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Maria Elisa D’Andrea / Greig Burgoyne – Raid
La mostra rimanda alle arti tessili e alle pratiche partecipative…rifletterà diverse sfumature del linguaggio d’arte, in un rimando atemporale nel quale l’installazione e il video consentono prospettive di pensiero sperimentali.
Comunicato stampa
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Raid è un progetto di ricerca iniziato l’anno scorso con la personale di Jérôme Chazeix: The coat of hipness (materiali velati), curata per il calendario di Altaroma. La mostra pensata per la AOC F58- Galleria Bruno Lisi rimanda alle arti tessili e alle pratiche partecipative. Una nuova estetica evidenzia una ricerca fervida dell'utilizzo del tessile aprendo la discussione ad una rinnovata analisi del linguaggio nelle sue forme più ibride ed attente al tessuto sociale.
Raid mette in dialogo la pratica degli artisti Maria Elisa D’Andrea e Greig Burgoyne. Presentandosi come uno specchio, la mostra rifletterà diverse sfumature del linguaggio d’arte, in un rimando atemporale nel quale l’installazione e il video consentono prospettive di pensiero sperimentali.
La ricerca di Maria Elisa D’Andrea abbraccia metodi non convenzionali e un’attenta sperimentazione dei materiali, esplorandone i vari stati di esistenza formale e allegorica. I suoi soggetti sono tratti da narrazioni personali e fonti relative alla storia e alla mitologia, riflettendo l'interesse dell'artista per la filosofia, l’antropologia e il pensiero contemporaneo.
Ogni disegno e/o dipinto su carta, come le sue opere tessili, sono il risultato di tecniche altamente virtuosistiche che spesso richiedono lunghi periodi di tempo (e pazienza) per essere eseguite. Le opere nascono da esperienze personali, visioni e sensazioni che portano a immagini iconiche e riflessioni imperniate sulla simbologia femminista; ognuna è come un amuleto carico di fervore devozionale. Nel catturare il ciclo di vita della natura, D’Andrea allude al potere della memoria e all'inevitabilità dei cicli della vita.
Il significato dell’opera Cieloterra - Terracielo riguarda la memoria personale e la testimonianza di una civiltà contadina radicata nella natura. L’installazione site-specific è composta da stelle di lana e cotone lavorata all’uncinetto, di cui alcune ricamate con perline in pasta di vetro. Come descrive la curatrice: “Sono fantasie scarne e precise, guidate da necessità interiori, e implicano indagini su argomenti antropologici, sia allettanti che inquietanti. L'intensa attenzione dei materiali è parte computabile per perseguire questa direzione. Le sue installazioni, e il modo di realizzarle, hanno implicazioni tanto semplici quanto complesse, riuscendo a coinvolgere lo spettatore in modi impliciti e letterali”.
In dialogo con l’installazione sarà presentato il video di Greig Burgoyne.
Il lavoro è un documento della sua performance, realizzata nel 2016 nella cella di una prigione. L’artista lavora con la futilità e l’estasi insiti nella resistenza, in questo particolare caso con un frustrante sforzo di fai-da-te – è alle prese con il tentativo di nascondere una sua limitazione –, andando al di là della letteralità della cella della prigione, avvicinandosi piuttosto alla realtà della condizione umana. Una realtà che rimanda al saggio Le mythe de Sisyphe. Essai sur l'absurde di Albert Camus, al Processo di Kafka ma anche a una realtà attuale amara scaturita dal confinamento per contrastare il Covid-19 e dagli effetti causati dall’isolamento forzato. Secondo Boemio: “Se inizialmente sembrano essere azioni senza senso, nel momento nel quale le osserviamo con attenzione incarnano esteticamente la disperazione di vivere; il destino comune dell’uomo. L’artista medium diventa colui che si immedesima nel sopportare il peso dell’esistenza”.
Raid mette in dialogo la pratica degli artisti Maria Elisa D’Andrea e Greig Burgoyne. Presentandosi come uno specchio, la mostra rifletterà diverse sfumature del linguaggio d’arte, in un rimando atemporale nel quale l’installazione e il video consentono prospettive di pensiero sperimentali.
La ricerca di Maria Elisa D’Andrea abbraccia metodi non convenzionali e un’attenta sperimentazione dei materiali, esplorandone i vari stati di esistenza formale e allegorica. I suoi soggetti sono tratti da narrazioni personali e fonti relative alla storia e alla mitologia, riflettendo l'interesse dell'artista per la filosofia, l’antropologia e il pensiero contemporaneo.
Ogni disegno e/o dipinto su carta, come le sue opere tessili, sono il risultato di tecniche altamente virtuosistiche che spesso richiedono lunghi periodi di tempo (e pazienza) per essere eseguite. Le opere nascono da esperienze personali, visioni e sensazioni che portano a immagini iconiche e riflessioni imperniate sulla simbologia femminista; ognuna è come un amuleto carico di fervore devozionale. Nel catturare il ciclo di vita della natura, D’Andrea allude al potere della memoria e all'inevitabilità dei cicli della vita.
Il significato dell’opera Cieloterra - Terracielo riguarda la memoria personale e la testimonianza di una civiltà contadina radicata nella natura. L’installazione site-specific è composta da stelle di lana e cotone lavorata all’uncinetto, di cui alcune ricamate con perline in pasta di vetro. Come descrive la curatrice: “Sono fantasie scarne e precise, guidate da necessità interiori, e implicano indagini su argomenti antropologici, sia allettanti che inquietanti. L'intensa attenzione dei materiali è parte computabile per perseguire questa direzione. Le sue installazioni, e il modo di realizzarle, hanno implicazioni tanto semplici quanto complesse, riuscendo a coinvolgere lo spettatore in modi impliciti e letterali”.
In dialogo con l’installazione sarà presentato il video di Greig Burgoyne.
Il lavoro è un documento della sua performance, realizzata nel 2016 nella cella di una prigione. L’artista lavora con la futilità e l’estasi insiti nella resistenza, in questo particolare caso con un frustrante sforzo di fai-da-te – è alle prese con il tentativo di nascondere una sua limitazione –, andando al di là della letteralità della cella della prigione, avvicinandosi piuttosto alla realtà della condizione umana. Una realtà che rimanda al saggio Le mythe de Sisyphe. Essai sur l'absurde di Albert Camus, al Processo di Kafka ma anche a una realtà attuale amara scaturita dal confinamento per contrastare il Covid-19 e dagli effetti causati dall’isolamento forzato. Secondo Boemio: “Se inizialmente sembrano essere azioni senza senso, nel momento nel quale le osserviamo con attenzione incarnano esteticamente la disperazione di vivere; il destino comune dell’uomo. L’artista medium diventa colui che si immedesima nel sopportare il peso dell’esistenza”.
07
giugno 2021
Maria Elisa D’Andrea / Greig Burgoyne – Raid
Dal 07 al 20 giugno 2021
doppia personale
Location
AOCF58 – GALLERIA BRUNO LISI
Roma, Via Flaminia, 58, (Roma)
Roma, Via Flaminia, 58, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 16.30 - 19.00 (chiuso sabato e festivi
Vernissage
7 Giugno 2021, 17.00 – 20.30
Autore
Curatore