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Maria Cristina Carlini – Geologie, memoria della terra
Sculture monumentali e installazioni dell’artista internazionale Maria Cristina Carlini approfondiscono la riflessione sulla terra, sull’uomo e sulla natura, e instaurano un dialogo con le opere di Francesco Messina, esposte in permanenza nel suo Studio nella ex Chiesa di San Sisto.
Comunicato stampa
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Un dialogo ideale fra maestri della scultura. Le opere monumentali di Maria Cristina Carlini abitano gli spazi appartenuti un tempo a Francesco Messina (1900 - 1995) che ancora custodiscono le sue cere, i bronzi, le crete, nel silenzio della ex chiesa di San Sisto. Qui, fra i ritratti di donna e gli atleti del grande scultore del Novecento, crescono i boschi e si moltiplicano le impronte, i crateri e le pagine arse della Carlini. Segni, tracce, memorie di un paesaggio che evocano geografie e geologie ispirate agli umori della terra, ai luoghi selvatici di una natura arcaica e, insieme, sublime.
Dal 10 luglio all’8 settembre 2020 la mostra Maria Cristina Carlini. Geologie, memoria della terra a cura di Chiara Gatti, da un progetto di Raffaella Resch, è accolta allo Studio Museo Francesco Messina, ex Chiesa di San Sisto.
Promossa e organizzata dal Comune di Milano | Cultura e dallo Studio Museo Francesco Messina, la mostra è inserita nel palinsesto “I Talenti delle Donne” che dedica l’anno 2020 al mondo delle donne e al contributo da loro offerto in tutte le aree della vita collettiva, e fa parte di “Aria di cultura”, il calendario di iniziative culturali che accompagna l’estate milanese.
“Negli evocativi spazi della ex chiesa di San Sisto si conservano le opere e la memoria del gesto creativo di un grande scultore italiano – afferma l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –: un luogo perfetto per incrociare il lavoro di una scultrice capace di “giocare” con lo spazio e la materia, il cui talento artistico va ad arricchire la molteplice varietà delle iniziative dedicate a ‘I Talenti delle Donne’”.
Nella navata dai soffitti a doppia altezza della chiesa, sono poste le sculture di grandi dimensioni. Legni è una foresta orizzontale, che si profila nel fuoco prospettico dell'abside, visionario luogo degli accadimenti dove le teste di Messina affiorano fra i tronchi con un effetto teatrale lirico e onirico. Come “portali”, attraverso cui si compie la trasfigurazione della materia semplice in qualcosa di simbolico, grazie all’azione dello scultore e attraverso la presenza percettiva e attiva dello spettatore, opere come Origine e il Libro dei morti rappresentano la fase di creazione, il passaggio dall’inerte al vitale.
Il tema della germinazione di un modulo all'infinito nutre colonne della conoscenza che si arrampicano nelle cappelle laterali. Lamiera e piombo distillano energia e potenza semantica nelle pagine dipanate nell'aria come una stele o un antro rupestre. Fantasmi del lago è un totem ottenuto con lamiera modellata a sezioni prismatiche verticali, rese opache dal trattamento della superficie come se fossero evanescenti, umbratili.
Mentre nella cripta una sequenza di Impronte recano incise nella materia alfabeti e vestigia di una presenza passata e si distendono al suolo, visibili dalla navata come resti di un'archeologia sepolta nella terra, nelle stanze destinate un tempo allo studio di Messina, le installazioni ambientali distillano due cicli importanti di Carlini, i Crateri e i Libri bruciati. Qui, il senso della materia e del colore, la pelle vibrante della scultura, gli smalti e gli ossidi plasmano elementi sottratti alla natura e alla storia dell'uomo, alla orografia del territorio e alla cultura ancestrale.
Maria Fratelli commenta: “le opere di Maria Cristina Carlini traghettano dentro la navata di San Sisto l'esperienza internazionale dei maestri del Novecento nel cui novero si inserisce la sua scultura e la accostano alle opere di Francesco Messina. Dal confronto scaturisce la forza della scultura quale lingua viva. Per mano di una donna, una grande scultrice milanese che merita questo omaggio, il Museo Messina si fa paesaggio, memoria e terra”.
