Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Maria D’Anna – Amen
percorso audio-visivo sull’Impostura come destino
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Centinaia di sciarpe riempiono la Chiesa di San Severo al Pendino; ognuna è segnata da una propria storia: una metafora con la quale la giovane artista Maria D’Anna indaga sulla funzione dell’arte nella società contemporanea. Mediante l’impiego di mezzi espressivi differenti come la pittura, la fotografia e l’installazione, D’Anna configura la mistificazione della merce ad opera del sistema capitalistico, l’oggetto diventa misura del reale, più vivo dell’umano; in arte la personalità dell’artista, una marca che garantisce la qualità della merce. L’intero progetto, attraverso l’analisi delle dissonanze tra logica di mercato e attività creativa, diventa funzionale all’indagine su un delitto che, seppure planetario nell’estensione, è imperfetto...
L’oggetto diviene luogo di un investimento identitario. Un abito, una sciarpa, vestono il corpo e lo rivestono di senso. Attraverso la merce declino la mia soggettività. Anzi è l’oggetto che uso a rappresentare il mio essere in maniera visibile. La sciarpa, singolare e diversa, esposta al vento, palpita sul mio collo più della mia giugulare. L’oggetto vive, la sua bellezza vive. Non si dà altro essere se non nella narrazione che ne fa la merce. Ma la narrazione, qualunque narrazione, è irrimediabilmente una trasmutazione della realtà, dunque menzogna. L’uomo narra di sé attraverso il linguaggio artistico o quello elementare e quotidiano, narra sempre qualcosa a se stesso e agli altri e nel narrare mente. La menzogna, come destino, ha comunque una sua luce che sfolgora ed incanta nei dipinti e nelle opere di Maria D’Anna. «Non esiste il vero e il falso, mi dice D’Anna, ma solo ciò che è più presente e ciò che lo è di meno. Vedi, la luce e l’ombra sono rispettivamente la vicinanza e la lontananza. Quando ritraggo un viso, le macchie di luce e di ombra, dalle quali, alla fine del lavoro, vengono fuori i lineamenti, sono i punti (di luce) che si avvicinano a me, a volte fino a toccarmi, e quelli (d’ombra) che si allontanano fino a sparire..... Così la linea non è mai esistita e ogni soggetto è splendido perché trova la sua bellezza fra i milioni di punti di luce e di ombra che lo compongono»
Pasquale Lettieri
L’oggetto diviene luogo di un investimento identitario. Un abito, una sciarpa, vestono il corpo e lo rivestono di senso. Attraverso la merce declino la mia soggettività. Anzi è l’oggetto che uso a rappresentare il mio essere in maniera visibile. La sciarpa, singolare e diversa, esposta al vento, palpita sul mio collo più della mia giugulare. L’oggetto vive, la sua bellezza vive. Non si dà altro essere se non nella narrazione che ne fa la merce. Ma la narrazione, qualunque narrazione, è irrimediabilmente una trasmutazione della realtà, dunque menzogna. L’uomo narra di sé attraverso il linguaggio artistico o quello elementare e quotidiano, narra sempre qualcosa a se stesso e agli altri e nel narrare mente. La menzogna, come destino, ha comunque una sua luce che sfolgora ed incanta nei dipinti e nelle opere di Maria D’Anna. «Non esiste il vero e il falso, mi dice D’Anna, ma solo ciò che è più presente e ciò che lo è di meno. Vedi, la luce e l’ombra sono rispettivamente la vicinanza e la lontananza. Quando ritraggo un viso, le macchie di luce e di ombra, dalle quali, alla fine del lavoro, vengono fuori i lineamenti, sono i punti (di luce) che si avvicinano a me, a volte fino a toccarmi, e quelli (d’ombra) che si allontanano fino a sparire..... Così la linea non è mai esistita e ogni soggetto è splendido perché trova la sua bellezza fra i milioni di punti di luce e di ombra che lo compongono»
Pasquale Lettieri
20
novembre 2006
Maria D’Anna – Amen
Dal 20 al 30 novembre 2006
arte contemporanea
Location
CHIESA DI SAN SEVERO AL PENDINO
Napoli, Via Duomo, 286, (Napoli)
Napoli, Via Duomo, 286, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato ore 10.00 – 19.00
Vernissage
20 Novembre 2006, ore 17,30
Autore
Curatore