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Maria Teresa Paci – Lysandra
Nell’antica e suggestiva cornice del castello di San Vito al Tagliamento, che si erge centrale e maestoso al centro di un bel borgo medievale, trova dimora la personale della pittrice Maria Teresa Paci. Un’artista in grande evoluzione che in questa personale fissa uno dei suoi “passaggi” fondamentali, introducendoci in una recherche intime che schiude mondi decisamente desueti per una acquerellista abituata a diluire colori e a ritrarre atmosfere intrise di paesaggi sospesi e rarefatti.
Comunicato stampa
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Il pennello e la farfalla, di Barbara Codogno, curatrice.
Nell'antica e suggestiva cornice del castello di San Vito al Tagliamento, che si erge centrale e maestoso al centro di un bel borgo medievale, trova dimora la personale della pittrice Maria Teresa Paci. Un'artista in grande evoluzione che in questa personale fissa uno dei suoi “passaggi” fondamentali, introducendoci in una recherche intime che schiude mondi decisamente desueti per una acquerellista abituata a diluire colori e a ritrarre atmosfere intrise di paesaggi sospesi e rarefatti.
Come se da questo appressantige rigorosamente classico, sostenuto da grandi maestri che le hanno diretto e improntato il tratto, Paci si fosse poi librata in volo per seguire altre strade, all'insegna di una originalità primigenia.
Il tratto si fa marcato, sicuro. Il colore segue l'intuizione. Procede per macchie simboliche, attrae la luce, la storia, il ricordo. Immerge l'occhio nella sua cristallina purezza.
Paci si spinge ora verso una pittura densamente poli - cromatica che in alcuni componimenti pittorici ricorda senz'altro la solarità pre-espressionista (cfr. Vincent Van Gogh); in altri dipinti prevale ancora quell'impressionismo che riesce a trasfigurare un paesaggio quotidiano all'insegna dell'esotismo ( cfr. Paul Cézanne; fino a tangere, in alcuni quadri, il cubismo primitivo o proto-cubismo ( cfr. . Pablo Picasso).
Ma ancora. In quel tratto che contorna le figure come non scorgere il segno naif del genio Laccabue? Eppure Paci non ha una cifra stilistica identificativa -tanto che alcune sezioni pittoriche potrebbero benissimo ricordarci addirittura il primo futurismo- perché Paci si muove... vibrando.
Non uso a caso questa definizione, che altro non è che l'etimo della parola farfalla.
Parola che è chiave di lettura profonda per approcciarsi alla pittrice, per entrare in questa selezione di quadri raggruppata nel segno di Lysandra.
Lysandra è il nome di una rara licenide dalla colorazione azzurra appartenente alla famiglia dei lepidotteri. Lysandra è, appunto, il nome di una farfalla.
Immaginate di guardare il mondo, l'intero paesaggio, con gli occhi di una farfalla.
Pensate di essere una farfalla che con un pennello prova a ritrarre quello che vede.
Questa farfalla dipingerà esattamente come vola: vibrando.
Gli occhi della farfalla sono occhi composti, alcune specie possiedono degli ocelli semplici e tutte le femmine delle farfalle, miracolo della natura, hanno degli occhi anche sulla punta della pancia.
Immaginatevi quindi di una essere una farfalla che si muove vibrando e di avere tantissimi occhi a disposizione per guardare quanto state sorvolando.
Il mondo allora vi apparirà parcellizzato, come se ogni singola cosa fosse in realtà composta e animata da diversi colori, da una pluralità di segmenti, da uno stratificarsi di differenti momenti ed emozioni.
Guardare i quadri di Paci è come stare di fronte ai tronchi d'albero: le linee e le curve e i cerchi concentrici ci narrano la lunga storia di un percorso di vita che, strato dopo strato, s'è fatto albero. Così i suoi quadri incastonano momenti di energia, vibrazioni della materia, inondazioni di colori che hanno sempre un significato profondo, altro, rispetto al visibile.
Come una farfalla Paci volteggia tra il visibile e l'invisibile, esplorando un mondo che si rivela ad occhi diversi dai nostri.