In esterno, in dialogo col prospetto barocco della facciata, spicca il sontuoso Samurai, simbolo della mostra, armatura di legno e acciaio corten per un volume lineare e sintetico; armonia e ritmo degli elementi plastici evocano un tessuto, una maglia, una cotta attraversata dall'aria e dal vento. Perfezione calligrafica in omaggio alla sintesi assoluta della cultura d'oriente.
L’installazione Samurai al termine della mostra rimarrà esposta durante la settimana di Art Week e nei giorni di MiArt.
In mostra è presente un filmato realizzato da Storyville con la regia di Stefano Conca Barizzoni dedicato all’atelier dell’artista e alle opere esposte.
Al termine dell’evento verrà pubblicato un libro, in italiano e inglese, a cura di Chiara Gatti e con testi critici di Chiara Gatti e Paolo Campiglio comprendente le opere esposte e un nucleo di lavori significativi del percorso artistico degli ultimi anni.
Cenni biografici. Maria Cristina Carlini inizia il suo percorso artistico a Palo Alto in California dove lavora la ceramica ed espone, successivamente prosegue la sua attività a Bruxelles per poi tornare a Milano. Da questo momento, oltre al grès e alla terra entrano a far parte della sua espressività materiali come il ferro, la lamiera, l’acciaio corten, la resina, il legno di recupero e saltuariamente la carta.
Maria Cristina Carlini dà vita a opere che spaziano dalle grandi alle piccole dimensioni, la sua carriera è costellata da importanti riconoscimenti, ha insegnato all’estero, ha tenuto mostre personali e partecipato a collettive in diverse sedi pubbliche e private, nazionali e internazionali: le sue sculture monumentali sono presenti in permanenza in tre continenti: Europa, America e Asia.
E’ stata la prima scultrice donna ad esporre nella Città Proibita e il Comune di Milano l’ha insignita come testimonial dei rapporti con la Cina per l’esposizione di Expo 2010 Shanghai dove è stata presente con sculture monumentali.
Attualmente vive e lavora a Milano, dove il suo atelier è una fucina attiva in cui l’artista prosegue la sua attività creativa, oltre a continuare ad esporre in tutto il mondo. www.mariacristinacarlini.com
Dal 10 luglio all’8 settembre 2020 la mostra Maria Cristina Carlini. Geologie, memoria della terra a cura di Chiara Gatti, da un progetto di Raffaella Resch, è accolta allo Studio Museo Francesco Messina, ex Chiesa di San Sisto.
Promossa e organizzata dal Comune di Milano | Cultura e dallo Studio Museo Francesco Messina, la mostra è inserita nel palinsesto “I Talenti delle Donne” che dedica l’anno 2020 al mondo delle donne e al contributo da loro offerto in tutte le aree della vita collettiva, e fa parte di “Aria di cultura”, il calendario di iniziative culturali che accompagna l’estate milanese.
“Negli evocativi spazi della ex chiesa di San Sisto si conservano le opere e la memoria del gesto creativo di un grande scultore italiano – afferma l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –: un luogo perfetto per incrociare il lavoro di una scultrice capace di “giocare” con lo spazio e la materia, il cui talento artistico va ad arricchire la molteplice varietà delle iniziative dedicate a ‘I Talenti delle Donne’”.
Nella navata dai soffitti a doppia altezza della chiesa, sono poste le sculture di grandi dimensioni. Legni è una foresta orizzontale, che si profila nel fuoco prospettico dell'abside, visionario luogo degli accadimenti dove le teste di Messina affiorano fra i tronchi con un effetto teatrale lirico e onirico. Come “portali”, attraverso cui si compie la trasfigurazione della materia semplice in qualcosa di simbolico, grazie all’azione dello scultore e attraverso la presenza percettiva e attiva dello spettatore, opere come Origine e il Libro dei morti rappresentano la fase di creazione, il passaggio dall’inerte al vitale.
