Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Maria Baldan / Remo Bianco – L’argento e l’oro
L’argento e l’oro, Maria Baldan e Remo Bianco, le opere di due artisti così simili e così diversi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’argento e l’oro, Maria Baldan e Remo Bianco, le opere di due artisti così simili e così diversi si confrontano all’interno dello spazio espositivo di Arteforum, in Via Turazza 19 a Padova, dal 23 Aprile al 21 Maggio 2006.
La mostra è patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Padova.
“Oltre il vero oltre l’effimero” recita uno scritto della Baldan ed è proprio in quest’andar oltre che risiede la cifra della differenza e della similarità nell’opera dei due artisti. Opera eclettica e poema della materia quella di Bianco, tensione all’infinito e stupore cosmico l’opera della Baldan.
L’espressione artistica di quest’ultima, più rarefatta di quella di Bianco, trasforma elementi naturali in forme astratte perché la Natura è l’elemento di ispirazione principe nelle opere della Baldan. I metalli, o meglio gli acciai, sono strumenti espressivi vivi che parlano attraverso le forme essenziali e gli archetipi; rompono l’equilibrio tra opera e spazio, rispecchiano l’ambiente tramite giochi di luce, riflessi e ombre, facendone un elemento di forte dinamicità e continua evoluzione espressiva ed evocativa. Sorprende ancora nei suoi lavori la materia dura e asciutta con cui rappresenta immagini fluide e leggere. Vi è in essi la vocazione dell’artista a rifiutare il caos, il disordine per andare incontro all’ordine e alla disciplina interiore, all’armonia cosmica. Dopo approfondite ricerche sugli “spazi – specchi”, Maria Baldan si dedica ai due temi fondamentali della Terra e dell’Acqua, cercando di rendere nel modo più concreto, con sassi, vetri e materiali diversi, le suggestioni materiche di questi elementi. Nonostante la complessità del lavoro esecutivo, la produzione dell’artista è vasta e mutevole. Instancabile nel progettare, Maria Baldan è un’artista che nulla concede al caso; nelle sue opere il rigore è il comune denominatore e anche la caratteristica che la rende spiritualmente e concettualmente vicino a Lucio Fontana, e in parte, ad Anselm Kiefer.
Artista poliedrico Remo Bianco, da parte sua, fu uno dei protagonisti della scena artistica italiana degli anni ‘40 – ‘80. Alla ricerca sui 3D affiancò presto quella più propriamente informale di impronta fontaniana. Incoraggiato dallo stesso Fontana e De Pisis l’artista spinse la sua ricerca verso campi assai diversi: dal new dada all’informale-spaziale, dal figurativo al nucleare e all’arte elementare. Il suo segno, inoltre, appare suggestionato dall’opera di Burri e Pollock. Procedendo per gradi: lo spazialismo in lui assume una dimensione diversa che non contempla l’infinito ma piuttosto la matrice alchemica della materia. La materia in lui nasconde una speranza, è affabile, con essa si può giocare in un intrico magico che permette di scoprire la composizione chimica dell’amore o la formula dell’eterna giovinezza. Ne sono un esempio le opere della metà degli anni 50 che esprimono una particolare vitalità, una vera e propria “gioia di vivere”. Sempre dello stesso periodo sono le opere che più sembrano risentire dell’influsso di Pollock, quelle che seguono al suo viaggio a New York. Di fatto l’artista dichiarerà che il lavoro del grande americano non ha influenzato il proprio ma che piuttosto sia esistita una grande affinità di temperamento. D’altro canto Remo Bianco aveva interpretato in maniera del tutto originale la lezione di Pollock non guardando all’infinito e all’illimitato ma rivolgendosi piuttosto al finito come aveva già fatto con la propria personale lettura dello spazialismo.
Durante quegli anni Bianco pratica molto la pittura informale, anche se ben presto si allontanerà dalla pittura di gesto e d’azione. Sullo sfondo dei grovigli di colore nasceranno, poi, quei mosaici di tessere quadrate cui seguiranno implacabili i famosi tableaux dorès e infine l’arte elementare, un tentativo estremo di chiarezza sperimentato attraverso quell’atteggiamento ludico che aveva caratterizzato la sua meditazione sulla vita.
