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Maria Thereza Alves – Time, trade and surplus value
Intrinsecamente radicata con la sua stessa quotidianità, la pratica artistica della Alves s’intreccia costantemente con la sua vita, rendendosi specchio del suo stesso sguardo, profondamente femminista e sempre attento alle dinamiche sociologiche che coinvolgono l’essere umano
Comunicato stampa
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MARIA THEREZA ALVES
Time, Trade and Surplus Value
4 luglio 2018 – 31 agosto 2018
La galleria Alfonso Artiaco è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra di
Maria Thereza Alves, mercoledì4 luglio, 2018 alle 19:30, in presenza dell’artista.
La galleria Alfonso Artiaco ospita per la prima volta una mostra dell’artista brasiliana Maria Thereza Alves
(San Paolo, 1961).
Intrinsecamente radicata con la sua stessa quotidianità, la pratica artistica della Alves s’intreccia costantemente con la sua vita, rendendosi specchio del suo stesso sguardo, profondamente femminista e sempre attento alle dinamiche sociologiche che coinvolgono l’essere umano e la sua interazione con il mondo circostante. L’artista presenta un corpus di opere quanto più diversificate nei media, dalla video art, all’installazione, passando attraverso la pittura, ai lavori su carta e la scultura.
La mostra si apre nella prima stanza con la serie dei lavori su carta Unrejected Wild Flora. In questi lavori l’artista si focalizza sulle “erbacce”, che sono considerate dai più piante non del tutto reali o addirittura quasi non degne di chiamarsi tali. Piante che spesso vengono deliberatamente sradicate e gettate via, un gesto che l’artista spera non entri mai a far parte di ciò che gli umani potrebbero definire “naturale”. L’artista le raccoglie e le ricopre con della pittura e attraverso un’azione performativa registra la loro essenza sulla carta, cristallizzandone la forma e donando una sorta di vita eterna.
Nella sala successiva troviamo una serie di sculture intitolate Venxen ke ve. Opere in bronzo che non sono state scavate dall’artista ma trovate come forme a priori già esistenti nello suo studio alle quali dare una nuova forma di vita. Questi lavori convivono con due fotografie di medie dimensioni.
La mostra prosegue con una seconda serie di fotografie Urban Rituals, il cui soggetto sono uccelli morti che l’artista ha immortalato durante gli ultimi anni nei suoi viaggi in giro per il mondo. Ancora una volta la Alves sembra voler innalzare moralmente ed esteticamente la morte e di contro la vita di un essere vivente altrimenti inosservato.
Nella stanza adiacente troviamo nuovamente una scultura, questa volta in ferro, intitolata Through the Fields and into the Woods: una grande opera meditativa sulla flora ordinaria di una foresta europea.
Percorrendo le stanze della galleria si arriva all’opera We Know Everything That Happens Over All the Generous Earth. Un’installazione multimediale che diventa un omaggio al mito fondatore di Napoli, della Sirena Partenopea rivisitato con il solito tocco e sguardo femminista che caratterizza l’artista. Pur riconoscendo che la paura dell’ignoto ha portato gli uomini a confondere i toni acuti delle foche con quelli delle voci femminili, Alves mette in discussione il processo alterato che sfocia nell’immaginazione di queste donne mitiche nella forma viziosa di un ibrido umano/non umano. Con questo lavoro l’artista sceglie invece di concentrarsi sull’estratto di Omero che si diletta nella gioia della conoscenza di queste donne.
Infine, nell’ultima stanza troviamo l’opera omonima di questa mostra che è il video girato lungo le coste del Senegal, Time, Trade and Surplus Value.
Il nostro sguardo viene catturato da un ammasso di indumenti galleggianti in mare che sembrano prendere le sembianze di un corpo umano. Vestiti abbandonati che diventano metafora dei corpi delle migliaia di migranti che sempre più drammaticamente affollano le nostre coste, perdendo spesso la vita.
Accanto a quest’ultima, si erige su un piedistallo Shaushka, una scultura in vetro di un’antica divinità mediterranea, simbolo non solo di fertilità femminile ma anche di successo negli affari oltre che di protezione e guarigione, la quale dovrebbe essere in grado di fornire anche illuminazione e trascendenza. Con questo lavoro Maria Thereza mette anche in discussione la scarsità e l’insufficienza dei limiti della sessualità contemporanea.
