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Mariano Sommella – Trans-azione semantica
Mostra di libri d’artista
Comunicato stampa
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GESTI-COLANDO
Uno dei meriti che va riconosciuto al Novecento è certamente quello di proporre nella cultura (e soprattutto nelle arti visive) una rivoluzionaria trasformazione dei costumi e delle convinzioni.
Dall’Astrattismo al Dadaismo, attraverso le pressioni del Futurismo, fin dagli albori del nuovo secolo, tutto quello che di innovativo era possibile proporre fu avviato spesso in termini di radicale rifiuto del passato.
Lungo tutto l’arco del secolo, poi, gli autori più rappresentativi hanno fatto quasi a gara per recepire le diverse sollecitazioni, adeguarle alla propria indole e portarle avanti in forme e modi capaci di personalizzarne le definizioni.
La svolta al nuovo millennio si è presentata come continuità ininterrotta a certe soluzioni ormai acquisite quasi come canoniche: e gli autori che ne vivono la dimensione non possono fare a meno di alimentarsi alle sorgenti originarie, salvo poi applicare un nomadismo elegante che consente di riportare tendenze spesso disparate o contraddittorie in un alveo unico.
Mariano Sommella è senz’altro uomo del suo tempo, capace di attingere dalla storia recente e passata le esperienze più vive e calarle nella sua spiccata personalità.
Dadaista quasi per istinto, ma anche razionale e programmatico (come è nella sua formazione “scolastica”) ama l’arte soprattutto come gesto provocatorio e sensibilizzatore, spesso calando nella realtà sociale interventi che hanno valenza soprattutto estetica.
Dal gusto dadaista recupera l’amore per i progetti che molto spesso non saranno realizzati (pure se sono oggettivamente possibili e praticabili); e dal costume futurista apprende l’amore per le contaminazioni tra parola e pittura, tra gesto e progetto: in particolare, esercita la sua fantasia nei “libri d’artista” che rappresentano il luogo privilegiato per le sue creazioni spesso addirittura farneticanti.
Nascono da qui le riflessioni sui segnali del quotidiano esasperato fino a perderne il senso originario, i libri illeggibili come ipotesi di provocazione alla lettura, gli “oggetti inutili” da passeggio per ricostruire un gusto estetico della realtà e così via attraverso tutte le possibili identificazioni fino a culminare nel “dimensionamento significativo dello spazio” con l’inserimento in normali scarpe di elementi estetici; oppure “Ondivago è il cor” che propone di organizzare il trasporto, su una struttura con ruote, di pezzi di cielo dipinto o riflesso; oppure, ancora, “Naturalmente innaturale” che consente di modificare, con alberi privi di vita opportunamente colorati e strutturati, gli ambienti urbani asettici e grigi.Da questi principi nasce anche la “Trans-azione semantica” in cui il rapporto classico tra uomo e libro si ribalta completamente e mette l’individuo (ridotto peraltro a manichino) nella condizione di essere esaminato e studiato dai libri che diventano così, da oggetti da leggere, lettori degli umani.
La costante di base è un forte senso di ironia che consente a Sommella di osservare il quotidiano per ricavarne spunti di riflessioni sulle anomalie, sull’ottusità, sulle abitudini spesso deleterie, per cercare di avanzare proposte alternative che, nella loro sostanziale impraticabilità logica, assumono però il valore di una felice creatività appunto perché restano comunque sempre al limite e, a ben guardare, propongono comportamenti che forse sono meno assurdi di quanto quotidianamente si fa nell’uso ( e nell’abuso) della natura e della vita.
L’installazione dei “libri che leggono l’uomo” è un gesto fortemente provocatorio, specialmente nell’ambito di una manifestazione come “pordenonelegge” che appunto alla lettura si dedica ed invita i partecipanti: la coscienza che quello della lettura sia un esercizio poco frequentato sollecita l’autore ad un ribaltamento che potrebbe invitare a riflettere; ma, alla fine, come tutte le iniziative di Sommella, finisce solo per far risaltare il grande senso di creatività e l’eleganza delle soluzioni.
Perché, alla fine, Sommella è per l’appunto un nomade creativo che non esita a mescolare pittura e scultura, teatro e improvvisazione, arte e vita per il gusto soprattutto di creare oggetti e situazioni che in comune hanno soltanto il piacere delle forme, il senso della vita ed anche, perché no, un minimo di stimolazione a riflettere sulle cose.
Enzo di Grazia
Uno dei meriti che va riconosciuto al Novecento è certamente quello di proporre nella cultura (e soprattutto nelle arti visive) una rivoluzionaria trasformazione dei costumi e delle convinzioni.
