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Mariana Castillo Deball – The Tortoise and other footraces between unequal contestants
Personale pensata dell’artista per lo spazio di Roma della galleria. In mostra una scultura e alcune stampe che muovono da essa
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mariana Castillo Deball ci ha scritto: “Vi scrivo a proposito del lavoro che ho fatto per la mostra di Roma.
Fin dall’inizio, per questo progetto, volevo avere una scultura e una serie di stampe che muovessero dalla
scultura. Il risultato è che in mostra ci saranno una scultura di legno, costituita da 7 parti, installata sul
pavimento insieme a 4 stampe su carta appese al muro.
Uno dei punti di partenza per questo progetto è un fossile di tartaruga che ho trovato al museo di storia
naturale di Berlino. Lo scorso anno in Brasile, ho lavorato molto con i fossili per il lavoro della biennale di
Sao Paulo; da allora, proseguendo con questa ricerca sto continuando a visitare spesso il museo di storia
naturale di Berlino, per guardare i fossili.
Il secondo punto di riferimento è un libro sui miti della Tartaruga Amazzonici, nei quali vengono analizzati i
diversi racconti popolari in cui una tartaruga è in competizione con un altro animale, che è generalmente più
veloce. Così l’altro animale pensa che vincerà e dà un vantaggio alla tartaruga, ma la tartaruga trova il modo
per sconfiggerlo.
Con il loro movimento lento, almeno sulla terra, ma ben corazzate e longeve, le tartarughe appaiono in
diverse situazioni nei racconti. Nella favola di Esopo “La Lepre e la Tartaruga”, la lepre sfida la tartaruga in
una gara di corsa. Credendo di poter vincere facilmente, a metà strada si concede un pisolino. La tartaruga
procede, superando la lepre addormentata e vince la gara. In questa gara tra due contendenti disuguali,
l’animale lento è a volte una tartaruga o una lumaca o un granchio o una talpa o un porcospino.
La tartaruga condivide anche una storia con Achille, in uno dei paradossi di Zenone.
Achille è coinvolto in una gara con la lenta tartaruga. Achille confida nella vittoria e concede un vantaggio
alla tartaruga, ma ha un problema: prima di superare la tartaruga, deve raggiungerla. Achille percorre lo
spazio che lo separava dalla tartaruga all’inizio della gara, ma la tartaruga crea comunque una nuova
distanza. Il nuovo spazio è più piccolo del precedente, ma è ancora una distanza finita che Achille deve
coprire per raggiungere l’animale. Achille corre per questo secondo tratto, ma con frustrazione si accorge
che la tartaruga ne ha aggiunto un terzo, e così via. Non importa quanto veloce sia Achille nel coprire la
distanza, la lenta, ma costante tartaruga ne crea sempre un’altra, più piccola, e rimane in testa.
In questa gara, il corridore più veloce non potrà mai superare il più lento, perché l'inseguitore dovrà sempre
raggiungere il punto da dove l'inseguito è partito in modo che il più lento resterà sempre in testa”.
La mostra di Mariana Castillo Deball da pinksummer goes to Rome dal titolo “The Tortoise and other
Footraces between unequal Contestants”, ci ha fatto pensare alla lentezza come a una pratica di resistenza
e in questo senso l’elogio della lentezza simbolicamente incarnata dalla tartaruga, appare affine
concettualmente all’invito all’offuscamento che Tobias Putrih ha volto ai visitatori di “Obfuscation”, la
personale tenutasi da pinksummer a Genova nell’ottobre scorso, che attraverso piccoli gesti, compiuti da
molti, quotidianamente, può diventare una pratica rivoluzionaria per contrastare un contendente disuguale in
termini di potenza, come “gli imperi dei dati”.
D’altra parte per la fisica quantistica e dunque per le particelle subatomiche, rispetto al principio di
indeterminazione, non è importante pensare che esista il movimento; l’importante e che si possano
effettuare delle misure e prevederne il risultato. Pertanto Zenone di Elea considerato da Aristotele il
fondatore della dialettica, poteva tranquillamente ridurre all’assurdo la tesi contraddittoria, per difendere,
Parmenide, il suo maestro, e negare il movimento, affermando che essendo che ogni grandezza ammette
divisioni infinite è impossibile percorrere una qualche grandezza in un tempo finito, essendo costituita ogni
grandezza di infiniti tratti.
La morale della favola di Esopo “La Lepre e la Tartaruga” sembra invece insegnare che mai bisogna
sottovalutare i propri avversari, e che non serve correre, ma partire in tempo, intenti validi sempre, ma in
questo momento storico forse di più.
