorta di interiore comunicazione, di mistero, di magia.
Formatosi al Corso Libero del Nudo all'Accadenia Albertina delle Belle Arti, allieva di Franco Fanelli ed Ermanno Barovero, ha affidato agli scatti fotografici e alle tavole di un'intensa figurazione la volontà di trasmettere la propria visione della realtà con volti espressionistici, a tratti grotteschi, vibranti e permeati da un colore pulsante e vivace. E queste maschere e coppie di personaggi, delineate con pennarelli acrilici, costituiscono una delle fasi del lavoro della Scavino e di quel suo essere artista poliedrica e sempre attenta a fissare tutto ciò che l'attrae o l'affascina.
Le forme, in sintesi, sono «frantumate e ricomposte...creando, in un insieme parlante, un neo-cubismo contemporaneo...».
E insieme ai dipinti ed alla grafica, propone una serie di installazioni con oggetti che appartengono alla storia delle famiglie come una scarpa, una borsa da lavoro, una giacca appartenuta e indossata da un antenato. Colorati, e quindi trasformati in altro, e ricchi di memorie, gli oggetti raccontano la propria storia, le vicende vissute, il cammino di chi li indossava.
L'artista avverte il loro continuo colloquio, scopre il suono del vento all'alba, individua i segnali e i simboli di un'esistenza profondamente vera, ma pronta a mutare, a percorrere nuovi sentieri e occasioni e territori (come non pensare a «On the Road» di Jack Kerouac o ai versi di Allen Ginsberg o alle poesie orali di Lawrence Ferlinghetti), a colmare attese e incomprensioni con la sperimentazione di nudi femminili, di grandi ed enigmatici occhi, di labbra che caratterizzano le «Maschere», le composizioni, le strutture geometriche…..”
Nel 1988 mostra nella Chiesa di S.Vittore e nell'ex Monastero di Rivalta, dove nel 2008 ha esposto all'Atelier del Castello degli Orsini opere pittoriche e fotografiche realizzate dal 1980 al 2007.
“ … La natura, le pietre millenarie, le stilizzate figure, raccontano il cammino dell'umanità e, soprattutto, sono i momenti di un'esperienza che ha coinvolto Maria Adelaide Scavino in una sorta di interiore comunicazione, di mistero, di magia.
Formatosi al Corso Libero del Nudo all'Accadenia Albertina delle Belle Arti, allieva di Franco Fanelli ed Ermanno Barovero, ha affidato agli scatti fotografici e alle tavole di un'intensa figurazione la volontà di trasmettere la propria visione della realtà con volti espressionistici, a tratti grotteschi, vibranti e permeati da un colore pulsante e vivace. E queste maschere e coppie di personaggi, delineate con pennarelli acrilici, costituiscono una delle fasi del lavoro della Scavino e di quel suo essere artista poliedrica e sempre attenta a fissare tutto ciò che l'attrae o l'affascina.
Le forme, in sintesi, sono «frantumate e ricomposte...creando, in un insieme parlante, un neo-cubismo contemporaneo...».
E insieme ai dipinti ed alla grafica, propone una serie di installazioni con oggetti che appartengono alla storia delle famiglie come una scarpa, una borsa da lavoro, una giacca appartenuta e indossata da un antenato. Colorati, e quindi trasformati in altro, e ricchi di memorie, gli oggetti raccontano la propria storia, le vicende vissute, il cammino di chi li indossava.
L'artista avverte il loro continuo colloquio, scopre il suono del vento all'alba, individua i segnali e i simboli di un'esistenza profondamente vera, ma pronta a mutare, a percorrere nuovi sentieri e occasioni e territori (come non pensare a «On the Road» di Jack Kerouac o ai versi di Allen Ginsberg o alle poesie orali di Lawrence Ferlinghetti), a colmare attese e incomprensioni con la sperimentazione di nudi femminili, di grandi ed enigmatici occhi, di labbra che caratterizzano le «Maschere», le composizioni, le strutture geometriche…..”
10
febbraio 2010
Maria Adelaide Scavino – La maschera dell’umanità
Dal 10 al 27 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
STUDIO LABORATORIO ANNA VIRANDO
Torino, Corso Giovanni Lanza, 105, (Torino)
Torino, Corso Giovanni Lanza, 105, (Torino)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 16,30 alle 20,00-Fuori orario su appuntamento
Vernissage
10 Febbraio 2010, dalle 17,30 alle 23,00
Autore
Curatore