Il tema della germinazione di un modulo all'infinito nutre colonne della conoscenza che si arrampicano nelle cappelle laterali. Lamiera e piombo distillano energia e potenza semantica nelle pagine dipanate nell'aria come una stele o un antro rupestre. Fantasmi del lago è un totem ottenuto con lamiera modellata a sezioni prismatiche verticali, rese opache dal trattamento della superficie come se fossero evanescenti, umbratili.
Mentre nella cripta una sequenza di Impronte recano incise nella materia alfabeti e vestigia di una presenza passata e si distendono al suolo, visibili dalla navata come resti di un'archeologia sepolta nella terra, nelle stanze destinate un tempo allo studio di Messina, le installazioni ambientali distillano due cicli importanti di Carlini, i Crateri e i Libri bruciati. Qui, il senso della materia e del colore, la pelle vibrante della scultura, gli smalti e gli ossidi plasmano elementi sottratti alla natura e alla storia dell'uomo, alla orografia del territorio e alla cultura ancestrale.
Maria Fratelli commenta: “le opere di Maria Cristina Carlini traghettano dentro la navata di San Sisto l'esperienza internazionale dei maestri del Novecento nel cui novero si inserisce la sua scultura e la accostano alle opere di Francesco Messina. Dal confronto scaturisce la forza della scultura quale lingua viva. Per mano di una donna, una grande scultrice milanese che merita questo omaggio, il Museo Messina si fa paesaggio, memoria e terra”.
In esterno, in dialogo col prospetto barocco della facciata, spicca il sontuoso Samurai, simbolo della mostra, armatura di legno e acciaio corten per un volume lineare e sintetico; armonia e ritmo degli elementi plastici evocano un tessuto, una maglia, una cotta attraversata dall'aria e dal vento. Perfezione calligrafica in omaggio alla sintesi assoluta della cultura d'oriente.
L’installazione Samurai al termine della mostra rimarrà esposta durante la settimana di Art Week e nei giorni di MiArt.
In mostra è presente un filmato realizzato da Storyville con la regia di Stefano Conca Barizzoni dedicato all’atelier dell’artista e alle opere esposte.
Al termine dell’evento verrà pubblicato un libro, in italiano e inglese, a cura di Chiara Gatti e con testi critici di Chiara Gatti e Paolo Campiglio comprendente le opere esposte e un nucleo di lavori significativi del percorso artistico degli ultimi anni.
Cenni biografici. Maria Cristina Carlini inizia il suo percorso artistico a Palo Alto in California dove lavora la ceramica ed espone, successivamente prosegue la sua attività a Bruxelles per poi tornare a Milano. Da questo momento, oltre al grès e alla terra entrano a far parte della sua espressività materiali come il ferro, la lamiera, l’acciaio corten, la resina, il legno di recupero e saltuariamente la carta.
Maria Cristina Carlini dà vita a opere che spaziano dalle grandi alle piccole dimensioni, la sua carriera è costellata da importanti riconoscimenti, ha insegnato all’estero, ha tenuto mostre personali e partecipato a collettive in diverse sedi pubbliche e private, nazionali e internazionali: le sue sculture monumentali sono presenti in permanenza in tre continenti: Europa, America e Asia.
E’ stata la prima scultrice donna ad esporre nella Città Proibita e il Comune di Milano l’ha insignita come testimonial dei rapporti con la Cina per l’esposizione di Expo 2010 Shanghai dove è stata presente con sculture monumentali.
Attualmente vive e lavora a Milano, dove il suo atelier è una fucina attiva in cui l’artista prosegue la sua attività creativa, oltre a continuare ad esporre in tutto il mondo. www.mariacristinacarlini.com
10
luglio 2020
Maria Cristina Carlini – Geologie, memoria della terra
Dal 10 luglio all'otto settembre 2020
arte contemporanea
Location
STUDIO MUSEO FRANCESCO MESSINA
Milano, Via San Sisto, 4A, (Milano)
Milano, Via San Sisto, 4A, (Milano)
Biglietti
Ingresso libero
con prenotazione (consigliata) – https://museicivicimilano.vivaticket.it
direttamente al museo – attesa in base alla capienza del momento
Orario di apertura
da giovedì a domenica ore 11-18
Ufficio stampa
IBC - IRMA BIANCHI COMMUNICATION
Autore
Curatore