La straordinaria opera di questi due maestri dell’arte contemporanea, Remo Bianco e Maria Baldan, sarà ospitata nello spazio espositivo della Galleria Arteforum dal 23 aprile al 21 maggio 2006, all’interno di una mostra intrigante, di sicuro fascino e di indubbio valore artistico. Come ha avuto modo di ricordare il critico Giorgio Segato, in occasione della grande mostra dedicata a Remo Bianco ed organizzata dal Comune di Padova, tenutasi l’estate 2005 al Monte di Pietà, i due artisti furono molto amici. Sembra che ad un dato momento lui avesse espresso a Maria Baldan la volontà di lavorare insieme ma che quest’ultima si fosse rifiutata in quanto, sebbene ci fosse nel loro modo di fare arte certa affinità, vi era in lei una spinta metodica e nell’altro un’esplosività vulcanica che li rendeva così diversi nella loro somiglianza da rendere irrealizzabile l’idea di Bianco. Affinità e stima che in data 28/8/81 durante una visita al Centre National d’Art e de Culture George Pompidou, faceva scrivere a Remo Bianco a proposito della collezione del museo “manca solo dell’opera di due grandi maestri contemporanei, Maria e Remo “ . L’opera “diversamente simile” di due amici legati da grande affinità elettiva, dunque, sarà ora a confronto nella galleria, Arteforum, nuovo spazio espositivo padovano che intende promuovere e premiare l’arte contemporanea.
Cenni Biografici degli artisti
Maria Baldan nasce a Dolo (Venezia). Dopo il Liceo Classico e la Maturità artistica si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Giuseppe Santomaso. La sua opera contempla ricerche grafiche, composizioni plastiche e gioielli. Nel 1960 inizia ad esporre.Nel 1961 vince il Primo Premio per l’incisione “Bevilacqua la Masa”, nel 1964 è invitata alla Biennale di Venezia e nel 1965 alla Quadriennale di Roma. Nel 1968 espone al Museo d’Arte Moderna a New York e nel 1965 partecipa su invito con altri artisti italiani ad un viaggio in Russia per i primi scambi culturali con l’Unione Sovietica.
Nel 1972 Giuseppe Marchiori la segnala nel “Catalogo Bolaffi” n° 3 “. Nel 1976 è invitata alla Biennale d’Arte di Cracovia, nel 1974-76-79 alla Biennale d’Arte Orafa a Palazzo Strozzi - Firenze, nel 1983 alla Biennale di Baden Baden. Nel 1988 la Casa Editrice Canova pubblica una monografia sui suoi gioielli dal titolo “Dal disegno al gioiello” con scritto di Marilla Battilana e Giuseppe Marchiori. Lo stesso anno realizza una grande opera per il Dream Village di Malindi (Kenia). Dal 1988 fa parte dell’Associazione Culturale “Moderata Fonte”. Nel 1994 è invitata alla “Vi ^ Biennale Donna” ,Palazzo dei Diamanti - Ferrara. Nel gennaio del 2002 è stata pubblicata una sua monografia con testi di Rossana Bossaglia - Edizioni d’Arte Bora. Numerosi viaggi la riconducono sempre al suo luogo di elezione, Dolo, nella “sua” amata campagna dove vive e lavora.
Nel 2005 l’arte di Maria Baldan è stata oggetto di una tesi di laurea all’ Università Veneziana Ca’ Foscari.
Remo Bianco nasce a Dergano (Milano) il 3 giugno 1922. Frequenta la scuola di disegno di Brera dove nel 1939 conosce Filippo De Pisis col quale manterrà uno stretto rapporto di amicizia fino alla morte del maestro. Grazie a lui conosce alcuni personaggi come Sironi, Montale, De Sica, Carrà e Soffici. Nel 1941 si arruola in marina e quando nel 1943 la sua nave viene affondata è tratto in salvo dagli inglesi e internato a Tunisi. Nel 1944 viene congedato e rientra a Milano dove frequenterà gli ambienti dell’Accademia di Brera. Dal 1948 matura posizioni personali che vanno oltre il primo momento figurativo ed espressionista con i primi 3D, opere sulla polidimensionalità della pittura. Durante gli anni ’50 si dedica all’informale e allo spazialismo fontaniano con una rielaborazione del tutto originale. Nel 1955 si reca a New York per un viaggio studio. Qui conosce approfonditamente l’action painting e l’opera di Pollock di cui risentiranno i suoi Collages. Nel 1957 inizia il ciclo dei famosi Tableaux dorès. Nel 1956 data il Manifesto dell’Arte Improntale e realizza le prime Impronte e Testimonianze. Negli ultimi anni della sua vita ( si spegnerà a Milano nel 1988) dedica la sua attenzione all’Arte Sadica, all’Arte Masochista e all’Arte elementare.