Dall’Astrattismo al Dadaismo, attraverso le pressioni del Futurismo, fin dagli albori del nuovo secolo, tutto quello che di innovativo era possibile proporre fu avviato spesso in termini di radicale rifiuto del passato.
Lungo tutto l’arco del secolo, poi, gli autori più rappresentativi hanno fatto quasi a gara per recepire le diverse sollecitazioni, adeguarle alla propria indole e portarle avanti in forme e modi capaci di personalizzarne le definizioni.
La svolta al nuovo millennio si è presentata come continuità ininterrotta a certe soluzioni ormai acquisite quasi come canoniche: e gli autori che ne vivono la dimensione non possono fare a meno di alimentarsi alle sorgenti originarie, salvo poi applicare un nomadismo elegante che consente di riportare tendenze spesso disparate o contraddittorie in un alveo unico.
Mariano Sommella è senz’altro uomo del suo tempo, capace di attingere dalla storia recente e passata le esperienze più vive e calarle nella sua spiccata personalità.
Dadaista quasi per istinto, ma anche razionale e programmatico (come è nella sua formazione “scolastica”) ama l’arte soprattutto come gesto provocatorio e sensibilizzatore, spesso calando nella realtà sociale interventi che hanno valenza soprattutto estetica.
Dal gusto dadaista recupera l’amore per i progetti che molto spesso non saranno realizzati (pure se sono oggettivamente possibili e praticabili); e dal costume futurista apprende l’amore per le contaminazioni tra parola e pittura, tra gesto e progetto: in particolare, esercita la sua fantasia nei “libri d’artista” che rappresentano il luogo privilegiato per le sue creazioni spesso addirittura farneticanti.
Nascono da qui le riflessioni sui segnali del quotidiano esasperato fino a perderne il senso originario, i libri illeggibili come ipotesi di provocazione alla lettura, gli “oggetti inutili” da passeggio per ricostruire un gusto estetico della realtà e così via attraverso tutte le possibili identificazioni fino a culminare nel “dimensionamento significativo dello spazio” con l’inserimento in normali scarpe di elementi estetici; oppure “Ondivago è il cor” che propone di organizzare il trasporto, su una struttura con ruote, di pezzi di cielo dipinto o riflesso; oppure, ancora, “Naturalmente innaturale” che consente di modificare, con alberi privi di vita opportunamente colorati e strutturati, gli ambienti urbani asettici e grigi.Da questi principi nasce anche la “Trans-azione semantica” in cui il rapporto classico tra uomo e libro si ribalta completamente e mette l’individuo (ridotto peraltro a manichino) nella condizione di essere esaminato e studiato dai libri che diventano così, da oggetti da leggere, lettori degli umani.
La costante di base è un forte senso di ironia che consente a Sommella di osservare il quotidiano per ricavarne spunti di riflessioni sulle anomalie, sull’ottusità, sulle abitudini spesso deleterie, per cercare di avanzare proposte alternative che, nella loro sostanziale impraticabilità logica, assumono però il valore di una felice creatività appunto perché restano comunque sempre al limite e, a ben guardare, propongono comportamenti che forse sono meno assurdi di quanto quotidianamente si fa nell’uso ( e nell’abuso) della natura e della vita.
L’installazione dei “libri che leggono l’uomo” è un gesto fortemente provocatorio, specialmente nell’ambito di una manifestazione come “pordenonelegge” che appunto alla lettura si dedica ed invita i partecipanti: la coscienza che quello della lettura sia un esercizio poco frequentato sollecita l’autore ad un ribaltamento che potrebbe invitare a riflettere; ma, alla fine, come tutte le iniziative di Sommella, finisce solo per far risaltare il grande senso di creatività e l’eleganza delle soluzioni.
Perché, alla fine, Sommella è per l’appunto un nomade creativo che non esita a mescolare pittura e scultura, teatro e improvvisazione, arte e vita per il gusto soprattutto di creare oggetti e situazioni che in comune hanno soltanto il piacere delle forme, il senso della vita ed anche, perché no, un minimo di stimolazione a riflettere sulle cose.
Enzo di Grazia
12
settembre 2009
Mariano Sommella – Trans-azione semantica
Dal 12 al 26 settembre 2009
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
BIBLIOTECA CIVICA
Pordenone, Piazza Della Motta, 4, (Pordenone)
Pordenone, Piazza Della Motta, 4, (Pordenone)
Orario di apertura
ore 16 - 19,30
Vernissage
12 Settembre 2009, ore 11
Sito web
www.pordenonelegge.it
Autore
Curatore