Selezionate da Silvio Fuso e trattate nella stampa da Giorgio Molinari con particolari tecniche e attenzioni, provengono dai preziosi fondi del Museo Fortuny.
L’allestimento di Daniela Ferretti le propone nello straordinario contesto dell’atelier di Mariano, nella zona sud del primo piano nobile del palazzo, allestito con preziose suggestioni dell’atelier di Mariano: dalla collezione dei dipinti del padre, (sulla sinistra rispetto all’ingresso), ai preziosi tessuti che rivestono interamente le pareti, alle celebri lampade. Nelle vetrine, oggetti e testimonianze del viaggio in Egitto.


La mostra presenta sessanta immagini inedite scelte tra le molte scattate da Mariano Fortuny e da sua moglie Henriette tra gennaio e marzo del 1938, in occasione di un lungo viaggio in Egitto e raccolte da lui stesso in una serie di piccoli e preziosi album
Appropriatamente definite appunti fotografici, offrono un punto di vista privilegiato sulla quotidianità, i gusti, le inclinazioni dell’ eclettico artista che, pur dotato di un gesto espressivo autorevole ed emozionante, non fu né volle essere un professionista in questa disciplina che usava soprattutto come strumento per i lavori scenografici o tessili. Ciononostante, negli scorci privati, nel fissare in immagini le proprie memorie, egli ottiene risultati sicuramente comparabili con quelli di famosi fotografi a lui contemporanei.
Tra centinaia di scatti a disposizione, le opere in mostra sono state selezionate in base alla rappresentatività espressiva e poi raggruppate in capitoli tematici: Mariano e la moglie, i monumenti, le grandi vedute, il fiume Nilo, le diverse genti, i mercati e i villaggi.

Di particolare rilievo è stato poi il lavoro di stampa delle immagini, realizzato direttamente a Palazzo Fortuny a cura del fotografo veneziano Giorgio Molinari, già autore- assieme ad altri- negli anni ’80 di un imponente lavoro di restauro di oltre mille fotografie collezionate da Fortuny, e curatore in seguito di un’importante esposizione che ne dava testimonianza.
Per la mostra di oggi, Molinari ha trattato i negativi originali, tutti realizzati nei medi formati professionali (24x36, 4,5x6 e 6x9) come base di partenza per un risultato espressivo che ne interpreta al meglio le potenzialità, confrontando costantemente il proprio lavoro sia con i caratteri e le intonazioni delle immagini degli album di Mariano, sia con la composizione caratteristica dei dipinti di soggetto mediorientale da lui realizzati in quegli anni.