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Maria Luisa Belcastro Schneidersitz – Comédie humaine
Si tratta di una selezione di trentadue dipinti degli ultimi anni, che costituiscono la summa delle esperienze consumate nei cicli degli Ominidi, dei Frammenti e della serie Violet, aggiornate originalmente dall’ottica acquisita attraverso l’abbandono al gestualismo ed alle esuberanze cromatiche, con i cicli delle Maschere (2010-2011) e delle Icone rosse (2015), con cui l’artista è riuscita a felicemente coniugare fermenti espressionisti, anche di qualche collateralità col grottesco, con il lessico informale
Comunicato stampa
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Dopo aver tenuto personali a San Paolo del Brasile, Milano, Toronto, Palma di Maiorca, Miami, Barcellona e New York, torna a Roma, dove aveva effettuato l’ultima personale nel 1993 alla Galleria Il Gabbiano, Maria Luisa Belcastro Schneidersitz con la mostra Comédie humaine, inaugurata sabato 30 gennaio nella Silber Gallery di Pino Purificato, con presentazione critica di Giorgio Di Genova.
Si tratta di una selezione di trentadue dipinti degli ultimi anni, che costituiscono la summa delle esperienze consumate nei cicli degli Ominidi, dei Frammenti e della serie Violet, aggiornate originalmente dall’ottica acquisita attraverso l’abbandono al gestualismo ed alle esuberanze cromatiche, con i cicli delle Maschere (2010-2011) e delle Icone rosse (2015), con cui l’artista è riuscita a felicemente coniugare fermenti espressionisti, anche di qualche collateralità col grottesco, con il lessico informale.
La mostra propone proprio una scelta di opere dei citati cicli del 2010-11 e del 2015, nei quali si evidenzia uno scatto espressivo ed esecutivo di grande coinvolgimento, soprattutto per quanto attiene alle Icone rosse, che costituiscono una sapiente variazione su un tema, che Giorgio Di Genova, dopo aver chiarito che, “essendo ogni opera d’arte altro che un altro da sé in cui l’artista si riflette senza riconoscersi, come è avvenuto al mitico Narciso”, per cui “ogni artista non fa che restituire nelle proprie opere l’autoritratto simbolico-psicologico di se stesso”, nota che anche per Maria Luisa Belcastro Schneidersitz “ogni singola opera va considerata un tassello di questo autoritratto affidato all’altro da sé”, precisando poi: “Così è per questa sorta di Comédie humaine, dipinta intingendo il ‘pennello nei colori della vita’, naturalmente della sua vita. Ma a differenza di Honoré de Balzac, che raccontava la storia di ciascun personaggio protagonista della sua Comédie humaine, ella si limita alla semplice rappresentazione di ciascun personaggio, lasciando alle personali proiezioni dei fruitori di immaginare le storie”.
La mostra Maria Luisa Belcastro Schneidersitz. Comédie humaine si potrà visitare fino al 22 febbraio 2016 dalle 10.30 alle 19 da lunedì a sabato.
Si tratta di una selezione di trentadue dipinti degli ultimi anni, che costituiscono la summa delle esperienze consumate nei cicli degli Ominidi, dei Frammenti e della serie Violet, aggiornate originalmente dall’ottica acquisita attraverso l’abbandono al gestualismo ed alle esuberanze cromatiche, con i cicli delle Maschere (2010-2011) e delle Icone rosse (2015), con cui l’artista è riuscita a felicemente coniugare fermenti espressionisti, anche di qualche collateralità col grottesco, con il lessico informale.
La mostra propone proprio una scelta di opere dei citati cicli del 2010-11 e del 2015, nei quali si evidenzia uno scatto espressivo ed esecutivo di grande coinvolgimento, soprattutto per quanto attiene alle Icone rosse, che costituiscono una sapiente variazione su un tema, che Giorgio Di Genova, dopo aver chiarito che, “essendo ogni opera d’arte altro che un altro da sé in cui l’artista si riflette senza riconoscersi, come è avvenuto al mitico Narciso”, per cui “ogni artista non fa che restituire nelle proprie opere l’autoritratto simbolico-psicologico di se stesso”, nota che anche per Maria Luisa Belcastro Schneidersitz “ogni singola opera va considerata un tassello di questo autoritratto affidato all’altro da sé”, precisando poi: “Così è per questa sorta di Comédie humaine, dipinta intingendo il ‘pennello nei colori della vita’, naturalmente della sua vita. Ma a differenza di Honoré de Balzac, che raccontava la storia di ciascun personaggio protagonista della sua Comédie humaine, ella si limita alla semplice rappresentazione di ciascun personaggio, lasciando alle personali proiezioni dei fruitori di immaginare le storie”.
La mostra Maria Luisa Belcastro Schneidersitz. Comédie humaine si potrà visitare fino al 22 febbraio 2016 dalle 10.30 alle 19 da lunedì a sabato.
30
gennaio 2016
Maria Luisa Belcastro Schneidersitz – Comédie humaine
Dal 30 gennaio al 22 febbraio 2016
arte contemporanea
Location
SILBER GALLERY
Roma, Viale Regina Margherita, 92, (Roma)
Roma, Viale Regina Margherita, 92, (Roma)
Orario di apertura
dalle 10.30 alle 19 da lunedì a sabato
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