Le tartarughe sono creature mitiche che in tutte le culture hanno un ruolo simbolico, esistono da 225 milioni
di anni sulla Terra, sono fossili viventi, robusti e autosufficienti, sono sopravvissute a qualsiasi
sconvolgimento sulla Terra. La tartaruga può sopravvivere a lungo sotto le calotte di ghiaccio, come sotto la
sabbia nel deserto. In periodi di oscurità rappresenta un potenziale di speranza, di crescita e di creatività,
raccogliendo e concentrando le forze nel sé contro la dispersione . La tartaruga è simbolo di pazienza,
responsabilità, creatività e lunga vita. La tartaruga rappresenta in qualche modo la coltivazione del pensiero
razionale.
Nel libro “Elogio della Lentezza” il neuro scienziato Lamberto Maffei afferma che il cervello ama la tartaruga,
perché il cervello è una macchina lenta a differenza delle macchine che esso ha inventato. Il secolo breve
che ha alimentato il sogno utopistico e falsamente emancipativo della velocità, a cominciare dai Futuristi, ha
prodotto guerre e stermini. Secondo Maffei, la macchina che meglio rappresenta la contemporaneità è il
tapis roulant, si corre, si fatica, si suda per ritrovarsi sempre nello stesso punto.
La tesi centrale di “Thinking faster and Slow” scritto da Daniel Kahneman, che ha vinto il premio nobel per
l’economia pur essendo uno psicologo, scritto in collaborazione con Amos Tversky, è la dicotomia tra due
modelli di pensiero secondo la teoria euristica, di cui il primo “System 1” è veloce, instintivo, emozionale, il
“System 2” è deliberativo e logico e arriva alla conclusione che “la verità è che non siamo obbligati a credere
a tutto ciò che pensiamo! Una delle capacità fondamentali del vivere consapevole e dello sviluppo personale
è scegliere cosa credere e cosa non credere”. Il pensiero lento è un modo per spalancarsi dunque strade
inaspettate.
Sembra che le pubblicità più efficaci oggi non contengano più messaggi logici, ma sono emozione allo stato
puro. Non è più importante spiegare logicamente che un prodotto è migliore rispetto a quello di un altro
competitor. Il messaggio razionale è bandito, ciò che rende uno spot di successo è la sua componente
emozionale. Se il consumatore di prodotti o di notizie può sviluppare anticorpi sotto il profilo razionale, non
potrà mai essere immune dalle emozioni.
Le emozioni universali dell’uomo, secondo la teoria dello psicologo Paul Ekman sono sette, di cui solo la
felicità ha una connotazione positiva, la sorpresa può avere una connotazione positiva o negativa, mentre
rabbia, paura, disgusto, tristezza e disprezzo hanno una connotazione negativa. Se ne aggiunge un’ ottava
che è la neutralità, la più pericolosa dal punto di vista del marketing, mentre le altre emozioni hanno tutte un
valore commerciale.
Internet non ha cambiato i consumatori, ha solo amplificato ciò che siamo, un po’ come il capitalismo
impiantato in Cina.
La civiltà borghese ha coltivato la virtù pubblica e il vizio privato, vale a dire la dissociazione tra ciò che
l’individuo sperimenta dentro di sé e ciò che lascia apparire, in questo senso la mistificazione o
dissociazione inconscia tra emotività viscerale e rappresentazione cognitiva delle emozioni è un male diffuso
nella nostra società e conduce alla mistificazione e alla manipolazione, ed è tanto più inquietante quanto
meno se ne ha coscienza.
La tartaruga di Mariana Castillo Deball è costituita da sette parti, come la scala delle emozioni umane
universali del marketing pubblicitario che rende il ROI migliore, come le corde della prima lira costruita dal
dio Hermes, donata a Apollo e da questi al figlio Orfeo. Si dice che Hermes usò un carapace di tartaruga e
tese al suo interno sette corde di budello di pecora per costruire lo strumento musicale atto a rallegrare il
cuore. La lira è associata alle virtù apollinee di moderazione e equilibrio in contrapposizione al flauto legato
a Dionisio che rappresenta estasi e celebrazione. La tartaruga di Mariana Castillo Deball sembra
condividere con la lira donata da Hermes a Apollo una sorta di forza nascosta: la capacità di sapersi rifugiare
in sé per resistere e trovare prima o poi una via inaspettata.
Il titolo di un racconto amazzonico sulla tartaruga è “How a Tortoise Killed a Jaguar and made a Whistle of
one of his bones”.
