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Maria Lai – Carte, fiabe e fili
Dovendo selezionare chi avrebbe inaugurato la Vetrina dedicata all’Arte Contemporanea, non è sorto alcun dubbio: Maria Lai, una delle più significative artiste del nostro secolo, scomparsa nel 2013, cui si rivolge sempre più l’attenzione della critica per il suo linguaggio fuori dagli schemi.
Comunicato stampa
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Spazio dedicato al libro, nel cuore della città del filo. Svelato il “fil rouge “ Libreria Mondadori, Maria Lai, Chieri.
Dovendo selezionare chi avrebbe avuto l’onore di inaugurare la Vetrina dedicata all’Arte Contemporanea, non è sorto alcun dubbio : Maria Lai, una delle più significative artiste del nostro secolo, scomparsa nel 2013, cui si rivolge sempre più l’attenzione della critica e dei Musei per il suo linguaggio forte e poetico all’interno di una continua ricerca fuori dagli schemi delle tendenze codificate.
Le sue mani hanno utilizzato e modellato materiali diversi, spesso presenti nella vita quotidiana e nel lavoro domestico femminile: sono nati i pani, i telai, i ricami, i libri cuciti, le ceramiche, i collages.
Maria è nata in Ogliastra nel 1919, a Ulassai. Lei dice del suo paese :” Ulassai era quasi sconosciuto nelle guide turistiche. Isolato anche dentro un’isola. Vede il mare da una catena di montagne sulla costa orientale della provincia di Nuoro. Si direbbe che soffre di vertigini, tra rocce e grandi dislivelli: le montagne franano coinvolgendo talvolta interi paesi. Gli abitanti sono quasi sempre in allarme tra alluvioni e siccità…”( da uno scritto di Maria dell’87)
Se geografia e paesaggio sono, sin dagli esordi, elementi fondamentali del suo lavoro, a partire dagli anni Ottanta nella sua opera si accentua la connotazione sociale. La dove tessuto sociale non ha connotazione economica o politica ma è immagine di un insieme di mondi interiori, trame di un dialogo con chi hai accanto e con l’infinito. . E’ del 1981 l’emblematico intervento di “ Legarsi alla montagna”. Si tratta di una azione nata da un rifiuto a celebrare in un ennesimo monumento ai caduti i morti del paese. Un evento che è già arte nella progettazione e preparazione della gente prima ancora del suo compimento in una azione collettiva. Alla fine di quella memorabile ed unica giornata tutto il paese sarà legato in un tessuto di nastro azzurro che poi dal campanile della chiesa salirà legandosi alla montagna.
Questo intervento sul territorio non resterà unico nell’attività di Maria, altri altrettanto significativi, coinvolgenti e ricchi di metafore, nasceranno a Villasimius, a Orotelli, a Siliqua, altri saranno progettati per Camerino, Castel Nuovo di Farfa, sino ad arrivare all’attenzione del Centro Pompidou a Parigi.
Esperienze tutte legate al mondo della scuola, all’universo infantile, alla formazione critica degli adolescenti e al risveglio degli adulti ai temi dell’arte.
I calligrammi esposti in questa occasione rimandano a un lavoro prettamente femminile, quello del cucito,del filo che attraversa il tessuto apparendo e scomparendo. Come una scrittura in cui nulla si legge veramente ma ogni nodo, ogni sospensione, ogni sfilacciamento suggerisce il non detto che tutti ci portiamo dentro.
In un mondo volto a prendere le distanze dalle tradizioni, capace di minare l'allenamento alla fatica persuadendo verso strade facili e comode, le dimensioni del lavoro lento, delle sensazioni tattili, delle produzioni manuali devono fare da monito, specie per chi affianca le giovani generazioni.
L'Arte di Maria Lai è per Chieri una Stella Pollare che illumina il cammino della cultura artistica coniugata alla tradizione, è un faro capace d'indicare la via della fascinazione, del futuro costruito imparando dal passato.
Nei libri il filo indica un rapporto che unisce e la stoffa la dimensione creativa che veicola il tatto, massima vicinanza a creare intimità. Lo stratagemma della fiaba “cucita”, favorisce un processo di immedesimazione, consente di scaricare l’esperienza emotiva, non più del bambino ma dell’adulto, alla stregua di un sogno.
Nel qui ed ora il sogno è reso possibile dalla collaborazione con la famiglia di Maria Lai, un grazie particolare a Maria Sofia Pisu.