Un pennello come strumento per volteggiare da farfalla in un mondo vibrante. Un mondo poetico che ci piace pensare con le parole del grande Paul Valéry: “Il pittore non deve dipingere quello che vede, ma quello che si vedrà”.
MARIA TERESA PACI
Maria Teresa Paci, perugina di nascita ma sanvitese d'adozione, è stata dapprima l'allieva del maestro Lionello Fioretti per poi seguire il maestro Renzo Codognotto, sotto l'egida del quale si aggiudica il primo premio assoluto della giuria nella mostra collettiva UTE a S. Vito al Tagliamento. Negli anni successivi si avvicina ai maestri Pierantonio Chiaradia e Ugo Tonizzo e contemporaneamente incontra la ceramica grazie al maestro Mario Zoccolan.
Di seguito alcune mostre collettive e personali e i principali premi.
2001- Complesso dei Battuti collettiva: premio giuria miglior opera
2001- Fontanabona di Pagnacco 6° classificata
2001- Torre Scaramuccia a S.Vito, personale
2005- Complesso dei Battuti, S. Vito collettiva
2006- Personale a Codroipo
2007- Personale a Codroipo
2007- Complesso dei Battuti, collettiva
2009- Complesso dei Battuti, collettiva: Primo premio copertina
2010- Complesso dei Battuti, collettiva: Primo premio copertina
DAVIDE FERARARIO:
Un curriculum di tutto rispetto:
Davide Ferrario nasce nel 1981 a Monselice (PD). A otto anni inizia a suonare la chitarra. A dodici anni scrive pezzi dance e si avvicina al mondo delle batterie elettroniche, della computer-music. A quindici forma gli Fsc e inizia a cantare e a scrivere canzoni per la band. A diciotto inizia a studiare informatica. A ventisei inizia a suonare il pianoforte. Con gli Fsc, dopo vari cambi di formazione si ritrova ad essere il chitarrista di Franco Battiato, ad incidere un disco per SonyBmg e a partecipare, nel 2007, al Festival Di Sanremo con il brano “Non Piangere”. L'esperienza con gli Fsc termina alla fine del 2007, momento in cui Davide decide di dare vita ad un progetto solista. Contemporaneamente iniziano due collaborazioni importanti: la partecipazione come chitarrista e arrangiatore al disco di Piero Pelù "Fenomeni" e l'arruolamento come chitarrista con Gianna Nannini contestuale all'uscita della raccolta GiannaBest. “Lavoro con Franco Battiato dal 2004, come chitarrista e seconda voce. Ho realizzato con lui quattro album in studio e uno dal vivo. Ho partecipato a sette tour con concerti sia in Italia che all'estero. Durante il Fleurs 2 Tour, tra gennaio 2009 e aprile 2009, circa quaranta date in tutta Italia, Franco mi ha permesso di esibirmi in tutti i concerti del tour con un mio brano nella zona centrale del concerto. Il brano in questione, "Non Capiranno", è stato apprezzato moltissimo dal pubblico. Ovviamente sarà contenuto nel disco”. “Con Gianna Nannini, da capodanno 2007/2008, come chitarrista e pianista. Ho partecipato a quattro tour, di cui uno in Germania di spalla a Bon Jovi. Da ultimo con Milva, come chitarrista e seconda voce. Ho realizzato con lei un album in studio”.
Il disco: “ F “
Non voglio parlare di genere musicale. A me è sempre piaciuto il pop quindi probabilmente questo sarà un disco pop. Impegnato, ma pop”. Si tratta di 12 pezzi, riportiamo sinossi e titolo di tre brani significativi:
Non Capiranno” quella che Ferrario ha cantato nei concerti di Battiato. Parla di un blocco emotivo, di quanto sia brutto non riuscire ad emozionarsi e di come sia difficile spiegarlo alla gente. "Non sono stronzo, sono solo timido. Le persone ti scambiano per un pezzo di ghiaccio, invece c'è un'enorme sofferenza nel non riuscire ad aprirsi. La suono al pianoforte e alla chitarra contemporaneamente, dal vivo. Il solo finale alla Gilmour è nato così suonandolo sopra alla base la prima volta”.