Argomento d’indagine di questa mostra vuole quindi essere la conseguenza dei massicci cambiamenti sulla terra derivanti da ciò che alcuni chiamerebbero gli esseri antropoceni, sia animali che non animali che insieme alla terra vengono usati e/o scartati. Maria Thereza Alves con la sua arte insiste invece sulla necessità di dover trovare il modo di assicurare inclusività e di onorare quindi la possibilità continua di una reciprocità di relazioni complesse non gerarchiche.
Maria Theresa Alves (San Paolo, 1961) vive e lavora tra Berlino e Napoli.
E’ tra le artiste presenti alla 12esima edizione di Manifesta con l’opera “Una proposta di sincretismo (questa volta senza genocidio)” in mostra a Palazzo Butera. Ha recentemente esposto alla Triennale di Parigi, (d)OCUMENTA 13 a Kassel, alla Biennale di San Paolo, alla Biennale di Taipei, Manifesta a Trento, Biennale di Praga, alla Biennale di Lyon dove ha ricevuto il Prix de la Francophonie. Nel 2017 è stata insignita del premio Vera List, che viene dato agli artisti che si impegnano nella divulgazione di importanti tematiche sociali.
Tra le altre mostre qui citiamo:
Museo Tamayo in Mexico City, Fondazione Sandretto in Torino, Berlin Film Festival, Arnolfini Gallery a Bristol, Kunsthalle a Baselea, San Francisco Art Institute, Michel Rein Gallery a Paris, NBK a Berlin, Musée Portuaire a Dunkirk, Nikolaj a Copenhagen, Liverpool Biennale, Palais de Tokyo a Parigi, Culturegest a Lisbon, RAM a Roma, Werkleitz Biennale, Gallery 101 a Montreal, BueroFriedrich a Berlino, Villa Medici a Roma, TaideMuseo in Pori, Museum in Progress in Vienna, Insite in Tijuana e San Diego, Kunstwerkt in Munich, Steirischer Herbst in Graz, Boxx in Brussels, Beursschouwburg in Brussels, Central Space Gallery a Londra, New Museum of Contemporary Art a New York, Temistocles 44 nella Città del Messico, Casa del Lago in Mexico City, La Estacion Gallery a Cuernavaca, Biennale dell’Havana e Kenkeleba House a New York.
Time, Trade and Surplus Value
4 luglio 2018 – 31 agosto 2018
La galleria Alfonso Artiaco è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra di
Maria Thereza Alves, mercoledì4 luglio, 2018 alle 19:30, in presenza dell’artista.
La galleria Alfonso Artiaco ospita per la prima volta una mostra dell’artista brasiliana Maria Thereza Alves
(San Paolo, 1961).
Intrinsecamente radicata con la sua stessa quotidianità, la pratica artistica della Alves s’intreccia costantemente con la sua vita, rendendosi specchio del suo stesso sguardo, profondamente femminista e sempre attento alle dinamiche sociologiche che coinvolgono l’essere umano e la sua interazione con il mondo circostante. L’artista presenta un corpus di opere quanto più diversificate nei media, dalla video art, all’installazione, passando attraverso la pittura, ai lavori su carta e la scultura.
La mostra si apre nella prima stanza con la serie dei lavori su carta Unrejected Wild Flora. In questi lavori l’artista si focalizza sulle “erbacce”, che sono considerate dai più piante non del tutto reali o addirittura quasi non degne di chiamarsi tali. Piante che spesso vengono deliberatamente sradicate e gettate via, un gesto che l’artista spera non entri mai a far parte di ciò che gli umani potrebbero definire “naturale”. L’artista le raccoglie e le ricopre con della pittura e attraverso un’azione performativa registra la loro essenza sulla carta, cristallizzandone la forma e donando una sorta di vita eterna.
Nella sala successiva troviamo una serie di sculture intitolate Venxen ke ve. Opere in bronzo che non sono state scavate dall’artista ma trovate come forme a priori già esistenti nello suo studio alle quali dare una nuova forma di vita. Questi lavori convivono con due fotografie di medie dimensioni.
La mostra prosegue con una seconda serie di fotografie Urban Rituals, il cui soggetto sono uccelli morti che l’artista ha immortalato durante gli ultimi anni nei suoi viaggi in giro per il mondo. Ancora una volta la Alves sembra voler innalzare moralmente ed esteticamente la morte e di contro la vita di un essere vivente altrimenti inosservato.