La mostra è patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Padova.
“Oltre il vero oltre l’effimero” recita uno scritto della Baldan ed è proprio in quest’andar oltre che risiede la cifra della differenza e della similarità nell’opera dei due artisti. Opera eclettica e poema della materia quella di Bianco, tensione all’infinito e stupore cosmico l’opera della Baldan.
L’espressione artistica di quest’ultima, più rarefatta di quella di Bianco, trasforma elementi naturali in forme astratte perché la Natura è l’elemento di ispirazione principe nelle opere della Baldan. I metalli, o meglio gli acciai, sono strumenti espressivi vivi che parlano attraverso le forme essenziali e gli archetipi; rompono l’equilibrio tra opera e spazio, rispecchiano l’ambiente tramite giochi di luce, riflessi e ombre, facendone un elemento di forte dinamicità e continua evoluzione espressiva ed evocativa. Sorprende ancora nei suoi lavori la materia dura e asciutta con cui rappresenta immagini fluide e leggere. Vi è in essi la vocazione dell’artista a rifiutare il caos, il disordine per andare incontro all’ordine e alla disciplina interiore, all’armonia cosmica. Dopo approfondite ricerche sugli “spazi – specchi”, Maria Baldan si dedica ai due temi fondamentali della Terra e dell’Acqua, cercando di rendere nel modo più concreto, con sassi, vetri e materiali diversi, le suggestioni materiche di questi elementi. Nonostante la complessità del lavoro esecutivo, la produzione dell’artista è vasta e mutevole. Instancabile nel progettare, Maria Baldan è un’artista che nulla concede al caso; nelle sue opere il rigore è il comune denominatore e anche la caratteristica che la rende spiritualmente e concettualmente vicino a Lucio Fontana, e in parte, ad Anselm Kiefer.
Artista poliedrico Remo Bianco, da parte sua, fu uno dei protagonisti della scena artistica italiana degli anni ‘40 – ‘80. Alla ricerca sui 3D affiancò presto quella più propriamente informale di impronta fontaniana. Incoraggiato dallo stesso Fontana e De Pisis l’artista spinse la sua ricerca verso campi assai diversi: dal new dada all’informale-spaziale, dal figurativo al nucleare e all’arte elementare. Il suo segno, inoltre, appare suggestionato dall’opera di Burri e Pollock. Procedendo per gradi: lo spazialismo in lui assume una dimensione diversa che non contempla l’infinito ma piuttosto la matrice alchemica della materia. La materia in lui nasconde una speranza, è affabile, con essa si può giocare in un intrico magico che permette di scoprire la composizione chimica dell’amore o la formula dell’eterna giovinezza. Ne sono un esempio le opere della metà degli anni 50 che esprimono una particolare vitalità, una vera e propria “gioia di vivere”. Sempre dello stesso periodo sono le opere che più sembrano risentire dell’influsso di Pollock, quelle che seguono al suo viaggio a New York. Di fatto l’artista dichiarerà che il lavoro del grande americano non ha influenzato il proprio ma che piuttosto sia esistita una grande affinità di temperamento. D’altro canto Remo Bianco aveva interpretato in maniera del tutto originale la lezione di Pollock non guardando all’infinito e all’illimitato ma rivolgendosi piuttosto al finito come aveva già fatto con la propria personale lettura dello spazialismo.
Durante quegli anni Bianco pratica molto la pittura informale, anche se ben presto si allontanerà dalla pittura di gesto e d’azione. Sullo sfondo dei grovigli di colore nasceranno, poi, quei mosaici di tessere quadrate cui seguiranno implacabili i famosi tableaux dorès e infine l’arte elementare, un tentativo estremo di chiarezza sperimentato attraverso quell’atteggiamento ludico che aveva caratterizzato la sua meditazione sulla vita.
