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Maria Tagliafierro – Put flowers in your guns
In occasione di Euroflora 2025, SATURA presenta a Palazzo Stella la produzione pittorica di Maria Tagliafierro: i suoi fiori, simboli vitali e trascendenti, evocano emozioni profonde e una connessione con l’essenza della vita.
Comunicato stampa
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Maria Tagliafierro è da sempre attenta interprete della natura e, in particolare, del mondo floreale, che nella sua pittura assume il valore di simbolo universale: forza vitale, trasformazione, rinascita e trascendenza. I suoi fiori, ben lontani dal naturalismo descrittivo del “ritratto botanico”, si offrono come presenze monumentali, dense di energia pittorica e significato metaforico, capaci di parlare direttamente all’inconscio e di risvegliare nello spettatore un senso di connessione profonda con l’essenza della vita.
«Da sempre subisco il fascino del fiore – scrive l’artista – mi rapisce la bellezza, la potenza taumaturgica del suo apparire improvviso, puntuale ad annunciare la nuova stagione. Ma soprattutto il mistero e l’irraggiungibilità della sua essenza, che stimola un continuo tentativo di approfondimento». In questa visione poetica, l’arte di Tagliafierro sembra riecheggiare le parole di Emily Dickinson: il soprannaturale non è altro che il naturale svelato.
La sua ricerca, infatti, si sviluppa al crocevia tra percezione estetica, pensiero filosofico e riflessione esistenziale. Laureata in Filosofia e in Lingue e Letterature Straniere, Tagliafierro esordisce nel 1974 alla Galleria Amaltea di Genova, incoraggiata dal critico Corrado Maltese. Fin dall’inizio, la sua produzione si distingue per un’originalità espressiva fondata su una profonda consapevolezza teorica: dalla metafisica pitagorica alla psicoanalisi freudiana, dalle avanguardie del Novecento alle estetiche contemporanee.
I suoi primi lavori si concentrano sul paesaggio industriale e urbano, con richiami all’Italsider di Genova, aprendosi alle spazialità americane e alla cultura di massa. In opposizione all’espressionismo astratto - di cui l’Action Painting di Rosenberg è l’emblema - Tagliafierro elabora un linguaggio pittorico autonomo, capace di integrare la potenza del gesto con la profondità della visione.
È durante la lunga permanenza negli Stati Uniti (1981–1991), a Easton in Pennsylvania, in dialogo con l’ambiente artistico e con il critico e scultore Karl Stirner, che matura la scelta del grande formato: non semplice esigenza stilistica, ma atto filosofico. Ingrandire, per l’artista, significa anche comprendere meglio. Il gigantismo diventa allora strumento di rivelazione, immersione e introspezione.
I suoi fiori monumentali, solo apparentemente realistici, si avvicinano alla tradizione americana di Georgia O’Keeffe, ma ne prendono le distanze per una gestualità più densa e una pennellata, corposa e strutturata, che rievoca il potente cromatismo del Gruppo CO.BR.A e i motivi naturalistici filtrati attraverso le eleganze lineari dell’Art Nouveau o le tensioni spirituali di Kandinskij.
La pittura di Tagliafierro è costruita su un equilibrio rigoroso tra linea, volume, colore e spazio. Le superfici delle tele, spesso di grandi dimensioni, coinvolgono lo spettatore in un’esperienza quasi sacra, mentre i lavori su carta, più intimi e dinamici, esprimono una libertà gestuale controllata, ma sempre intensa. La stilizzazione brillante, i contorni netti, le campiture omogenee — attraversate da vibrazioni emotive — affermano con forza la presenza assoluta del soggetto floreale, che sembra quasi voler oltrepassare i confini della tela.
In questa pittura, il colore è materia viva, stratificata, carica di significati latenti. I colori primari, impiegati con forza e precisione, evocano mondi interiori, mentre la forma diventa veicolo di una tensione ontologica: i fiori non sono solo ciò che appaiono, ma ciò che significano. Ogni opera è un tentativo di dare corpo all’invisibile, di restituire dignità e mistero a ciò che, per eccesso di visibilità, è diventato invisibile.