Fin dall’inizio, per questo progetto, volevo avere una scultura e una serie di stampe che muovessero dalla
scultura. Il risultato è che in mostra ci saranno una scultura di legno, costituita da 7 parti, installata sul
pavimento insieme a 4 stampe su carta appese al muro.
Uno dei punti di partenza per questo progetto è un fossile di tartaruga che ho trovato al museo di storia
naturale di Berlino. Lo scorso anno in Brasile, ho lavorato molto con i fossili per il lavoro della biennale di
Sao Paulo; da allora, proseguendo con questa ricerca sto continuando a visitare spesso il museo di storia
naturale di Berlino, per guardare i fossili.
Il secondo punto di riferimento è un libro sui miti della Tartaruga Amazzonici, nei quali vengono analizzati i
diversi racconti popolari in cui una tartaruga è in competizione con un altro animale, che è generalmente più
veloce. Così l’altro animale pensa che vincerà e dà un vantaggio alla tartaruga, ma la tartaruga trova il modo
per sconfiggerlo.
Con il loro movimento lento, almeno sulla terra, ma ben corazzate e longeve, le tartarughe appaiono in
diverse situazioni nei racconti. Nella favola di Esopo “La Lepre e la Tartaruga”, la lepre sfida la tartaruga in
una gara di corsa. Credendo di poter vincere facilmente, a metà strada si concede un pisolino. La tartaruga
procede, superando la lepre addormentata e vince la gara. In questa gara tra due contendenti disuguali,
l’animale lento è a volte una tartaruga o una lumaca o un granchio o una talpa o un porcospino.
La tartaruga condivide anche una storia con Achille, in uno dei paradossi di Zenone.
Achille è coinvolto in una gara con la lenta tartaruga. Achille confida nella vittoria e concede un vantaggio
alla tartaruga, ma ha un problema: prima di superare la tartaruga, deve raggiungerla. Achille percorre lo
spazio che lo separava dalla tartaruga all’inizio della gara, ma la tartaruga crea comunque una nuova
distanza. Il nuovo spazio è più piccolo del precedente, ma è ancora una distanza finita che Achille deve
coprire per raggiungere l’animale. Achille corre per questo secondo tratto, ma con frustrazione si accorge
che la tartaruga ne ha aggiunto un terzo, e così via. Non importa quanto veloce sia Achille nel coprire la
distanza, la lenta, ma costante tartaruga ne crea sempre un’altra, più piccola, e rimane in testa.
In questa gara, il corridore più veloce non potrà mai superare il più lento, perché l'inseguitore dovrà sempre
raggiungere il punto da dove l'inseguito è partito in modo che il più lento resterà sempre in testa”.
La mostra di Mariana Castillo Deball da pinksummer goes to Rome dal titolo “The Tortoise and other
Footraces between unequal Contestants”, ci ha fatto pensare alla lentezza come a una pratica di resistenza
e in questo senso l’elogio della lentezza simbolicamente incarnata dalla tartaruga, appare affine
concettualmente all’invito all’offuscamento che Tobias Putrih ha volto ai visitatori di “Obfuscation”, la
personale tenutasi da pinksummer a Genova nell’ottobre scorso, che attraverso piccoli gesti, compiuti da
molti, quotidianamente, può diventare una pratica rivoluzionaria per contrastare un contendente disuguale in
termini di potenza, come “gli imperi dei dati”.
D’altra parte per la fisica quantistica e dunque per le particelle subatomiche, rispetto al principio di
indeterminazione, non è importante pensare che esista il movimento; l’importante e che si possano
effettuare delle misure e prevederne il risultato. Pertanto Zenone di Elea considerato da Aristotele il
fondatore della dialettica, poteva tranquillamente ridurre all’assurdo la tesi contraddittoria, per difendere,
Parmenide, il suo maestro, e negare il movimento, affermando che essendo che ogni grandezza ammette
divisioni infinite è impossibile percorrere una qualche grandezza in un tempo finito, essendo costituita ogni
grandezza di infiniti tratti.
La morale della favola di Esopo “La Lepre e la Tartaruga” sembra invece insegnare che mai bisogna
sottovalutare i propri avversari, e che non serve correre, ma partire in tempo, intenti validi sempre, ma in
questo momento storico forse di più.
Le tartarughe sono creature mitiche che in tutte le culture hanno un ruolo simbolico, esistono da 225 milioni
di anni sulla Terra, sono fossili viventi, robusti e autosufficienti, sono sopravvissute a qualsiasi
sconvolgimento sulla Terra. La tartaruga può sopravvivere a lungo sotto le calotte di ghiaccio, come sotto la
sabbia nel deserto. In periodi di oscurità rappresenta un potenziale di speranza, di crescita e di creatività,
raccogliendo e concentrando le forze nel sé contro la dispersione . La tartaruga è simbolo di pazienza,
responsabilità, creatività e lunga vita. La tartaruga rappresenta in qualche modo la coltivazione del pensiero
razionale.
