Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Maria Chiara Piglione – Oltre lo specchio di Alice
“Oltre lo specchio di Alice” è una mostra fotografica di una giovane artista piemontese che propone nelle sue opere sogno e fiaba. Curata da Tiziana Bonomo, presenta in mostra 30 fotografie.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Oltre lo specchio di Alice” è una mostra fotografica di una giovane artista piemontese che propone nelle sue opere sogno e fiaba. Curata da Tiziana Bonomo l’esposizione presenta 30 fotografie a colori suddivise in “Fuga”, “Sogno”, “Favola”. La favola di Maria Chiara Piglione è se stessa, è la sua favola. Lei che diventa fiaba, sogno, fuga dalla realtà. Niente di quello che si vede è com’era realmente, ma è come lo ha immaginato il suo sguardo. È un tempo che si è fermato, perché le fiabe e i sogni per Maria Chiara Piglione sono e saranno sempre narrati con abiti fluttuanti e con cieli stellati dalle sfumature impossibili. “Un’operazione complessa che racchiude il profondo desiderio di svelare le sue percezioni smaterializzandosi per rimanere favola, nella favola della natura del nostro mondo. Farfalle, alberi, sentieri, costumi teatrali, pose sognanti o evanescenti per liberare la sua fantasia, restituire immagini alle sue percezioni al suo piacere di sentire sé stessa quando è con la natura o quando diventa l’inesistente surreale di sé stessa.” Lasciarsi abbandonare alla poesia che unisce con delicatezza, garbo le fotografie di Maria Chiara Piglione è l’invito a tutti coloro che guarderanno la mostra.
Testo di Tiziana Bonomo
Ammonticchiare immagini di fiabe, scatti sognanti di artisti dell’8oo , visioni femminili protese alla bellezza assoluta di un mondo inesistente, frasi di Lewis Carroll mentre Alice a testa in giù si proietta verso un mondo surreale quasi alla Salvador Dalì, inseguire suoni e voci di quella Cenerentola disneiana che ha cresciuto generazioni di fanciulli e poi ….scoprire che un’ esile fanciulla del mondo contemporaneo riesce a raccogliere in scatti tutto questo insieme di sensazioni, modellati secondo la sua fantasia…..ebbene mi sembra già un grande traguardo.
Il mondo della fiaba è un mondo travolgente, inesauribile, attraente se …. se l’autore riesce a raccontare una storia incantevole, seducente. La favola di Maria Chiara Piglione è sé stessa è la sua favola. Donna, fotografa, fiaba. Incantevole.
Per costruire un’immagine ci vuole più di una fiaba, ci vuole il mondo reale quando il reale si trasforma in un mondo ammaliante. Quando la natura si manifesta in luoghi, istanti, percezioni che invadono l’anima fino a sentirsi parte di quella natura allora il desiderio di rappresentarsi lì dentro diventa così forte che la finzione visiva non è altro che la realtà vissuta delicatamente dentro se stessa. I mondi che Maria Chiara riassume con la sua fotografia rimandano inevitabilmente alla “fiction photography” nata con Jeff Wall e cresciuta con artisti come Cindy Sherman, Yasamusa Morimuro, Gregory Crewdson. Possiamo dire che gli artisti Pierre e Gilles hanno in parte inconsciamente ispirato l’autrice proprio per quel lavoro estremo di fiction con il mondo glamour. Eppure Maria Chiara si autoritrae per recuperare il controllo dei suoi sentimenti. Non gioca a fare esibizione e spettacolo come Pierre e Gilles, non insegue pose da star cinematografica come Cindy Sherman, non esibisce la conoscenza dell’arte come Morimuro. Se questo è il mondo dal quale attinge, per storica conoscenza, il suo sguardo si spinge verso panorami irreali come quelli di Brooke Shaden o di Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto.