Nella stanza adiacente troviamo nuovamente una scultura, questa volta in ferro, intitolata Through the Fields and into the Woods: una grande opera meditativa sulla flora ordinaria di una foresta europea.
Percorrendo le stanze della galleria si arriva all’opera We Know Everything That Happens Over All the Generous Earth. Un’installazione multimediale che diventa un omaggio al mito fondatore di Napoli, della Sirena Partenopea rivisitato con il solito tocco e sguardo femminista che caratterizza l’artista. Pur riconoscendo che la paura dell’ignoto ha portato gli uomini a confondere i toni acuti delle foche con quelli delle voci femminili, Alves mette in discussione il processo alterato che sfocia nell’immaginazione di queste donne mitiche nella forma viziosa di un ibrido umano/non umano. Con questo lavoro l’artista sceglie invece di concentrarsi sull’estratto di Omero che si diletta nella gioia della conoscenza di queste donne.
Infine, nell’ultima stanza troviamo l’opera omonima di questa mostra che è il video girato lungo le coste del Senegal, Time, Trade and Surplus Value.
Il nostro sguardo viene catturato da un ammasso di indumenti galleggianti in mare che sembrano prendere le sembianze di un corpo umano. Vestiti abbandonati che diventano metafora dei corpi delle migliaia di migranti che sempre più drammaticamente affollano le nostre coste, perdendo spesso la vita.
Accanto a quest’ultima, si erige su un piedistallo Shaushka, una scultura in vetro di un’antica divinità mediterranea, simbolo non solo di fertilità femminile ma anche di successo negli affari oltre che di protezione e guarigione, la quale dovrebbe essere in grado di fornire anche illuminazione e trascendenza. Con questo lavoro Maria Thereza mette anche in discussione la scarsità e l’insufficienza dei limiti della sessualità contemporanea.
Argomento d’indagine di questa mostra vuole quindi essere la conseguenza dei massicci cambiamenti sulla terra derivanti da ciò che alcuni chiamerebbero gli esseri antropoceni, sia animali che non animali che insieme alla terra vengono usati e/o scartati. Maria Thereza Alves con la sua arte insiste invece sulla necessità di dover trovare il modo di assicurare inclusività e di onorare quindi la possibilità continua di una reciprocità di relazioni complesse non gerarchiche.
Maria Theresa Alves (San Paolo, 1961) vive e lavora tra Berlino e Napoli.
E’ tra le artiste presenti alla 12esima edizione di Manifesta con l’opera “Una proposta di sincretismo (questa volta senza genocidio)” in mostra a Palazzo Butera. Ha recentemente esposto alla Triennale di Parigi, (d)OCUMENTA 13 a Kassel, alla Biennale di San Paolo, alla Biennale di Taipei, Manifesta a Trento, Biennale di Praga, alla Biennale di Lyon dove ha ricevuto il Prix de la Francophonie. Nel 2017 è stata insignita del premio Vera List, che viene dato agli artisti che si impegnano nella divulgazione di importanti tematiche sociali.
Tra le altre mostre qui citiamo:
Museo Tamayo in Mexico City, Fondazione Sandretto in Torino, Berlin Film Festival, Arnolfini Gallery a Bristol, Kunsthalle a Baselea, San Francisco Art Institute, Michel Rein Gallery a Paris, NBK a Berlin, Musée Portuaire a Dunkirk, Nikolaj a Copenhagen, Liverpool Biennale, Palais de Tokyo a Parigi, Culturegest a Lisbon, RAM a Roma, Werkleitz Biennale, Gallery 101 a Montreal, BueroFriedrich a Berlino, Villa Medici a Roma, TaideMuseo in Pori, Museum in Progress in Vienna, Insite in Tijuana e San Diego, Kunstwerkt in Munich, Steirischer Herbst in Graz, Boxx in Brussels, Beursschouwburg in Brussels, Central Space Gallery a Londra, New Museum of Contemporary Art a New York, Temistocles 44 nella Città del Messico, Casa del Lago in Mexico City, La Estacion Gallery a Cuernavaca, Biennale dell’Havana e Kenkeleba House a New York.
04
luglio 2018
Maria Thereza Alves – Time, trade and surplus value
Dal 04 luglio al 03 agosto 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA ALFONSO ARTIACO
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Orario di apertura
da lunedi a venerdi ore 10-19
Vernissage
4 Luglio 2018, ore 19.30 - 21.00
Autore