Nel libro “Elogio della Lentezza” il neuro scienziato Lamberto Maffei afferma che il cervello ama la tartaruga,
perché il cervello è una macchina lenta a differenza delle macchine che esso ha inventato. Il secolo breve
che ha alimentato il sogno utopistico e falsamente emancipativo della velocità, a cominciare dai Futuristi, ha
prodotto guerre e stermini. Secondo Maffei, la macchina che meglio rappresenta la contemporaneità è il
tapis roulant, si corre, si fatica, si suda per ritrovarsi sempre nello stesso punto.
La tesi centrale di “Thinking faster and Slow” scritto da Daniel Kahneman, che ha vinto il premio nobel per
l’economia pur essendo uno psicologo, scritto in collaborazione con Amos Tversky, è la dicotomia tra due
modelli di pensiero secondo la teoria euristica, di cui il primo “System 1” è veloce, instintivo, emozionale, il
“System 2” è deliberativo e logico e arriva alla conclusione che “la verità è che non siamo obbligati a credere
a tutto ciò che pensiamo! Una delle capacità fondamentali del vivere consapevole e dello sviluppo personale
è scegliere cosa credere e cosa non credere”. Il pensiero lento è un modo per spalancarsi dunque strade
inaspettate.
Sembra che le pubblicità più efficaci oggi non contengano più messaggi logici, ma sono emozione allo stato
puro. Non è più importante spiegare logicamente che un prodotto è migliore rispetto a quello di un altro
competitor. Il messaggio razionale è bandito, ciò che rende uno spot di successo è la sua componente
emozionale. Se il consumatore di prodotti o di notizie può sviluppare anticorpi sotto il profilo razionale, non
potrà mai essere immune dalle emozioni.
Le emozioni universali dell’uomo, secondo la teoria dello psicologo Paul Ekman sono sette, di cui solo la
felicità ha una connotazione positiva, la sorpresa può avere una connotazione positiva o negativa, mentre
rabbia, paura, disgusto, tristezza e disprezzo hanno una connotazione negativa. Se ne aggiunge un’ ottava
che è la neutralità, la più pericolosa dal punto di vista del marketing, mentre le altre emozioni hanno tutte un
valore commerciale.
Internet non ha cambiato i consumatori, ha solo amplificato ciò che siamo, un po’ come il capitalismo
impiantato in Cina.
La civiltà borghese ha coltivato la virtù pubblica e il vizio privato, vale a dire la dissociazione tra ciò che
l’individuo sperimenta dentro di sé e ciò che lascia apparire, in questo senso la mistificazione o
dissociazione inconscia tra emotività viscerale e rappresentazione cognitiva delle emozioni è un male diffuso
nella nostra società e conduce alla mistificazione e alla manipolazione, ed è tanto più inquietante quanto
meno se ne ha coscienza.
La tartaruga di Mariana Castillo Deball è costituita da sette parti, come la scala delle emozioni umane
universali del marketing pubblicitario che rende il ROI migliore, come le corde della prima lira costruita dal
dio Hermes, donata a Apollo e da questi al figlio Orfeo. Si dice che Hermes usò un carapace di tartaruga e
tese al suo interno sette corde di budello di pecora per costruire lo strumento musicale atto a rallegrare il
cuore. La lira è associata alle virtù apollinee di moderazione e equilibrio in contrapposizione al flauto legato
a Dionisio che rappresenta estasi e celebrazione. La tartaruga di Mariana Castillo Deball sembra
condividere con la lira donata da Hermes a Apollo una sorta di forza nascosta: la capacità di sapersi rifugiare
in sé per resistere e trovare prima o poi una via inaspettata.
Il titolo di un racconto amazzonico sulla tartaruga è “How a Tortoise Killed a Jaguar and made a Whistle of
one of his bones”.
22
giugno 2017
Mariana Castillo Deball – The Tortoise and other footraces between unequal contestants
Dal 22 giugno al 28 luglio 2017
arte contemporanea
Location
PINKSUMMER
Roma, Via Del Vantaggio, 17/a, (Roma)
Roma, Via Del Vantaggio, 17/a, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 15:00 alle 19:30
Vernissage
22 Giugno 2017, dalle 18:30 alle 21:00
Autore