Un’operazione complessa che racchiude il profondo desiderio di svelare le sue percezioni smaterializzandosi per rimanere favola, nella favola della natura del nostro mondo. Farfalle, alberi, sentieri, costumi teatrali, pose sognanti o evanescenti per liberare la sua fantasia, restituire immagini alle sue percezioni al suo piacere di sentire se stessa quando è con la natura o quando diventa l’inesistente surreale di se stessa.
Non posso fare a meno di recuperare un testo di Dayanita Singh del 2016, sulla finzione fotografica, in cui ritrovo il mio pensiero per questa autrice che sta nascendo e di cui presto sentiremo parlare nel mondo dell’arte, della fotografia: “Sono interessata a ciò che una fotografia può fare, può trascendere la sua intrinseca "realtà", può dire l'inammissibile? È in questa "finzione" della fotografia che sta il suo potere magico, altrimenti si potrebbe anche essere una macchina per fotocopie. Quando la fotografia dice l'inarrestabile, va dove non ci sono parole.”
Biografie
Maria Chiara Piglione
Nata a Ciriè nel 1982, si laurea presso il Politecnico di Torino nel 2006, conseguendo successivamente il titolo di Dottore di Ricerca nel 2009. Dopo aver lavorato qualche anno nel campo dell'Ingegneria Chimica si rende conto che la sua strada era un'altra e interrompe la carriera da ingegnere per dedicarsi full time al mondo della fotografia. Da quattro anni si occupa di fotografia di matrimonio e di ritratto e lavora come fotografa per alcune marche di abbigliamento del torinese. Al lavoro di ritrattista affianca la produzione artistica, che sta diventando il fulcro del suo lavoro. Attualmente il suo lavoro artistico è rappresentato dalla Galleria Anna Breda a Padova. Ha partecipato a Paratissima a Torino e “Oltre lo specchio di Alice” è la sua prima mostra personale.
Tiziana Bonomo
Dal 2016 si dedica attivamente al progetto ArtPhotò con cui propone, organizza e cura eventi legati al mondo della fotografia come mostre, libri, incontri. La passione per la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing e poi nella comunicazione di autorevoli aziende internazionali. Ha curato alcune mostre e libri come: “Hospitalia” di Elena Franco, “Fotografie che non hanno cambiato il mondo” e “1989" del fotoreporter polacco Krzysztof Miller, "Chi Legge” di Claudio Montecucco, “Mediterranea” di Adriano Bacchella, "Transmissions people-to-people" di Tiziana e Gianni Baldizzone al Museo del Risorgimento di Torino. Ha organizzato diversi incontri sulla fotografia e un laboratorio didattico sull’alfabetizzazione all’immagine “Leggere la fotografia”.
Testo di Tiziana Bonomo
Ammonticchiare immagini di fiabe, scatti sognanti di artisti dell’8oo , visioni femminili protese alla bellezza assoluta di un mondo inesistente, frasi di Lewis Carroll mentre Alice a testa in giù si proietta verso un mondo surreale quasi alla Salvador Dalì, inseguire suoni e voci di quella Cenerentola disneiana che ha cresciuto generazioni di fanciulli e poi ….scoprire che un’ esile fanciulla del mondo contemporaneo riesce a raccogliere in scatti tutto questo insieme di sensazioni, modellati secondo la sua fantasia…..ebbene mi sembra già un grande traguardo.
Il mondo della fiaba è un mondo travolgente, inesauribile, attraente se …. se l’autore riesce a raccontare una storia incantevole, seducente. La favola di Maria Chiara Piglione è sé stessa è la sua favola. Donna, fotografa, fiaba. Incantevole.