“Put a Flower in the Gun”, titolo della mostra, è un gesto simbolico, poetico e politico. È un invito a riscoprire la delicatezza come forza, la bellezza come resistenza, la pittura come possibilità di riconciliazione. In un’epoca segnata dal disincanto, l’arte di Maria Tagliafierro ci ricorda che la vera rivoluzione può ancora nascere silenziosamente, dal cuore misterioso di un fiore.
«Da sempre subisco il fascino del fiore – scrive l’artista – mi rapisce la bellezza, la potenza taumaturgica del suo apparire improvviso, puntuale ad annunciare la nuova stagione. Ma soprattutto il mistero e l’irraggiungibilità della sua essenza, che stimola un continuo tentativo di approfondimento». In questa visione poetica, l’arte di Tagliafierro sembra riecheggiare le parole di Emily Dickinson: il soprannaturale non è altro che il naturale svelato.
La sua ricerca, infatti, si sviluppa al crocevia tra percezione estetica, pensiero filosofico e riflessione esistenziale. Laureata in Filosofia e in Lingue e Letterature Straniere, Tagliafierro esordisce nel 1974 alla Galleria Amaltea di Genova, incoraggiata dal critico Corrado Maltese. Fin dall’inizio, la sua produzione si distingue per un’originalità espressiva fondata su una profonda consapevolezza teorica: dalla metafisica pitagorica alla psicoanalisi freudiana, dalle avanguardie del Novecento alle estetiche contemporanee.
I suoi primi lavori si concentrano sul paesaggio industriale e urbano, con richiami all’Italsider di Genova, aprendosi alle spazialità americane e alla cultura di massa. In opposizione all’espressionismo astratto - di cui l’Action Painting di Rosenberg è l’emblema - Tagliafierro elabora un linguaggio pittorico autonomo, capace di integrare la potenza del gesto con la profondità della visione.
È durante la lunga permanenza negli Stati Uniti (1981–1991), a Easton in Pennsylvania, in dialogo con l’ambiente artistico e con il critico e scultore Karl Stirner, che matura la scelta del grande formato: non semplice esigenza stilistica, ma atto filosofico. Ingrandire, per l’artista, significa anche comprendere meglio. Il gigantismo diventa allora strumento di rivelazione, immersione e introspezione.
I suoi fiori monumentali, solo apparentemente realistici, si avvicinano alla tradizione americana di Georgia O’Keeffe, ma ne prendono le distanze per una gestualità più densa e una pennellata, corposa e strutturata, che rievoca il potente cromatismo del Gruppo CO.BR.A e i motivi naturalistici filtrati attraverso le eleganze lineari dell’Art Nouveau o le tensioni spirituali di Kandinskij.
La pittura di Tagliafierro è costruita su un equilibrio rigoroso tra linea, volume, colore e spazio. Le superfici delle tele, spesso di grandi dimensioni, coinvolgono lo spettatore in un’esperienza quasi sacra, mentre i lavori su carta, più intimi e dinamici, esprimono una libertà gestuale controllata, ma sempre intensa. La stilizzazione brillante, i contorni netti, le campiture omogenee — attraversate da vibrazioni emotive — affermano con forza la presenza assoluta del soggetto floreale, che sembra quasi voler oltrepassare i confini della tela.
In questa pittura, il colore è materia viva, stratificata, carica di significati latenti. I colori primari, impiegati con forza e precisione, evocano mondi interiori, mentre la forma diventa veicolo di una tensione ontologica: i fiori non sono solo ciò che appaiono, ma ciò che significano. Ogni opera è un tentativo di dare corpo all’invisibile, di restituire dignità e mistero a ciò che, per eccesso di visibilità, è diventato invisibile.
“Put a Flower in the Gun”, titolo della mostra, è un gesto simbolico, poetico e politico. È un invito a riscoprire la delicatezza come forza, la bellezza come resistenza, la pittura come possibilità di riconciliazione. In un’epoca segnata dal disincanto, l’arte di Maria Tagliafierro ci ricorda che la vera rivoluzione può ancora nascere silenziosamente, dal cuore misterioso di un fiore.
19
aprile 2025
Maria Tagliafierro – Put flowers in your guns
Dal 19 aprile al 03 maggio 2025
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 9:30-13 e 15-19
sabato 15-19
Autore
Curatore
Autore testo critico