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Marianna Costi – Le Cadavre Exquis
Le fotografie di Marianna Costi, in un dialogo continuo tra ricerca personale, echi della stagione concettuale e influssi della pittura metafisica.Seguendo le orme di Francesca Woodman.
Comunicato stampa
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Scrive Breton, 1938, in L’ amour Fou: “La bellezza convulsiva sarà erotico-velata, esplodente-fissa, magico circostanziale, o non sarà.”
E certamente il corpo velato accanto alla maschera etnica (dalla serie Le Cadavre Exquis, titolo eminentemente surrealista che comprende tutte le immagini esposte) mette in campo il gioco del desiderio. La fotografia rinegozia la distanza tra ciò che è vivo e ciò che non lo è, tra oggetto e soggetto.
E non è esplodente-fissa l’ immagine, nella camera buia dove la luce proiettata dalla finestra scoppia sulla forma velata, tracciando (gettando il dado della creazione di forme imprevedibili) il tempo più lento del’ enigma dell’ ora? Questa serie è intitolata Improvvisazione di forme fredde: ancora, forse, una meditazione sulla dimensione mortuaria e oggettivizzante (reificante) che l’ operazione fotografica conferisce ai corpi, raddoppiata dal telo, come un sudario, che solo a tratti rende evidente la forma di quel corpo.
E non sono magiche-circostanziali le immagini di Feticcio dal color losco che rimandano a oggetti archetipici, a presenze doppie o raddoppiate, descrivendo minuziosamente i luoghi, la pelle dei muri, gli oggetti concreti oppure trasfigurandone l’ immagine in pura apparenza, doppio e fantasma di se stesse?
Non so se si possa dire –con Rosalind Krauss- che tutta la fotografia soggiacente a tali principi enunciati da André Breton (quindi, tendenzialmente, proprio tutta la fotografia) è intrinsecamente surrealista; sicuramente da quell’ esperienza storica Marianna Costi trae elementi e scritture impiegati in una ricerca rigorosamente personale, che adotta consapevolezze della stagione concettuale: la dimensione sottilmente narrativa di Duane Michals, le sequenze, il giocare continuo con l’ ambiguità del reale. Attinge poi ampiamente all’ universo della pittura metafisica in una declinazione che rimanda al versante di genere femminile della fotografia di ricerca: Florence Henri, Verena Von Gagern e (ma più esplicitamente in ricerche precedenti) Francesca Woodman. A queste scelte non deve poi essere estraneo il modello di rivisitazione metafisica in chiave fortemente grafica di Vasco Ascolini.
Quella di Marianna Costi evidentemente è, come già notato da Massimo Mussini, fotografia della costruzione scenica, di “creazione di una realtà immaginata” e nel gioco dell’ incontro Eccellente tra noi e le sue fotografie raccogliamo verità trovate, realtà di una zona dietro il rovescio degli occhi. Pare che il primo testo uscito dal gioco di improvvisazione verbale di Breton e degli amici surrealisti recitasse: Le cadavre exquis boira du vin nouveau.
Beviamo volentieri il vino nuovo di una ricerca recente, speriamo prosegua a lungo.
Paolo Barbaro
Settembre 2010
E certamente il corpo velato accanto alla maschera etnica (dalla serie Le Cadavre Exquis, titolo eminentemente surrealista che comprende tutte le immagini esposte) mette in campo il gioco del desiderio. La fotografia rinegozia la distanza tra ciò che è vivo e ciò che non lo è, tra oggetto e soggetto.
E non è esplodente-fissa l’ immagine, nella camera buia dove la luce proiettata dalla finestra scoppia sulla forma velata, tracciando (gettando il dado della creazione di forme imprevedibili) il tempo più lento del’ enigma dell’ ora? Questa serie è intitolata Improvvisazione di forme fredde: ancora, forse, una meditazione sulla dimensione mortuaria e oggettivizzante (reificante) che l’ operazione fotografica conferisce ai corpi, raddoppiata dal telo, come un sudario, che solo a tratti rende evidente la forma di quel corpo.
E non sono magiche-circostanziali le immagini di Feticcio dal color losco che rimandano a oggetti archetipici, a presenze doppie o raddoppiate, descrivendo minuziosamente i luoghi, la pelle dei muri, gli oggetti concreti oppure trasfigurandone l’ immagine in pura apparenza, doppio e fantasma di se stesse?
Non so se si possa dire –con Rosalind Krauss- che tutta la fotografia soggiacente a tali principi enunciati da André Breton (quindi, tendenzialmente, proprio tutta la fotografia) è intrinsecamente surrealista; sicuramente da quell’ esperienza storica Marianna Costi trae elementi e scritture impiegati in una ricerca rigorosamente personale, che adotta consapevolezze della stagione concettuale: la dimensione sottilmente narrativa di Duane Michals, le sequenze, il giocare continuo con l’ ambiguità del reale. Attinge poi ampiamente all’ universo della pittura metafisica in una declinazione che rimanda al versante di genere femminile della fotografia di ricerca: Florence Henri, Verena Von Gagern e (ma più esplicitamente in ricerche precedenti) Francesca Woodman. A queste scelte non deve poi essere estraneo il modello di rivisitazione metafisica in chiave fortemente grafica di Vasco Ascolini.
Quella di Marianna Costi evidentemente è, come già notato da Massimo Mussini, fotografia della costruzione scenica, di “creazione di una realtà immaginata” e nel gioco dell’ incontro Eccellente tra noi e le sue fotografie raccogliamo verità trovate, realtà di una zona dietro il rovescio degli occhi. Pare che il primo testo uscito dal gioco di improvvisazione verbale di Breton e degli amici surrealisti recitasse: Le cadavre exquis boira du vin nouveau.
Beviamo volentieri il vino nuovo di una ricerca recente, speriamo prosegua a lungo.
Paolo Barbaro
Settembre 2010
18
settembre 2010
Marianna Costi – Le Cadavre Exquis
Dal 18 settembre al 06 ottobre 2010
fotografia
Location
IL SIPARIO GALLERIA D’ARTE
Parma, Strada Benedetto Cairoli, 11, (Parma)
Parma, Strada Benedetto Cairoli, 11, (Parma)
Orario di apertura
martedì, mercoledì, giovedì dalle 16.00 alle 19.30
Venerdì, sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30
Domenica dalle 16.00 alle 19.30
Chiuso il lunedì
Vernissage
18 Settembre 2010, ore 18.00
Autore
Curatore