Per costruire un’immagine ci vuole più di una fiaba, ci vuole il mondo reale quando il reale si trasforma in un mondo ammaliante. Quando la natura si manifesta in luoghi, istanti, percezioni che invadono l’anima fino a sentirsi parte di quella natura allora il desiderio di rappresentarsi lì dentro diventa così forte che la finzione visiva non è altro che la realtà vissuta delicatamente dentro se stessa. I mondi che Maria Chiara riassume con la sua fotografia rimandano inevitabilmente alla “fiction photography” nata con Jeff Wall e cresciuta con artisti come Cindy Sherman, Yasamusa Morimuro, Gregory Crewdson. Possiamo dire che gli artisti Pierre e Gilles hanno in parte inconsciamente ispirato l’autrice proprio per quel lavoro estremo di fiction con il mondo glamour. Eppure Maria Chiara si autoritrae per recuperare il controllo dei suoi sentimenti. Non gioca a fare esibizione e spettacolo come Pierre e Gilles, non insegue pose da star cinematografica come Cindy Sherman, non esibisce la conoscenza dell’arte come Morimuro. Se questo è il mondo dal quale attinge, per storica conoscenza, il suo sguardo si spinge verso panorami irreali come quelli di Brooke Shaden o di Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto.
Un’operazione complessa che racchiude il profondo desiderio di svelare le sue percezioni smaterializzandosi per rimanere favola, nella favola della natura del nostro mondo. Farfalle, alberi, sentieri, costumi teatrali, pose sognanti o evanescenti per liberare la sua fantasia, restituire immagini alle sue percezioni al suo piacere di sentire se stessa quando è con la natura o quando diventa l’inesistente surreale di se stessa.
Non posso fare a meno di recuperare un testo di Dayanita Singh del 2016, sulla finzione fotografica, in cui ritrovo il mio pensiero per questa autrice che sta nascendo e di cui presto sentiremo parlare nel mondo dell’arte, della fotografia: “Sono interessata a ciò che una fotografia può fare, può trascendere la sua intrinseca "realtà", può dire l'inammissibile? È in questa "finzione" della fotografia che sta il suo potere magico, altrimenti si potrebbe anche essere una macchina per fotocopie. Quando la fotografia dice l'inarrestabile, va dove non ci sono parole.”
Biografie
Maria Chiara Piglione
Nata a Ciriè nel 1982, si laurea presso il Politecnico di Torino nel 2006, conseguendo successivamente il titolo di Dottore di Ricerca nel 2009. Dopo aver lavorato qualche anno nel campo dell'Ingegneria Chimica si rende conto che la sua strada era un'altra e interrompe la carriera da ingegnere per dedicarsi full time al mondo della fotografia. Da quattro anni si occupa di fotografia di matrimonio e di ritratto e lavora come fotografa per alcune marche di abbigliamento del torinese. Al lavoro di ritrattista affianca la produzione artistica, che sta diventando il fulcro del suo lavoro. Attualmente il suo lavoro artistico è rappresentato dalla Galleria Anna Breda a Padova. Ha partecipato a Paratissima a Torino e “Oltre lo specchio di Alice” è la sua prima mostra personale.
Tiziana Bonomo
Dal 2016 si dedica attivamente al progetto ArtPhotò con cui propone, organizza e cura eventi legati al mondo della fotografia come mostre, libri, incontri. La passione per la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing e poi nella comunicazione di autorevoli aziende internazionali. Ha curato alcune mostre e libri come: “Hospitalia” di Elena Franco, “Fotografie che non hanno cambiato il mondo” e “1989" del fotoreporter polacco Krzysztof Miller, "Chi Legge” di Claudio Montecucco, “Mediterranea” di Adriano Bacchella, "Transmissions people-to-people" di Tiziana e Gianni Baldizzone al Museo del Risorgimento di Torino. Ha organizzato diversi incontri sulla fotografia e un laboratorio didattico sull’alfabetizzazione all’immagine “Leggere la fotografia”.
06
marzo 2020
Maria Chiara Piglione – Oltre lo specchio di Alice
Dal 06 marzo al 09 aprile 2020
fotografia
Location
SPAZIO EVENTA
Torino, Via Dei Mille, 42, (Torino)
Torino, Via Dei Mille, 42, (Torino)
Orario di apertura
martedì-venerdì ore 15-18,30 e su appuntamento
Editore
Picta Grafica d'Autore
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione
Sponsor
Patrocini