Caos” E', banalmente, quello che sento quando guardo oggi la televisione. A volte la tentazione di fare parte di quel mondo è talmente forte che ti verrebbe da cercare di entrarci, anche se sai benissimo che saresti un pesce fuor d'acqua e che quel mondo con te non ha nulla a che fare. I realities, i talent-show e tutte queste cose allucinanti con cui ci stanno diseducando. Ma anche le radio e i giornali, la politica delle urla e delle voci grosse. Il caos. E' uno dei pochi pezzi del disco che possiamo definire rock.
Non Ci Sono Altre Domande”. Ci sono persone che raramente si innamorano, ma quando lo fanno rimangono abbagliate. A tal punto da desiderare di assomigliare alla persona che amano, di essere plasmati da quella persona. E' una canzone acustica, da camera da letto, da bisbigliare nelle orecchie.
Nato da fogli di carta sparsi in una valigia, sempre pronta al prossimo viaggio. Scritto negli scorsi due anni, tra camere d'albergo, treni, ritorni a casa. Semplice negli arrangiamenti, per la sua intima musicalità, ma estremamente complesso, animato da sensazioni forti. Un disco lontano dal mondo discografico, dai talent show, dalle catene creative”.
La genesi:
Un disco nato da un lavoro di ricerca lungo tre anni. Dopo l'esperienza a Sanremo con la sua band Fsc Davide Ferraio si è confrontato con varie importanti figure del mondo della musica e della discografia. La sua musica si è evoluta, si è formato uno stile personale: “ In questo momento, sia per esigenza di libertà sia per urgenza artistica ho scelto l'autoproduzione. Volevo una situazione comoda e libera per iniziare a mettere nero su bianco quello che ho scritto dal 2007 ad oggi”. Il disco vede la sua gestazione in quel di Padova: “L'aiuto di Artemisia, in particolar modo di Chiara Coltro, è stato determinante: ho trasferito il mio studio mobile nella loro sede e mi sono lasciato travolgere da un agosto padovano e da un luogo che ha sicuramente delle vibrazioni magiche.
Nell'antica e suggestiva cornice del castello di San Vito al Tagliamento, che si erge centrale e maestoso al centro di un bel borgo medievale, trova dimora la personale della pittrice Maria Teresa Paci. Un'artista in grande evoluzione che in questa personale fissa uno dei suoi “passaggi” fondamentali, introducendoci in una recherche intime che schiude mondi decisamente desueti per una acquerellista abituata a diluire colori e a ritrarre atmosfere intrise di paesaggi sospesi e rarefatti.
Come se da questo appressantige rigorosamente classico, sostenuto da grandi maestri che le hanno diretto e improntato il tratto, Paci si fosse poi librata in volo per seguire altre strade, all'insegna di una originalità primigenia.
Il tratto si fa marcato, sicuro. Il colore segue l'intuizione. Procede per macchie simboliche, attrae la luce, la storia, il ricordo. Immerge l'occhio nella sua cristallina purezza.
Paci si spinge ora verso una pittura densamente poli - cromatica che in alcuni componimenti pittorici ricorda senz'altro la solarità pre-espressionista (cfr. Vincent Van Gogh); in altri dipinti prevale ancora quell'impressionismo che riesce a trasfigurare un paesaggio quotidiano all'insegna dell'esotismo ( cfr. Paul Cézanne; fino a tangere, in alcuni quadri, il cubismo primitivo o proto-cubismo ( cfr. . Pablo Picasso).
Ma ancora. In quel tratto che contorna le figure come non scorgere il segno naif del genio Laccabue? Eppure Paci non ha una cifra stilistica identificativa -tanto che alcune sezioni pittoriche potrebbero benissimo ricordarci addirittura il primo futurismo- perché Paci si muove... vibrando.
Non uso a caso questa definizione, che altro non è che l'etimo della parola farfalla.
Parola che è chiave di lettura profonda per approcciarsi alla pittrice, per entrare in questa selezione di quadri raggruppata nel segno di Lysandra.
Lysandra è il nome di una rara licenide dalla colorazione azzurra appartenente alla famiglia dei lepidotteri. Lysandra è, appunto, il nome di una farfalla.
