NOTE CRITICHE
per Maria Pia Perolo Galbusera
frammenti di un discorso pittorico
Maria Pia Perolo lavora così, per suggestioni, per intuizioni, per passioni che salgono, che scoppiano e si fanno largo per poi venire soppiantate da una nuova urgenza. Ma non per questo si esauriscono. Maria Pia le insegue per un certo tempo, poi le riprende dopo averle lasciate in sospeso, a lungo, magari per un anno o più. E quando ci torna sopra scopre che qualcosa è cambiato nel frattempo, che qualcosa è maturato nell’ambito della sua sensibilità e delle sue percezioni. E riprende là dove si era interrotta, ma con accento diverso, con un senso diverso.
Ne escono dei frammenti di un discorso pittorico a cui è difficile, forse nemmeno corretto, dare un senso di continuità e di sviluppo unitario. Frammenti che non si contraddicono l’uno con l’altro. Mostrano semplicemente i diversi aspetti di una riflessione continua sulle cose, sui fatti e sulle persone. Un discorso che pur cambiando tecnica, pur cambiando mezzo espressivo, ragione
per cui la veste formale si trasforma, non muta sostanza.
È la sostanza di uno sguardo che va a cercare nelle ombre, che si serve della luce per lasciare nell’immagine dei vuoti che danno corpo e misura, lasciando sempre una certa parte di mistero.
Perché la luce definisce solo un dettaglio, che viene messo
a fuoco, mentre il resto sfuma e si perde nell’ombra.
Come le sue percezioni.

Camilla Bertoni