La straordinaria opera di questi due maestri dell’arte contemporanea, Remo Bianco e Maria Baldan, sarà ospitata nello spazio espositivo della Galleria Arteforum dal 23 aprile al 21 maggio 2006, all’interno di una mostra intrigante, di sicuro fascino e di indubbio valore artistico. Come ha avuto modo di ricordare il critico Giorgio Segato, in occasione della grande mostra dedicata a Remo Bianco ed organizzata dal Comune di Padova, tenutasi l’estate 2005 al Monte di Pietà, i due artisti furono molto amici. Sembra che ad un dato momento lui avesse espresso a Maria Baldan la volontà di lavorare insieme ma che quest’ultima si fosse rifiutata in quanto, sebbene ci fosse nel loro modo di fare arte certa affinità, vi era in lei una spinta metodica e nell’altro un’esplosività vulcanica che li rendeva così diversi nella loro somiglianza da rendere irrealizzabile l’idea di Bianco. Affinità e stima che in data 28/8/81 durante una visita al Centre National d’Art e de Culture George Pompidou, faceva scrivere a Remo Bianco a proposito della collezione del museo “manca solo dell’opera di due grandi maestri contemporanei, Maria e Remo “ . L’opera “diversamente simile” di due amici legati da grande affinità elettiva, dunque, sarà ora a confronto nella galleria, Arteforum, nuovo spazio espositivo padovano che intende promuovere e premiare l’arte contemporanea.
Cenni Biografici degli artisti
Maria Baldan nasce a Dolo (Venezia). Dopo il Liceo Classico e la Maturità artistica si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Giuseppe Santomaso. La sua opera contempla ricerche grafiche, composizioni plastiche e gioielli. Nel 1960 inizia ad esporre.Nel 1961 vince il Primo Premio per l’incisione “Bevilacqua la Masa”, nel 1964 è invitata alla Biennale di Venezia e nel 1965 alla Quadriennale di Roma. Nel 1968 espone al Museo d’Arte Moderna a New York e nel 1965 partecipa su invito con altri artisti italiani ad un viaggio in Russia per i primi scambi culturali con l’Unione Sovietica.
Nel 1972 Giuseppe Marchiori la segnala nel “Catalogo Bolaffi” n° 3 “. Nel 1976 è invitata alla Biennale d’Arte di Cracovia, nel 1974-76-79 alla Biennale d’Arte Orafa a Palazzo Strozzi - Firenze, nel 1983 alla Biennale di Baden Baden. Nel 1988 la Casa Editrice Canova pubblica una monografia sui suoi gioielli dal titolo “Dal disegno al gioiello” con scritto di Marilla Battilana e Giuseppe Marchiori. Lo stesso anno realizza una grande opera per il Dream Village di Malindi (Kenia). Dal 1988 fa parte dell’Associazione Culturale “Moderata Fonte”. Nel 1994 è invitata alla “Vi ^ Biennale Donna” ,Palazzo dei Diamanti - Ferrara. Nel gennaio del 2002 è stata pubblicata una sua monografia con testi di Rossana Bossaglia - Edizioni d’Arte Bora. Numerosi viaggi la riconducono sempre al suo luogo di elezione, Dolo, nella “sua” amata campagna dove vive e lavora.
Nel 2005 l’arte di Maria Baldan è stata oggetto di una tesi di laurea all’ Università Veneziana Ca’ Foscari.
Remo Bianco nasce a Dergano (Milano) il 3 giugno 1922. Frequenta la scuola di disegno di Brera dove nel 1939 conosce Filippo De Pisis col quale manterrà uno stretto rapporto di amicizia fino alla morte del maestro. Grazie a lui conosce alcuni personaggi come Sironi, Montale, De Sica, Carrà e Soffici. Nel 1941 si arruola in marina e quando nel 1943 la sua nave viene affondata è tratto in salvo dagli inglesi e internato a Tunisi. Nel 1944 viene congedato e rientra a Milano dove frequenterà gli ambienti dell’Accademia di Brera. Dal 1948 matura posizioni personali che vanno oltre il primo momento figurativo ed espressionista con i primi 3D, opere sulla polidimensionalità della pittura. Durante gli anni ’50 si dedica all’informale e allo spazialismo fontaniano con una rielaborazione del tutto originale. Nel 1955 si reca a New York per un viaggio studio. Qui conosce approfonditamente l’action painting e l’opera di Pollock di cui risentiranno i suoi Collages. Nel 1957 inizia il ciclo dei famosi Tableaux dorès. Nel 1956 data il Manifesto dell’Arte Improntale e realizza le prime Impronte e Testimonianze. Negli ultimi anni della sua vita ( si spegnerà a Milano nel 1988) dedica la sua attenzione all’Arte Sadica, all’Arte Masochista e all’Arte elementare.
23
aprile 2006
Maria Baldan / Remo Bianco – L’argento e l’oro
Dal 23 aprile al 21 maggio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTEFORUM
Padova, Via Domenico Turazza, 19, (Padova)
Padova, Via Domenico Turazza, 19, (Padova)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica 15.30-20 o su appuntamento
Vernissage
23 Aprile 2006, ore 11
Ufficio stampa
STUDIO DAL CERO
Autore