Immaginate di guardare il mondo, l'intero paesaggio, con gli occhi di una farfalla.
Pensate di essere una farfalla che con un pennello prova a ritrarre quello che vede.
Questa farfalla dipingerà esattamente come vola: vibrando.
Gli occhi della farfalla sono occhi composti, alcune specie possiedono degli ocelli semplici e tutte le femmine delle farfalle, miracolo della natura, hanno degli occhi anche sulla punta della pancia.
Immaginatevi quindi di una essere una farfalla che si muove vibrando e di avere tantissimi occhi a disposizione per guardare quanto state sorvolando.
Il mondo allora vi apparirà parcellizzato, come se ogni singola cosa fosse in realtà composta e animata da diversi colori, da una pluralità di segmenti, da uno stratificarsi di differenti momenti ed emozioni.
Guardare i quadri di Paci è come stare di fronte ai tronchi d'albero: le linee e le curve e i cerchi concentrici ci narrano la lunga storia di un percorso di vita che, strato dopo strato, s'è fatto albero. Così i suoi quadri incastonano momenti di energia, vibrazioni della materia, inondazioni di colori che hanno sempre un significato profondo, altro, rispetto al visibile.
Come una farfalla Paci volteggia tra il visibile e l'invisibile, esplorando un mondo che si rivela ad occhi diversi dai nostri.
Un pennello come strumento per volteggiare da farfalla in un mondo vibrante. Un mondo poetico che ci piace pensare con le parole del grande Paul Valéry: “Il pittore non deve dipingere quello che vede, ma quello che si vedrà”.
MARIA TERESA PACI
Maria Teresa Paci, perugina di nascita ma sanvitese d'adozione, è stata dapprima l'allieva del maestro Lionello Fioretti per poi seguire il maestro Renzo Codognotto, sotto l'egida del quale si aggiudica il primo premio assoluto della giuria nella mostra collettiva UTE a S. Vito al Tagliamento. Negli anni successivi si avvicina ai maestri Pierantonio Chiaradia e Ugo Tonizzo e contemporaneamente incontra la ceramica grazie al maestro Mario Zoccolan.
Di seguito alcune mostre collettive e personali e i principali premi.
2001- Complesso dei Battuti collettiva: premio giuria miglior opera
2001- Fontanabona di Pagnacco 6° classificata
2001- Torre Scaramuccia a S.Vito, personale
2005- Complesso dei Battuti, S. Vito collettiva
2006- Personale a Codroipo
2007- Personale a Codroipo
2007- Complesso dei Battuti, collettiva
2009- Complesso dei Battuti, collettiva: Primo premio copertina
2010- Complesso dei Battuti, collettiva: Primo premio copertina
DAVIDE FERARARIO:
Un curriculum di tutto rispetto:
Davide Ferrario nasce nel 1981 a Monselice (PD). A otto anni inizia a suonare la chitarra. A dodici anni scrive pezzi dance e si avvicina al mondo delle batterie elettroniche, della computer-music. A quindici forma gli Fsc e inizia a cantare e a scrivere canzoni per la band. A diciotto inizia a studiare informatica. A ventisei inizia a suonare il pianoforte. Con gli Fsc, dopo vari cambi di formazione si ritrova ad essere il chitarrista di Franco Battiato, ad incidere un disco per SonyBmg e a partecipare, nel 2007, al Festival Di Sanremo con il brano “Non Piangere”. L'esperienza con gli Fsc termina alla fine del 2007, momento in cui Davide decide di dare vita ad un progetto solista. Contemporaneamente iniziano due collaborazioni importanti: la partecipazione come chitarrista e arrangiatore al disco di Piero Pelù "Fenomeni" e l'arruolamento come chitarrista con Gianna Nannini contestuale all'uscita della raccolta GiannaBest. “Lavoro con Franco Battiato dal 2004, come chitarrista e seconda voce. Ho realizzato con lui quattro album in studio e uno dal vivo. Ho partecipato a sette tour con concerti sia in Italia che all'estero. Durante il Fleurs 2 Tour, tra gennaio 2009 e aprile 2009, circa quaranta date in tutta Italia, Franco mi ha permesso di esibirmi in tutti i concerti del tour con un mio brano nella zona centrale del concerto. Il brano in questione, "Non Capiranno", è stato apprezzato moltissimo dal pubblico. Ovviamente sarà contenuto nel disco”. “Con Gianna Nannini, da capodanno 2007/2008, come chitarrista e pianista. Ho partecipato a quattro tour, di cui uno in Germania di spalla a Bon Jovi. Da ultimo con Milva, come chitarrista e seconda voce. Ho realizzato con lei un album in studio”.
