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Maria Lai – Il Filo: i telai, le geografie e i libri cuciti
In questa particolare mostra Maria Lai si è servita soprattutto del filo, che fin dagli anni Sessanta è lo strumento privilegiato del suo operare. Il Filo come simbolo del dialogo, della narrazione, della memoria, del passaggio dall’oralità alla scrittura.
Comunicato stampa
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Maria Lai nasce ad Ulassai (OG) il 27 settembre del 1919. Nel 1939 lascia la Sardegna per iscriversi al liceo Artistico di Roma. Determinanti per la sua formazione sono gli incontri con lo scrittore Salvatore Cambosu a Cagliari e con Arturo Martini all’Accademia di Belle Arti di Venezia, frequentato dal 1943 al 1945.
I critici che si sono occupati di lei hanno spesso sottolineato come Maria Lai riesca a condensare nelle sue opere una forte suggestione narrativa.
Il perché va cercato nelle radici della sua identità poetica e culturale. Se Arturo Martini, ha segnato la sua formazione artistica, chi ha maggiormente contribuito alla sua formazione umana è stato lo scrittore Salvatore Cambosu, suo professore alle scuole medie, ma sopratutto suo primo compagno di viaggio.
Costante è la connotazione narrativa della sua ricerca, ma diverse sono le tecniche di cui Maria Lai si serve: senza trascurare il disegno e la creta, strumenti tradizionali dell’arte, ella utilizza una molteplicità di materie: l’impasto di farina per le figure di pane, il legno e lo spago per i telai, il nastro per le installazioni e gli interventi ambientali, il filo e la stoffa per i libri, per le mappe astrali e le fiabe.
In questa particolare mostra Maria Lai si è servita soprattutto del filo, che fin dagli anni Sessanta è lo strumento privilegiato del suo operare. Il Filo come simbolo del dialogo, della narrazione, della memoria, del passaggio dall’oralità alla scrittura.
Nei libri cuciti fili di parole si disfano sulle linee delle pagine di stoffa e cadono come grovigli di pensieri, tracce di una nuova comunicabilità. Tra i libri cuciti presenti in mostra c’è Il libro scalpo, con il quale partecipò nel 1978 alla Biennale di Venezia.
I critici che si sono occupati di lei hanno spesso sottolineato come Maria Lai riesca a condensare nelle sue opere una forte suggestione narrativa.
Il perché va cercato nelle radici della sua identità poetica e culturale. Se Arturo Martini, ha segnato la sua formazione artistica, chi ha maggiormente contribuito alla sua formazione umana è stato lo scrittore Salvatore Cambosu, suo professore alle scuole medie, ma sopratutto suo primo compagno di viaggio.
Costante è la connotazione narrativa della sua ricerca, ma diverse sono le tecniche di cui Maria Lai si serve: senza trascurare il disegno e la creta, strumenti tradizionali dell’arte, ella utilizza una molteplicità di materie: l’impasto di farina per le figure di pane, il legno e lo spago per i telai, il nastro per le installazioni e gli interventi ambientali, il filo e la stoffa per i libri, per le mappe astrali e le fiabe.
In questa particolare mostra Maria Lai si è servita soprattutto del filo, che fin dagli anni Sessanta è lo strumento privilegiato del suo operare. Il Filo come simbolo del dialogo, della narrazione, della memoria, del passaggio dall’oralità alla scrittura.
Nei libri cuciti fili di parole si disfano sulle linee delle pagine di stoffa e cadono come grovigli di pensieri, tracce di una nuova comunicabilità. Tra i libri cuciti presenti in mostra c’è Il libro scalpo, con il quale partecipò nel 1978 alla Biennale di Venezia.
18
settembre 2009
Maria Lai – Il Filo: i telai, le geografie e i libri cuciti
Dal 18 settembre al 18 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
CERTOSA REALE
Collegno, Via Torino, 9, (Torino)
Collegno, Via Torino, 9, (Torino)
Orario di apertura
giovedì e venerdì dalle 16 alle 19
sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19
Vernissage
18 Settembre 2009, ore 18
Sito web
www.villaggioleumann.it
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