Beatrice Pirocca.
Dovendo selezionare chi avrebbe avuto l’onore di inaugurare la Vetrina dedicata all’Arte Contemporanea, non è sorto alcun dubbio : Maria Lai, una delle più significative artiste del nostro secolo, scomparsa nel 2013, cui si rivolge sempre più l’attenzione della critica e dei Musei per il suo linguaggio forte e poetico all’interno di una continua ricerca fuori dagli schemi delle tendenze codificate.
Le sue mani hanno utilizzato e modellato materiali diversi, spesso presenti nella vita quotidiana e nel lavoro domestico femminile: sono nati i pani, i telai, i ricami, i libri cuciti, le ceramiche, i collages.
Maria è nata in Ogliastra nel 1919, a Ulassai. Lei dice del suo paese :” Ulassai era quasi sconosciuto nelle guide turistiche. Isolato anche dentro un’isola. Vede il mare da una catena di montagne sulla costa orientale della provincia di Nuoro. Si direbbe che soffre di vertigini, tra rocce e grandi dislivelli: le montagne franano coinvolgendo talvolta interi paesi. Gli abitanti sono quasi sempre in allarme tra alluvioni e siccità…”( da uno scritto di Maria dell’87)
Se geografia e paesaggio sono, sin dagli esordi, elementi fondamentali del suo lavoro, a partire dagli anni Ottanta nella sua opera si accentua la connotazione sociale. La dove tessuto sociale non ha connotazione economica o politica ma è immagine di un insieme di mondi interiori, trame di un dialogo con chi hai accanto e con l’infinito. . E’ del 1981 l’emblematico intervento di “ Legarsi alla montagna”. Si tratta di una azione nata da un rifiuto a celebrare in un ennesimo monumento ai caduti i morti del paese. Un evento che è già arte nella progettazione e preparazione della gente prima ancora del suo compimento in una azione collettiva. Alla fine di quella memorabile ed unica giornata tutto il paese sarà legato in un tessuto di nastro azzurro che poi dal campanile della chiesa salirà legandosi alla montagna.
Questo intervento sul territorio non resterà unico nell’attività di Maria, altri altrettanto significativi, coinvolgenti e ricchi di metafore, nasceranno a Villasimius, a Orotelli, a Siliqua, altri saranno progettati per Camerino, Castel Nuovo di Farfa, sino ad arrivare all’attenzione del Centro Pompidou a Parigi.
Esperienze tutte legate al mondo della scuola, all’universo infantile, alla formazione critica degli adolescenti e al risveglio degli adulti ai temi dell’arte.
I calligrammi esposti in questa occasione rimandano a un lavoro prettamente femminile, quello del cucito,del filo che attraversa il tessuto apparendo e scomparendo. Come una scrittura in cui nulla si legge veramente ma ogni nodo, ogni sospensione, ogni sfilacciamento suggerisce il non detto che tutti ci portiamo dentro.
In un mondo volto a prendere le distanze dalle tradizioni, capace di minare l'allenamento alla fatica persuadendo verso strade facili e comode, le dimensioni del lavoro lento, delle sensazioni tattili, delle produzioni manuali devono fare da monito, specie per chi affianca le giovani generazioni.
L'Arte di Maria Lai è per Chieri una Stella Pollare che illumina il cammino della cultura artistica coniugata alla tradizione, è un faro capace d'indicare la via della fascinazione, del futuro costruito imparando dal passato.
Nei libri il filo indica un rapporto che unisce e la stoffa la dimensione creativa che veicola il tatto, massima vicinanza a creare intimità. Lo stratagemma della fiaba “cucita”, favorisce un processo di immedesimazione, consente di scaricare l’esperienza emotiva, non più del bambino ma dell’adulto, alla stregua di un sogno.
Nel qui ed ora il sogno è reso possibile dalla collaborazione con la famiglia di Maria Lai, un grazie particolare a Maria Sofia Pisu.
Beatrice Pirocca.
17
giugno 2016
Maria Lai – Carte, fiabe e fili
Dal 17 giugno al 18 luglio 2016
arte contemporanea
Location
PEPE ARTE CONTEMPORANEA
Chieri, Via Vittorio Emanuele II, 42b, (Torino)
Chieri, Via Vittorio Emanuele II, 42b, (Torino)
Orario di apertura
Lun-Sab 9.30/19.30 continuato.
Domenica chiuso.
Vernissage
17 Giugno 2016, 18.30
Autore
Curatore