Il disco: “ F “
Non voglio parlare di genere musicale. A me è sempre piaciuto il pop quindi probabilmente questo sarà un disco pop. Impegnato, ma pop”. Si tratta di 12 pezzi, riportiamo sinossi e titolo di tre brani significativi:
Non Capiranno” quella che Ferrario ha cantato nei concerti di Battiato. Parla di un blocco emotivo, di quanto sia brutto non riuscire ad emozionarsi e di come sia difficile spiegarlo alla gente. "Non sono stronzo, sono solo timido. Le persone ti scambiano per un pezzo di ghiaccio, invece c'è un'enorme sofferenza nel non riuscire ad aprirsi. La suono al pianoforte e alla chitarra contemporaneamente, dal vivo. Il solo finale alla Gilmour è nato così suonandolo sopra alla base la prima volta”.
Caos” E', banalmente, quello che sento quando guardo oggi la televisione. A volte la tentazione di fare parte di quel mondo è talmente forte che ti verrebbe da cercare di entrarci, anche se sai benissimo che saresti un pesce fuor d'acqua e che quel mondo con te non ha nulla a che fare. I realities, i talent-show e tutte queste cose allucinanti con cui ci stanno diseducando. Ma anche le radio e i giornali, la politica delle urla e delle voci grosse. Il caos. E' uno dei pochi pezzi del disco che possiamo definire rock.
Non Ci Sono Altre Domande”. Ci sono persone che raramente si innamorano, ma quando lo fanno rimangono abbagliate. A tal punto da desiderare di assomigliare alla persona che amano, di essere plasmati da quella persona. E' una canzone acustica, da camera da letto, da bisbigliare nelle orecchie.
Nato da fogli di carta sparsi in una valigia, sempre pronta al prossimo viaggio. Scritto negli scorsi due anni, tra camere d'albergo, treni, ritorni a casa. Semplice negli arrangiamenti, per la sua intima musicalità, ma estremamente complesso, animato da sensazioni forti. Un disco lontano dal mondo discografico, dai talent show, dalle catene creative”.
La genesi:
Un disco nato da un lavoro di ricerca lungo tre anni. Dopo l'esperienza a Sanremo con la sua band Fsc Davide Ferraio si è confrontato con varie importanti figure del mondo della musica e della discografia. La sua musica si è evoluta, si è formato uno stile personale: “ In questo momento, sia per esigenza di libertà sia per urgenza artistica ho scelto l'autoproduzione. Volevo una situazione comoda e libera per iniziare a mettere nero su bianco quello che ho scritto dal 2007 ad oggi”. Il disco vede la sua gestazione in quel di Padova: “L'aiuto di Artemisia, in particolar modo di Chiara Coltro, è stato determinante: ho trasferito il mio studio mobile nella loro sede e mi sono lasciato travolgere da un agosto padovano e da un luogo che ha sicuramente delle vibrazioni magiche.
24
ottobre 2010
Maria Teresa Paci – Lysandra
Dal 24 ottobre al 20 novembre 2010
arte contemporanea
Location
CASTELLO
San Vito Al Tagliamento, Via Guglielmo Marconi, 14, (Pordenone)
San Vito Al Tagliamento, Via Guglielmo Marconi, 14, (Pordenone)
Orario di apertura
giovedì dalle 16.00 alle 19.30
venerdì sabato e domenica dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30
Vernissage
24 Ottobre 2010, ore 17.30 presentazione critica di Barbara Codogno, giornalista.
Autore
Curatore